venerdì 20 gennaio 2012

Storia. 1. Seconda Guerra Mondiale: italiani nella Campagna di Russia 1942-43. Il caso di Loris Nannini. 2. Giuseppe Giusti (sabato, 20 novembre 2010)


sabato, 20 novembre 2010

Storia. 1. Seconda Guerra Mondiale: italiani nella Campagna di Russia 1942-43. Il caso di Loris Nannini. 2. Giuseppe Giusti

  
_Nannini sul suo aereo MacchiMC200

Seconda Guerra Mondiale: italiani nella Campagna di Russia 1942-43. Il caso di Loris Nannini: l’eccezionale storia del tenente pilota pistoiese che il leader sovietico Kruscev …non dimenticò mai!
Il 29 ottobre 1956, in un ricevimento al Kremlino, il premier sovietico Nikita Kruscev, parlando degli italiani da lui conosciuti con la moglie del giornalista Vero Roberti, accennava con rispetto ad un prigioniero incontrato nel 1941 quando era un alto commissario politico (politruk) dell’esercito, un valoroso aviatore di cui purtroppo non ricordava il nome, e concluse affermando che aveva fatto molto onore al suo Paese e che l’avrebbe volentieri rivisto e accolto come gradito ospite. Lì per lì la cosa non ebbe seguito. Anni dopo, il 5 febbraio 1960, in piena “guerra fredda”, l’allora Presidente della Repubblica, il democristiano Giovanni Gronchi, fu uno dei primissimi capi di stato occidentali a recarsi in visita in Urss. Quel memorabile viaggio, preparato e organizzato con cura dal presidente dell’ ENI Enrico Mattei, suscitò notevolesconcertonegli ambienti ecclesiastici e nella stessa DCe profonda irritazione negli Stati Uniti, che non tolleravano l’iniziativa autonoma di un alleato europeo. 
A Mosca, a margine degli importanti colloqui politico-economici (tra l’altro, pochi anni dopo, la Fiat costruirà una fabbrica a Togliattigrad), anche Gronchi udì il leader sovietico, artefice della “destalinizzazione”, esprimere profonda ammirazione per lo sconosciuto ex-prigioniero italiano al quale sarebbe stata offerta pronta e suntuosa ospitalità. Lo stesso discorso fu ripetuto nell'agosto 1961 al presidente del Consiglio Amintore Fanfani, egli pure in missione a Mosca. In Italia i giornalisti, a questo punto ansiosi di assicurarsi uno scoop, iniziavano frenetiche quanto vane ricerche del misterioso pilota atteso al Kremlino. La cosa più incredibile é che l’interessato, il pistoiese Loris Nannini, leggendo i giornali aveva capito che si parlava lui, ma non si era voluto assolutamente muovere! Di ciò fu testimone il giornalista Franco Pagliano quando lo scovò finalmente a Milano, dove il pistoiese lavorava come tecnico alla “Montecatini”, e lo sollecitò, inutilmente, ad aderire all’invito del leader sovietico. Il giornalista insistette per sapere almeno qualcosa dell’accaduto e fu così che Nannini raccontò la sua vicenda di prigioniero in Urss, che Pagliano riportò in un capitolo del suo libro In cielo e in terra (Longanesi 1969). Tuttavia quel racconto risultò abbastanza sommario anche perché Nannini, per anni, volle rievocare i particolari della sua spiacevole avventura solo con i vecchi commilitoni ex-prigionieri. Tornato da tempo nella sua Pistoia, soltanto nel marzo 1993, un anno prima sua morte (16 marzo 1994) darà alle stampe il libro “Prigioniero in Urss” (Nannini editore). 
Cosa era dunque accaduto con Kruscev? E perché il pistoiese rifiutò un così autorevole invito? Il 2 settembre 1941 il suo Macchi 200, appartenente alla 371ª squadriglia del 22° Gruppo caccia del CSIR, viene abbattuto a Novomoskovsk, in Ucraina, nel corso di un mitragliamento contro una colonna sovietica. Si getta col paracadute e, leggermente ferito, subito catturato dai soldati, viene sottratto a stento al linciaggio da parte di una folla di civili per l’intervento di un alto ufficiale a cui tutti obbediscono con enorme deferenza. Subisce immediatamente pesanti interrogatori, preme infatti ai russi sapere l’ubicazione dell’aeroporto da cui era partito poiché non si capacitano di esser stati più volte colpiti di sorpresa in quella zona quando le basi dell’Asse risultavano molto più arretrate. Il tenente resiste con tenacia, infatti il piccolo aeroporto di Krivoj-Rog da cui proveniva, abilmente mimetizzato, era stato allestito dai tedeschi in tutta segretezza: i piloti alloggiavano in case coloniche e gli aerei, ben camuffati, si confondevano nei circostanti ed immensi campi di girasoli. Gli interrogatori, spesso inframmezzati da terrorizzanti finte fucilazioni, sembrano prendere una piega più umana quando l’italiano vede nuovamente comparire davanti a sé l’autorevole personaggio che lo aveva salvato al momento della cattura e che dopo individuerà in Nikita Kruscev, allora primo segretario del Comitato Centrale, membro del Consiglio Militare e del Politburo. Il politruk, credendo di essersi accattivato Nannini, pacatamente lo invita a dire dov’é il campo di aviazione. Al