venerdì 20 gennaio 2012

Storia. Italia Donati (1863-1886): suicidio di una "maestrina" toscana (mercoledì, 12 gennaio 2011)


mercoledì, 12 gennaio 2011

Storia. Italia Donati (1863-1886): suicidio di una "maestrina" toscana

  





Italia Donati, “maestrina”: prossimamente un film su una storia da “caccia alle streghe” nella campagna toscana di fine Ottocento
E’ il primo di giugno 1886, siamo sulle colline del Montalbano, sopra il Padule di Fucecchio, quando, alle prime luci del giorno, viene notato un cadavere sul fondo di un bottaccio. Si accerterà il suicidio per annegamento di Italia Donati, giovane maestra, insegnante dal settembre 1883 nel vicino paese di Porciano, Comune di Lamporecchio, Circondario di Pistoia, allora Provincia di Firenze. 
Un bigliettino, rinvenuto nella tasca di un grembiule rosso abbandonato nelle vicinanze, rivela le ultime volontà della defunta, fra queste la richiesta di una visita medico-legale che, post mortem, ne accerti la verginità, come poi verrà fatto ed acclarato, smentendo così clamorosamente la vox populi che, da ormai tre anni, la bollava come amante del suo datore di lavoro, il Sindaco di Lamporecchio Raffaello Torrigiani, a sua volta accusato, da una lettera anonima, di averla anche indotta ad un aborto. 
Il tragico fatto, emblematico del disagio delle deamicisiane “maestrine dalla penna rossa” che costituirono il nucleo più consistente degli insegnanti italiani e fra le quali si contarono non pochi suicidi, ebbe ampia risonanza a livello nazionale: approfondite inchieste apparvero sul “Corriere della Sera” a firma del “redattore viaggiante” Carlo Paladini, ed anche Matilde Serao scrisse per il “Corriere di Roma” un lungo articolo dal titolo Come muoiono le maestre. (1)
Nel 2003 Elena Gianini Belotti ha riproposto questo caso in un bel libro (2) dal quale si progetta, con l’ausilio delle istituzioni locali, una trasposizione cinematografica che dovrebbe realizzarsi per l’anno prossimo. (3)
E’ il primo gennaio del 1863 che a Cintolese, Comune di Monsummano, allora Provincia di Lucca, viene alla luce Italia: lo stesso nome di uno Stato giovane, nato appena due anni prima. La famiglia di Italia è numerosa, il padre è un povero “granataio”, mestiere tipico di una zona densa di erbe palustri. 
Crescendo Italia dimostra volontà ed intelligenza ed il suo insegnante Baronti convince la riluttante famiglia a farla studiare per maestra. Con gran sacrificio, circondata dall’ invidia e dalla diffidenza di fratelli e sorelle e di una comunità astiosa che non vuol gioire della sua opportunità di uscire da una grama condizione subalterna, riuscirà, dopo un fallito tentativo a Lucca, a ottenere l’agognata “patente” a Firenze: con essa ecco arrivare il tanto atteso primo incarico a Porciano. 
La ragazza dovrà innanzitutto presentarsi al Sindaco, infatti in quel tempo l’insegnamento era affidato ai Comuni, obbligati in seguito alla legge Coppino del 1877, varata dal governo della Sinistra Storica, ad istituire una scuola in ogni consistente frazione del loro territorio: il consiglio comunale deliberava le assunzioni, ma in pratica le maestre venivano scelte dai sindaci, che potevano rinnovare o disdire gli incarichi e che non sempre erano onesti nel loro agire. 
Sovente si tendeva a risparmiare sulle spese scolastiche ed il lavoro di una maestra, specie nei comuni rurali, non era certo facile: malpagata, doveva, con scarsissimi sussidi didattici, insegnare a pluriclassi miste, sovente sovraffollate, in locali d’affitto spesso angusti, bui, non riscaldati e malsani. Le “maestrine” erano poi generalmente malviste dai parroci ai quali era stato tolto l’insegnamento, (con il relativo sussidio) fino ad allora impartito ai soli maschi, in locali parrocchiali, inoltre, e soprattutto, non erano ben accolte dai paesani, che avevano in odio quell’obbligo scolastico che sottraeva i figli al lavoro dei campi e che poi non tolleravano che una donna, sola e lontana da casa, avesse una benché minima autorità. 
Il Sindaco di Lamporecchio, Raffaello Torrigiani, ricco possidente con fama di donnaiolo impenitente, rivolge quindi il benvenuto a Italia invitandola a pranzo nella sua Villa di Papiano, dove abita con la moglie Maddalena, sposata solo in chiesa, e l’amante Giulia De Michelis, con le rispettive figlie. 
Durante il desinare la ragazza chiede al Sindaco se potrà trovare da affittare un appartamento vicino alla scuola, ma il volitivo Torrigiani, “generosamente”, ma risolutamente, le offre ospitalità nell’ampia sua Villa, facendole notare che essa dista solo un paio di chilometri dalla scuola di Porciano: Italia risparmierà sull’affitto, insegnerà alle due figlie di Giulia, già grandicelle, e così potrà mandare più soldi ai genitori. 
