giovedì 19 gennaio 2012

Carlo O. Gori a tutti gli amici: sul ponte sventola bandiera bianca (martedì, 19 febbraio 2008)


martedì, 19 febbraio 2008

Carlo O. Gori a tutti gli amici:

  



da Carlo Onofrio Gori a tutti gli amici

 

Sul ponte sventola bandiera bianca



Rispondo a tutti gli amici che mi hanno scritto nei commenti agli ultimi post chiedendomi perché non abbia pubblicato niente di attualità politica.  Leggetevi il mio blog su Grillo (e anche beninteso quello di Grillo stesso e tanti altri buoni che ci sono in giro) poi aggiungete da voi quello che è successo negli ultimi tempi: spazzatura a Napoli, incidenti sul lavoro, politica come "servizio" (te lo dico io il "servizio" che ci fanno!), Mastella, Prodi Padoa-Schioppa e i due tempi  (o meglio,  primo tempo... con inculata finale!), Berlusconi ed il nuovo che avanza, ecc. ecc. e ditemi perchè uno dovrebbe perder del tempo a scrivere pubblicare... su tutto questo...
Scriverò per ora solo di storia, che possa insegnar qualcosa, per chi ha voglia di imparare qualcosa (perché, ad es.,  i giovani precari e/o sottopagati dei call center non si ribellano e fanno saltare "banco e chicchi", come spesso per altre simili cosa accade nella vicina Francia, invece di subire?).
Ciao a tutti!


postato da: gorca49 alle ore 15:12 | link | commenti (11)
categorie: carlo o goricarlo onofrio gorigorigori carlo onofriogori carlo ocarlo gori

Commenti:
 
#1 28 Febbraio 2008 - 17:05
 
bravo...hai battuto il colpo!
Sono d'accordo su tutto.
Mauro
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#2 05 Marzo 2008 - 09:09
 
Ah, vedo che ci sei. Invio per te ed i tuoi lettori.
Ciao
Giuliano

Scritto da Daniela (Prato, domenica 17 febbraio 2008) Il rosso e i colori dell'arcobaleno.(Poi smettiamola di parlare di simboli)

Quando un bambino molto intelligente qualche anno fa mi chiese perchè ero comunista e non socialista, che lui stava studiando storia e Matteotti gli piaceva tanto, pensai a Gaber.
Ma era complicato da spiegare, in effetti.La mia generazione ha la falce e martello e le feste dell'Unità nei ricordi d'infanzia.
E se non aveva i genitori con tessera sicuramente non ha mai vissuto le feste dal retro, le vere feste, quelle dei volontari e dello stare insieme solo perchè ci si crede.La mia generazione in questa città se aveva voglia di sinistra si è fatta da sè le feste.
Di Liberazione, o gestendo un locale, o provando ad animare uno spazio.
Con scazzi, errori, debiti, ma con una grande voglia di provarci.Perchè in questa città che credessero in una sinistra forte abbiamo trovato poche persone. Che ci hanno accolto, amato, sorretto. Con la distanza di secoli tra noi, ma con la stessa gioia e voglia di ricostruire un sogno che non può perdersi dietro speculazioni, stipendi. Un sogno che rimane.Un sogno che oggi ha bisogno di ali.
Ali forti, con i colori dell'arcobaleno.
La mia generazione ormai non è più quella dei giovani: altri stanno arrivando.
Facevano le elementari quando noi prendevamo lacrimogeni a Genova.
Mentre ci scontravamo con chi credeva che potessimo parlare solo con i duri e puri e quando scrivevamo che un altro mondo era (ed è) possibile loro coloravano gli album di scuola. Per questo non temo la nostalgia. Ha nostalgia chi ha un grande passato.Ma il nostro grande passato ci insegna ad essere coraggiosi.
Ci insegna che la storia va conosciuta e tenuta forte e stretta dentro di noi, per poter volare verso un futuro.Un futuro che non vuole parole forti.
Un futuro che rischia di essere sempre più simile a se stesso.
Un futuro in cui la politica dimentica se stessa, dimentica di essere conflitto.Per questo ci saremo e per questo non abbiamo paura di un nuovo simbolo.
Perchè sappiamo che in molti sperano di vederci ancorati all'indentità intesa solo come feticcio.Invece no: la nostra identità la porteremo con noi, e grazie a quella ci saremo oggi e ci saremo domani. Ma non sperate che rimarremo fermi. C'è bisogno di sinistra, c'è bisogno dei nostri sogni.Citando Giorgio Gaber....
Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana.Qualcuno era comunista perché pensava di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo, perché era disposto a cambiare ogni giorno, perché sentiva la necessità di una morale diversa, perché forse era solo una forza, un volo, un sogno, era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come più di se stesso, era come due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e dall'altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita.
No, niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare, come dei gabbiani "ipotetici".E ora?
Anche ora ci si sente come in due, da una parte l'uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall'altra il gabbiano, senza più neanche l'intenzione del volo, perché ormai il sogno si era rattrappito.Due miserie in un corpo solo.Per chi continua a vedere in se stessa/o due persone in una.Per chi vuol ancora spiccare il volo per cambiare veramente la vita. 
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#3 05 Marzo 2008 - 09:10
 
In questa campagna elettorale.... più ci avvicineremo al voto
e più peserà la scelta del cosiddetto VOTO UTILE.

Dal mio punto di vista ci sono tre tipi di VOTO "UTILE":
1) il voto alla destra berlusconiana: per chi vuole ulteriormente incattivire la società italiana
(la cronaca quotidiana ci racconta quanta strada è stata percorsa in questa direzione),
incoraggiando i prepotenti ed i potenti... a partire da quelli che vogliono continuare(senza preoccupazioni) ad evadere il fisco e che vogliono sostituire i diritti con le elemosine.
2) il voto al Partito Democratico: per chi vuole limitare "il governare" ad una gestione "buonista" della realtà e ad una modernizzazione indirizzata dai poteri forti dell'economia.
3) il voto a "La Sinistra l'Arcobaleno": per chi non ha rinunciato al cambiamento
della società italiana(sia pure con la necessaria gradualità e il necessario realismo),
per costruirne una più giusta, più democratica, sostenibile e nonviolenta.

Che senso ha definirsi "di sinistra" senza proporsi il cambiamento della società ?
A ciascuno/a il VOTO UTILE che si merita !