secco rifiuto del pilota,l’ucrainosi fa minaccioso, e ben presto nasce fra i due un vivace diverbio sul modo in cui i sovietici trattano i prigionieri di guerra. Kruscev allora urla sprezzanti ingiurie, ben note all’ italiano perché le aveva già ascoltate da prigionieri russi. Nannini, adirato, tramite l’interprete, dice allora a Kruscev, che, nel caso in cui le avesse sentite ripetere, avrebbe reagito in modo violento. Il potente politruk, incredulo e divertito, guarda fisso il prigioniero e ripete pari pari le sue offese. Nannini allora si alza e… spinge Kruscev col tavolo contro il muro! Il piantone si lancia sul tenente, ma Kruscev ferma la guardia, fissa a lungo l’aviatore, poi gli stringe la mano complimentandosi con lui del suo coraggio. Raduna gli ufficiali e pronuncia loro un discorso: Nannini arguisce, dagli sguardi di estremo interesse che si appuntano su di lui, che Kruscev sta facendo loro il suo elogio.
Malgrado i complimenti di Kruscev, da allora e per un lungo periodo, l’ufficiale italiano, invece di essere internato in un campo militare, passerà attraverso alcuni tragici itinerari dell’ “Arcipelago Gulag” riservati alla dissidenza politica. Trasferito a Mosca viene infatti tradotto nella famigerata Lubianka e qui, e poi alla Butyrskaja, sperimenta per oltre tre mesi i mezzi impiegati dai poliziotti dell’NKVD, antesignana del poi più noto KGB, per annullare la personalità del prigioniero ed estorcere le confessioni: interrogatori continui ed estenuanti, veglie prolungate, scarso cibo, ecc. ecc. 
Quali le ragioni di questo trattamento particolarmente duro? Il pistoiese nel suo libro non li chiarisce. Non escludendo una “vendetta” dell’“apparato” per lo “sgarbo” inferto a Kruscev, la cosa può essere forse spiegata, sia col fatto che Nannini fu il primo ufficiale italiano a cadere nelle mani dell’Armata Rossa, sia con la tenace e militarmente ammirevole ostinazione mostrata dall’aviatore nel non rivelare l’ ubicazione dell’aeroporto segreto, al quale evidentemente i russi attribuivano notevolissima importanza. 
Ma forse c’erano anche altri motivi, come potremo intuire da un altro significativo episodio che il protagonista ci narra. Infatti una sera il pistoiese viene introdotto in una nuova cella e trova accanto a sé, con reciproca piacevole sorpresa, un altro soldato italiano, un contadino settentrionale. Ben presto entrano nella stanza un ufficiale dell'NKVD accompagnato da un civile dal volto “magro e triste”, vestito dimessamente. Quest’ultimo si presenta per il comunista italiano Mario Correnti, rivelando anche gli altri suoi nomi, Ercole Ercoli e Palmiro Togliatti, con i quali pensava di non esser sconosciuto ai due prigionieri, costoro però non ne avevano mai sentito parlare. Togliatti mira in sostanza alla loro adesione al comunismo, ma visto che Nannini si mostra irriducibile, cerca, senza successo, l'assenso del soldato-contadino descrivendo ai suoi occhi l’ufficiale come tipico deprecabile esempio di “nemico di classe” e “fascista”. 
Infatti per i suoi carcerieri probabilmente Nannini riassume in sé, fin da subito, queste caratteristiche: è innanzitutto un ufficiale, quindi un istruito e, nell’Italia del periodo, contrassegnata da rigide distinzioni sociali, tale poteva essere solo chi apparteneva alle classi “borghesi” e “reazionarie”, poi è un pilota, e l’aviazione italiana, nella quale si erano distinti vari gerarchi (il trasvolatore Italo Balbo, Ettore Muti, Bruno Mussolini, ecc.), era universalmente nota come l’arma “fascista” per eccellenza; del resto Nannini nel corso di tutta la sua prigionia, pur non mostrando ottusi pregiudizi intellettuali (di buon grado leggerà e commenterà con dei camerati tedeschi l’unica opera fornitagli, il Capitaledi K. Marx) non vorrà mai concedere niente alle esigenze della propaganda antifascista. 
Nel rapido succedersi di drammatici eventi Nannini racconta poi nel suo bel libro altri episodi della lunga detenzione e ci offre la testimonianza di momenti d’inaudita violenza e di struggente umanità vissuti assieme ai condannati politici nei lunghi trasferimenti su vagoni cellulari e in varie prigioni della regione del Volga: da Engels, a Pensa, a Krasnogorsk. Finalmente, il 15 giugno del 1942, avviene il suo ricongiungimento con i prigionieri di guerra, fra i quali molti italiani, nei campi “74” di Oranki e poi “160” di Suzdal, ma anche qui non mancheranno vivide descrizioni di tragici scenari come le fosse comuni per i numerosi commilitoni morti di tifo petecchiale, freddo e stenti. 
Stremato da cinque anni di prigionia, solo 10 luglio 1946 potrà riabbracciare i genitori nella sua casa di Pistoia: troppe e per lui incancellabili erano state le sofferenze patite per poter accettare, anche quasi vent’anni dopo, l’invito di Kruscev! 