A niente servono i pretesti addotti dalla ragazza per declinare l’insidioso invito. Italia, anche velatamente minacciata di un mancato rinnovo dell’incarico, deve quindi accettare: pensa soprattutto ai bisogni della sua famiglia, alla quale chiederà, inascoltata, l’affidamento di una nipote da tenere con sé, per precauzione, a Papiano. La presenza dell’ emancipata maestrina nella Villa del potente Sindaco susciterà da subito, nella gente del contado, invidia e intolleranza, poi notevole ostilità, in un crescendo di ritorsioni e isolamento. 
Indicata al pubblico ludibrio come “seconda concubina” del Torrigiani, Italia saprà, ma solo qualche tempo dopo, del non incoraggiante precedente di Vittoria Lastrucci, anch’essa maestra di Porciano e ospite in casa del Sindaco, sottrattasi con la fuga ad insistenti avances e, dopo varie vicende, licenziata. 
Inoltre Italia, molto giovane, si dimostrerà anche abbastanza sprovveduta accettando ad esempio, più volte, di far compagnia a Giulia sulla carrozza del Torrigiani che ama ostentare il suo potere sfilando di domenica lungo l’affollato corso principale di Lamporecchio. Quando il Sindaco si vanterà con gli amici di averla baciata, la voce sulla dubbia moralità della maestrina raggiungerà anche Monsummano suscitando perplessità persino nella sua famiglia. 
Italia risponde gettandosi con passione e competenza nel lavoro, tanto che l’incarico le verrà per ben due volte confermato, si prodiga per la gente durante l’epidemia di tifo del 1884, ma l’isolamento cresce e le restano poche persone su cui può confidare: il sarto Fanti, il brigadiere dei carabinieri Giannini, ambedue segretamente innamorati di lei, l’anziano locatore dell’edificio scolastico, il medico condotto ed il farmacista di Lamporecchio.
L’infame lettera anonima sul presunto aborto fa precipitare la situazione: Italia, indagata dalla Procura del Re, proclama ai quattro venti, in vari modi, ma inutilmente, la sua innocenza. Infine richiede alle varie autorità una visita medico-legale che ufficialmente ne accerti la verginità: nessuno su questo piano potrà aiutarla.
In tal senso incontra anche l’Ispettore scolastico del Circondario di Pistoia nella persona di Renato Fucini, famoso autore de Le Veglie di Neri, un cui libro di testo per le scuole, Il mondo nuovo, è adottato anche a Porciano. Fucini, pur abitando in quel tempo a Pistoia, ben conosce la zona: la sua avita dimora di campagna è a Dianella, vicino Vinci, a poca distanza da Porciano, ed in Valdinevole è amico di personaggi importanti, innanzitutto Ferdinando Martini, ma anche del Sindaco Raffaello Torrigiani. L’Ispettore, al pari del Consiglio Comunale, le riconferma la fiducia professionale, ma in fondo, come nota la Giannini Belotti, sembra anche lui dubitare della sua condotta morale: infastidito si limita a consigliarle un trasferimento, ma intanto, discretamente, fa svolgere un’inchiesta sulla sua vita privata. (4)
In seguito, mentre il Sindaco si dimette, Italia riesce finalmente ad avere accanto a sé una nipote, poi ad uscire dalla Villa di Papiano, spostandosi in una casa vicina alla scuola, ed infine ad ottenere, per l’anno successivo, il trasferimento alla scuola di Cecina, vicino a Larciano. Ma alcune lettere anonime le attribuiscono ora una nuova relazione, questa volta con il figlio del locatore, mentre altre, giunte da Cecina, già la bollano come “avanzo dei porcianesi”: ossessionata e stremata non vedrà altra via d’uscita che il suicidio!
Il suo illuminante dramma suscita profonda reazione nella tardivamente pentita opinione pubblica locale: Porciano ora piange per il linciaggio morale a cui l’aveva sottoposta e aiuta i Donati a trasferire la salma nel cimitero di Cintolese. Il funerale predisposto dal Comune è imponente: in prima fila gli alunni cui Italia aveva voluto bene. La lapide è donata dal “Corriere della Sera” ed il Ministro della Pubblica Istruzione approva un sussidio per i genitori della defunta. Ma la memoria di Italia Donati, almeno in ambienti femminista e/o scolastico, non è morta, spesso il suo nome ricorre in convegni di studio e da poco più di una decina d’anni le è stata intitolata la scuola primaria di Cintolese.
Una vicenda d’altri tempi, quella d’Italia, in cui la condotta morale di una fanciulla, aveva, in ogni senso rispetto ad oggi, un altro peso…ma non fino in fondo: non sta ad esempio riaffiorando ultimamente, con l’estendersi del precariato, il problema della ricattabilità sul posto di lavoro?
                                                                                                             
