giovedì 19 gennaio 2012

Storia. Guerre e prigionie d'altri tempi (domenica, 07 settembre 2008)


domenica, 07 settembre 2008

Storia. Guerre e prigionie d'altri tempi

  



Guerre e prigionieri toscani d’altri tempi: i pistoiesi a Curtatone Montanara e nella prigionia boema di Terezin (1848)


Com’è noto, a Curtatone e Montanara, il 29 maggio 1848, i toscani, insieme ad uns piccolo contingente napoletano, si batterono con valore contro un nemico esperto, agguerrito e preponderante, e pur dovendo alla fine ripiegare diedero il tempo ai sardo-piemontesi di prepararsi per affrontare vittoriosamente, il giorno seguente, il grosso dell'armata austriaca a Goito: successo purtroppo poi non sfruttato.
Alla fine di quella giornata non tutti i combattenti ebbero il tempo di ritirarsi: rimasero infatti nelle mani degli austriaci ben 1276 prigionieri, toscani in massima parte e fra questi 29 pistoiesi che avevano avuto tra le loro fila 6 caduti e 12 feriti (1). Alcuni cimeli, ritratti e documenti conservati nella Biblioteca Forteguerriana di Pistoia ci parlano della loro sorte, ma è soprattutto nel libro Ricordi storici del battaglione universitario toscano del reduce pistoiese Gherardo Nerucci, poi noto autore delleSessanta novelle popolari montalesi, che troviamo le testimonianze particolarmente dettagliate e preziose di Tarugio Tarugi, montepulcianese, e di Alfonso Ademollo, fiorentino (2). A noi infatti, più che sulle fasi, sui protagonisti o sul significato di quell’evento, su cui anche recentemente sono apparsi alcuni articoli (3) e che al di là di ogni retorica riteniamo fondamentale per la riscoperta delle radici dell’identità toscana e nazionale, sembra stimolante soffermarsi ora sulle vicissitudini di quei prigionieri, anche perché essi, dopo una marcia forzata di 15-20 miglia giornaliere, vennero poi internati a Theresienstadt, una città-fortezza boema, dedicata all’Imperatrice Maria Teresa, che ospiterà prigionieri italiani anche durante la prima guerra mondiale, ma divenuta universalmente e tragicamente nota col nome cèco di Terezin soprattutto dopo l’ultima guerra mondiale.
Terezin fu infatti l’unico lager nazista in cui vennero concentrati solo bambini ebrei (15.000) nel  passaggio verso Auschwitz e la “soluzione finale” alla quale appena un centinaio sopravvisse: Theresienstadt-Terezin, oggi “luogo della memoria”, da sempre luogo di terrore?  Vedremo.