                                                                                        Carlo Onofrio Gori


Rielaborazione degli articoli comparsi su:

Carlo Onofrio Gori, Loris Nannini il pistoiese che sfidò Kruscev. L’amara odissea dell’aviatore nei gulag sovietici, in "Microstoria" n. 41 (mag.-giu. 2005).

Carlo Onofrio Gori, Loris Nannini: l'eccezionale storia del pilota pistoiese che sidò Kruscev, in "Notiziario del Circolo fotografico Il Tempio", n. 39 (mar. 2007)


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Attenzione: il post di questo blog e questi articoli sono riproducibili parzialmente o totalmente solo previo consenso o citazione esplicita dell'autore e del sito web e/o rivista.
cog@interfree.it  carlo.onofrio.gori@facebook.com










              Карло Онофрио Гори




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"Il Tirreno"

Si parla del Giusti a “Gli autori raccontano”

MASSA COZZILE. Secondo appuntamento de “Gli autori raccontano”, la rassegna di incontri con gli scrittori locali organizzata dall’assessorato alla Cultura con Auser, Spi Cgil ed Anpi, pensata per valorizzare le risorse storico-letterarie del nostro territorio.
 Sabato 6, alle 16 nello spazio polivalente della scuola l’Amicizia di Margine Coperta, sarà la volta di “Giuseppe Giusti e trassi dallo sdegno il mesto riso”, il saggio ad opera di Luigi Angeli, Emanuel Carfora e Giampiero Giampieri. L’incontro sarà introdotto dal Carlo Onofrio Gori, ex direttore della biblioteca Forteguerriana di Pistoia.
 Nel testo Giampiero Giampieri si dedica ai contenuti letterari e biografici del poeta. Nel saggio di Angeli si narra la quotidianità del poeta attraverso lettere tratte dal suo epistolario. Carfora, infine, dai documenti tratti dal centenario della nascita celebrato nel 1909, offre uno spaccato dell’epoca e contestualizzando la presenza della famiglia Giusti nella Valdinievole del tempo.