Ovviamente, mi farebbe piacere discuterne
Giuliano
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#4 05 Marzo 2008 - 09:12
 
Ti invio anche questo articolo dal manifesto.
Giuliano
manifestoDieci buone ragioni per un voto utile, a sinistra.Gloria Buffo e Marisa Nicchi

L'impressionante fuoco mediatico a favore di Veltroni e del Pd non deve stupire più di tanto.
Ci sono in questo fenomeno gli aspetti ridicoli e un po' mascalzoni del nostro giornalismo come testimonia (ma è solo un piccolo esempio) il titolo di un grande quotidiano che presenta Finocchiaro e Borsellino in Sicilia come un ticket del Pd.
Si tratta di un falso, ma tutto serve a alimentare la batteria di fuoco pro Pd.
C'è poi sicuramente l'interesse dei gruppi economici forti a sostenere e ispirare un partito amico loro che viene non a caso presentato come l'unica scelta che può contare.
E c'è anche però una lezione per noi ovvero, che la campagna elettorale si combatte subito, ogni giorno, con le proposte e con l'iniziativa serrata.
Non è più il tempo di dire «la sinistra e il Pd non saranno fratelli coltelli».
Adesso si compete, il tempo dei pranzi di gala è finito.Accanto alle proposte vere e proprie - che speriamo vivamente siano asciutte e facilmente comprensibili - bisogna argomentare politicamente le ragioni del voto per la Sinistra Arcobaleno.
Noi ne vediamo alcune chiarissime che vanno evidenziate adesso se non vogliamo inseguire gli argomenti altrui. La prima ragione (più rispetto per le donne, meno paura del Vaticano) è che il voto alla sinistra è utile perché è l'unico che garantisce alle donne che non si scambierà la loro libertà e dignità e il loro corpo con le diplomazie verso il Vaticano.
Attenzione: nessuno dice che la legge 194 è da cambiare, ma gli altri non sono disposti a denunciare il fatto che si vuole snaturare quella legge contro l'autonomia delle donne.
Questa è la vera questione in gioco. Il Pd dice che l'aborto va lasciato fuori dalla campagna elettorale perché non vuole spendersi a fondo a tutela dello stato di diritto e del compromesso tra stato e decisione della donna contenuto in quella legge. La seconda ragione (meno guerra, più buona politica) del voto utile riguarda la guerra: l'unica garanzia che L'Italia non parteciperà a dissennate azioni armate nei Balcani è il voto alla Sinistra. L'unica certezza che si cercherà una strada meno rovinosa per l'Afghanistan di quella di una azione militare che dopo sei anni palesemente non funziona è la scelta per la sinistra La terza buona ragione (meno spese militari più soldi alla scuola e all'università) è il disarmo: l'Italia è al trentaduesimo posto per la ricerca scientifica e al quarto per spese pro capite per armi e difesa. Di fronte al riarmo impressionante in corso, di fronte all'evidenza che qui sta una delle radici dell'ineguaglianza spaventosa e dei pericoli per l'umanità, solo la sinistra prende impegni chiari. Al quarto posto (più diritti e salari, meno sconti alle imprese), non certo per importanza, sta il lavoro. Bene che se ne torni a parlare, dice Epifani. Ma, impresa e lavoro sono uguali?
La Sinistra pensa di no e sceglie: per un paese più giusto e moderno.
Bisogna ridare riconoscimento e dignità al lavoro.
Lo spieghiamo prima o poi in un dibattito televisivo che se i salari non sono stati al centro della politica del governo Prodi, benché la Sinistra lo chiedesse, è perché non hanno voluto Padoa Schioppa e i veti del Pd?
I co.co.co. e i co.co.pro. sono in gran parte lavoratori dipendenti mascherati e questo imbroglio lo conoscono tutti. Il Pd propone ora di dargli un salario minimo, ma non di superare l'imbroglio.
Non sarà più riformista svelare l'inganno e cambiare quelle norme della legge 30, operazione che non costa ai contribuenti, ma chiede alle imprese quella responsabilità sociale che dopo anni di crescita dei profitti è il minimo che si può chiedere?
La redistribuzione così non avverrebbe solo a spese dello stato (con il calo delle tasse sul lavoro), ma con una divisione dei benefici della produttività più equa. Quinto (più stato sociale, meno regali alle rendite). A proposito di redistribuzione bisogna chiedere una tassazione più giusta, anzitutto delle rendite. E poi, visto che la ricchezza si può ripartire verso il basso attraverso salari, pensioni e servizi bisogna necessariamente rafforzare lo stato sociale in controtendenza con lo svuotamento perseguito in questi anni.
Un asilo nido è indispensabile quanto un pronto soccorso e la politica per sostenere la non autosufficienza, per assicurare alle donne la libertà di lavorare non si risolve con un bonus in denaro, ma contando su una rete di servizi forti: qui c'è il pilastro di una maggiore giustizia sociale e di un progresso economico. Quando Veltroni dice che si devono tagliare tre punti di spesa pubblica cosa accadrà per sanità e servizi?
Il voto alla sinistra è l'unica garanzia che si vada verso il rafforzamento del welfare. Sesto (più qualità allo sviluppo, meno scempio di risorse e territorio).
L'ambientalismo del «sì» proposto da Veltroni è speculare a quello del «no»: li non va bene niente, qui va bene tutto. Invece ci vuole l'ambientalismo della qualità. La garanzia sta nella sinistra arcobaleno che non deve rendere conto ai grandi interessi economici, ma tiene a cuore i beni comuni. Settimo (più libertà per le persone e meno ipocrisie conservatrici). La libertà di divorziare senza attendere troppi anni, i diritti degli omosessuali, il testamento biologico: la garanzia che uno stato paternalista - che in Europa non c'è più - non decida al posto nostro, sta in Italia solo a sinistra. Ottavo (più soggetti televisivi, meno favori a Mediaset). Il conflitto d'interessi non ha trovato soluzione perché non si è voluto né la volta scorsa, né questa. Prima, perché D'Alema diceva che Berlusconi si sconfigge politicamente, più recentemente invece, c'era da fare, insieme a Forza Italia, la legge elettorale bipartitica. Anche qui, il voto a sinistra è l'unica speranza. Infatti chi ragiona in termini di potenza sostenendo che le armate televisive di Berlusconi non si possono toccare ed è meglio venire a patti chiedendo spazi a Mediaset, non ragiona in termini liberali.
La sinistra in Italia è più liberale dei democratici. La nona ragione (meno partiti nelle nomine, più politica nella società) è la questione morale.
Non c'è legalità, né lotta alla mafia se non si moralizzano vita pubblica e partiti. E non ci pare che il problema sia solo dalle parti di Ceppaloni. Ci vuole coraggio: avanti con la legge sulle nomine in sanità, passi indietro dalle giunte impresentabili.
Quella della questione morale è una sfida difficile, ma è quella vitale. E infine la politica-politica: chi non desidera che il Pd si butti nella grande coalizione ha un solo sistema per scongiurarlo, far arrivare tanti voti alla sinistra.Una postilla sul '68. A parte che il 6 politico non data a quell'anno, molti elettori ricordano cosa era l'Italia prima di quel grande cambiamento: provinciale, ottusa verso le donne, con le classi differenziali nella scuola pubblica... anche in questo caso i liberali e i progressisti stanno più a casa nostra che dalle parti del Loft. Voler essere insieme Sarkozy, Obama, Zapatero va bene forse per gli spot, un po' meno per la realtà vera delle cose e delle persone e per questa Italia bisognosa di una svolta di giustizia, libertà e civiltà. 
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#5 05 Marzo 2008 - 09:14
 