Ma torniamo ai prigionieri del 1848 per notare, fin da ora, due costanti di tutto quel viaggio: la comunanza fraterna fra i volontari provenienti da varie città toscane, cosa insolita per una regione da sempre rósa da dispute campanilistiche, ed i non facili rapporti fra gli studenti ed i soldati granducali, i “così detti  bianchini… che –  nota Tarugi – è bello tacere cosa fossero di scellerato”(4). Quest’ultimi, inviati obtorto collo da Leopoldo II in Lombardia, già prima della battaglia avevano mostrato insofferenza verso i “signorini” studenti ritenendosi trascinati dal loro idealismo nei pericoli di una guerra alla quale, evidentemente, avrebbero preferito sottrarsi. Tuttavia i “bianchini” (dal colore della loro divisa spesso confusa sul campo con quella degli austriaci) poi si batterono bene, ed anzi, quando “a caldo” alcuni studenti prigionieri furono minacciati, in quanto “irregolari”, di fucilazione, essi offrirono di ceder loro alcuni capi del proprio vestiario affinché potessero camuffarsi da soldati dei reggimenti di Linea. 
Dal 3 al 5 giugno i prigionieri intraprendono la marcia da “Mantova a Verona…la più penosa di tutte le altre fino a Theresienstadt” (5). Nella città scaligera possono finalmente dissetarsi, sfamarsi e pensare alle famiglie lontane, ma i contatti postali con la Toscana sono interrotti e bisogna arrangiarsi: il pistoiese Pietro Fanfani, poi celebre vocabolarista, prova ad es. ad avvertire il collaboratore veronese della sua rivista “Ricordi filologici e letterari”,  P. Bartolomeo Sorio, affinché questi successivamente scriva a Pistoia che lui ed altri concittadini come Francesco Bianchini, Giuseppe Bracciolini, Icilio Capecchi , Francesco Vannetti, ecc., sono vivi, ma prigionieri (6).
Ripresa la marcia i prigionieri entrano nell’allora denominato “Tirolo italiano”, che in sostanza corrisponde all’attuale Trentino, giungendo il 7 ad Ala, poco sopra il Lago di Garda, anche questo poi “luogo significativo” perché qui dal 1866 fino alla prima guerra mondiale sarà stabilito il posto di confine, sulla strada del Brennero, fra Italia ed Impero Austroungarico, confine poi ristabilito da Hitler nel 1943-44 durante l’effimera Repubblica di Salò (7).  In questa zona i “nostri” hanno per un tratto di strada come guardiani un reparto di studenti viennesi militarizzati con i quali, ricordano, era possibile fraternizzare: “ …in ogni paese Italiano o Tedesco …gli Studenti erano i primi ad avvicinarsi a noi…uno Studente era riguardato come un vecchio amico”(8). Saranno via via poi presi in consegna da soldati delle varie nazionalità componenti quel gran mosaico che era l’Impero Asburgico: rigidi, ma corretti gli austriaci, con l’eccezione però dei tirolesi, insieme ai croati sempre particolarmente duri, spesso gentili invece gli ungheresi, quasi complici infine i triveneti che spesso, ma sottovoce, li saluteranno con un “Viva l’Italia”. A Trento infatti i “nostri” trovano eccezionale accoglienza: “Le…persone …gettavano pezzi di pane, danari …e…ci abbracciavano piangendo” (9).

La situazione cambierà ben presto nel “Tirolo tedesco”, che andava dalla zona di Bolzano (10) a quella di Innsbruck, dove invece i prigionieri registreranno “segni di odio da quella popolazione” tanto che riterranno “prudenziale” serrare i ranghi e “non dividersi” (11).
Significativo il passaggio del 14 per il Brennero “con…in cuore la speranza che un giorno la nostra patria avrebbe raggiunto quel suo confine naturale” (12). Dopo Innsbruck, spesso pernottando all’aperto e mangiando “poco e pessimo pane intriso nel latte inacidito” (13) i prigionieri passano per Salisburgo e giungono a Linz, città che ricorderanno con nostalgia: “Il suo bel Lungo-Danubio – scrive Tarugi - mi rammentava il Lungarno di Pisa” (14), mentre Ademollo nota: “…una delle più belle città dell’Austria…fornita di vapori fluviali per Vienna e l’Ungheria …[con] i loro equipaggi composti quasi totalmente da Livornesi” (15).
Ripreso il cammino i “nostri” entrano in Boemia ed il 5 luglio, giunti a Budweiss, vengono divisi: i “regolari” sono inviati verso le fortezze di Koenigsgratz e di Josephstadt, mentre i volontari, studenti e non, compresi una ventina di soldati napoletani, verso Theresienstadt.
E’ con gli studenti boemi che ora i “nostri” riescono a stringere forti legami di simpatia anche perché pochi giorni prima nella vicina Praga si era verificata una rivolta antiasburgica: “c’intendevamo…più di tutto con la lingua latina, nella quale…potevano dirsi maestri” (16) – ed essi –  “subito chiedevano all’Uffiziale di scorta…di portarci nelle loro case a pranzo” (17).
Giungono finalmente a Theresienstadt “che fece l’ingegnere Pellegrini di Milano, a’ suoi tempi…In fondo di questa fortezza esisteva un ampio seguito a ferro di cavallo di casematte di due piani e in una parte di queste i prigionieri furono collocati…dinanzi ad un alto impalancato di legno” (18).
Sui “nostri” gravano ora la “monotonia della vita di caserma” unita alla preoccupazione per non poter ricevere o spedire notizie ai familiari. “In seguito le lettere arrivarono, l’animo tornò più tranquillo ed allora cominciammo ad arrabattarci per passare meglio che si poteva il nostro tempo” (19). Si prova a dipingere avendo come maestro il pittore pistoiese Demostene Macciò, ma soprattutto si organizzano concerti d’ opera italiana “sotto la direzione di Baco Canovai, di Gherardi del Testa e di altri prigionieri…melodie…da noi tanto bene riprodotte…che le famiglie degli Uffiziali, rotte le consegne delle sentinelle…vollero entrare nel piazzale riservato per vederci e udirci da vicino. Lo stesso nostro burbero comandante dismise i suoi rigori e concesse che alcuni di noi tutti i giorni potessero …uscire dalla  fortezza  …e anche facoltà di condursi in qualche città della finitima Sassonia” (20).
I “nostri” possono così “gustare dei discreti manicaretti, fra’ quali la lepre cotta in più modi” (21), ma non solo: “a Leitmoritz…sull’Elba – ricorda Ademollo –  città…fornita di una copiosissima libreria potemmo abbellirci di quanti libri Francesi e Tedeschi volevamo…unico e solo libro Italiano che ci trovavamo fu la raccolta delle Poesie del Giusti  [la cui fama]…si era spinta per un buon tratto nel settentrione”(22).
In sostanza la permanenza a Theresienstad sarà via via per i “nostri” talmente piacevole che Tarugi noterà: “Se non mi avessero fatto difetto i soldi quel periodo di prigionia sarebbe stato per me una vera villeggiatura” (23). Tutto ciò oltre ad un istintivo di nostalgia per i modi cavallereschi dei “bei tempi andati” non può che provocare oggi in noi una profonda angoscia ben sapendo cosa accadrà proprio in quel luogo quasi cent’anni dopo.
Finalmente il 24 agosto i toscani apprendono dell’Armistizio di Salasco ed ora, non più prigionieri, potranno ripercorrere con comodo (addirittura a Linz troveranno l’inviato del governo toscano Ubaldino Peruzzi che fornirà loro gli arretrati della paga!) la strada dell’andata per  rientrare a settembre inoltrato in patria.  