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Commenti:
 

#1 21 Novembre 2010 - 10:30
Caro Professore, ho letto con piacere e interesse questo suo, come al solito, interessante e ben scritto post. La saluto cordialmente.
Maria Betti 
utente anonimo  (IP: 079e4652ae721f4)

#2 24 Novembre 2010 - 10:43
Buon articolo e interessante personaggio anche se suppongo fosse un fascistone. Avrà detto tutta la verità sulla ribellione a Krusciov? Mia ha fatto comunque piacere rileggere l'articolo qui sul tuo blog. Ciao
Luigi
utente anonimo  (IP: 0da4d3a117cf095)

#3 01 Dicembre 2010 - 10:56
Associazione Culturale Prometeo Pistoia - Comunicato Stampa
Il Demonio in Valdinievole. Undici storie vere, un preambolo e una pinocchieria è il titolo del libro del prof. Gigi Salvagnini, storico, che verrà presentato, a cura dell'Associazione Culturale Prometeo Pistoia, sabato 4 dicembre 2010 ore 17 presso Lo Spazio di via dell’Ospizio (g.c.) in via dell’Ospizio 26/28 a Pistoia.
Si tratta di undici "storie di ordinaria follia" realmente avvenute in Valdinievole soprattutto nei primi decenni del secolo scorso: storie che si rifanno a cronache di giornali e che vengono narrate dall’ autore senza interventi aggiuntivi, se non di carattere psicologico.
Presenterà il libro il prof. Carlo Onofrio Gori, storico, seguiranno gli interventi dei letterati Luigi Angeli e Giampiero Giampieri, mentre il poeta Mauro Raddi leggerà alcuni brani.
La mia homepage: http://cdutente anonimo  (IP: ccdde596c94dfae)

#4 30 Marzo 2011 - 17:51
Utente: xnecronomiconxxnecronomiconx

> Mi chiamo Claudia e le scrivo per chiederle informazioni riguardo ad
> un libro: Prigioniero in U.R.S.S. di Loris Nannini editore
> Nannini Questo libro mi era stato regalato dalla figlia di
> Nannnini,all'epoca mia insegnante all'istituto d'arte,in seguito l'ho
> prestato ad una persona diventata non più reperibile.Mi piacerebbe
> poter ritrovare questo libro,ho provato a chiedere in varie librerie
> di Pistoia su internet ecc,ma ancora oggi non ho ottenuto nessun
> risultato e così eccomi qui a chiedere a lei se sa dove posso
> trovarlo. La ringrazio fin da ora per la pazienza per aver letto il
> mio messaggio e la cortesia. Cordiali saluti Claudia.

Carissima Claudia,
non mi ricordo se le avevo già risposto ad altro indirizzo e-mail, se non l'avessi fatto, mi perdoni per il grande ritardo nella risposta. Spero che nel frattempo abbia trovato il libro di Nannini. Del resto non avrei saputo darle indicazioni per l'acquisto, so soltanto che le biblioteche del Comune di Pistoia ne possiedono copie, ovviamente solo per la lettura e il prestito.
Cordiali saluti.
Carlo O.Gori
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#5 23 Luglio 2011 - 10:01

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#6 23 Luglio 2011 - 10:02

      • Paolo Cefisi ‎...le conseguenze dell'8 settembre 1943...mentre avveniva il totale sbandamento delle forze armate italiane, le armate tedesche della Wehrmacht e delle SS presenti in tutta la penisola poterono far scattare l'Operazione "Achse" (da attuare in caso di uscita dell'Italia dalla guerra).
        La maggior parte delle truppe italiane fu fatta prigioniera e subì l'internamento in Germania, mentre il resto andava allo sbando e tentava di rientrare al proprio domicilio... sì, immagini che DEVONO rimanere nella memoria perchè non si ripetano!
         17 luglio alle ore 15.27 · Mi piace
      • Gino Lombardo ‎.... però mi sembra che il mondo e l'Italia in particolare ha già rimosso molto di questo dramma, se non sbaglio siamo in piana "restaurazione" o no ? 17 luglio alle ore 15.29 · Mi piace
      • Fabio Pacini Già negli anni 50 l'Italia ,sotto la minaccia espansionistica del comunismo internazionale,ricostituì consistenti forze armate destinate a difendere la nostra libertà ed integrità e si legò con il Patto Atlantico,di cui la Nato ero lo strumento organizzativo, ai Paesi dell'Occidente ed agli Usa.La superiorità tenologica e la risolutezza politica euro-americana permisero di vincere la guerra fredda,vittoria della quale ora tutto il mondo gode i frutti.Non sono certo sparite le guerre,ma la catastrofe monsiale temuta non è più incombente 17 luglio alle ore 15.37 · Mi piace
      • Iacopo Bojola Fabio sul retro c'è scritto dicembre ...
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#7 23 Luglio 2011 - 10:04


