giovedì 19 gennaio 2012

Storia e Memoria. 27 gennaio 1945-27 gennaio 2009: per un ricordo “vivo” e non rituale della Shoah (martedì, 27 gennaio 2009)


martedì, 27 gennaio 2009

Storia e Memoria. 27 gennaio 1945-27 gennaio 2009: per un ricordo “vivo” e non rituale della Shoah.

  


Storia e Memoria. 27 gennaio 1945-27 gennaio 2009: per un ricordo “vivo” e non rituale della Shoah

Il Giorno della Memoria ricorda il 27 gennaio 1945, giorno in cui le truppe sovietiche dell'Armata Rossa, nel corso dell'offensiva in direzione di Berlino, arrivarono presso la città polacca di Oświęcim (Auschwitz) scoprendo il suo tristemente famoso campo di concentramento e liberandone i pochi superstiti. Per la prima volta veniva compiutamente rivelato al mondo l'orrore del genocidio nazista.
Il Giorno della Memoria è oggi in Italia una ricorrenza istituita dal Parlamento italiano con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 aderendo così alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del nazifascismo, dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati
Il testo dell'articolo 1 della legge così definisce le finalità del Giorno della Memoria:
« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.»
Detto questo, immodestamente  rinvio le  amiche e amici che qui mi seguono alla (ri)lettura del mio post del 14 settembre 2008:
e faccio qui di seguito, “a braccio”, alcune considerazioni.
Storicamente va ricordato che il popolo ebraico diede il maggior tributo di sangue all’Olocausto, ma che all’interno del popolo ebraico pagarono il tributo alle folli, elitarie e totalitarie, ideologie nazifasciste (in questo senso davvero “male assoluto”) soprattutto la massa dei più deboli ed indifesi e non quel “potere democratico-plutocratico-giudaico” che Hitler voleva abbattere, che nei campi di sterminio insieme agli ebrei finirono altre “minoranze”: i dissidenti politici, gli storpi e i malati di mente tedeschi, gli zingari, i testimoni di Geova, i resistenti politici e militari, ecc.
Questo ricordo di una delle più grandi tragedie sopportate dal popolo ebraico, ma anche dal genere umano, è ormai come abbiamo visto, giustamente divenuta una scadenza del calendario nazionale e, come accade per ogni forma di ritualizzazione, incontra innanzitutto e fatalmente il rischio di una perdita di significato.
Partendo da quel dato storico, ma superandolo ed ampliandone invece il significato, il Giorno della Memoria, deve restare per tutti gli “uomini di buona volontà” un quotidiano ammonimento ed impegno a far sì certi orrori non possano ripetersi mai più. Un invito per tutti ad un impegno “politico” e civile per una tolleranza “militante”. 
Purtroppo, da allora ad oggi, fatti e segnali, sebbene di livello inferiore rispetto a quella tragedia, a volte anche apparentemente piccoli ed insignificanti, ma invece non per questo meno sintomatici ed ammonitori, sono accaduti e stanno accadendo e sono sotto gli occhi di tutti: dai fanatismi di stampo politico-ideologico-religioso, ai razzismi, dalle guerre alle “pulizie etniche”, dalle sopraffazioni e discriminazioni politico-economiche, a tutte le “piccole” violenze pubbliche e private ed intolleranze  a danno dei “diversi” ed in genere di tutti coloro che, nel contesto di determinate situzioni, vengono identificati come “deboli” e vigliaccamente colpiti: poveri, dissenzienti di qualsiasi tipo, extracomunitari, zingari, lavoratori precari, prigionieri, malati, anziani, gay, donne, bambini, animali, ecc..
Detto questo vorrei soffermarmi in senso polemico su alcuni fatti di questi ultimi giorni ( e rispondo così anche all’ultimo commento di Luigi al post precedente): la memoria dell’Olocausto dovrebbe esser sempre ben presente in tutta l’umanità, ma anche e soprattutto in quei dirigenti politico-militari israeliani che scatenando un’azione militare di ampiezza sproporzionata, rispetto al reale pericolo rappresentato dalle pur ingiustificabili intolleranze razzistico-terroristiche di quella parte della Resistenza palestinese che si identifica in Hamas, hanno colpito in questi ultimi giorni la popolazione di Gaza con bombe al fosforo e con uccisioni indiscriminate di innocenti.
Violenze ingiustificabili riconosciute dall’ONU e dalla stessa parte razionale e critica della società israeliana (ahimé oggi minoranza) che ha in questi giorni espresso il suo dissenso nelle dimostrazioni e nelle proteste di intellettuali (ad es. David Grossman) e pacifisti ed in opere di alto valore culturale ed umano come ad esempio il film Valzer con Bashirdi Ari Folman.
Seminando odio si rinfocolano intolleranze ed estremismi e ci si allontana sempre più dall’obiettivo di una convivenza pacifica di stati popoli, razze e religioni in Palestina e nel Medio Oriente che soprattutto Israele dovrebbe volere.
Ridurre Gaza ad un vero e proprio Ghetto e colpirlo in tal modo sproporzionato e crudele mi ha fatto per qualche momento pensare alla repressione nazista della rivolta ebraica del Ghetto di Varsavia.
Sia chiaro che faccio questo esempio soprattutto come monito morale per i dirigenti politico-militari e per la società  israeliani e che non voglio con questo assolutamente paragonare gli errori dello Stato Israeliano agli orrori dell’Olocausto, promosso ed attuato dai nazisti contro tutto il popolo ebraico, come invece hanno fatto in questi giorni tutti coloro (neonazifascisti, integralisti islamici, e qualche “analfabeta politico di ritorno” dell’estrema sinistra) che hanno imbrattato i muri di scritte antisemite, infangato cimiteri ebraici, boicottato negozi di nostri connazionali ebrei, gridato criminali idiozie come “viva Hamas, ebrei nelle camere a gas” (...questi sono cretini, ma almeno non sono negazionisti. Quesito: è più pericoloso il cretino o il negazionista? Vedi sotto.), ecc. ecc.
Inoltre inquieta e fa riflettere il fatto che proprio in questi giorni Benedetto XVI, riammettendo nella Chiesa cattolica romana gli integralisti-scismatico-lefevriani della Fraternità S. Pio X, abbia, a quanto pare,  accolta e finora confermata la dignità di vescovo anche ad un membro eminente di quella congrega noto per le sue posizioni negazioniste rispetto all’Olocausto.
                                                                                    Carlo O. Gori