                                                                  Carlo Onofrio Gori



Sintesi e rielaborazione degli articoli di Carlo O. Gori:
Theresienstadt,  prigione d’eroi. L’internamento in Boemia dei volontari toscani del 1848 nel ricordo di alcuni patrioti pistoiesi, in “Microstoria”, n. 47 (mag.-giu. 2006);
Da Curtatone e Montanara a Terezin: il lungo viaggio dei prigionieri toscani del 1848, in "Camicia rossa", n. 2/3 (mag./set. 2010).
CAMICIA ROSSA 2-3 2010



Per le note consultare i diversi articoli aventi lo stesso argomento sulle riviste suddette.
E' possibile la riproduzione parziale e/o integrale di questo articolo previo consenso dell'autore o comunque citando lo stesso. Carlo O. Gori
cog@interfree.it


Commenti:
 

#1 07 Settembre 2008 - 18:35
un articolo bellissimo che fa pensare, vista l'unità di luogo, Terezin, prima fortezza asburgica e poi lager nazista, su tollerabili vicissitudini di un passato remoto e vicende tremende di un passato prossimo segnato dal male assoluto: il nazismo.
grazie professore!
mariabetti
utente anonimo  (IP: 51d299980a1f418)

#2 09 Settembre 2008 - 07:29
Caro Carlo, l'articolo è bello e significativo, l'avevo già letto a suo tempo su "Microstoria", e come sai ti seguo sempre,ma perchè in questo blog non parli un po' di più del presente? Mi sembra che di carme al fuoco ce ne sia anche troppa.
Ciao
Luigi
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)

#3 10 Settembre 2008 - 21:22
Lettera aperta alle persone di Sinistra.

Carissimi/e, in Italia la Sinistra(quella del Pci di Enrico Berlinguer e del Psi di Sandro Pertini) è stata grande(ed allora, essendoci grandi partiti... avevano un ruolo utile e di stimolo critico anche i piccoli partiti di Sinistra: Psup, Pdup, Dp), ha rappresentato le speranze di giustizia e di democrazia di almeno il 40% degli italiani che lottavano e votavano per la piena attuazione della Costituzione Repubblicana(anche se occorre riconoscere che quella Sinistra, non aveva fatto i conti con la gigantesca questione ecologica e con le conseguenze che bisogna trarne... nel senso che la "torta", cioè la terra, non si può ingrandire... ha risorse limitate e alcune sono in via di esaurimento: quindi la "ripartizione più giusta"... non può prescindere da questa consapevolezza... per evitare le conseguenze catastrofiche derivanti dalla rottura dell'equilibrio ecologico).