      • Iacopo Bojola ‎...ne ho altre con mezzi militari danneggiati.... 17 luglio alle ore 17.38 · Mi piace
      • Iacopo Bojola Mi sembrano foto scattate di nascosto.. 17 luglio alle ore 17.39 · Mi piace
      • Carlo Onofrio Gori Ma dalle mostrine quei prigionieri non mi sembrano italiani...potrebbe esser una foto scattata da un italiano in Germania nel dicembre '42, ecco l'appunto...le deportazioni di soldati italiani avvennero notoriamente in seguito all'8 settembre 1943... 17 luglio alle ore 19.08 · Mi piace
      • Iacopo Bojola Prof. Gori, ma per quanto ne so io mio nonno era in Russia... 17 luglio alle ore 19.14 · Mi piace
      • Carlo Onofrio Gori ‎... il treno è visibilmente tedesco...potrebbe esser stato in partenza da zone occupate in Russia, ma c'era il problema del diverso scartamento dei binari ...
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#8 23 Luglio 2011 - 10:09

      • in Russia, ma c'era il problema del diverso scartamento dei binari (Russia e Spagna lo avevano più ampio rispetto agli altri paesi europei)....oppure siamo in una zona della Polonia... 17 luglio alle ore 19.20 · Mi piace
      •   Fabio Pacini se sono del 42,non possono essere prigionieri italiani. Ma i vagoni sono tedeschi e lo scartamento delle ferrovie russe era,e credo sia ancora,di misura maggiore di quella standard europea,come si spiegherebbe ?I tedeschi fabbricarono carri con scartamento russo ? 17 luglio alle ore 19.20 · Mi piace
      • Carlo Onofrio Gori ‎...su questo mi sembra di ricordare qualche foto, ma non ne sono sicuro mi dovrei tornare a documentare in proposito...mi sembrano nella foto un po' strane le aperture abbastanza ampie nella foto sotto (volendo, male certamente, ma uno sarebbe potuto uscire) e l'apertura praticata nel carro sopra: conoscendo la precisione, la pignoleria e la durezza tedesche, mi sembrano un po' strane per dei "prigionieri-prigionieri" ....comunque...tutto può essere.... 17 luglio alle ore 19.36 · Mi piace
      •   Paolo Cefisi ‎...Tra il settembre del '42 e il febbraio del '43 ci fu la campagna di Russia !!! sì, i vagoni sono tedeschi, e vi è riportato il nome della città tedesca di Kassel... (forse non sono dei prigionieri!?!) 17 luglio alle ore 20.37 · Mi piace
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#9 23 Luglio 2011 - 10:10

      • Iacopo Bojola Paolo....a vedere le facce.....non mi sembrano in gita...vi posto altre foto... 17 luglio alle ore 20.49 · Mi piace
      • Paolo Cerretini Ehmmm.... scusate .... siccome mi è stato detto che le foto dei bombardamenti non erano ... diciamo piacenti.... queste lo sono ancora meno.... ma se volete ho un elevato numero di foto DI PISTOIA dove è stato bombardato il 24 ottobre 1943. Palazzo Baly, San Giovanni Fuorcivitas, San Giovanni Battista, la stazione. Dopo le posto 17 luglio alle ore 21.06 · Mi piace ·  3 persone
      • Paolo Cerretini E ho anche come già detto foto compromettenti di partigiani in guerra. Ma quelle è meglio le tenga per me. Le foto dei bombardamenti invece sono davvero interessanti. 17 luglio alle ore 21.07 · Mi piace ·  2 persone
      • Paolo Cefisi ‎@Jacopo... sì, sì, scusa, cercavo di capire... non ho certezze, sono interessato moltissimo alle tue splendide foto e cerco di prenderne parte... ...
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#10 23 Luglio 2011 - 10:11