                                                                                    Carlo Onofrio Gori

1) Cfr. Elisa Bonadimani, La figura del maestro elementare nel romanzo di scuola in Italia dal 1860 al 1920. Ricostruzione del profilo sociale e culturale del maestro italiano attraverso la letteratura e le riviste pedagogiche nel sessantennio liberale, Università degli Studi di Bergamo, Dottorato di Ricerca in Scienze Pedagogiche, Dipartimento di Scienze della Persona, 2008-2009.

2) Mi informa di ciò Carlo Vannini, Bibliotecario di Monsummano, e me lo conferma la sig.ra Caterina Pani che si occupa del progetto.

3) Elena Giannini Belotti, Prima della quiete. Storia di Italia Donati, Rizzoli, 2003. Il libro, come afferma l’A. è stato scritto anche sulla scorta di un documentato articolo del Prof. Enzo Catarsi, Il suicidio della maestra Italia Donati, in “Studi di Storia dell’ Educazione”, 3, 1981, pp. 28-55.

4) Nel racconto la La maestrina, pubblicato postumo nel 1921, Fucini descrive una vicenda, solo per alcuni aspetti, simile a quella della Donati: cfr. Renato Fucini, Tutti gli scritti, Trevisini, 1961, pp. 166-175.


Riproduzione dell'articolo di Carlo Onofrio Gori, Italia Donati, suicidio di una "maestrina", in "Microstoria", n. 66 (ott.-dic. 2010)


Microstoria 66 2010 (2)75181_1654705778153_1552323993_31607651_717860_n (2)

Attenzione
il post di questo blog e questi articoli sono riproducibili parzialmente o totalmente solo previo consenso o citazione esplicita dell'autore e del sito web e/o rivista.



cog@interfree.it  carlo.onofrio.gori@facebook.com









Commenti:
 

#1 15 Gennaio 2011 - 11:57
Ottimo questo articolo: ti segue sempre e spessoè un piacere.
Luigi
La mia homepage: http://sddutente anonimo  (IP: 33498accfd06971)

#2 15 Gennaio 2011 - 18:24
Caro Professore, ho letto con grande interesse e partecipazione questo suo bellissimo articolo che ci illumina su fatti di ieri, come quello di Italia Donati, che possono insegnarci molto anche oggi. La ringrazio!
Maria Betti
utente anonimo  (IP: 78b037aebe9d768)