il PROGRAMMA di La Sinistra l'Arcobaleno:
1. Dignità e diritti nel lavoro: la sicurezza
Ogni giorno in Italia muoiono in media 4 persone mentre lavorano. Grazie a una legge voluta dal Governo Berlusconi si può lavorare anche 13 o 14 ore al giorno e spesso per lavorare occorre rinunciare ai propri diritti. Siamo arrivati al paradosso che il lavoro è pagato a prezzi orientali e le merci così prodotte vengono vendute a prezzi occidentali.La Sinistra l’Arcobaleno propone: una legge che fissi la durata massima del lavoro giornaliero in 8 ore e in 2 ore la durata massima degli straordinari; l’immediata approvazione dei decreti attuativi del Testo Unico sulla Sicurezza sul lavoro e quindi più controlli e più certezza e severità delle pene per le imprese che trasgrediscono le norme.
2. Dignità e diritti nel lavoro: lotta alla precarietà
I lavoratori e le lavoratrici precarie nel nostro Paese sono oltre 4 milioni. È precarietà di vita, non solo di lavoro. La Sinistra l’Arcobaleno propone di superare la legge 30 e di affermare il contratto a tempo pieno e indeterminato come forma ordinaria del rapporto di lavoro; di rafforzare la tutela dell’articolo 18 contro i licenziamenti ingiustificati; di cancellare dall’ordinamento le forme di lavoro co.co.co, co.co.pro e le false partite IVA.
3. Dignità e diritti nel lavoro: salari, fisco e redistribuzione del reddito
Nel 2003 ai lavoratori toccava il 48,9% del reddito prodotto nel Paese, nel 1972 era il 59,2%. Oggi la quota dei redditi da lavoro dipendente è ulteriormente diminuita. Secondo i dati della Banca d’Italia, dal 2000 al 2006 prezzi e tariffe sono notevolmente aumentati e i salari sono rimasti invariati. La Sinistra l’Arcobaleno vuole fissare per legge il salario orario minimo per garantire una retribuzione mensile netta di almeno 1000 euro; propone un meccanismo di recupero automatico annuale dell’inflazione reale; propone di elevare le detrazioni fiscali per i lavoratori dipendenti. La Sinistra l’Arcobaleno vuole introdurre, come avviene in tutta Europa, un reddito sociale per i giovani in cerca di occupazione e per i disoccupati di lungo periodo, costituito da erogazioni monetarie e da un pacchetto di beni e servizi. La Sinistra l’Arcobaleno propone di diminuire il prelievo fiscale per i redditi più bassi portandoli dal 23 al 20%, contemporaneamente di aumentare la tassazione sulle rendite finanziarie al 20%, di redistribuire il reddito ai lavoratori e alle lavoratrici attuando immediatamente quanto previsto dalla Finanziaria di quest’anno, che destina loro tutto l’extragettito maturato.
4. Laicità: lo spazio di libertà per tutti
Nei Paesi europei più avanzati, e non solo in Europa, i fondamentali diritti della persona sono tutelati e garantiti da una legislazione che ne salvaguarda la sfera personale, nel rispetto della libertà di scelta di ciascuna e di ciascuno. Da noi non è così. La Sinistra l’Arcobaleno afferma l’uguaglianza sostanziale dei diritti delle persone omosessuali e propone il riconoscimento pubblico delle unioni civili. La Sinistra l’Arcobaleno ritiene che ognuna e ognuno abbia il diritto di decidere del proprio corpo e della propria vita e propone una legge sul testamento biologico.
5. Libertà e autodeterminazione femminile
Nemmeno negli anni ’70 l’attacco alla libertà delle donne è stato tanto feroce; addirittura c’è chi propone una moratoria contro l’aborto chiamando “assassine” le donne. La Sinistra l’Arcobaleno propone interventi affinché la legge 194 sia applicata estendendo in tutto il Paese la rete dei consultori e introducendo in via definitiva la pillola RU 486 come tecnica non chirurgica di intervento che può essere scelta dalle donne; una nuova legge sulla fecondazione assistita per eliminare gli ingiusti divieti della legge 40, lesivi della libertà di scelta delle donne e del diritto costituzionale alla tutela della salute; una norma che persegua tutte le forme di discriminazione basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.
6. La pace, il disarmo
L’Italia è al 32° posto per la ricerca scientifica e al 7° posto nella classifica mondiale delle spese in armamenti. Con i soldi spesi per comprare un solo caccia Euro Fighter si potrebbero costruire 100 asili. La Sinistra l’Arcobaleno ritiene che vada pienamente attuato l’art. 11 della Costituzione. L’Italia non deve più partecipare a missioni al di fuori del comando politico e militare delle Nazioni Unite. Vanno tagliate le spese per gli armamenti ed avviata la riconversione dell’industria bellica applicando la legge 185. Vogliamo una legge per la messa al bando delle armi nucleari dal nostro Paese. Siamo contrari alla costruzione della nuova base militare a Vicenza ed è necessaria una Conferenza nazionale sulle servitù militari per rimettere in discussione tutte le basi della guerra preventiva presenti sul nostro territorio. Serve una nuova legge sulla cooperazione allo sviluppo.
7. Proteggere il pianeta: un Patto per il clima
Contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici è fondamentale per garantire una speranza di futuro all’umanità: senza adeguate misure ci saranno rischi certi per la salute e l’ambiente. La Sinistra l’Arcobaleno rifiuta il nucleare e propone che entro il 2020 si superi il 20% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili e che le emissioni siano ridotte del 20%; un grande investimento pubblico in pannelli solari su tutti i tetti delle case e degli edifici pubblici. L’acqua è un bene comune e come tale deve essere pubblico. La Sinistra l’Arcobaleno propone la ripubblicizzazione dei servizi idrici, una legge quadro sul governo del suolo e l’inasprimento delle pene contro i reati ambientali e le ecomafie.
8. Le “Grandi Opere” di cui il Paese ha bisogno
Sono necessari grandi investimenti per una diversa qualità dello sviluppo e una buona occupazione. Queste sono le nostre “Grandi Opere”: messa in sicurezza del territorio dal rischio sismico e da quello idrogeologico; investimenti per migliorare i servizi di trasporto per i pendolari e la mobilità nelle città con nuove metropolitane, linee tramviarie e mezzi a energia pulita. Nei prossimi 5 anni 1000 treni per i pendolari. Vanno abbandonati progetti inutili e dannosi come il Ponte sullo Stretto, il Mose a Venezia, la TAV in Val di Susa, a favore di interventi su nodi ferroviari urbani, infrastrutture ferroviarie nel Mezzogiorno e potenziamento dei valichi alpini. Investimenti sul trasporto merci su rotaia e sulle autostrade del mare. Riduzione della produzione dei rifiuti, forti investimenti nella raccolta differenziata, misure concrete per il riciclaggio, impiego delle tecnologie più moderne ed avanzate.
9. Il diritto alla salute e le politiche sociali, indice di civiltà
L’Italia destina alla spesa sociale solo il 2,7% del PIL. In Germania, ad esempio, alla spesa sociale viene destinato l’8,3%. Il fallimento e la crisi dei sistemi che hanno introdotto il mercato nella sanità sono la dimostrazione ulteriore che solo il sistema sanitario pubblico e universalistico può dare risposte al bisogno di salute. La Sinistra l’Arcobaleno propone di adeguare il fondo sanitario nazionale al livello europeo, superare definitivamente i Ticket e le liste di attesa, inserire le cure odontoiatriche nei livelli essenziali del sistema sanitario. La Sinistra l’Arcobaleno propone una legge sulla non autosufficienza finanziando un fondo nazionale per almeno 1,5 miliardi di euro, l’aumento del fondo nazionale per le politiche sociali e l’indicazione di livelli essenziali delle prestazioni per eliminare la divaricazione fra regioni ricche e povere. La Sinistra l’Arcobaleno lancia un piano di asili come cardine della rete dei servizi per le bambine e i bambini.
10. La casa è un diritto, non una merce
Dopo un ventennio di politiche di privatizzazione e deregolamentazione del mercato delle locazioni, il costo degli affitti raggiunge oggi il 50% del reddito e anche più e gli sfratti di chi non ce la fa a pagare i canoni sono diventati il 70% del totale. L’Italia spende per la politica sociale della casa un decimo dell’Europa. La Sinistra l’Arcobaleno afferma che non ci possano essere sfratti se non da casa a casa, propone un piano nazionale per l’edilizia sociale a cui destinare 1,5 miliardi di euro, che porti l’Italia al livello europeo, modificare la legge 431/98, abolendo il canale libero. Vogliamo costituire un fondo a sostegno della ricontrattazione dei mutui di chi ha acquistato la prima casa e rischia di perdere l’alloggio ed eliminare l’ICI sulla prima casa non di lusso per i redditi medio-bassi.
11. Convivenza, inclusione, cittadinanza
Gli immigrati in Italia sono quasi 4 milioni, incidono per il 6,1% sul PIL, pagano quasi 1,87 miliardi di euro di tasse. Sono lavoratrici e lavoratori indispensabili per la nostra società, ma sono esclusi dall’accesso a molti diritti. La normativa attuale impedisce l’ingresso legale nel nostro Paese, creando clandestinità e sottoponendo donne e uomini migranti ad una condizione di sfruttamento e precarietà estrema. La Sinistra l’Arcobaleno ritiene indispensabile l’abolizione della legge Bossi-Fini, e l’approvazione di una nuova normativa che introduca l’ingresso per ricerca di lavoro, meccanismi di regolarizzazione permanente, il diritto di voto alle elezioni amministrative, la chiusura dei CPT, una legge sulla cittadinanza sulla base del principio dello jus soli.
12. Istruzione, formazione, università e ricerca: le vere risorse per il futuro
Gli iscritti e le iscritte alla scuola italiana di ogni ordine e grado sono 7.742.294, le risorse destinate all’istruzione e la formazione sono pari al 3,5% del PIL e non aumentano da molti anni. Nel nostro Paese gli investimenti in università e...
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#6 05 Marzo 2008 - 09:19
 