Oggi, in Italia(e non solo, anche come conseguenza della mondializzazione neoliberista) ha vinto il capitale, la centralità dell'impresa e dell'economia di mercato, la logica del profitto e degli egoismi territoriali e individuali... a discapito del "bene comune" e di conseguenza la maggioranza degli italiani si riconosce nel "liberismo" di destra e non solo di destra; ma una parte degli italiani è tutt'ora di Sinistra(sicuramente oltre il 20%) e vorrebbero una società diversa, più giusta, più democratica, sostenibile e nonviolenta(una piccola parte ha votato per "La Sinistra l'Arcobaleno", la maggior parte, illusa dal "voto utile" ha votato per il Pd o si è astenuta... rifugiandosi nella sfiducia e nello scetticismo).

Che in Italia c'è, tutt'ora, quest'area grande di Sinistra e anche un'area più vasta che si può definire "democratica", è confermato anche da tante vicende: la manifestazione di Genova nel 2001, la manifestazione di 2 milioni di lavoratori del marzo 2002 e la forza organizzata della Cgil, la gigantesca manifestazione pacifista svoltasi nel marzo 2003, il Social Forum Europeo svoltosi a Firenze nel novembre 2003 e la stupenda manifestazione conclusiva, la vittoria elettorale di Romano Prodi e dell'Unione nel 2006, la vittoria referendaria in difesa della Costituzione Repubblicana, la manifestazione "Siamo tutti un Programma" del 20 ottobre 2007, ecc. ecc.).

In Italia i partitini della Sinistra Plurale(Prc, Pdci, Verdi), se si presentavano alle elezioni 2008 con i propri simboli(da soli o associati) avrebbero comunque subito una durissima sconfitta e sarebbero comunque stati cancellati dal Parlamento, per una ragione semplice: i lavoratori e le persone di sinistra(anche a seguito dell'esperienza del Governo Prodi) hanno capito che con il 2, 3 o 5% si conta pochissimo(qualunque sia la collocazione, di governo o di opposizione) e si sono comportati di conseguenza... dicendo che non sanno più di che farsene di questi partitini frammentati e inutili: purtroppo, la maggioranza dei dirigenti e degli iscritti al Pdci, ai Verdi e al Prc... non l'hanno capito, hanno utilizzato il "capro espiatorio" costruito da loro stessi("La Sinistra l'Arcobaleno") ed hanno detto NO all'apertura di un "percorso costituente" per rifondare(in modo democratico, partecipato... e sovrano nelle decisioni conclusive... con il criterio "una testa un voto") un nuovo soggetto politico di Sinistra... con l'ambizione di parlare in modo credibile almeno a quel 20% di persone di sinistra che ci sono tutt'ora nel nostro paese, per suscitare speranze di cambiamento realistico, per promuovere partecipazione e lotte democratiche e per raccogliere i consensi elettorali che sono necessari per pesare nelle uniche sedi democratiche dove vengono fatte le scelte da cui dipende (almeno in parte) il futuro della società italiana (e, di conseguenza, il nostro contributo al cambiamento dell'Europa e del mondo), cioè nelle Istituzioni democratiche definite dalla Costituzione Repubblicana.

Oggi "siamo a uno dei punti più bassi della nostra storia" ed è necessario e urgente "un soggetto politico nuovo, pulito e con un'idea di nazione che guardi a sinistra"(A. Asor Rosa e R. Rossanda) e "deve essere una grande forza popolare"(M. Tronti), con "un progetto capace di credibilità, persuasione e mobilitazione"(R. Rossanda): questo nuovo "Partito della Sinistra" sarebbe importante fosse pronto per le prossime elezioni amministrative ed europee del 2009(dire che i tempi sono troppo brevi... significa continuare a non rendersi conto che siamo in enorme ritardo e continuando così tutto diventa più difficile... perchè si semina ulteriore sfiducia e ulteriore scetticismo).

Come possiamo riuscirci ?
Chi (nel Prc, Pdci e Verdi) non ha condiviso gli esiti congressuali di chiusura "identitaria", insisterà in una critica sempre più sterile e distruttiva(per tutti) all'interno del proprio partitino... in attesa di un impossibile "Congresso di rivincita" ?
Non sarebbe meglio una "separazione consensuale" che consenta (a chi vuole insistere nella ricostruzione identitaria ed a chi vuole unire e rinnovare la sinistra che si vuole unire e rinnovare) di portare liberamente il proprio contributo alla prospettiva che ritiene più credibile e più condivisibile ?

