giovedì 19 gennaio 2012

Tanti Auguri di Buone Feste a Tutti!!! (mercoledì, 24 dicembre 2008)


mercoledì, 24 dicembre 2008

  


Tanti Auguri di Buone Feste a Tutti!!!

                                   Carlo Onofrio Gori


Commenti:
 
#1 24 Dicembre 2008 - 15:43
 
Di nuovo, anche a te!
Luigi 
utente anonimo  (IP: 4e7dfd9ba7689cd)
#2 24 Dicembre 2008 - 15:51
 
Oh, ma siete (siamo!) sempre, anche per la vigilia, tutti lì davanti al computer a girare per blog o magari in facebook...Che vita!
Era un pezzetto che non mi ero fatta sentire. Vai bene così COG!
Che post ci èprpari per i primi del 2009?
Auguroni a tutti!
Anna
utente anonimo  (IP: 4e7dfd9ba7689cd)
#3 24 Dicembre 2008 - 16:07
 
Tanti Auguri per buone feste natalizie e per l'anno nuovo.
Ti auguro il tempo per te e il tempo per gli altri.
Ti auguro il tempo per le piccole cose e per quelle grandi.
Ma sopratutto ti auguro il tempo autentico per sentirti felice.
A Sinistra, con la speranza di un mondo migliore!

Giuliano
utente anonimo  (IP: 4e7dfd9ba7689cd)
#4 24 Dicembre 2008 - 19:01
 
Tanti auguri di buone feste di fine anno.
Spero nel 2009 di riuscire a dare un'occhiata anche al tuo blog, oltre che aggiornare i miei e stare su Facebook.
Ha ragione Anna, che vita! Sempre davanti al computer! Per quanto mi riguarda oggi ci sono stata poco, perché, causa raffreddamento (tosse e raffreddore), ho passato il pomeriggio sul divano. Solo se mi sento male riesco a starne lontana.
Di nuovo auguri
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#5 25 Dicembre 2008 - 10:44
 
TANTISSIMI AUGURI PER IL NATALE E IL NUOVO ANNO.

SERGIO
utente anonimo  (IP: e7f52cc826b61ca)
#6 26 Dicembre 2008 - 11:26
 
Di nuovo ringrazio tutti coloro che mi che mi hanno fatto gli auguri (ne abbiamo bisogno!!!) e ovviamente contraccambio di cuore.
Per il nuovo anno, per quanto riguarda la storia (per l'attualità si vedrà di volta in volta se è il caso...) sto preparando per febbraio, anniversario della Repubblica Romana (1849-2009), un post su questa grande, anche se breve, esperienza democratica che ha "toccato" il nostro Paese. La Costituzione della RR rimane ancora una delle Costituzioni più avanzate d'Europa (se si pensa poi che essa venne varata nel 1849!!!).
Insistendo, grosso modo su questo filone liberal-democratico sto preparando un post su una delle più interessanti figure nel panorama dell'imprenditoria italiana: Adriano Olivetti ed il Movimento Comunità che negli anni Cinquanta dello scorso secolo lui fondò come "terza via" fra capitalismo e socialismo. Insomma non voleva essere un paternalista teso per questa strada al suo esclusivo interesse.
A proposito ad una sollecitazione sulla possibile attualità del Partito d'Azione ho così, su vari blog, risposto: Democratici-progressisti, gli azionisti, persone in genere colte, spiriti liberi, poco disposti a farsi inquadrare, portati alla riflessione critica, al dubbio, alla ricerca insomma, in un periodo di scarsa cultura diffusa e di credenze "forti" che esercitavano forti suggestioni sulle masse popolari (PCI togliattiano-PSI morandiano= mito Urss staliniana, DC = confessionalismo politico cattolico) come forza della sinistra intelligente e critica non potevano fare allora altro che la fine che fecero: leticarono con tutti gli altri e soprattutto fra di loro, e poi "chiusero". Oggi che sono venute meno le appartenenze fideistiche e a sinistra ci sarebbe davvero un grosso spazio politico nel campo laico e liberalsocialista se non fossero sorti frettolosi equivoci: prima della Margherita e poi, ancor peggio, del PD. Il PD è una fusione a freddo che aveva messo insieme Odifreddi, propagandista dell'ateismo e la Binetti, ultracattolica dedita al cilicio ! Devo aggiungere e precisare che se nel bene e nel male (nel male perchè alla "fede" qualcuno ha sostituito la caccia al potere ed al quattrino vd. "la casta") se oggi non ci sono più le appartenenze fideistiche in qualche modo ci sono ancora abbastanza consistenti, sebbene in parte "degenerati", i retaggi politico-culturali a cui i soggetti "di buona volontà" possono ancora riferirsi. In sostanza penso che oggi la sinistra in Italia abbia spazio per suddividersi in 3 principali filoni: laicosocialistademocratico, cattolicosociale, socialmassimalista, con i verdi (oggi che c'è a sinistra una consapevolezza ambientale abbastanza diffusa e non necessitante di un partito ad hoc) distribuiti fra i suddetti 3.
In quanto a Di Pietro è un soggetto che non giudicherei del tutto negativamente, certo ha poco ha a che fare, come riferimento ideale con la sinistra (è collettore di una "destra" antiberlusconiana che raccoglie giustizialisti, ex-montanelliani ecc. ecc.) ma si fa portatore di certi ideali di onestà che parte dei rappresentanti della sinistra hanno, ahimè, perso.