Nel nostro Paese gli investimenti in università e ricerca rappresentano l’1,1% del PIL contro l’1,87% dell’Europa a 25, il 2,7% degli USA, il 3,15% del Giappone. La Sinistra l’Arcobaleno ritiene la laicità della scuola pubblica fondamentale a partire dal rispetto rigoroso del principio che le scuole private sono libere, ma senza oneri a carico dello Stato. La Sinistra l’Arcobaleno propone la generalizzazione della scuola dell’infanzia, l’estensione del tempo pieno e prolungato, l’innalzamento dell’obbligo scolastico da fare nella scuola e da portare progressivamente a 18 anni; la valorizzazione del ruolo dell’insegnante come intellettuale educatore. La Sinistra l’Arcobaleno propone di aumentare l’investimento pubblico in alta formazione e ricerca, nel corso della prossima legislatura, per raggiungere la media dei paesi OCSE; di rinnovare il sistema università e ricerca, anche con il reclutamento di 3000 giovani ricercatori l’anno per i prossimi 5 anni; di estendere il diritto allo studio elevando a 20.000 euro il limite di reddito per aver diritto alla borsa di studio.
13. Tagliare i privilegi, difendere la democrazia
La questione dei costi della politica non può essere separata dalla condizione generale del Paese: crescono le diseguaglianze e crescono i privilegi. E crescono anche gli intrecci tra affari e politica a partire dalle regioni meridionali ma non solo. La Sinistra l’Arcobaleno propone la riduzione del numero di parlamentari e di consiglieri regionali. La retribuzione dei parlamentari italiani non deve essere superiore alla retribuzione media dei parlamentari degli altri Paesi europei. È necessaria una legge che sottragga ai partiti le nomine, nella Sanità come negli altri settori pubblici, che stabilisca criteri che le Amministrazioni devono rispettare per garantire l’interesse pubblico e i principi del merito.
14. Una informazione libera, pluralista, democratica
L’Italia in questi anni è stata messa più volte sotto accusa dall’Unione Europea per carenza di pluralismo nell’informazione. Secondo l’ultimo rapporto USA sulla libertà di stampa, il nostro Paese occupa il 61° posto. La Sinistra l’Arcobaleno propone l’abrogazione della “Legge Gasparri” e l’approvazione di una vera legge di sistema che imponga tetti antitrust e impedisca posizioni dominanti nelle comunicazioni e nell’industria culturale. È assolutamente indispensabile approvare una vera legge sul conflitto di interessi.
Al via il tesseramento al soggetto unitarioMille banchetti in piazza dal primo al 9 marzoSolo due giorni di militanza ai banchetti piazzati in 220 piazze venete. Solo due giorni, lo scorso weekend. Risultato: seimila adesioni alla Sinistra Arcobaleno, il doppio rispetto alla somma delle tessere di Prc, Sd, Verdi e Pdci nella regione. Il dato viene sfoggiato dal circuito degli "autoconvocati", le associazioni della sinistra che si fecero notare con le loro iniziative di forum autogestiti all'assemblea generale dell'8 e 9 dicembre scorsi a Roma (www.autogestiti.org). Ed è un'esortazione ad andare avanti, «perchè domani ci sia un soggetto unico, non solo unitario, e plurale della sinistra», dice a chiare lettere Piero Folena (Uniti a sinistra) in conferenza stampa alla Camera. Il programma: mille banchetti, dal primo al 9 marzo, in altrettante piazze italiane e luoghi di lavoro. Obiettivo lanciare una vera campagna di adesione alla Sinistra Arcobaleno, non attraverso i partiti, ma proprio per permettere a chi non è iscritto a Rifondazione, Sd, Verdi o Pdci di partecipare alla nuova impresa. Agli interessati, verrà presentata una bozza di tessera con il logo unitario e la scritta «movimento per la Sinistra Arcobaleno, adesione 2008», movimento che raccoglie un «centinaio di associazioni», precisa Ciro Pisacane del Forum Ambientalista. Costo della tessera: cinque euro. «Il tentativo è superare l'attuale processo unitario per arrivare ad un soggetto unico», afferma pure Elio Bonfanti di "Socialismo XXI".Il programma è ambizioso. Non si ferma alle adesioni, calcola di mettere su dei veri e propri circoli della Sinistra Arcobaleno, con tanto di coordinamenti che continuino il tesseramento e progettino iniziative. Circoli, anche nelle fabbriche, nei luoghi di lavoro, in controtendenza rispetto a quanto avviene da un po' di anni, ormai. Piero Di Siena di Sd racconta di incontri con «delegati di fabbrica» del napoletano. Si pensa all'apertura di «una decina di circoli nelle fabbriche e in varie aziende dell'interland». Nelle prossime settimane, incontri con delegati dell'Italsider di Taranto, della Fiat di Melfi e della Val di Sangro in Abruzzo. Poi, giri anche al nord, a Mirafiori e non solo.«Siamo ancora in una fase germinale»,spiega Massimo Brancato, segretario della Fiom campana. «Ma notiamo un diffuso interesse per l'appello a "fare presto" sull'unità a sinistra lanciato con l'assemblea del 10 febbraio scorso al cinema Farnese a Roma», altra iniziativa organizzata dagli "autogestiti". Un diffuso interesse che, continua Brancato, «si scontra con un processo costituente percepito ancora come aggregazione dei gruppi dirigenti». L'obiettivo è «fare in modo che il lavoro si riappropri della sfera dell'agire politico: finora anche la sinistra ha delegato molto al sindacato». A grandi linee, in Campania, si pensa di poter riuscire a far nascere circoli della Sinistra Arcobaleno alla Fincantieri, nel gruppo Breda, nelle fabbriche di Pomigliano d'Arco, oltre che in aziende informatiche e del pubblico impiego. «Ristabilire il legame tra lavoro e politica: è questa la chiave - incita Brancato - Perchè mai si deve pensare di non poter parlare di pace e guerra sui luoghi di lavoro? Il Pci in fabbrica discuteva di tutto... I lavoratori devono riappropriarsi dell'iniziativa politica: non possono guardarla solo in tv» 
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#7 05 Marzo 2008 - 09:19
 