Questo, concretamente, significa:
1) chi vuole promuovere una "costituente comunista"(tra Pdci, aree varie del Prc, ecc.) lo faccia liberamente... e sarebbe sicuramente, a mio parere, una aggregazione positiva di una parte dell'attuale frammentazione politica(che gli consentirebbe anche di superare l'eventuale sbarramento al 4 o 5 % alle elezioni europee... anche se dubito che gli consentirebbe di rientrare nel Parlamento italiano): almeno potrebbe essere evitata la ridicolaggine di trovare sulla scheda elettorale 3 o 4 simboli con la falce e il martello.
2) chi vuole, altrettanto liberamente, aprire rapidamente(al massimo entro ottobre/novembre 2008) un "percorso costituente... democratico e sovrano" per costruire un nuovo soggetto politico che potrebbe definirsi "La Sinistra"... lo faccia e vediamo se riesce ad essere "credibile" per quella maggioranza di persone di sinistra che non sono più iscritte a nessuno degli attuali soggetti politici della Sinistra Plurale e per quel 20%(minimo) di persone di sinistra che ci sono tutt'ora in Italia.
Chi potrebbe aprire in modo credibile(cioè che abbia un respiro a livello nazionale e in tutte le realtà locali ) un "percorso costituente" per rifondare una nuova Sinistra ?
A mio parere, i soggetti promotori a livello nazionale potrebbero essere: Sd, le personalità più autorevoli(della Sinistra "rosso/verde" intesa in senso largo...) che condividono questa prospettiva, il 47% del Prc, la minoranza del Pdci e dei Verdi (come Silvestri e Hutter) che condividono e il movimento che si è definito "Sinistra Cristiana"(coordinato da Raniero La Valle e in corso di costituzione).

Tra le persone che "stanno in basso" chi sono quelle che potrebbero essere interessate a partecipare a questo "percorso costituente" ?
Tante esperienze locali di Associazioni che si sono costituite(in moltissime città, grandi e piccole) per unire e rinnovare la Sinistra e tutte le persone di sinistra che sentono la necessità e l'importanza di partecipare(la maggioranza delle quali, da tempo, non è più iscritta a nessuno dei piccoli soggetti politici della Sinistra Plurale).

Ovviamente, quando parlo di Sinistra... parlo di soggetti organizzati e persone che non rinunciano a proporre, costruire e lottare... per una società profondamente diversa da quella attuale: questo significa non fare propaganda ideologica/velleitaria... ma costruire le condizioni necessarie per camminare in questa direzione e la prima di queste condizioni è la partecipazione ed il consenso democratico, convinto e consapevole, di tante persone, della maggioranza del popolo italiano... perchè senza questo... gli ideali e le speranze di cambiamento... non si realizzeranno mai (l'innovazione teorica della nonviolenza ha, prima di tutto, questa consapevolezza).

Un abbraccio dialogante.
Giuliano Ciampolini, di sinistra e pacifista tra le persone che "stanno in basso".
utente anonimo  (IP: d260aae6e4c04f9)

#4 10 Settembre 2008 - 21:24
Duemila costituenti per cominciare...


Non aspettiamo che siano i partiti ora esclusi dal Parlamento a far partire un effettivo processo costituente di quella nuova forza politica combattiva e seria a cui aspiriamo.

Siamo interessati e disponibili a impegnarci in prima persona con una quota di tempo e di risorse.

Sentiamo il forte bisogno di una nuova formazione politica che raccolga l'ispirazione e la collocazione di quello che è stato il tentativo della Sinistra Arcobaleno, ma senza quelle caratteristiche di verticistica lottizzazione che ne hanno rovinato la nascita.

Una forza che raccolga per quanto è possibile la sinistra diffusa delle battaglie e delle buone pratiche per l'ambiente, i diritti, il lavoro, la giustizia e l'inclusione sociale, la pace, la legalità costituzionale democratica, la questione morale.

Lo sforzo principale sarà quello di costruire le condizioni di una buona politica, di candidature caratterizzate da effettivo impegno e spirito di servizio, di un rapporto democratico ed efficace tra militanti e dirigenti, tra eletti ed elettori.