Poi sto preparando, anche sulla scorta della rielaborazione di alcuni miei precedenti articoli apparsi sulla stampa, un post sulla figura dell'intellettuale fiorentino Berto Ricci vissuto in periodo fascista e morto in guerra. E' l'occasione anche per parlare dell'equivoco del cosidetto "fascismo di sinistra": equivoco soprattutto per chi, in buona fede come Berto Ricci, vi cadde, chè di per sè il fascismo nacque (e morì nel 1945) anche con aneliti sinistreggianti. Per certi versi lo stesso equivoco in cui nello stesso periodo, ma sul versante opposto, caddero numerosi comunisti fiduciosi nelle potenzialità liberatorie dello stalinismo (ma anche il trotskismo sarebbe stato nella sostanza, se il suo leader avesse trionfato, un fenomeno altrettanto autoritario...lo stesso sono stati poi nella realtà il titoismo, il maoismo ecc. ecc.).
E poi tanto altro...
Siate fiduciosi che avremo argomenti per riflettere.
Auguri a tutti!
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#7 28 Dicembre 2008 - 14:26
 
Bravo, ho visto nella risposta ad Anna che hai detto "avremo argomenti per RIFLETTERE". Giusto.
Qui ormai ben pochi da un bel po' di tempo in qua si fermano più a riflettere e sembra che l'irrazionalismo prevalga. Lasciamo stare per i ceti dominanti ai quali fa gioco che la gente non rifletta (e poi agisca!) per fare meglio il loro interesse. Ma la "massa" che sembra vivere di masochismo tanto da schiantarsi con le auto contro i pali nel sabato sera, o suicidarsi dalla disperazione, o fare 3 lavori tanto da morirci in qualcuno di questi, o fare stragi in casa? Questo è un bel problema d'oggi, del "nuovo che avanza" o è già avanzato, come progredisce un tumore. Detto questo non capisco perché tu ti voglia prossimamente soffermare sulla figura di un industriale come Olivetti. Non era dei peggio, ma era pur sempre un padrone. Vedi un po' e dimmi.
Luigi
utente anonimo  (IP: 67c48a33ff59350)
#8 29 Dicembre 2008 - 22:20
 
Tu non mi conosci, ma lo sai che, magari un poco attempato, 6 un tipo interessante? E poi ho visto che scrivi bene.
Livia-da-Roma
utente anonimo  (IP: 4e7dfd9ba7689cd)
#9 30 Dicembre 2008 - 12:13
 