e ricerca rappresentano l’1,1% del PIL contro l’1,87% dell’Europa a 25, il 2,7% degli USA, il 3,15% del Giappone. La Sinistra l’Arcobaleno ritiene la laicità della scuola pubblica fondamentale a partire dal rispetto rigoroso del principio che le scuole private sono libere, ma senza oneri a carico dello Stato. La Sinistra l’Arcobaleno propone la generalizzazione della scuola dell’infanzia, l’estensione del tempo pieno e prolungato, l’innalzamento dell’obbligo scolastico da fare nella scuola e da portare progressivamente a 18 anni; la valorizzazione del ruolo dell’insegnante come intellettuale educatore. La Sinistra l’Arcobaleno propone di aumentare l’investimento pubblico in alta formazione e ricerca, nel corso della prossima legislatura, per raggiungere la media dei paesi OCSE; di rinnovare il sistema università e ricerca, anche con il reclutamento di 3000 giovani ricercatori l’anno per i prossimi 5 anni; di estendere il diritto allo studio elevando a 20.000 euro il limite di reddito per aver diritto alla borsa di studio.
13. Tagliare i privilegi, difendere la democrazia
La questione dei costi della politica non può essere separata dalla condizione generale del Paese: crescono le diseguaglianze e crescono i privilegi. E crescono anche gli intrecci tra affari e politica a partire dalle regioni meridionali ma non solo. La Sinistra l’Arcobaleno propone la riduzione del numero di parlamentari e di consiglieri regionali. La retribuzione dei parlamentari italiani non deve essere superiore alla retribuzione media dei parlamentari degli altri Paesi europei. È necessaria una legge che sottragga ai partiti le nomine, nella Sanità come negli altri settori pubblici, che stabilisca criteri che le Amministrazioni devono rispettare per garantire l’interesse pubblico e i principi del merito.
14. Una informazione libera, pluralista, democratica
L’Italia in questi anni è stata messa più volte sotto accusa dall’Unione Europea per carenza di pluralismo nell’informazione. Secondo l’ultimo rapporto USA sulla libertà di stampa, il nostro Paese occupa il 61° posto. La Sinistra l’Arcobaleno propone l’abrogazione della “Legge Gasparri” e l’approvazione di una vera legge di sistema che imponga tetti antitrust e impedisca posizioni dominanti nelle comunicazioni e nell’industria culturale. È assolutamente indispensabile approvare una vera legge sul conflitto di interessi.
Al via il tesseramento al soggetto unitarioMille banchetti in piazza dal primo al 9 marzoSolo due giorni di militanza ai banchetti piazzati in 220 piazze venete. Solo due giorni, lo scorso weekend. Risultato: seimila adesioni alla Sinistra Arcobaleno, il doppio rispetto alla somma delle tessere di Prc, Sd, Verdi e Pdci nella regione. Il dato viene sfoggiato dal circuito degli "autoconvocati", le associazioni della sinistra che si fecero notare con le loro iniziative di forum autogestiti all'assemblea generale dell'8 e 9 dicembre scorsi a Roma (www.autogestiti.org). Ed è un'esortazione ad andare avanti, «perchè domani ci sia un soggetto unico, non solo unitario, e plurale della sinistra», dice a chiare lettere Piero Folena (Uniti a sinistra) in conferenza stampa alla Camera. Il programma: mille banchetti, dal primo al 9 marzo, in altrettante piazze italiane e luoghi di lavoro. Obiettivo lanciare una vera campagna di adesione alla Sinistra Arcobaleno, non attraverso i partiti, ma proprio per permettere a chi non è iscritto a Rifondazione, Sd, Verdi o Pdci di partecipare alla nuova impresa. Agli interessati, verrà presentata una bozza di tessera con il logo unitario e la scritta «movimento per la Sinistra Arcobaleno, adesione 2008», movimento che raccoglie un «centinaio di associazioni», precisa Ciro Pisacane del Forum Ambientalista. Costo della tessera: cinque euro. «Il tentativo è superare l'attuale processo unitario per arrivare ad un soggetto unico», afferma pure Elio Bonfanti di "Socialismo XXI".Il programma è ambizioso. Non si ferma alle adesioni, calcola di mettere su dei veri e propri circoli della Sinistra Arcobaleno, con tanto di coordinamenti che continuino il tesseramento e progettino iniziative. Circoli, anche nelle fabbriche, nei luoghi di lavoro, in controtendenza rispetto a quanto avviene da un po' di anni, ormai. Piero Di Siena di Sd racconta di incontri con «delegati di fabbrica» del napoletano. Si pensa all'apertura di «una decina di circoli nelle fabbriche e in varie aziende dell'interland». Nelle prossime settimane, incontri con delegati dell'Italsider di Taranto, della Fiat di Melfi e della Val di Sangro in Abruzzo. Poi, giri anche al nord, a Mirafiori e non solo.«Siamo ancora in una fase germinale»,spiega Massimo Brancato, segretario della Fiom campana. «Ma notiamo un diffuso interesse per l'appello a "fare presto" sull'unità a sinistra lanciato con l'assemblea del 10 febbraio scorso al cinema Farnese a Roma», altra iniziativa organizzata dagli "autogestiti". Un diffuso interesse che, continua Brancato, «si scontra con un processo costituente percepito ancora come aggregazione dei gruppi dirigenti». L'obiettivo è «fare in modo che il lavoro si riappropri della sfera dell'agire politico: finora anche la sinistra ha delegato molto al sindacato». A grandi linee, in Campania, si pensa di poter riuscire a far nascere circoli della Sinistra Arcobaleno alla Fincantieri, nel gruppo Breda, nelle fabbriche di Pomigliano d'Arco, oltre che in aziende informatiche e del pubblico impiego. «Ristabilire il legame tra lavoro e politica: è questa la chiave - incita Brancato - Perchè mai si deve pensare di non poter parlare di pace e guerra sui luoghi di lavoro? Il Pci in fabbrica discuteva di tutto... I lavoratori devono riappropriarsi dell'iniziativa politica: non possono guardarla solo in tv» 
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#8 03 Aprile 2008 - 15:10
 

