giovedì 19 gennaio 2012

Varie (venerdì, 23 giugno 2006)


venerdì, 23 giugno 2006

Varie

  

Libere riflessioni “minime” su una vittoria, una bandiera, ed una “casa comune”


Vedendo ieri sera sventolare per le strade i tricolori in segno di giubilo per la vittoria della nostra Nazionale nella partita che ci opponeva ai Cechi, vittoria in fondo poi non così esaltante come gioco espresso, ma utile e significativa, perché ci  permette di proseguire nel mondiale, mi veniva di chiedere su cosa veramente unisca oggi questo nostro Paese “europeizzato”, uscito praticamente diviso a metà dalle ultime elezioni politiche ed in procinto di presentarsi domenica davanti ad un referendum in cui, per buona parte, si tratterà di decidere su federalismo e devolution.
Verrebbe da dire il tricolore, sventolato però solo per la gioia derivata dalle imprese sportive degli azzurri  (ma chissà poi se il qualche valle del “profondo Nord” sia stato invece sventolato il verde vessillo “bossiano”, oppure non si sia sventolato un bel niente?) e nei momenti comuni di lutto condiviso (che sono pochissimi, non tanto, purtroppo, per i “lutti”, quanto per il “condiviso”).
Già, ma a parte le competizioni sportive,  cosa veramente ci distingue dagli altri europei, che appena ieri chiamavamo “stranieri” e che oggi chiamiamo “comunitari”, coabitanti nello stesso (peraltro litigioso) condominio, una “casa comune” suggestiva, ma dalle porte e finestre ancora senza infissi e dai contorni ancora non molto ben definiti?
Abbiamo dunque una bandiera, che ufficialmente però mettiamo sempre accanto al blustellato europeo, non abbiamo però più una nostra moneta, la nostra “cara e vecchia” (nel bene o nel male) Lira. A proposito, con l’introduzione dell’Euro il mio stipendio, come quello di tanti altri a reddito fisso si è, nei fatti, cioè come potere d’acquisto, praticamente dimezzato. Colpa, un po’, di chi ha introdotto abbastanza disinvoltamente ed entusiasticamente quella moneta,  e tanto,  di chi, poi, potendolo fare, con la scusa del libero mercato,  non ha attivato tutti quei controlli e quelle opportune e possibilissime misure economico-fiscali atte a scoraggiare gli “speculatori dell’euro”, una classe di “nuovi ricchi” che oggi  vediamo ostentatamente viaggiare su fuoristrada che sembrano carri armati, inquinando ed intasando  le strade e le piazze medievali dei nostri centri storici.
Certo noi italiani ci distinguiamo ancora, ed ovviamente, per la lingua, che soprattutto la televisione da cinquant’anni a questa parte ha contribuito sostanzialmente ad unificare  e che invece appena cent’anni fa era parlata e scritta da pochi, prevalendo i vari dialetti. 
Ci distinguiamo invece sempre meno, (quasi più)  per le abitazioni,  gli usi, costumi, le merci ecc. perché se vai a Madrid,  Stoccolma, Budapest trovi praticamente, lo stesso traffico, gli stessi brutti quartieri periferici e  compri la stesse cose che puoi trovare a Roma, Atene, Parigi  e spesso finisci per mangiare, da stressato (anche in vacanza!), negli stessi pessimi fast food. Tuttavia, almeno all’interno della Penisola e malgrado l’avvento della colazione veloce ed in piedi (dovuta anche al fatto che molti  devono lavorare sempre di più per pagare rate e mutui e mantenere un livello di vita dignitoso, “tirando”, come facevano un tempo i “manzoniani”, “quattro paghe per il lesso”) l’amore per il buon cibo e soprattutto per la pasta messa rigorosamente al “primo” posto nei pranzi “come si deve”, che ogni tanto sappiamo ancora fare, forse questo dicevo, ancora ci distingue, in meglio, da molti altri europei ai quali abbiamo ancora qualcosa di buono da insegnare e proporre. Merito anche del grande piemontese Carlo Petrini (per l’appunto omonimo dell’ex-calciatore senese Carlo Petrini autore del libro quanto mai attuale Nel fango del dio pallone, Kaos ed., giunto alla sesta edizione), ideatore del movimento Slow Food di cui quest’anno ricorre il ventennale della fondazione.
Ma tornerò presto, e con più calma, sui questi ed altri temi legati all’omologazione e alla diversità.

                                                                                                                                       
                                                                                                                       COG

postato da: gorca49 alle ore 06:56 | link | commenti (3)
categorie: ciboslow foodqualità della vitapetrini carlo

Commenti:
 
#1 24 Giugno 2006 - 08:56
 
ma lei andrà a votare al referendum domani? E come voterà?
Rossella Barni
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#2 25 Giugno 2006 - 19:43
 
Ti rispondo volentieri, pregandoti di salutare il vecchio amico Mario: fa troppo caldo e non mi sono mosso di casa eccetto che...per andare a votare NO!
Il discorso lo potremo riprendere con più comodo, ma per non farla troppo lunga ti dirò che sulla nostra Costituzione repubblicana sono completamente d'accordo con quanto ha affermato il Presidente emerito Ciampi nella sua dichiarazione comparsa sui giornali venerdì scorso.
Cordialissimi saluti a te e famiglia.
COG
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#3 14 Luglio 2006 - 16:29
 
Sono riflessioni sulle quali concordo pienamente.
Alessandro
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
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