venerdì 20 gennaio 2012

Storia. Agli albori del Risorgimento: il consapevole sacrificio di Francesco Benedetti, poeta e carbonaro (giovedì, 30 giugno 2011)


giovedì, 30 giugno 2011

Storia. Agli albori del Risorgimento: il consapevole sacrificio di Francesco Benedetti, poeta e carbonaro



Pistoia 1821: suicidio di un poeta cospiratore 

Sono le 5,30 della sera del primo maggio 1821 ed una carrozza postale, partita da Lucca alle 9,30 del mattino e diretta a Firenze, giunge nei pressi di Pistoia. La vettura si ferma alla locanda di Giuseppe Bracciotti, posta fuori Porta Lucchese e mentre il procaccia Luigi Ragghianti esce da cassetta occupandosi dei cavalli, scendono anche i passeggeri. Uno di questi, un signore ancora giovane, di modesta statura e piuttosto pingue, ma dal portamento fiero ed accigliato, chiede all'oste una camera ariosa: ottenutala, prega un servitore della locanda di entrare in città e recapitare un suo messaggio all'indirizzo del prof. Pietro Petrini. In attesa della risposta e della cena, fissata per le 6,30 ed alla quale ha accettato di partecipare insieme agli altri viaggiatori, esce dalla locanda e passeggia un po’ con uno di questi, il gioiellire fiorentino Masini: fumano ed il Masini cerca di attaccare discorso. Impresa ardua per lui perché il giovane signore è rimasto taciturno per tutto il viaggio, soltanto al confine fra Ducato di Lucca e Granducato di Toscana, durante il controllo alla Dogana del Cardino, ha mostrato una grande ansia e poi quando ha visto i gendarmi lucchesi consegnare un giovane in catene ai loro colleghi toscani ed ha constatato come quest’ultimi maltrattassero il prigionero, rivolto al Masini ha sussurrato: “Ogni mezzo è santo, pure di non finire mai fra quelle mani”. Il gioielliere comunque ora si lamenta con lui della scarsa qualità del tabacco che ha sempre trovato a Pistoia e l’austero signore gli offre il suo sacchetto di buon tabacco, al rifiuto del Masini di accettarlo tutto risponde: “Prendetelo perchè quando avrò finito questo che ora fumo, non ne avrò più bisogno”. Tornano alla locanda, il signore si ritira nella sua camera per cambiarsi, indugiandovi un po’ troppo, mentre i commensali già da tempo sono a tavola e lo stanno aspettando con impazienza per iniziare la cena: viene mandato a chiamare, risponde che scenderà subito, ma poco dopo si ode uno sparo. Tutti salgono e lo trovano esanime: colpo alla testa, suicidio. 
La tragica vicenda, avvenuta nell’edificio dell’attuale Via N. Sauro n. 175, destò notevole sensazione in Pistoia soprattutto quando si seppe che il taciturno viaggiatore rispondeva al nome del poeta, tragediografo e storico cortonese Francesco Benedetti, e che su di lui pendeva un mandato di arresto perché coinvolto nel processo istruito a Firenze alla fine dell'aprile 1821 contro i carbonari toscani in seguito al quale, tra l’altro, verrà poi condannato in contumacia anche il poeta estemporaneo pistoiese Bartolomeo Sestini, organizzatore della setta a livello italiano che Benedetti da tempo ben conosceva. 
In quei giorni le truppe austriache, braccio armato della Santa Alleanza, avevano appena stroncato nel Napoletano ed in Piemonte i moti costituzionalisti iniziati nel 1820. Nel Granducato si vuol dimostrare a Vienna un soddisfacente zelo inquisitorio anche se, per intelligente scelta politica, non si vogliono creare martiri: in cambio della delazione si promette ai carbonari arrestati riduzione di pena o libertà. Alcuni parlano e indicano, pur cercando di sminuirne le responsabilità in seno all'organizzazione settaria, anche il nome di Benedetti. 