      • Iacopo Bojola Scusate mi sono fatto prendere la mano......ma credo sia utile per tutti studiare, vedere, commentare episodi, immagini, anche accaduti lontano da pistoia, ma che hanno coinvolto pistoiesei...per quanto riguarda le foto a cui fa cenno Paolo cerretini, sono daccordo con lui che debbano essere postate...sebbene capisca l'emozione di chi ha vissuto certe tragedie, noi che siamo di altre generazioni abbiamo il dovere/diritto di conoscere.. 17 luglio alle ore 21.19 · Mi piace ·  3 persone
      • Carlo Onofrio Gori ‎....ancora sulle foto di Iacopo: gli uomini nella foto non sono certamente in una condizione invidiabile...e sono evidentemente in una fase di forzato trasferimento..comunque potrebbero anche esser stati ex-prigionieri di qualche esercito europeo precedentemente sconfitto che avevano (...magari obtorto collo) accettato di collaborare come ausiliari della Wehrmacht in servizi di fatica. I "percorsi" di molti furono fra i più strani e impensabili.L'uomo in primo piano indossa una divisa che dalle mostrine non so ben individuare, comunque non mi appare russa. Per la cronaca il dic. 1942 è il periodo della controffensiva sovietica. 18 luglio alle ore 8.08 · Mi piace ·  1 persona
      • Iacopo Bojola confermo Professor Gori....fra l'altro le sue note confermano il contenuto del documento che ho postato tempo addietro... 18 luglio alle ore 9.06 · Non mi piace più ·  1 persona
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#11 23 Luglio 2011 - 10:12

      •  
      • Angela Aiudi Scusate se mi intrometto; non sono di Pistoia , ma dato che sono stata invitata a far parte di questo interessante gruppo vorrei anch’io lasciare la mia testimonianza sulla guerra di Russia.
        Ecco cosa diceva un mio parente partito per la Russia nel 1942
        ( “81° Reggimento Fanteria Divisione Torino Battaglione “Complementi”) a 23 anni e non più ritornato, in una delle tante lettere che spediva a casa:
        “Noi si è fermi in un piccolo paese accampati sulla sponda di un fiume affluente del grande fiume il cui nome principia con una nota musicale. Qui supponiamo di starci molto tempo.”
        Per via della censura cercava di esprimersi come poteva, ma parlava del Donez e del Don.(segue)
         18 luglio alle ore 15.44 · Non mi piace più ·  3 persone
      • Angela Aiudi ‎(continua)“In Russia è alquanto diffuso il tifo pidocchiale . Purtroppo, ora che viviamo nei rifugi non ci è possibile praticare la pulizia che necessita alla persona. In seguito a ciò principiano a emigrare per il corpo gli animaletti. Non c’è da farsi meraviglia perché questi sono i fedeli amici del soldato in guerra.”
        “Papà , ciò che mi raccomando è che tu viva tranquillo. Il Buon Dio mi assisterà durante ogni mio passo donandomi forza e coraggio per affrontare ogni ostacolo. Io sono tranquillo e sereno. Il mio animo è avvolto dalla massima calma e il mio morale è alto.”
         18 luglio alle ore 15.49 · Non mi piace più ·  8 persone
      • Carlo Onofrio Gori ‎....moltissimi prigionieri, lassù, sono purtroppo morti per freddo, scarsa alimentazione e tifo petecchiale vd. giovedì alle 10.00 · Mi piace ·  
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#12 23 Luglio 2011 - 10:14

      • Iacopo Bojola a tale riguardo Carlo Onofrio Gori ho trovato diversi dispacci che giungevano a mio nonno circa l'uso degli indumenti e la disciplina....in particolare uno con il quale si intimava a denunciare i nostri militi che rubavano le recinzioni delle case di campagna, naturalmente di legno, per riscaldarsi... giovedì alle 21.08 · Mi piace
      • Carlo Onofrio Gori ‎...eravamo evidentemente non attrezzati per quel tipo di guerra, considerando l'ambiente, ci sono vari rapporti tecnici in merito ignorati dal "vertice", ovviamente anche l'apparato di supporto, non attrezzato, faceva ...acqua...naturale da parte del fante cercare di combattere la fame e il freddo in vari modi. Anzi, in generale, considero che da un punto di vista strettamente tecnico-militare, salvo per alcuni, e circoscritti, corpi d'eccellenza, visto il trend generale, per l'Italia nella II GM non ci fosse partita. Il ciclo tecnico abb. eccellente per l'Italia si era abbondantemente bconcluso con la guerra di Spagna e non ci fu rinnovamento (anche la Francia che dal canto suo non si accorse delle nuove tecniche, ne fece le spese). Nell'intervento prevalsero, come si sa ragioni politiche, rivelatesi poi errate, che prevedevano imminente l'armistizio da parte dell'Inghilterra... giovedì alle 21.27 · Mi piace
      • Iacopo Bojola ‎....in una relazione di mio nonno c'è un rapporto sui mezi in dotazione alla sua colonna....ridicolo giovedì alle 21.49 · Mi piace
      • Iacopo Bojola ‎...ed in un ordine si legge che negli spostamenti dovevano trainare il maggior numero di ...
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#13 23 Luglio 2011 - 10:15