#3 15 Gennaio 2011 - 19:11
Ringrazio Luigi e Maria che gentilmente mi hanno fatto i complimenti per questo articolo e voglio ringraziare qui anche gli amici e le amiche, come Filomena e Maria Paola, che si sono complimentati su Facebook (essendo un po' "imbranato" in queste cose non ho ancora imparato a fare un collegamento diretto fra questo blog e FB!) .
In particolare vorrei ringraziare M. Cristina Di Canio che giovedì scorso ha scritto:
"Non conoscevo la vicenda di Italia Donati. La sua triste storia è preziosa per capire la condizione delle donne del passato. Ho messo il blog tra i miei collegameti preferiti. Grazie."
Mentre Marco Fedi ha scritto:
" Bell'articolo. E la chiusura pure. Conoscevo la vicenda dai tempi di un esame in Storia dell'Educazione. Che dire, serve la massima vigilanza e solidarietà in questi tempi cupi, in cui, nonostante bunga-bunga, evasione fiscale da parte dei briatore e briatorini vari, abbiamo i cc.dd. geni dell'informazione che alimentano le fiamme." Grazie a tutti!!!
La mia homepage: http://historiablogori.splinder.com Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. Blocca questo utentegorca49

#4 15 Gennaio 2011 - 19:13
Colgo l'occasione per segnale su invio dell'amico Giovanni Commare questo importante appuntamento:
Domenica 16 gennaio il convegno-dibattito pubblico "La politica è morta, viva la politica!"     Il Grandevetro vi invita   Domenica 16 gennaio 2010 alle ore 16:00a Fucecchio presso l'auditorium della Fondazione "I Care" in via 1 settembre 43/BLa politica è morta, viva la politica! 
Un appuntamento, due parole e una manciata di certezze 


Relatori:
Alfonso Maurizio Iacono, Direttore del Grandevetro e Preside della Facoltà di lettere e filosofia a Pisa
Rocco Albanese, Movimento studentesco 'Sinistra Per' dell'Università di Pisa
Alessio Bellini, Sinistra Ecologia Libertà
Francesco Colonna, collaboratore del Grandevetro
Eluisa Lopresti, Partito Democratico - Alfio Pellegrini, Direttivo Arci Regionale
Severino Saccardi, Direttore della rivista Testimonianze
Mario Aldo Toscano, Docente di sociologia presso l’Università di Pisa   Dopo il convegno seguirà una cena. Se volete partecipare siete pregati di dare entro mercoledì (domani sera) la vostra conferma. Grazie.
I contenuti della giornata costituiranno il nucleo tematico del prossimo numero.
Un consiglio? regalati  e regala un abbonamento a Il Grandevetro!Con 30 euro chi ti ama ti amerà ancora di più, chi non ti ama è certo che ti amerà. Almeno per un anno.
ccp 14570568 - Il Grandevetro - via I Settembre 43/B - 50054 Fucecchio (FI)
La mia homepage: http://historiablogori.splinder.com Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. Blocca questo utentegorca49

#5 21 Gennaio 2011 - 13:19
Ho letto con vivo interesse questo tuo articolo sull'ultimo numero di Microstoria e torno a leggerlo volentieri qui. Una vicenda di ieri che mai come oggi è attuale! Ma ,a proposito, questo tuo blog è nato con taglio storico, ma anche politico. Perché non scrivi più da un pezzo qualche post politico? Penso di saperlo, anch'io sono stanco, ma ti chiedo di uscire dal tuo guscio e di dirmi come la pensi sull'utime boccaccesche e penose vicende del "nostro".
 Con stima.
Mauro 
utente anonimo  (IP: a4e6a32044b2390)

#6 21 Gennaio 2011 - 16:04
Caro Mauro, ma sì, scrivo ancora qualcosa, malgrado il voltastomaco, di politica italiana, soprattutto lo faccio su Facebook. Ad. esempio oggi ho scritto qualcosa sul "nostro" :

Finalmente, ieri, da parte di OltreTevere si è battuto un colpo sulla nota squallida vicenda della "vecchia, incontinente, satrapica volpe". Dalla tetragona e servilmente interessata compagine che sostiene al potere la "vecchia, incontinente, satrapica volpe", appoggiata dal "gatto padano", è venuta una risposta, che vale molto di più delle continue, urlanti e defatiganti performances televisive della signora "che-santa-non-è" e di qualche altro squallido, replicante, lacchè televisivo. La solita "captatio benevolentiae" nei confronti del "parroco": progetto di esenzione fiscale per gli immobili (anche non di culto) ecclesiastici (cliniche, auditorium, cinema, ritirate, parcheggi ecc. ecc.): costo in perdita per l'erario (e quindi per il contribuente italiano valutata (vd. trasmissione Augias-Perina di oggi su Rai3) in 1 miliardo di euro! Anche così, e non solo con lo stacco di assegni, la "vecchia, incontinente, satrapica volpe" cerca di mantenersi al potere. Olezzante, ma eppure ancora immarcescibile (avanti così Belpaese!): mai come ora, (è proprio questo, in tutto i sensi, il caso di dirlo!) "IL RE E' NUDO!"