Pensiamo e chiediamo che i partiti che avevano dato vita alla Sinistra Arcobaleno mettano a disposizione ciò che resta delle loro risorse, esperienze e reti per un processo costituente che dev'essere abbastanza rapido : in modo da andare di pari passo alla battaglia di opposizione al governo Berlusconi e in modo da preparare per tempo gli appuntamenti elettorali dell'anno prossimo ai quali non si può validamente andare divisi coi vecchi simboli.

Ma in ogni caso facciamo partire un censimento delle disponibilità e una prenotazione delle iscrizioni.



Alla costruzione di una forza politica il cui nome, programma fondamentale e statuto andranno definiti entro l'autunno attraverso consultazioni on line ed assemblee regionali ci sentiamo di impegnare

a) una attenzione di mediamente almeno qualche minuto al giorno di informazione tramite lettura di notizie e risposte rapide in Internet o posta elettronica



b) una disponibilità di mediamente almeno 4- 5 ore al mese di partecipazione a riunioni o iniziative che comportino presenza fisica di contatto coi cittadini



c) il versamento di un contributo pari ad almeno il 3 per mille del reddito annuale e

comunque di almeno 30 euro l'anno(15 per under 25, 20 per under 30)


Facciamo circolare questa dichiarazione collettiva e consideriamo che gli impegni sottoscritti e l'iniziativa costituente scattano pienamente nel momento in cui avremo raggiunto le duemila adesioni nazionali, con almeno cento adesioni per regione in almeno dieci regioni italiane.
Duemila si intendono al netto dei "politici"(tipo consiglieri regionali e provinciali, dirigenti nazionali etc). Mandateci i vostri dati a duemilacostituenti@gmail.com Ovviamente sono valide e gradite iniziative parallele, basate sullo stesso principio di sottoscrizioni di impegni.

Vanda Bonardo, Diego Novelli, Alba Di Carlo, Luciano Pregnolato, Massimo Bongiovanni(Torino), Ilaria Bonaccorsi, Massimo Serafini(Roma), Paolo Hutter(TO-MI), Gigliola Cordiviola, Isa Mariani(Ravenna), Virginio Bordoni(San Giuliano MI), Paolo Oddi, Irene Pavlidi(Milano), Velio Coviello(Chambéry-Torino),Franco Astengo, Sergio Acquilino, Mirella De Luca(Savona), Maria Rosaria Damasso(Como), Eugenio Secchi(Mariano Comense), Giuliana Cupi(Torino), Federico Di Pierro(Rivoli TO), Edoardo Montenegro(Venaria Reale TO), Mario Torcinovich(Venezia Mestre), Carbonetti Battistino(Vezzano Ligure LS), Daniele Leardini(Rimini), Francesco Liazza(Accumoli RI), Giovanni Zorat(Brescia), Cadioli Giovanni(Montichiari BS), Stefano Rapone(Civitavecchia), Benedetti Ferdinando(Ancona), Luca Lecardane(Palermo), Gianna Miceli(Ragusa), Gianpaolo Silvestri, Lidia Campagnano, Giovanni Incorvati, Mario Cocco, Vittoria Pagliuca, Aldo Carra, Eleonora Gianfermi, Puopolo Euplio, Antonella Uselli, Loredana Riccio, Stefano Ciccone(Roma), Matteo Rapone(Civitavecchia), Giuseppe Garofalo (Bari), Roberto Veneziani, Stefano Rossi, Pier Dante Meneghello, Marco Gatti, Massimo De Giuli(Milano), Ivana Stefani(Alessandria), Vittorio Giordani(Casale Monferato AL), Nuccio Gibilisco(Palazzolo Acreide SR), Piero Borgna(Vado Ligure SV), Federico Borromeo, Roberta Ugolotti, Dino Orlandini(Genova), Luca Masera (Brescia), Federico Pacciani(Siena), Sandro Guiglia(Sovicille SI), Gaetano Cipollone(Pescara), Paolo Paoli, Carlo Lucchesi, Andrea Bagni(Firenze), Francesco Barba(Scandicci FI), Giulio Cengia(Milano), Elena Drovandi(Quarrata PT), Gualtiero Caserta, Silvio Greco(Bologna), Paola Campori(Camugnano Bo), Carlo Listo(Trento), Danilo Scaramella(Gussago BS), Antonio Adobbato(Spoleto PG), Vittoria Negro, Cesare Bonadeo(Gonnesa Carbonia-Iglesias), Giuliano Ciampolini(Agliana PT), Pietro Garbarino(Brescia), Ivano Sereni(Modena), Alessio Borsotti(Piacenza), Rosario Agrimi (Trepuzzi LE),
utente anonimo  (IP: d260aae6e4c04f9)