Il poeta, che a nostro avviso non era in seno alla Carboneria toscana un personaggio affatto secondario, sente imminente l’arresto: scappa dalla sua abitazione fiorentina di via della Scala e si dirige verso il porto di Livorno proponendosi di riparare in Inghilterra, ma a Pontedera si rende conto che il suoi documenti non sono sufficienti per quel tipo di espatrio. Perciò si sposta a Pisa per avere un consiglio dall’amico prof. Carmignani e questi gli suggerisce di provare a richiederli al Ducato di Lucca, perciò passa il confine: niente da fare perché, ovviamente, i lucchesi si dichiarano incompetenti indirizzandolo alla sede della Legazione Toscana. Affranto Benedetti pensa allora di restare in territorio lucchese rifugiandosi nella villa di campagna dell’amico Giovanni Caselli, suo sodale letterario e politico. Viene invece, pare per ordine del proprietario, sollecitato dal personale di servizio a partire. Disperato si rassegna a ripassare il confine ed a tornare verso Firenze e, per il suo alto senso della responsabilità e dell’onore,  pone fine a Pistoia alla sua breve e non facile vita.
Francescoera nato a Cortona il 5 ottobre 1785 da Pasquale e da Rosa Tamburi, merciai caduti in miseria. Per compiere gli studi dovette prima entrare nel Seminario della sua città e solo con un sussidio del suo Comune nativo potè poi laurearsi in legge a Pisa. Ugualmente fu da questo aiutato ad avviare uno studio legale a Firenze, città dove, salvo brevi soggiorni a Cortona, risiedè costantemente. Fece poco l’avvocato, preferì dedicarsi, oltre alla cospirazione politica, ad intensa attività culturale. Nei suoi pochi anni di vita scrisse moltissimo: delle sue undici  tragedie, per lo più ispirate a modelli classici, ad Alfieri e a Metastasio, sette vennero rappresentate ed una, il Telegono, fu particolarmente apprezzata dal Monti. 
Ben più intensa la sua ispirazione poetica, infatti "oggi si rivalutano, - come afferma un critico particolarmente attento alla poesia toscana, il monsummanese Giampiero Giampieri - soprattutto le sue odi civili, all'Italia (1814-1815), ma anche Per la nascita del Re di Roma (1811), l’Ode IV (1814) sul Murat, quelle per la concessione della costituzione spagnola del 1820 e altre ispirate a sentimenti di amicizia o di dolore. Poesie patriottiche interessantissime ed anche belle, neoclassiche eppure ricche di elementi visionario-romantici che ai suoi tempi furono apprezzate da Giambattista Niccolini e da Vincenzo Monti e nelle quali si avverte un'aria di famiglia col grande Leopardi della canzone All'Italia".
Pubblicò a Firenze nel 1816 il “Giornale di letteratura e belle arti”, si dedicò a saggi storici, ebbe un’intensa attività epistolare. Ricevette anche premi e riconoscimenti “ufficiali” tuttavia, pur conosciuto, non riuscì mai veramente “a sfondare”: dalla letteratura trasse sempre scarsi proventi guadagnandosi la vita soprattutto con l'insegnamento privato, non essendo riuscito ad ottenere cattedre pubbliche. Ebbe un grande e tormentato amore per una popolana cortonese, Carolina Bonaiuti, bella quanto infedele, che nelle sue poesie chiamò Glicera e per lei, nel 1811, fu ferito in un duello. 
Dopo l’Unità la figura di Benedetti potè essere adeguatamente onorata. 
A Pistoia, dove l’ “infelicissimo” poeta fu nel 1821 rapidamente sepolto in una fossa anonima, lo ricordano due lapidi, una posta nel 1865 al cimitero della Misericordia, ed un’altra nel 1886, sulla casa del suo suicidio, mentre altre due lapidi onorano Benedetti nella sua Cortona: la prima posta nel 1898 sulla sua abitazione natale dal “Consorzio degli Operai” e la seconda nel 1921 in via Ghibellina dalla “comunità cortonese” che nel “centenario del suo sacrificio” volle ricordare “l’apostolo, lo scrittore e il martire”, forse letterato non eccelso, ma indubbiamente grande per “amor di Patria e odio ai tiranni”.