Ti salato e spero vederti presto.
Carlo
La mia homepage: http://historiablogori.splinder.com Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. Blocca questo utentegorca49

#7 22 Gennaio 2011 - 13:38
OK.OK!!!
utente anonimo  (IP: 6cb29231e4c5f15)

#8 29 Gennaio 2011 - 16:02

Union Mondiale des Libres Penseurs - International Humanist and Ethical Union Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"
Fondata nel 1906
NEL NOME DI GIORDANO BRUNO
libertà responsabilità parità
giovedì 17 febbraio 2011 – ore 16.45
Roma - Piazza Campo dei Fiori
Cerimonia deposizione corone con la partecipazione della Banda Musicale del Corpo di Polizia Municipale e Saluti Istituzionali
e dell'avv. Bruno Segre (Presidente onorario Ass.ne Naz.le del Libero Pensiero "Giordano Bruno")
Interventi
Maria Mantello (Giordano Bruno - libertà responsabilità parità)
Carlo Bernardini (Per la promozione della laicità)
Franco Ferrarotti (Giordano Bruno: elogio dell’eresia)
Partecipazione artistica
Centro Studi Enrico Maria Salerno
Angela Antonini e Paola Traverso
Parole e musica
Holden e Fabiola Perna
presenta: Antonella Cristofaro
COMUNICATO STAMPA
Anche quest’anno l’Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" ricorderà il 17 febbraio 2011 a Campo dei Fiori a Roma, a partire dalle ore 16.45 il pensiero e l’attualità del grande filosofo di Nola con un convegno sotto il suo monumento.
Sono previsti gli interventi di Franco Ferrarotti (Giordano Bruno - Elogio dell’eresia), Carlo Bernardini (Per la promozione della laicità), Maria Mantello (Giordano Bruno - libertà responsabilità parità).
« Giordano Bruno venne arso vivo a piazza Campo de’ Fiori a Roma il 17 febbraio del 1600 perché eretico, pertinace, impenitente... come recitava la condanna del tribunale della Santa Inquisizione Romana presieduto personalmente dal papa. Ma la fiamma della filosofia di Bruno è pertinacemente viva e potente davanti a noi. Formidabile insegnamento per affermare la dignità di esseri umani moralmente responsabili e che vigilano per l’affermazione di libertà e giustizia. Formidabile monito per uscire dalla sottomissione ed essere orgogliosi nella faticosa conquista della propria autodeterminazione e per costruire una società di liberi e uguali nel supremo valore della laicità, che non a caso la nostra Carta Costituzionale pone a fondamento dello Stato»
Di tutto questo si parlerà a Roma, a Campo dei Fiori, mercoledì 17 febbraio sotto il monumento di Giordano Bruno, nella commemorazione-convegno, promossa dalla Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno", col patrocinio:
dell’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma;
dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici - Centro Internazionale di Studi Bruniani "Giovanni Aquilecchia" (CISB).
Per informazioni: 3297481111; liberopensiero.giordanobruno@fastwebnet.it
La mia homepage: http://eeeeutente anonimo  (IP: e903d6dee878b8f)

#9 30 Gennaio 2011 - 14:17
Mi piace,grazie. Lorenzo
utente anonimo  (IP: 6b3f739af83147e)

#10 06 Febbraio 2011 - 17:30
Ho avuto il piacere di leggere questo suo bellissimo articolo su una vicenda che anche oggi pone molti stimolanti intrerrogativi e fa molto pensare, sembra che spesso, ieri e oggi, ci siamo dimenticati e ci dimentichiamo di essere un paese civile. La saluto con profonda stima.
Mara Poli
La mia homepage: http://mputente anonimo  (IP: 28279d74f24b2c1)