#5 11 Settembre 2008 - 13:38
RINGRAZIAMENTI

ringrazio sentitamente chi mi ha inviato commenti a questo ultimo post, innanzitutto Maria Betti che da tempo mi segue sempre con interesse e attenzione, poi a Giuliano che puntualmente invia qui a me ed ai miei lettori le ultime notizie sullo stato della sinistra e sulle iniziative in programma.
Vorrei poi dire all'amico Luigi A. che ha ragione: non mi occupo più tanto del presente.
Caro Luigi, questo mio atteggiamento è una scelta meditata (non per questo immodificabile): oggi come oggi ci si occupa troppo del presente, si vive alla giornata forse per esorcizzare la tante difficoltà che attanagliano tutti noi comuni mortali, si ternde quindi a dimenticare gli insegnamenti del passato che, come sai sono indispensabili (vd. Marc Bloch) per trovare una bussola, sia nell'azione quotidiana, sia in una minima (indispensabile per ogni società che voglia sopravvivere e non rapidamente scomparire) progettazione del futuro.
Ne convieni, Luigi?
Vi saluto tutti, di cuore,
COG
La mia homepage: http://historiablogori.splinder.com Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. Blocca questo utentegorca49

#6 28 Settembre 2008 - 17:48
La S.V. è invitata alla presentazione del Dossier di “Microstoria”,
rivista toscana di storia locale :

“Il mondo a metà: storia della mezzadria toscana”

Sabato 27 settembre ore 18,00 – Ridotto del Teatro Dante di Campi Bisenzio

Piazza Dante, 23 Campi Bisenzio Firenze

Presenterà la serata Fabrizio Nucci direttore della rivista Microstoria.

Sono invitati il professor Paolo De Simonis, antropologo docente presso l’Università di Pisa

e il professor Renato Stopani Direttore del Centro Studi Romei di Firenze

Per informazioni contattare la redazione di Microstoria: 0553215178

oppure scrivere a redazione@microstoria.com 
utente anonimo  (IP: 6b98dfe5c1c4cce)

#7 06 Ottobre 2008 - 16:51
Ivano Paci
Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia
Gian Piero Ballotti
Presidente dell’ Associazione Amici di Groppoli
sono lieti di invitarLa alla presentazione del volume
Guida letteraria della Montagna Pistoiese
di Giovanni Capecchi
edizione Gli Ori
lunedì 13 ottobre 2008, ore 17,00
Saloncino De’ Rossi
Via De’ Rossi 26, Pistoia
INTERVERRANNO
Marino Biondi
Roberto Fedi
Giancarlo Savino
sarà presente l’autore
utente anonimo  (IP: 4313d4a6140d6f1)