      •  mezzi possibile per risparmiare carburante giovedì alle 21.49 · Mi piace
      • Angela Aiudi Mi permetto di postare altri stralci delle lettere dalla Russia :
        “…gli indumenti di lana non mi è per il momento possibile averli dalla compagnia. Ci dovranno essere distribuiti ma non so quando verrà effettuata tale distribuzione.”
        …“La stagione è molto cambiata. Il freddo principia a farsi sentire. Le giornate sono belle, non prive di sole ma tira sempre un venticello fresco che penetra nelle ossa.” In una delle tante lettere, con rammarico ed un forte senso di colpa, gli comunicava che durante uno spostamento aveva perduto lo zainetto con tutta la biancheria personale e lo pregava, se avesse potuto, di inviargliene un po’ quanto prima.
        …“Fra un mese gli anziani del fronte russo faranno ritorno in patria. Per noi non se ne parla, siamo ancora freschi sebbene si sia partecipato a dei combattimenti asprosi.”segue
         Ieri alle ore 0.40 · Mi piace
      • Angela Aiudi ‎(continua)“…con il giorno 15 c.m. cessa il servizio postale per via aerea. Ciò mi rattrista tanto ma ci vuole pazienza . Dovremo attendere più giorni prima che giungano le nostre notizie e queste ci arriveranno molto più gradite.”
        Quello che più mi ha colpita è il tono drammatico ma forzatamente rassicurante che usava per non addolorare il padre e addirittura il disagio che provava , quasi disturbasse, quando si vedeva costretto a chiedere indumenti pesanti o a farsi spedire carta da lettere o sigarette, visto che gli era negato anche l’unico vizio che si sarebbe potuto permettere.
         Ieri alle ore 0.43 · Non mi piace più ·  2 persone
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#14 24 Luglio 2011 - 17:09
  • Angela Aiudi ‎(continua)“In Russia è alquanto diffuso il tifo pidocchiale . Purtroppo, ora che viviamo nei rifugi non ci è possibile praticare la pulizia che necessita alla persona. In seguito a ciò principiano a emigrare per il corpo gli animaletti. Non c’è da farsi meraviglia perché questi sono i fedeli amici del soldato in guerra.”
    “Papà , ciò che mi raccomando è che tu viva tranquillo. Il Buon Dio mi assisterà durante ogni mio passo donandomi forza e coraggio per affrontare ogni ostacolo. Io sono tranquillo e sereno. Il mio animo è avvolto dalla massima calma e il mio morale è alto.”
     18 luglio alle ore 15.49 · Non mi piace più ·  8 persone
  • Carlo Onofrio Gori ‎....moltissimi prigionieri, lassù, sono purtroppo morti per freddo, scarsa alimentazione e tifo petecchiale vd. giovedì alle 10.00 · Mi piace ·  2 persone
  • Iacopo Bojola a tale riguardo Carlo Onofrio Gori ho trovato diversi dispacci che giungevano a mio nonno circa l'uso degli indumenti e la disciplina....in particolare uno con il quale si intimava a denunciare i nostri militi che rubavano le recinzioni delle case di campagna, naturalmente di legno, per riscaldarsi... giovedì alle 21.08 · Mi piace
  • Carlo Onofrio Gori ‎...eravamo evidentemente non attrezzati per quel tipo di guerra, considerando l'ambiente, ci sono vari rapporti tecnici in merito ignorati dal "vertice", ovviamente anche l'apparato di supporto, non attrezzato, faceva ...acqua...naturale da parte del fante cercare di combattere la fame e il freddo in vari modi. Anzi, in generale, considero che da un punto di vista strettamente tecnico-militare, salvo per alcuni, e circoscritti, corpi d'eccellenza, visto il trend generale, per l'Italia nella II GM non ci fosse partita. Il ciclo tecnico abb. eccellente per l'Italia si era abbondantemente bconcluso con la guerra di Spagna e non ci fu rinnovamento (anche la Francia che dal canto suo non si accorse delle nuove tecniche, ne fece le spese). Nell'intervento prevalsero, come si sa ragioni politiche, rivelatesi poi errate, che prevedevano imminente l'armistizio da parte dell'Inghilterra... giovedì alle 21.27 · Mi piace
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