#11 07 Febbraio 2011 - 10:39
Ringrazio di nuovo tutti gli amici che hanno voluto commentare e si sono complimentati per questo mio, ennesimo, articolo-post di historiablogori.splinder.com, in particolare, oltre a Mara Poli, la sig.ra Paola Lovisolo che ha gentilmente e nuovamente (dopo aver pubblicato quello sui Macchiaioli) voluto pubblicare anche questo mio scritto sul bellissimo e interessantissimo blog culturale-letterario che invito tutti a "frequentare":
   http://viadellebelledonne.wordpress.com/     Lo stesso invito per un altro bello e recente blog dell'amico Fabio "deneva" Gandolfi di cui riporto il post iniziale: Ciao a tutti.Benvenuti.Come inizio vorrei parlare di un concetto che secondo me è molto importante:la necessità.Riflettevo su questo dopo che ieri,scendendo dall'autobus,come spesso accade c'era gente che si era piazzata in mezzo alle porte dell'uscita pur non dovendo scendere e altra che,pur essendo di fianco a me,ha voluto per forza scendere dalla mia parte costringendomi a urtare tutti e a rendermi difficoltosa la discesa.Riflettendo su questo episodio,ho pensato come Schopenhauer abbia ragione quando dice che il mondo è un'esplosione di irrazionalità (criticando l'idealismo di Hegel) e la storia non insegni proprio nulla,compiendo l'uomo sempre atti di sopraffazione e rimanendo sempre uguale a se stesso. Se siamo spinti,dunque,come dice S.,dalla necessità che è cieca e irrazionale,puro istinto di sopravvivenza,è tutto molto squallido,non trovate ?
  http://amiciesistenzialismo.blogspot.com/

La mia homepage: http://historiablogori.splinder.com Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. Blocca questo utentegorca49