                                                                  Carlo Onofrio Gori
                                                                                                                                                             

S. Marioni, Benedetti Francesco (1875-1821), Arezzo, Prem. stab. punta. Operaio E. Sinatti, 1897.
F. S. Orlandini, Opere di Francesco Benedetti, Firenze, Felice Le Monnier, 1858.


Originale dell'articolo comparso sul n. 68 (apr.-giu. 2010) di "Microstoria"



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Nella foto in alto: la casa dell'attuale via N. Sauro 175, allora locanda Bracciotti di via Lucchese dove si suicidò   il poeta carbonaro. Sulla finestra un particolare della lapide dedicata a Benedetti in Cortona.

vedi anche in questo blog: http://historiablogori.splinder.com/post/16196711/storia-1-poesia-estemporanea-dellottocento-2-storia-di-pistoia-nei-periodici-19981999


Attenzione: il post di questo blog e questi articoli sono riproducibili parzialmente o totalmente solo previo consenso o citazione esplicita dell'autore e del sito web e/o rivista.







Commenti:
 


2 marzo 2011, celebrazione del Risorgimento all'Istituto Agrario di Pistoia:
da sin. Carlo O. Gori, Carlo Vezzosi, Mauro Lubatti (Prefetto di Pistoia),
Giovanna Sgueglia.




#1 01 Luglio 2011 - 16:42
  Carlo Onofrio Gori http://historiablogori.splinder.com/post/24843759/storia-agli-albori-del-risorgimento-il-consapevole-sacrificio-di-francesco-benedetti-poeta-e-carbonaro Storia. Agli albori del Risorgimento: il consapevole sacrificio di Francesco Benedetti, poeta e carb historiablogori.splinder.com La casa dell'attuale via N. Sauro 175, allora locanda Bracciotti di via Lucchese dove si suicidò il poeta carbonaro. Sulla finestra un particolare della lapide dedicata a Benedetti in Cortona. Pistoia, Questo e' il mio blog su Splinder. Blog: un web log. Un Sito web a meta strada tra un diario e un 22 ore fa · Mi piace ·  · Annulla aggiornamenti
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  • Simone Fagioli L'originale e Marco Pacini piace questo elemento.
    • Marco Pacini Molto interessante Carlo. 4 ore fa · Mi piace
    • Carlo Onofrio Gori  grazie , Marco, è una cosa che va sviluppata ...uno storico pistoiese in particolare (che peraltro stimo) ha accolto nel suo volumone di storia pistoiese la versione ufficiale "granducale" del tempo che accredita il suicidio di Benedetti ...per paura. Non era Benedetti venuto a caso a Pistoia cercando Petrini (che non c'era) perché a Pistoia ci poteva essere Bartolomeo Sestini, o suo rappresentante e il latitante Sestini era uno dei capi indiscussi della Carboneria italiana... 4 ore fa · Mi piace ·  1 persona
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#2 01 Luglio 2011 - 16:49
Inserisco con piacere in questo "diario" dei "commenti" (interni o esterni comunque attinenti agli orgamenti trattati)
al mio blog questa acuta nota, che pienamente condivido, scritta nel mese di giugno, ma attualissima, da una cara amica sulla situazione (morale e materialiale) attuale del nostro Paese .

Fra vizi privati e virtù pubbliche


Senza sforzarci più di tanto, per rimanere obiettivi di fronte agli attuali scenari sociali e politici che, sembrano appartenere sempre di più ad un Decamerone rivisitato e modernizzato…credo che un senso di inquietudine, e di sana ribellione interiore possa trovare una sua giustificazione.
C’è da chiedersi, se sia necessario attendere un ipotetico cataclisma biblico per riconquistare la moralità nella sua accezzione più profonda…
Indubbiamente, i mezzi di informazione di cui dispone la nostra società, spesso, lasciano passare un messaggio fuorviante dai veri contenuti che stanno alla base della realtà del giusto pensare. Se partiamo poi, dall’assistere ad una spettacolarizzazione del dolore  privato, e arriviamo alla cultura del voyerismo come presunta indagine conoscitiva,  perdiamo la capacità di comprendere la natura umana con le sue peculiarità.
E’ certo che il modello del “tutto e subito”, radicato, purtroppo, nei meccanismi fondanti la società moderna, non può rappresentare un valido stimolo per la crescita intellettuale e morale dei giovani. Né tantomeno, può costituire il terreno favorevole alla nascita e all’affermazione di un ideale di vita basato sul rispetto dell’altro.
Forse, l’alba di un nuovo giorno non sarà così lontana se la partecipazione collettiva alla vita politica andrà oltre certi indottrinamenti di dubbia moralità,  che ogni giorno vengono partoriti dalla mente di qualche pseudo paladino dei diritti degli ultimi, o dispensatore di formule magiche per far quadrare i bilanci a discapito di coloro che, nonostante tutto, riescono a non confondere l’onestà con l’inganno.
Voglio sperare che “ il bel Paese “, sia considerato tale, non solo per la sua splendida posizione geografica, ma anche per la qualità delle risorse umane capaci di rendersi consapevoli che un’uscita di sicurezza alla fine deve pur esserci anche se, probabilmente , siamo ancora un po’ troppo distratti dal rincorrere facili mete, per poterla imboccare.