Carissimo, ti invio di seguito un brevissimo commento personale
e tre articoli con riflessioni argomentate:

In questi giorni di campagna elettorale le mistificazioni per imbrogliare gli elettori si moltiplicano:
sulla gestione dei servizi idrici, in Toscana il PD pubblicizza la sua scelta di unificare gli Ato 2, 3 e 6... come una scelta finalizzata a ridurre gli sprechi di spesa pubblica (cioè come una semplificazione degli Enti e dei posti nel Consigli d'Amministrazione che proprio Ds e Margherita - in Toscana - hanno alimentato e fatto proliferare).

Se si trattasse solo di una semplificazione degli Ato (con funzioni di indirizzo e di controllo delle aziende che gestiscono i servizi idrici), anche la Sinistra Arcobaleno sarebbe favorevole (anzi, farebbe addirittura una scelta più coraggiosa: un solo Ato per tutta la Toscana, o addirittura sostituzione di tutti gli Ato con un'autorità regionale di indirizzo e di controllo).

Invece, quell'unificazione degli Ato 2, 3 e 6, ha un'altra finalità: quella di proseguire sulla strada della privatizzazione dei servizi idrici, rafforzando la presenza del socio privato in una Spa di dimensioni tali da collocarla in Borsa e questo significa fare una scelta irreversibile in direzione della mercificazione dei servizi idrici e dell'acqua che viene erogata tramite gli acquedotti.

Detto questo, di seguito ti invio tre articoli, sempre in tema di "Acqua bene comune":
il primo di Marco Bersani(Coordinatore di Attac Italia e del coordinamento nazionale della campagna promossa dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua. Vedi su www.acquabenecomune.org ), il secondo di Fausto Bertinotti, il terzo di Riccardo Petrella.

Giuliano
.....................................................
Elezioni, in gioco la partita dell'acqua
Marco Bersani, Attac Italia