#12 13 Febbraio 2011 - 11:39
9 commenti (+add yours?) --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------  maria gisella catuogno feb 04, 2011 @ 17:18:33 Non conoscevo questa drammatica vicenda, pur essendo nel mondo della scuola e non lontana dai luoghi della “persecuzione” alla povera Italia! Grazie dunque all’autore e a Paola che ha pensato (bene) di proporcela. -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------   marinaraccanelli feb 04, 2011 @ 19:27:56 una storia, questa, davvero emblematica sotto tutti gli aspetti; la vicenda finì in tragedia per Italia Donati e altre, ma per tutte le maestre della neonata Italia il lavoro e la vita furono una lotta strenua e quotidiana. Partivano dal nulla, senza sussidi didattici, con alunni che parlavano incomprensibili dialetti, figli di analfabeti: la lingua italiana era parlata solo in Toscana e poco più, l’analfabetismo era oltre al 90 per cento. Perfino le classi sociali medio-alte, che sapevano scrivere in italiano (ma quello letterario) non lo parlavano. E’ a queste modeste ma energiche “maestrine” che dobbiamo la diffusione della lingua italiana parlata e scritta, e la lotta contro l’analfabetismo non sarebbe mai stata vinta senza di loro! marina ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ clelia pierangela pieri feb 05, 2011 @ 14:30:57 Nulla da aggiungere, se non ringraziare. Ho letto con vero interesse. Grazie. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ antonella pizzo feb 05, 2011 @ 17:27:35 Povera donna, vittima delle maldicenze ma più d’ogni cosa vittima dell’ignoranza e dell’invidia degli uomini, di quegli uomini che non tolleravano che una donna potesse avere autorità e cultura e potesse insegnare. Assolutamente non conoscevo questa storia finita così drammaticamente. Mi chiedo se hanno già fatto il film. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ donatellarighi feb 05, 2011 @ 23:54:09 “Come muoiono le maestre”, come intitolava la Serao, sarebbe un articolo attualissimo! E mi ha pure fatto sorridere. Cito dal post: “Sovente si tendeva a risparmiare sulle spese scolastiche ed il lavoro di una maestra, specie nei comuni rurali, non era certo facile: malpagata, doveva, con scarsissimi sussidi didattici, insegnare a pluriclassi miste, sovente sovraffollate, in locali d’affitto spesso angusti, bui, non riscaldati e malsani. ” Oddio, direi che nel 1800 la situazione non si discostava molto da quella attuale. Le maestre di oggi versano nelle medesime condizioni: malpagate, costrette ad acquistare di tasca propria i sussidi didattici o a fabbricarseli con materiale di recupero, obbligate a essere “uniche” in classi che arrivano a sfiorare i 30 alunni, pluriclassi nel senso della eterogeneità estrema degli individui che le affollano e i locali, be’, lasciamo perdere, spesso collocati in edifici di epoca ancora precedenti la maestrina toscana… Anche la storia personale di Italia Donati fa rabbrividire, perché altro non è che un’ennesima e datata vicenda di stalking. Niente di nuovo sotto il sole, le donne sono ormai avvezze a tali trattamenti. Fa male sapere che per quasi due secoli poco o nulla è cambiato nella sostanza. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- margherita ealla feb 06, 2011 @ 14:57:48 W le maestre! che lavorano al meglio in un sistema che non supporta il loro lavoro. W le maestre che adddirittura, come da fatto recente, arrivano a saltare la mensa a rotazione (e vengono pure richiamate all’ordine !?) per fare usufruire il pasto ad una bambina (guarda caso extracomunitaria…) altrimenti esclusa. Ringrazio anch’io per questo post e, riallacciandomi al commento di Donatella che mi precede, mi viene da dire che sì, cambia il termine (adesso è stalking) ma questo “trattamento” alle donne, tanto più se “senza protettori” perché autonome, si ripete spesso. Poi se guardiamo alle cronache… ------------------------------------------------------------------------------------------------------------- massimo feb 09, 2011 @ 11:22:29 Nessuno mai nomina la responsabilità delle donne sulle donne. Ho perso l’amore della mia vita a causa di una donna malvagia che ha “sputtanato” in un piccolo paese di montagna il mio delicato amore. Le ha tolto l’anima, e ora rischia molto, nomina la storia tragica di Italia Donati. Che poi la donna malvagia fosse la mia ex moglie, poco importa, lo riferisco solo per correttezza. Nessuno mai denuncia questo? E se viene da un uomo tale denuncia possibile che il pregiudizio delle donne renda meno grave tali atti? Una sequela di molestie è una molestia, da qualunque parte arrivi. Scusate lo sfogo, con le lacrime agli occhi. Un’anima, di uomo, persa ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- carlo o. gori feb 09, 2011 @ 21:22:06 Ringrazio la bravissima Paola Lovisolo per aver nuovamente e gentilmente voluto pubblicare anche questo post dal mio blog “principale” //historiablogori.splinder.com (ho in “costruzione” su blogspot.com un blog dal titolo provvisorio //goriblogstoria) Ringrazio anche le Signore che hanno così bene commentato: è una vicenda d’altri tempi, ma oggi purtroppo, al di là di quel contesto, sembrano riproporsi certi aspetti essenziali qui sopra dalle commentatrici ben sottolineati. Ho scritto questo articolo su Italia per la rivista toscana “Microstoria” prima che si fosse di nuovo costretti ad assistesse nelle cronache attuali alle miserie della “nostra” ricca classe “dirigente (?)”, ma avevo purtroppo già ben presenti l’odierno riproporsi di tematiche come la difficoltà di giovani e donne “per” e “nel” lavoro, la ricattabilità, le violenze antifemminili, l’ignoranza da “Bar sport” con i conseguenti “abusi della credulità popolare”, ecc. ecc. Leggevo prima, da appassionato di storia, su it.paperblog.com un bel post di Maria Gisella Catuogno su Pietro Gori che così si conclude: “Pietro Gori continua a vivere nel cuore di chi, pur vivendo nell’epoca della globalizzazione e quindi in condizioni storico-economiche e politico-culturali completamente diverse da quelle di un secolo fa, continua a credere nei valori della libertà e della giustizia sociale.Per questo la sua figura merita di essere conosciuta e apprezzata anche dalle giovani generazioni.” Io credo che, proprio perché viviamo sopportando gli effetti di questa globalizzazione che sembrano spazzar via luminose conquiste di dignità umana ottenute dai migliori dei nostri nonni e dei nostri padri, (e qualcuna… anche da noi…ahimè non sono più giovane!), occorra non stancarsi di riproporre oggi i “valori della libertà e della giustizia sociale”. Ringrazio di nuovo tutti! Carlo Onofrio Gori --------------------------------------------------------------------------------------------------------------- paolalovisolo feb 10, 2011 @ 15:56:55 Vi ringrazio per la lettura e la partecipazione espressa negli interessanti commenti. ringrazio ancora Carlo Onofrio Gori per essere intervenuto personalmente e per la citazione dell’ articolo di Maria Gisella: http://viadellebelledonne.wordpress.com/2011/01/08/omaggio-a-pietro-gori-di-maria-gisella-catuogno/ caro saluto paola
utente anonimo  (IP: 0e2a92757ca1553)