Quando ad un popolo viene negato ogni diritto umano da 60 anni, persino quello di avere una propria patria, inevitabilmente prevale l'odio ed il fondamentalismo e quando un popolo - come a Gaza - viene chiuso in una prigione collettiva senza avere nessuna possibilità di vita... la disperazione diventa talmente grande.... da preferire persino la morte.
Quando sono stato a Gaza, nel 1992, la situazione era terribile, ma la speranza di un futuro migliore non era morta: da diversi anni prevale la disperazione e di conseguenza il fondamentalismo, ma la responsabilità di quanto è successo è dei governi israeliani.
In queste ore Israele si appresta a scatenare l'ennesima punizione/massacro collettivo nei confronti della popolazione civile palestinese. Non ho mai avuto e non ho nessuna simpatia per i fondamentalismi violenti e negatrici di ogni libertà, ma capisco la disperazione totale a cui è stato portato il popolo palestinese e la mia solidarietà va alla popolazione civile palestinese.
Giuliano
utente anonimo  (IP: 4f6204b5f7dcfd9)
#10 30 Dicembre 2008 - 17:32
 
Tanti auguri di buon anno da Firenze da Marco Taddei, suo affezionato lettore su "Microstoria" e qui sul blog.
M.T.
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#11 31 Dicembre 2008 - 09:54
 
Facciamoci pure i rituali
Auguri per l'anno nuovo,
ma se quello vecchio finisce così...
quello nuovo non potrà essere buono.
Non alimentiamo illusioni, mistificazioni e finzioni ipocrite... come fa la Provincia di Pistoia quando porta l'albero di natale in dono alla Base di Camp Darby e al Consolato Usa a Firenze:
ieri facendo finta di non vedere il governo Bush che(anche da una Base come quella di Camp Darby) scatenava una guerra orrenda che distruggeva le città e oltre mezzo milione di iracheni(ricordo un iracheno che, intervistato, diceva "Siete venuti a liberare noi, o il petrolio da noi ?"), oggi con parole di adulazione verso Obama, che indubbiamente ha alimentato tante speranze di cambiamento... ma le speranze attendono sempre la verifica dei fatti.
Tanti Auguri
di saper trovare la dignità e l'umanità di guardare davvero le gigantesche inaudite sofferenze provocate dalla folle volontà di dominio di tanti governi.... causando un mondo sempre più schifoso, che procede verso precipizi di odio, di violenza, di ingiustizie gigantesche, di devastazione ambientale... che uccidono ogni ragionevole speranza di un futuro migliore.
Tanti Auguri
di saper trovare la volontà di non assistere con gelida indifferenza e di cercare la strada della protesta e della ribellione nonviolenta, per costruire una società ed un mondo più democratico, più giusto, ecologicamente sostenibile e nonviolento.
Giuliano, pacifista e di sinistra
utente anonimo  (IP: 4f040782c6bc761)
#12 31 Dicembre 2008 - 16:16
 
Auguri per un sereno e proficuo 2009!!!

Patrizia Aloia
utente anonimo  (IP: 33301c968af6832)
#13 31 Dicembre 2008 - 17:22
 
Cordiali Auguri di Buon Anno Nuovo
Paolo Francesconi 
utente anonimo  (IP: 33301c968af6832)
#14 01 Gennaio 2009 - 18:59
 
Nel prato dell'esistenza nasce un bellissimo fiore che spera Pace, Serenità e Speranza per un Mondo d'Amore.
Tantissimi Auguri a Tutti per il Nuovo Anno!
Filly Pavese

N.B.
Il mondo è come lo facciamo ed un mondo più pulito è possibile in tanti modi, basta, solo per per elencarne uno, pensare alle esperienze di Comunità come Nomadelfia, Aureville, ecc. ecc.
utente anonimo  (IP: 2d008c894e2fb86)
#15 02 Gennaio 2009 - 13:07
 