postato da: gorca49 alle ore 08:53 | link | commenti (10)
categorie: novecentoebreishoahebrei italiani

Commenti:
 

#1 28 Gennaio 2009 - 08:10
Concordo pienamente con te!
Mauro
utente anonimo  (IP: 0da4d3a117cf095)

#2 28 Gennaio 2009 - 14:11
Grandissimo Carlo. La seguo sempre, anche da lontano fino dai tempi del CDP. Sempre interessante a stimolante il suo lavoro.
Sentiamoci.
Fabrizio LC
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)

#3 29 Gennaio 2009 - 17:41
Le sue riflessioni su questa immensa tragedia dell'umanità, rapportandone le memoria ai tempi odierni e richiamando tutti all'impegno per superare difficoltà ed ingiustizie, dimostra a mio avviso grande sensibilità e saggezza. La leggo sempre con attenzione e partecipazione.
Maria Betti
utente anonimo  (IP: dd4306865142ccb)

#4 30 Gennaio 2009 - 04:32
Salve a tutti.
Vi invio in pdf un articolo che ho appena ultimato dal titolo "Fascismo e neofascismo. I "nipoti del duce" tra eredità, novità. persistenze e sviluppi all'alba del nuovo secolo". Si propone di essere un analisi dei punti salienti della storia del neofascismo con uno sguado attento al presente e capace di circolare anche al di fuori del pubblico degli addetti ai lavori. O almeno spero di essere riuscito in questo intento. Attualmente è in corso di pubblicazione sulla rivista Quaderni di Farestoria. Lo invio perchè ritengo che data la stretta attualità del tema debba circolare liberamente e senza problemi di diritti, ed autorizzo chiunque a rispedirlo se lo riterrà opportuno. Spero che giudichiate il lavoro utile per i fini che si prefigge e mi dichiaro da subito disponibile a qualsiasi tipo di critica, osservazione o suggerimento.
A presto. Ciao
Stefano
utente anonimo  (IP: c4a6b82fd9b370d)

#5 30 Gennaio 2009 - 21:45
ACIT Pescia
Comune di Pistoia
Con il contributo della
Repubblica Federale di Germania
Roma

Giovedì 12 febbraio 2009, con inizio alle ore 17,00,
presso la Sala Conferenze dell'Assessorato alla Cultura
- via Sant'Andrea, 16 -

Nino Campagna, Presidente dell’ACIT di Pescia
Alfio Pellegrini, Vice Presidente dell’ARCI di Pistoia
terranno una conferenza sul tema:
Gli anni Venti in Italia e in Germania
si delinea la tragedia del XX secolo -
L’incontro sarà introdotto da Rosanna Moroni, Assessore alla cultura

La partecipazione della S.V. è particolarmente gradita 
utente anonimo  (IP: 264aabab9ca4ffd)

#6 01 Febbraio 2009 - 07:12
LEO VALIANI TRA POLITICA E STORIA
1939.1956

PRESENTAZIONE DEL XLII ANNALE DELLA FONDAZIONE GIANGIACOMO FELTRINELLI.

martedì 10 febbraio 2009
18.00 - 20.00
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
via Romagnosi, 3
Milano


INTERVENGONO
ARTURO COLOMBO
GIOVANNI DEL LUNA
MARIA GRAZIA MERIGGI
ANDREA PANACCIONE
FRANCESCA PINO

La partecipazione della S.V. è particolarmente gradita 
utente anonimo  (IP: 3e32fd07fd6271d)