#8 06 Ottobre 2008 - 17:03
Emergenza Birmania
La Birmania, a tre mesi dal ciclone
Il ciclone Nargis si è abbattuto sulla Birmania il 2 e 3 maggio scorso lasciando dietro di sé una lunga scia di distruzione e morte. Secondo i dati ufficiali forniti dal governo, sarebbero oltre 84.000 i morti, 53.000 i dispersi, circa 20.000 i feriti e 800.000 gli sfollati. Il 54% delle vittime è costituito da bambini e tantissimi sono i piccoli rimasti orfani o separati dai genitori.
Il ciclone ha distrutto inoltre il 95% delle case, allagato più di un milione di acri di terreni coltivati e ucciso 200.000 capi di bestiame.
Grazie ad uno staff di 1000 persone che lavora sul territorio da 13 anni, Save the Children è stata in grado di rispondere immediatamente all’emergenza raggiungendo e soccorrendo circa mezzo milione di persone a Yangon e nel delta dell’Irrawaddy, di cui 225.000 bambini.
Ad oggi, con l’aiuto dei nostri sostenitori abbiamo:
Fornito teli di plastica a 100.000 famiglie.
Costruito 410 punti d’acqua che garantiscono migliaia di litri di acqua sicura ogni giorno.
Organizzato 78 aree di spazio sicuro dove i bimbi possono giocare insieme e ricevere supporto emotivo.
Riunito 45 bambini alle proprie famiglie.
Allestito 183 scuole temporanee insieme ad Unicef, riparando al contempo gli istituti danneggiati, e permettendo a 50.000 bambini di riprendere le lezioni.
Formato 1.000 insegnanti e volontari per dare un giusto supporto emotivo ai bambini e distribuito 5600 kit scolastici completi di libri di esercizi, matite, righelli e zainetti.
Messo in piedi 5 cliniche di emergenza e assistito circa 10.000 pazienti. In una situazione in cui il 74% delle famiglie non ha accesso all’acqua potabile, sono numerosi i casi di diarrea e infezioni respiratorie.
Distribuito alimenti essenziali per neonati e bambini malnutriti.
“Abbiamo fatto tanto in tre mesi, ma c’è ancora tantissimo lavoro da fare. L’entità di questa catastrofe naturale è equivalente allo tsunami in Indonesia e ci vorranno anni prima che queste famiglie riescano a ricostruire le loro vite. È pertanto fondamentale che le organizzazioni umanitarie, come Save the Children, abbiano fondi sufficienti per continuare a lavorare”, ha affermato Guy Cave, Direttore dei programmi di Save the Children in Birmania.
Moltissime famiglie sopravvissute hanno scorte di cibo per un solo giorno e non hanno accesso all’acqua potabile.
Nei prossimi mesi, prevediamo la distribuzione di 7.000 tonnellate di cibo a più di 150.000 persone e di fertilizzanti, reti da pesca, carburante, finalizzato ad aiutare 120.000 persone a trovare mezzi di sostentamento. Ad altre 70.000 famiglie vorremmo assicurare la possibilità di ricostruirsi un alloggio.
Senza il vostro indispensabile supporto Save the Children non avrebbe potuto fare tutto questo.
Grazie davvero di cuore.
Per ulteriori donazioni: http://www.savethechildren.it/sostieni

utente anonimo  (IP: 4313d4a6140d6f1)

#9 06 Ottobre 2008 - 17:27
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea
nelle province di Biella e Vercelli "Cino Moscatelli"
Aderente all'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia "Ferruccio Parri"
13019 Varallo - via D'Adda, 6 - tel. 0163-52005 - fax 0163-562289
direzione@storia900bivc.it
www.storia900bivc.it


L'Istituto organizza il corso di aggiornamento La prima guerra mondiale: l’inutile strage. Come il cinema ha analizzato la grande guerra, che si svolgerà a Varallo, nella sede dell'Istituto, secondo il seguente calendario:
24 ottobre 2008, ore 17: La visione estetica del pacifismo attraverso la brutale iniziazione alla guerra
31 ottobre 2008, ore 17: L’antimilitarismo e la follia della guerra
7 novembre 2008, ore 17: La quotidianità della guerra
14 novembre 2008, ore 17: La verità e i traumi della guerra
Relatore: Orazio Paggi, critico cinematografico
Il corso è realizzato da soggetto qualificato per l’aggiornamento in base al dm 177/2000 ed è aperto a tutti gli interessati.
Ai frequentanti sarà rilasciato un attestato.
Per motivi di carattere organizzativo l’adesione dovrà pervenire entro il 22 ottobre 2008, anche a mezzo e-mail o telefono, alla segreteria dell’Istituto (istituto@storia900bivc.it; 0163-52005), che è inoltre disponibile per eventuali ulteriori informazioni.
utente anonimo  (IP: 4313d4a6140d6f1)

#10 17 Marzo 2011 - 10:57
Ringrazio per questo apprezzamento venutomi da Fb:

  Carlo Onofrio Gori http://historiablogori.splinder.com/post/18301993/storia-guerre-e-prigionie-daltri-tempi Storia. Guerre e prigionie d'altri tempi | historiablogori historiablogori.splinder.com Guerre e prigionieri toscani d’altri tempi: i pistoiesi a Curtatone Montanara e nella prigionia boema di Terezin (1848) Com’è noto, a Curtat, Questo e' il mio blog su Splinder. Blog: un web log. Un Sito web a meta strada tra un diario e un personal magazine. Crea il tu 07 marzo alle ore 14.10 · Non mi piace più ·  · Condividi
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