Innanzitutto di nuovo auguri a tutti coloro che mi hanno scritto dopo il mio precedente dintervento di risposta ai commenti.
Cosa c'è di rilevante a parte la pace a Gaza che trada ad arrivare?
Ieri 1 gennaio, era il 50° anniversario del trionfo della Rivoluzione Cubana. Ho trovato questo interessante articolo sul bel blog http://redprimrose.wordpress.com:

Uno dei pochi casi in cui il “Manifesto” merita ancora d’esser letto: un grazie a Minà!
Quella notte del 1° gennaio 1959 in cui Fulgencio Batista, il dittatore che governava Cuba con la complicità della mafia italo-americana, fuggì a Santo Domingo con un aereo carico di dollari nessun politologo o editorialista Usa si azzardò a presagire che il movimento di liberazione di Fidel Castro, Che Guevara, Camilo Cienfuegos che era riuscito a cacciare quell’ex sergente sadico e torturatore, avrebbe guidato per decenni l’isola dei Caraibi, da sempre la più ambita dagli Stati uniti.
D’altronde, storici e critici di Cuba di ieri e di oggi sono stati sempre smentiti dagli eventi. Dall’insuccesso patito dai controrivoluzionari appoggiati dalla Cia nel tentativo di sbarco nella Baia dei Porci al collasso del comunismo Est-europeo che non si portò dietro quello della rivoluzione cubana, dalla drammatica stagione del periodo especial (quando Cuba, negli anni ‘90, perse i partner commerciali del mondo comunista ormai in dissoluzione e rischiò la fame, ma sopravisse) all’infermità di Fidel Castro, solo due anni fa, che pose l’interrogativo di sempre: che ne sarà della Revolución dopo di lui?
E invece Cuba non si è persa, è lì, e festeggia i 50 anni della rivoluzione proprio mentre l’afro-americano Barak Obama assume, per la prima volta nella storia, la presidenza degli Stati uniti.
Due eventi epocali, in qualche modo collegati fra loro, perché sono i governi di Washington, a tenere da 50 anni in stato d’assedio politico l’isola più vasta dei Caraibi, colpevole, in definitiva, solo di aver rifiutato, ad un certo momento della propria storia, il credo indiscutibile del capitalismo e di essere scampata finora alle conseguenze di questo azzardo.
Così, per ironia della storia, ora saranno proprio le scelte che Obama farà sulle relazioni con Cuba, magari abolendo o attenuando l’immorale embargo (condannato quest’anno dall’Assemblea dell’Onu per la 17a volta consecutiva), a cambiare o no il futuro della terra di José Martí, l’eroe nazionale che già più di 100 anni fa, al tempo della guerra d’indipendenza dalla Spagna, intuì che il problema dell’autonomia e sopravvivenza cubana stava proprio nelle mire espansionistiche Usa.
Per questo è già incredibile che Cuba, autonoma, indipendente e socialista, ancora esista dopo anni di ostilità della più poderosa potenza del mondo, segnati da tentativi incessanti di destabilizzazione politica e da atti terroristici impuniti preparati in Florida e New Jersey e compiuti nell’isola con copertura Cia e nel completo disinteresse delle cosiddette democrazie occidentali.
È singolare poi che la resistenza di Cuba sia diventata un esempio in America latina, un continente per anni martoriato dal Plan Condor, un progetto di annientamento di ogni opposizione progressista voluto dal presidente Nixon e dal segretario di stato Kissinger, negli anni ‘70.
Ma è ancora più emblematico che Cuba festeggi nel momento in cui, dopo il muro di Berlino, è crollato anche il muro del capitalismo.
Una constatazione che fa leggere diversamente, con un sorriso beffardo, le critiche alle scelte «azzardate» fatte da Cuba 50 anni fa.
La Revolución, pur non esente da errori, contraddizioni e illiberalità, festeggia infatti mezzo secolo di sopravvivenza con la più bassa mortalità infantile dell’intero continente americano, la più alta media di vita del Sudamerica, un sistema sanitario esemplare.