Non so se davvero, come racconta il mio amico Alex Zanotelli, Walter Veltroni abbia pianto nelle baraccopoli di Nairobi, prive di acqua potabile.
Immagino l'abbia fatto pacatamente e serenamente, come si conviene a una persona che ha fatto della negazione delle passioni forti, fino all'annullamento del conflitto sociale, la cifra della sua candidatura a premier.
Altrettanto pacatamente e serenamente, il «nostro» in questi anni si è prodigato per consegnare il bene comune acqua nelle feroci mani del mercato, trasformando Acea - l'ex municipalizzata del comune di Roma - in una holding multinazionale che ha comprato l'acqua in Armenia e in Albania, in Perù e in Honduras.
Così come, in stretta alleanza con la multinazionale francese Suez, ha «condizionato un quarto delle gare in Italia per la gestione del servizio idrico integrato», come recita la recente sentenza dell'Antitrust che le ha comminato oltre otto milioni di euro di multa.
Seguace della conclamata «modernizzazione» del paese, Walter Veltroni ha favorito l'espansione di Acea in tutto il Lazio, in Umbria e in Campania, fino a firmare col suo omologo fiorentino, Domenici, un protocollo d'intesa per l'unificazione degli Ato toscani, il cui unico denominatore comune è rappresentato dal socio privato. Acea, per l'appunto.
A poco vale dunque appellarsi al cuore del principe (altrimenti perché non fare altrettanto con il re dell'altro polo?).
Vale più la pena guardare in faccia la realtà e leggere i programmi elettorali, nei quali - nero su bianco - si parla espressamente di privatizzazione dell'acqua, sia che a dirlo sia il «pacato» Pd, sia che a affermarlo sia l'arrogante Pdl.
D'altronde, lo straordinario popolo dell'acqua che in questi anni ha prodotto una mobilitazione senza precedenti, intrecciando le decine di conflitti territoriali per costruire su di esse una vertenza e un movimento nazionale, ha consapevolmente scelto l'autonomia come cifra del suo agire e come humus per la ricostruzione di una democrazia dal basso, fondata sulla partecipazione sociale.
Non è un popolo che esprime un'esigenza e chiede a qualcun altro di ascoltarla.
E' un movimento che vuole aprire varchi nella crisi verticale della democrazia rappresentativa, per comporre, sulla difesa e la ripubblicizzazione dell'acqua e dei beni comuni, un altro modello di organizzazione sociale, nuove relazioni che contrastino la solitudine competitiva, una politica radicalmente partecipativa.
La forza di questo movimento è resa evidente anche dal programma della Sinistra Arcobaleno, nel quale, andando ben oltre il generico appello alla proprietà e gestione pubblica dell'acqua contenuto nel vecchio programma dell'Unione, si parla espressamente di ripubblicizzazione dell'acqua e di ancoraggio alla legge d'iniziativa popolare promossa dal movimento per l'acqua.
Lo stesso candidato premier Bertinotti, nel ribadirne il concetto sulle pagine del manifesto, ha preso un fondamentale impegno in questa direzione.
E' un punto di partenza importante e positivo, ma che abbisogna di ulteriori passi affinché diventi pratica e politica concreta in tutti i territori.
Perché sarà soprattutto dentro gli enti locali che la partita dell'acqua - e paradigmaticamente di tutti i beni comuni - si giocherà nel prossimo futuro.
In molti di questi territori, dove la Sinistra Arcobaleno si troverà a amministrare le città assieme al Partito democratico, un forte ancoraggio agli obiettivi e alle pratiche dei movimenti sarà l'unica possibilità per il nuovo soggetto di evitare il ripetersi della sconfitta dell'esperienza di governo e di reimmergersi dentro la fertilità del conflitto sociale.
Che ci sarà, checché ne pensi Veltroni.
.........................................................
22.3.2008 il manifesto

Beni comuni
In difesa dell'acqua
Fausto Bertinotti


Oggi, 22 marzo, è giornata mondiale del diritto all'acqua. Non è solo una ricorrenza.
Per noi l'acqua come diritto è metafora di un'idea di società, punto alto della critica al neoliberismo, impegno che localmente e globalmente ci prende perché si affermi in Italia e nel mondo.
Bene comune fondamentale, l'acqua è di tutti. E tutti hanno responsabilità per la sua tutela e per l'uso parsimonioso, senza sprechi, senza sporcarla o inquinarla.
L'acqua è elemento costitutivo del vivente.
Da essa dipende la vita o la morte, la salute o la malattia, il cibo o la fame.
Dunque l'accesso all'acqua deve essere garantito, non può essere negato, né comprato e venduto perché non si può comprare e vendere la sopravvivenza. Così dovrebbe essere, ma così non è. Circa un miliardo e mezzo di persone del nostro pianeta è privo di acqua potabile e due miliardi e mezzo, per lo più stipati nelle megalopoli, non ha servizi igienici.
Tutto ciò non perché manchi l'acqua, ma perché ai poveri è negata.
Il dominio sull'acqua sta diventando il fondamento dei conflitti.
Oro blu che sostituisce l'oro nero nella scaturigine delle guerre.
L'acqua come affare, come merce, come privatizzazione.
Privatizzazione e privazione, parole indissolubili, causa ed effetto di un mondo che corrompe la «res publica» fino alle fondamenta. E che mina, con le sue economie capitalistiche, i cicli della riproduzione della biosfera, rompendo equilibri delicatissimi, inducendo sconvolgenti cambiamenti climatici che modificano la distribuzione dell'acqua sul Pianeta.
La lotta per il diritto all'acqua è quindi ineludibile elemento di una politica di alternativa.
E noi ci riconosciamo nelle dichiarazioni d'intenti di Bamako e di Caracas, e partecipiamo attivamente al Contratto Mondiale dell'Acqua.
Per questo l'acqua è punto fondamentale del programma della Sinistra l'Arcobaleno.
Per questo è impegno nostro anche di iniziativa internazionale affinché quest'anno, nel sessantesimo della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo, l'Onu inserisca l'acqua come primo bene comune mondiale.
Questo impegno non è elettoralistico, ha una credibilità di lunga lena, costruita negli anni passati, nella partecipazione ai conflitti contro le privatizzazioni, insieme ai cittadini nella miriade di vertenze e comitati che rappresentano una ricchezza e una decisiva risorsa contro chi continua a volere, nel nostro Paese, la privatizzazione della gestione dell'acqua.
La moratoria che abbiamo ottenuto è il risultato di questo continuo impegno, anche dentro il Governo. Molti, troppi, in Italia hanno idee diverse e spingono per la privatizzazione, nelle destre e nel Pd.
La Sinistra l'Arcobaleno no, in modo netto ed inequivocabile.
E lo possiamo dire con la partecipazione ed il sostegno che abbiamo messo direttamente in quella straordinaria raccolta di firme, più di quattrocentomila, a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per l'acqua pubblica.
Anche il riferimento esplicito a quella proposta di legge è entrato nel nostro programma.

Da lì si ricomincia nel prossimo Parlamento, mentre continuerà il nostro impegno nel Paese.