Elisabetta Giromella
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#3 04 Luglio 2011 - 06:58
  Carlo Onofrio Gori Occupazione giovanile, nuove assunzioni: Il Segretario d'AziendaFoto bacheca   23 ore fa · Mi piace ·  · 
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#4 04 Luglio 2011 - 07:13
A: <cog@interfree.it>  Data: 3 Lug 2011 - 13:12  Oggetto: Grazie! Caro Carlo, ho letto il mio articolo sul tuo blog, e mi ha fatto molto piacere che tu l'abbia pubblicato. Quindi grazie! Qundo vuoi fatti sentire, io farò altrettanto. A presto, Betty
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#5 24 Agosto 2011 - 13:21
Carissimo Franco,   mi scuso per l'imperdonabile ritardo con cui qui ti rispondo, ringraziandoti di cuore per le tue cortesi considerazioni sul mio operato di appassionato studioso e divulgatore di storia. Il fatto è che ancora, per varie ragioni, posso curare pochissimo questo mio nuovo blog dove penso via via di riportare i miei post e articoli esclusivamente storici, a differenza dell'altro mio vecchio blog historiablogori.splinder.com dove oltre che di storia scriv(evo) di altre cose. Di conseguenza vado, per ora ancora poco, su gmail. Quindi se mi vuoi contattare, qui sul web, cosa che mi fa molto piacere,  ti consiglierei inviarmi prevalentemente la posta a cog@interfree.it che frequento più spesso. Ti ringrazio e ti saluto sperando di poterci vedere presto. Aspetto tuo notizie. Carlo

Il giorno 05 luglio 2011 12:23, Anonimo <noreply-comment@blogger.com> ha scritto:
Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Carlo Onofrio Gori. Presentazione":

Caro Carlo, Sono Franco Buono, ci siamo conosciuti al centro di quartiere delle casermette ieri lunedì 4. Se fosse per la curiosità intellettuale, considerato che le materie di cui ti sei e ti stai occupando sono le mie preferite, serei quotidianamente a scocciarti. Non lo posso fare per rispetto, ma il desiderio di sentirti parlare di storia è grande.
Grazie
Franco Buono 
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#6 24 Agosto 2011 - 13:33


Il giorno 01 giugno 2011 10:02, Norino Cani <norino.cani@gmail.com> ha scritto:
Preg.mo dott. Gori, ho provato a contattarLa telefonicamente in Biblioteca a Pistoia, ma mi hanno comunicato che Lei, come il sottoscritto è in pensione (come il sottoscritto da 9 mesi dopo aver praticato l'arte medica). Dal tempo degli studi universitari colleziono autografi, libri, cimeli, mobilia, medaglie e oggetti del periodo napoleonico (più di 6.000 pezzi), già nel 1799 avevo prestato alcuni cimeli per la mostra Sogni d'Oriente all'Elba, ma fu un'esperienza non proprio felice. Comunque vengo all'oggetto di questa mia mail; conservo da tempo una lettera del novembre 1799 in cui il console americano a Marsiglia, su richiesta di quello di Livorno, chiede al Bonaparte (cinque giorni prima del colpo di stato di brumaio) un suo interessamento per la liberazione degli ostaggi toscani. Ho letto la Sua interessante comunicazione in oggetto su internet e vorrei quindi comunicarLe che la petizione scritta dal Trinci risale a ben prima del marzo 1800 come Lei dice, cioè all'autunno precedente, se vuole mettersi in contatto con me sarei felice di corrispondere su questi temi storici che mi hanno sempre appassionato.
Collezione e Biblioteca Napoleonica Dott. Norino Cani
via Molino 18 48010 FUSIGNANO (Ravenna)
tel. 335-8033377

Preg.mo Dott. Cani,   mi scuso per l'imperdonabile ritardo con cui qui Le rispondo, ringraziandoLa di cuore per le Sue  preziose precisazioni ed anche per le implicite e  cortesi considerazioni sul mio operato di appassionato studioso e divulgatore di storia. Il fatto è che ancora, per varie ragioni, posso curare pochissimo il  mio nuovo blog  goriblogstoria.blogspot.com su gmail dove penso, tra un po',  di riportare sistematicamente i miei post e articoli esclusivamente storici, a differenza dell'altro mio vecchio blog "contenitore": historiablogori.splinder.com dove oltre che di storia, scriv(evo) di altre cose. Di conseguenza vado, per ora ancora poco, su gmail e su  goriblogstoria.blogspot.com Quindi se mi vuol contattare, qui sul web, cosa che mi fa molto piacere,  La consiglierei inviarmi prevalentemente la posta a cog@interfree.it che, per ora, frequento più spesso. La ringrazio e La saluto sperando di poterLa leggere di nuovo. Aspetto Sue notizie. Carlo O. Gori
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#7 30 Ottobre 2011 - 18:56
Eventi - Istituto Barone Carlo De Franceschi   www.ipsaadefranceschi.com/joomla/eventi/ 29 mag 2011 – I personaggi presi in esame saranno i seguenti: Giuseppe Civinini, relatore Professor Carlo Onofrio Gori. Giuseppe Giusti, relatore Professor ...
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