Ma la Revolución sente anche l’orgoglio di aver influenzato, come ha ricordato recentemente il presidente brasiliano Lula, il riscatto e le scelte di progresso in atto in America latina, non solo in Brasile ma in Argentina, Venezuela, Bolivia, Ecuador, Paraguay e, con caratteri più tenui, in Uruguay e Cile.
Ho sentito Lula spiegare questo concetto all’ambasciata brasiliana di Roma ad un sindacalista della Cisl chiaramente scettico sui rivoluzionari cambiamenti sociali in marcia: «Senza la resistenza di Cuba e il sacrificio di tanti Che Guevara, questo vento di autonomia e democrazia non sarebbe ancora soffiato in America latina».
Faceva tenerezza, quella sera, vedere parte della sinistra italiana, assolutamente incapace di capire cosa sta accadendo in America latina. E mi sono ricordato di un interrogativo che mi ha posto una volta Tomas Gutierres Alea (Titon) regista cubano di Memorie del sottosviluppo, oltre che di Fragola e cioccolata e Guantanamera): «Cosa ha fatto la sinistra italiana o europea per pretendere di insegnarci quello che dobbiamo fare? Noi la rivoluzione l’abbiamo fatta. E voi?». La realtà è che le notizie che denunciano le strategie imbarazzanti degli Usa in America latina non trovano posto nella comunicazione delle cosiddette democrazie occidentali.
Solo nel 2007, per esempio, Washington, «per favorire un cambio politico» rapido e drastico nell’isola ha stanziato per l’operazione Cuba Libre (un ulteriore progetto di destabilizzazione dell’isola con il varo di una vera strategia della tensione) 140 milioni di dollari (60 del Congresso e 80 prelevati dalla disponibilità personale del presidente) e nel 2008, nonostante l’esplosione della crisi finanziaria, i contribuenti nord-americani hanno dovuto sborsare, senza essere consultati, 45 milioni di dollari per lo stesso obiettivo.
Un’operazione azzardata diventata pubblica grazie a una lettera aperta di James D. Cockroft, docente all’università di Stanford e studioso della politica estera e della «storia occulta» degli Stati uniti. Michael Parmly, responsabile dell’ufficio di interessi Usa a L’Avana aveva facilitato trasferimenti di denaro a Martha Beatriz Roque, fino a poco tempo fa indicata come una leader dei dissidenti cubani. Il denaro, oltretutto, proveniva da una fondazione diretta dal noto terrorista Santiago Alvarez, attualmente in carcere a Miami, dovendo scontare una condanna (4 anni poi ridotti a 30 mesi), perché scoperto in possesso di un enorme arsenale di armi.
Quella Santa Barbara - ha sostenuto Alvarez - doveva servire per attacchi contro Cuba. Ma il diplomatico Parmly aveva esagerato concedendo addirittura un prestito di denaro pubblico all’intrepida dissidente Martha Roque «fino a quando Santiago Alvarez non li avesse resi».
Com’è stato possibile per la Revolución, in questo contesto, durare 50 anni? Bernardo Valli, che in gioventù la visse e la raccontò, afferma su La Repubblica che a questa domanda molti cubani sorridono, alzano gli occhi al cielo e citano alla rinfusa tanti motivi: il carisma di Fidel, il sostegno dei campesinos emancipati dalla rivoluzione, le rimesse degli esuli cubani negli Usa e i Comitati di difesa della rivoluzione.
Valli, alla fine, indica però questi ultimi come la vera macchina della sopravvivenza del paese attraverso la quale tutto va al suo posto: l’igiene, la sicurezza, la disciplina rivoluzionaria, la lista delle persone segnalate come «asociali», le dispute familiari, la prevenzione degli uragani e perfino la sorveglianza della frequenza scolastica dei minori.
Io penso invece che abbia ragione Alfonso Sastre, il prestigioso drammaturgo spagnolo (presente a L’Avana due anni fa insieme a García Marquez, Bonasso, Gerard Depardieu, Ignacio Ramonet e il regista argentino Fernando Solanas per il 50° anniversario dello sbarco del Granma) quando afferma che Cuba ha resistito, pur con tutte le sue contraddizioni, per aver saputo creare fra la gente una coscienza collettiva e solidaristica.
Una coscienza che è passata sopra i contrasti e gli errori, e resiste nel tempo.
------
e così ho risposto nei commenti:

Sono molto d’accordo con quanto Lei scrive in questo suo post. L’ultimo mio viaggio a Cuba risale al gennaio 1989, quindi in anni ancora non sospetti di “turismo sessuale”. Da allora non ho più avuto per varie ragioni l’oppurtinità di tornare nell’amata “Isla Gande”, ma sono rimasto in contatto con amici cubani. Una visita ricevuta di una di loro proprio l’estate scorsa mi ha confermato l’idea che mi ero fatto sulla Cuba di oggi: esistono indubbiamente i delusi, soprattutto, mi pare, trentenni-quaratenni, del processo rivoluzionario cubano che lamentano difficoltà economiche (tessera, doppia valuta per cubani e per turisti e difficoltà ad accedere alle tiendas riservate a quest’ultimi, ecc.), certi innegabili aspetti burocratici ed illiberali dello Stato, del PCC e degli organismi ad esso collegati, la difficoltà di poter espatriare seppur per breve tempo, ecc. Tuttavia anche gran parte dei “delusi” riconoscono e difendono le conquiste fondamentali della rivoluzione: “pane” per tutti, istruzione, sanità, ecc., e soprattutto hanno una grande stima di Fidel (anche se ora si è ritirato dalla politica attiva) e con convinzione avversano la politica pervicacemente aggressiva degli USA nei loro confronti.
Carlo O. Gori 
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#16 03 Gennaio 2009 - 10:03
 
Vorrei ringraziare redprimrose che così ha risposto al mio commento sull'ultimo post del suo blog:

Commento di redprimrose on Venerdì, Gennaio 2, 2009 4:30 pm

Gentilissimo Carlo, vorrei ringraziarla della stima che mi riserva: immeritata direi. Come ho specificato nel rigo e mezzo iniziale, l’articolo è apparso sul Manifesto ed è stato scritto da Gianni Minà.
Al di là di ciò, voglio comunque precisare che condivido quanto scritto da Minà, altrimenti l’articolo non sarebbe nel mio blog.
E’ vero quanto lei dice sulle difficoltà che lamentano alcuni cubani, è pur vero però che in un paese “libero”, come l’Italia a esempio, problemi con sanità, istruzione, etc etc ce ne sono a iosa, e gravi anche!
Mi piace che si riconoscano e si difendano, anche da parte di chi qualche lamentela ha da fare, le conquiste sociali fondamentali della rivoluzione.
E’ bello e vero, a mio parere, quello che Gianni Minà afferma alla fine del suo pezzo: “Io penso invece che abbia ragione Alfonso Sastre, il prestigioso drammaturgo spagnolo [...] quando afferma che Cuba ha resistito, pur con tutte le sue contraddizioni, per aver saputo creare fra la gente una coscienza collettiva e solidaristica.”
A lei un grazie per l’attenzione e il suo commento.
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#17 04 Gennaio 2009 - 11:53
 