Augurandoci di essere in tanti.
Fausto Bertinotti
..............................................................................
22 marzo 2008 Giornata mondiale dell'Acqua
Il capitale vuole l’acqua
Un patto mondiale per l’acqua ad opera del capitale internazionale?
Riccardo Petrella,
Comitato Internazionale per il Contratto Mondiale dell’Acqua

Il rischio è grande che, in vista del V° Forum Mondiale dell’Acqua (Istanbul, marzo 2009), se non prima, le grandi imprese industriali, commerciali e finanziarie attive nel settore dell’acqua riescano a «fare approvare», con il sostegno dei governi, un Patto mondiale al fine di risolvere la crisi dell’acqua. Da anni, il capitale privato...
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#9 03 Aprile 2008 - 15:15
 
...ha cavalcato la tesi sulla rarefazione crescente dell’acqua per usi umani facendone il suo cavallo di battaglia in favore della mercificazione e della privatizzazione dell’acqua e dei servizi idrici.

Secondo i potenti del capitalismo mondiale, la rarefazione sarebbe l’espressione più forte della “crisi dell’acqua” dove per “crisi” intendono essenzialmente l’inadeguazione sempre più grande tra l’offerta d’acqua – stabile, vuoi descrescente - e la domanda mondiale d’acqua in costante e rapido aumento a causa, sempre secondo loro, della crescita della popolazione e dei grandi bisogni legati allo “sviluppo” della Cina e dell’India.
Beninteso, dimenticano totalmente di menzionare che la rarefazione è dovuta soprattutto all’uso insostenibile che le società umane hanno fatto delle risorse idriche negli ultimi cinquanta anni a causa di un’agricoltura intensiva dilapidatoria, di un’industria predatrice, di un modo di vita urbano sprecoso e piratesco e di una classe di dirigenti obnubilata dal sogno di ricchezza e di potenza.
Una rarefazione – e una crisi – che sono largamente reversibili.
Non è, quindi, corretto di considerare, come essi sono riusciti a far credere all’opinione pubblica, che la rarefazione dell’acqua é inevitabile e che la crisi è destinata ad aggravarsi,con sempre più numerosi conflitti tra usi alternativi concorrenti e tra Stati.
Le imprese fortemente dipendenti dall’acqua (imbottigliatrici di acque dolci gassificate e di acque minerali, imprese della carta, dell’alluminio, elettriche/nucleari, del tessile, di distribuzione dell’acqua potabile…) non hanno però dimenticato di rendersi conto che, non avendo esse stesse alcuna intenzione di modificare – né potrebbero farlo - il sistema di produzione, di consumo e di distribuzione che è all’origine dell’attuale rarefazione/crisi idrica, se manca l’acqua «buona» i loro stessi affari entreranno in crisi.
Cosi non a caso, nell’ambito del Global Compact – l’alleanza conclusa nel 2000 tra l’Onu e le grandi compagnie per promuovere una più stretta cooperazione tra le Nazioni Unite e le Glocos (Global Companies) – queste si sono fatte affidare dalle Nazioni Unite nel luglio 2007 il Ceo Water Mandate cioè il compito di riflettere alle soluzioni da portare alla crisi mondiale dell’acqua nel contesto del famoso PPP (Partenariato Pubblico Privato che di fatto, come noto, non è altro che la “Programmazione della Privatizzazione del Politico”).
Tra le imprese multinazionali private alla base del Ceo Water Mandate troviamo Nestlé, Coca-cola, Pepsico, Levi-Strauss, Unilever, Suez, Veolia, Pricehausewaters, delle società finanziarie degli Emirati arabi… Ed è soprattutto così che sin dal primo giorno del World Economic Forum di quest’anno (fine gennaio 2008, il fondatore-presidente del Wef, Klaus Schwab, Peter Brabeck, il Ceo di Nestlé ed il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, hanno affermato che l’acqua rappresenta, insieme al cambiamento climatico, il problema mondiale più critico dei prossimi anni e che, quindi, è urgente di mettere in opera un Patto Mondiale per l’Acqua.
L’indomani i presidenti di Coca-cola e di Pepsico hanno dato il loro sostegno all’idea di un Patto Mondiale per l’Acqua. Sarebbe pericoloso credere che siffatte compagnie abbiano fatto tali dichiarazioni giusto perché «è bello fare delle belle dichiarazioni», come purtroppo è d’uso in certi ambienti politici. Che ci sia una parte di “politica della comunicazione di immagine”, non fa un’ombra di dubbio. Però, quel che è serio è che esse hanno una reale preoccupazione di mettersi in grado di controllare ed orientare, al fine della salvaguardia dei loro interessi, l’evoluzione dei problemi idrici nel mondo nel corso dei prossimi decenni.
A questo fine, uno degli strumenti migliori, da tutti i punti di vista compreso quello dell’immagine e della retorica sulla responsabilità sociale dell’impresa, è quello di pilotare un Patto Mondiale per l’Acqua rispondente alla visione dell’acqua del mondo imprenditoriale e finanziario privato con il sostegno dagli Stati nazionali.
Non v’è modo migliore per imprigionare l’acqua, il bene comune acqua ed il diritto all’acqua – il diritto alla vita per tutti – alle logiche del mercato, della “libera” concorrenza, dello “sviluppo” tecnologico, e dell’efficacia ed dell’efficienza finanziarie per il capitale internazionale privato.
E non è questo, precisamente, che sta cercando di realizzare da anni il ministro Lanzillotta, cosa contro la quale i partiti della Sinistra l’Arcobaleno si sono battuti con energia finora?

Di seguito, un'ASSEMBLEA PUBBLICA
per L'ACQUA BENE COMUNE,
a cui è molto importante partecipare.
....................................................................................................
FORUM TERZO SETTORE
della Provincia di Pistoia

Sabato 5 aprile, ore 16
nel Palazzo dei Vescovi, Piazza Duomo, Pistoia

INCONTRO sul tema:
"L’ACQUA, RISORSA VITALE, BENE COMUNE"

Daniela Gai
Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Pistoia

Tommaso Fattori
Coordinamento nazionale del Forum italiano dei movimenti per l'acqua

Don Silvio Piccoli
Resp.le del Centro per la Pastorale della Carità e del Dialogo, Diocesi Termoli-Larino

Antonio De Lellis
Direttore dell’Ufficio Pastorale sociale e del lavoro, Diocesi Termoli-Larino

Coordinano
Marcello Magrini e Alessandro Paci
Portavoce del Forum del Terzo Settore della Provincia di Pistoia.

I cittadini, le associazioni, gli amministratori, sono invitati a partecipare.

Segreteria organizzativa: Forum Terzo Settore della Provincia di Pistoia
tel. 392-9517988 oppure 335-5696032
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#10 06 Maggio 2008 - 08:15
 
Ma che fai, smetti o continui, visto che è un pezzo...
Anna
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#11 15 Maggio 2008 - 16:31
 
falla finita e mettici un'altro articolo! E' ora!
Giacomo
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
Commenti:
 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.