#13 03 Marzo 2011 - 07:36
Sull'artciolo riporto questo lusinghiero commento, con mia risposta:


-----Messaggio originale-----
Da: "Dott. Puccini Giacomo" <dottpuccini@virgilio.it>
Inviato il: 2 Mar 2011 - 22:26
A: <cog@interfree.it>

Mi compiaccio vivamente con Lei per il preciso articolo su Italia Donati di cui conoscevo già da anni la triste storia.Si fà riferimento nel titolo dell'articolo ad una possibile trasposizione cinematografica del libro della Sig.ra Belotti.E' attualmente in possesso di conferme certe su questo progetto?Grazie

Egr. Dott. Puccini,
La ringrazio per i complimenti che cortesemente mi ha voluto rivolgere.  Le mie notizie sullo "stato d'avanzamento" del progetto del film su Italia Donati risalgono al periodo della pubblicazione dell'articolo sulla rivista"Microstoria", n. 66 (ott.-dic. 2010) e me le fornirono, prima, il dott. Carlo Vannini, Bibliotecario di Monsummano (P.zza Martini, 10. Monsummano Terme (PT) Tel.: 0572 959501. Fax.: 0572 959500. E.mail : biblioteca@comune.monsummano-terme.pt.it), e poi la sig.ra Caterina Pani che si occupa del progetto.  
Nuovamente La ringrazio e Le porgo Cordiali Saluti.

Dott. Carlo O. Gori




La mia homepage: http://historiablogori.splinder.com Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. Blocca questo utentegorca49

#14 04 Marzo 2011 - 11:43
Vedo con interesse che il tuo articolo storico sulla povera Italia Donati postato a gennaio è oggi tornato di "attualità" per molti versi. La precarità e ricattabilità del lavoro giovanile e femminile, poi il ruolo della donna (vedi "bunga-bunga") e da ultimo le dichiarazioni di Berlosconi contro la scuola pubblica. Piano piano ritorniamo a quei tempi...e forse anche peggio!
Comunque il tuo articolo oltre che bello è illuminante e fa rifletere sull'ieri e sull'oggi. Bene! Ciao e continua. Luigi
utente anonimo  (IP: 0da4d3a117cf095)

#15 19 Marzo 2011 - 12:08
  Carlo Onofrio Gori Ho pubblicato sul mio blog historiablogori.splinder.com un nuovo mio articolo recentemente comparso sulla rivista "Microstoria":
Italia Donati (1863-1886): suicidio di una "maestrina". Una storia di "caccia alle streghe" nella campagna toscana di fine Ottocento.
 n nuovo mio articolo recentemente comparso sulla rivista "Microstoria": Italia Donati (1863-1886): suicidio di una "maestrina". Una storia di "caccia alle streghe" nella campagna toscana di fine Ottocento.">  12 gennaio alle ore 11.04 · Non mi piace più ·  · Condividi
  •  
  • A te, Filomena Pavese e Maria Paola Vannucchi piace questo elemento.
    • Carlo Onofrio Gori Ringrazio Maria Paola, Marco Fedi, M Cristina Di Canio e Mario Di Bari
      per i commenti favorevoli a questo articolo.
       13 gennaio alle ore 11.03 · Mi piace
    • Carlo Onofrio Gori Ringrazio anche Filomena e quanti altri vorranno soffermarsi su questo articolo. 13 gennaio alle ore 20.46 · Mi piace
La mia homepage: http://historiablogori.splinder.com Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. Blocca questo utentegorca49
Commenti:
 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.