COMUNICATO STAMPA
Abbiamo partecipato al confronto programmatico per un nuovo centro sinistra avendo come finalità quella di contribuire ad una svolta etica e programmatica nella Provincia di Pistoia.
Pensiamo che l'intesa raggiunta sia una ragionevole speranza che, almeno in parte, si realizzerà tramite proposte ispirate ai concetti della "sostenibilità ecologica", della difesa dei "beni comuni", del rapporto visibile(da ristabilire) tra lo stile di vita di chi amministra e chi è amministrato, di un nuovo rapporto tra democrazia rappresentativa e democrazia partecipata.
Insieme a molti impegni programmatici per contribuire ad un'economia provinciale che assicuri il diritto al lavoro e alla dignità e sicurezza sul lavoro, pensiamo siano rilevanti le seguenti scelte:
1) la priorità al trasporto collettivo e in particolare quello su rotaia, con l'attuazione del raddoppio della ferrovia in direzione Viareggio;
2) il sostegno al settore del vivaismo, perchè abbia un futuro anche tramite un Patto per la qualità della produzione, del lavoro e dell'ambiente, a partire dal contenimento dell'impermeabilizzazione dei terreni e incentivando le buone pratiche di razionalizzazione della risorsa idrica;
3) Un Piano Territoriale di Coordinamento che, per i temi strategici, coordini davvero la pianificazione dei Comuni e scelte che privilegino sistematicamente interventi di recupero edilizio rispetto al consumo di ulteriore territorio;
4) Un'attenzione alle aree protette e l'impegno per contribuire alla realizzazione di "filiere corte" tra i produttori di prodotti alimentari e consumatori;
5) Una svolta nelle politiche sui rifiuti, finalizzata al raggiungimento del 65% di raccolta differenziata, tramite l'estensione del sistema "porta a porta" a tutto il territorio provinciale e la realizzazione degli impianti necessari al riciclaggio, consentendo così un progressivo ridimensionamento dell'utilizzo delle discariche e dell'incenerimento;
6) Una nuova politica per i servizi pubblici locali, riconducendo le aziende pubbliche alla loro missione originaria, riorganizzando la rete degli sportelli territoriali per ristabilire un positivo rapporto con i cittadini e affermando la necessità di una riflessione sulla gestione dei servizi idrici, finalizzata a difendere l'acqua "bene comune" e diritto fondamentale per la vita.

Associazione per La Sinistra della provincia di Pistoia
P.S. - Un particolare ringraziamento all'Assessore regionale Agostino Fragai(autore della legge che, in nome della "concretezza" e del "rinnovamento", ha portato i Consiglieri regionali da 50 a 65), per i suoi insistenti interventi critici verso il Documento programmatico concordato nell'alleanza per un nuovo centro sinistra: indubbiamente sta contribuendo ad accreditare la possibilità di una svolta etica e programmatica nel governo della Provincia di Pistoia ed è questa l'unica ragione della nostra adesione alla coalizione di centro sinistra.


Associazione per La Sinistra della provincia di Pistoia
Sede presso il Circolo Arci "L. Bugiani", Via Erbosa 12 - Pistoia
(per informazioni telefonare a 334 7604779) 
utente anonimo  (IP: da338daacf7b75e)
#18 04 Gennaio 2009 - 11:58
 
Sapete che, dopo le scelte fatte in Toscana ed in altre realtà locali(anche dal Pd) verso una crescente privatizzazione/mercificazione nella gestione dei servizi idrici, ora vengono vendute ad Spa persino le reti di beni comuni fondamentali(per esempio, quella del gas metano) ?
Quanto sopra ci aiuta a capire
il non piccolo lavoro di rinascita della democrazia da fare.
E(se non vogliamo prenderci in giro, continuare ad ingannare ed autoingannarci... alimentando ulteriori illusioni), è solo la politica(una politica diversa e non subalterna al "mercato", una politica ed un soggetto politico di Sinistra non ideologica/residuale... ma partecipata e credibile per conquistare larghi consensi popolari e quindi per "pesare" nelle scelte che vengono fatte nelle Istituzioni democratiche volute dalla Costituzione Repubblicana), che può fare questo "lavoro".
Giuliano
utente anonimo  (IP: da338daacf7b75e)
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