#7 01 Febbraio 2009 - 11:14
Ciao, volevo salutare tutti coloro che
seguono "historiablogori", in particolar modo Maria BETTI.
Mi piace molto come persona è provo
una bella risonanza energetica di affinità elettive condividendo pienamente tutti i suoi commenti.
Buona giornata! Filly PAVESE
utente anonimo  (IP: 788e3abfaef6a5f)

#8 02 Febbraio 2009 - 15:13

Israt
Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea in provincia di Asti

In occasione del Giorno del Ricordo, istituito dal Parlamento italiano, con la legge n. 92 del 30 marzo 2004, in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata, l'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Asti organizza la seguente iniziativa:


Giorno del Ricordo 2009



Martedì 10 febbraio

ore 18,00



Centro Culturale S. Secondo

Via Carducci 22-24 – Asti

Presentazione del volume

L'Italia e il confine Orientale, 1866-2006 (Bologna, Il Mulino, 2007)

della prof.ssa MARINA CATTARUZZA

Tutti sono invitati

Il libro. Nella storia d'Italia il confine orientale ha sempre costituito una zona di scontro: prima luogo simbolico in cui doveva compiersi l'azione risorgimentale tesa al raggiungimento dell'unificazione nazionale, poi confine fra mondi e ideologie negli anni della guerra fredda. A partire dalla disastrosa guerra del 1866 per arrivare alla situazione attuale, l'autice ricostruisce con puntualità la storia di questo confine contestato e conteso: lo sviluppo dell'irredentismo, l'intervento nella Grande Guerra, la sistemazione postbellica del territorio (con la clamorosa protesta dell'occupazione di Fiume), l'aggressiva politica fascista, la tragedia delle foibe, la durissima contesa con la Jugoslavia, la spartizione del territorio nel dopoguerra in seguito al trattato di pace del febbraio 1947, il ritorno di Trieste all'Italia nel 1954 e infine i decenni della guerra fredda.



Marina Cattaruzza è professore ordinario di Storia contemporanea generale presso l’Historisches Institut dell’Università di Berna.
Si occupa principalmente di storia sociale, di storia dei territori dell’Adriatico nord-orientale, di nazionalismo, di storia della Shoah.

Tra le sue pubblicazioni più recenti:

Trieste nell'Ottocento. Le trasformazioni di una società civile (Del Bianco, 1995); Trieste, Austria, Italia tra Settecento e Novecento (a cura di) (Del Bianco, 1996); Socialismo Adriatico. La socialdemocrazia di lingua italiana nei territori costieri della Monarchia asburgica (Lacaita, 2001); Esodi. Trasferimenti forzati di popolazione nel Novecento europeo (a cura di, assieme a Marco Dogo e Raoul Pupo) (Edizioni Scientifiche Italiane, 2000); Nazionalismi di frontiera. incontri e scontri di identità sull'Adriatico nordorientale 1850-1950 (a cura di) (Rubbettino, 2003);

L’Italia e il confine orientale. 1866-2006, (il Mulino, 2007).
utente anonimo  (IP: 4d316f86cd3498d)

#9 02 Febbraio 2009 - 16:51
Caro professore, ringrazio lei per questo suo blog , che seguo sempre con passione, essendone quindi compartecipe, e per l' impegno civile che vi esprime, e vorrei anch'io, di cuore, ricambiare i saluti e le belle parole che mi ha voluto rivolgere la signora, Filly Pavese i cui sentimenti pienamente condivido.
Maria Betti
utente anonimo  (IP: 4d316f86cd3498d)

#10 05 Febbraio 2009 - 17:43
GIOVEDI' 5 FEBBRAIO 2009 ORE 21,00

Presso "Il Palagio" a Pescia

(Parcheggio più vicino: p.za Mazzini)

Il Comitato della Valdinievole per la Difesa della Costituzione, col patrocinio del Comune di Pescia, organizza un Convegno sul tema:

la Costituzione Italiana e il fenomeno delle nuove destre in Italia,

con particolare riferimento alla situazione nella nostra Provincia.

Relatori:

Giulia Maraviglia: - Presentazione del progetto dell'Osservatorio sulle nuove destre. Analisi sociale della situazione attuale.


Stefano Bartolini: - Il neofascismo nella storia dell'Italia Repubblicana.
Sviluppi storici e comparazioni col presente.

Federico Ciani: La legge Mancino. Attuazione e tentativi di abrogazione.

Sono stati invitati al Convegno: amministratori dei Comuni della Provincia di Pistoia, rappresentanti del mondo della scuola (dirigenti scolastici, docenti, genitori, studenti), associazioni operanti nel territorio, rappresentanti del mondo sindacale.

Il Comitato invita i cittadini ad intervenire numerosi al Convegno, che si caratterizzerà soprattutto come uno scambio di idee ed esperienze e anche di proposte con i relatori, giovani studiosi dei temi del Convegno.

Osservatorio nuove destre Pistoia


Gruppo "DEPORTAZIONEMAIPIU", EX ANED.TORINO
utente anonimo  (IP: bee9b582075c920)
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