venerdì 20 gennaio 2012

Storia. Recensioni su "Pippo", il Comandante Manrico Ducceschi. (domenica, 04 settembre 2011)


domenica, 04 settembre 2011

Storia. Recensioni su "Pippo", il Comandante Manrico Ducceschi.

  

X.Pippo alpino2

Pippo, il mitico dimenticato Comandante della Resistenza libera
20-04-2011 / FATTI & PERSONAGGI / NAZARENO GIUSTI

LUCCA, 20 aprile – Verrà presentato domani, alle 17.30, nell’Auditorium della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, il libro “Al tempo che Berta filava” (Mursia editore) di Giorgio Petracchi che quindici anni dopo la prima edizione ripropone il racconto della “guerra totale” vissuta dagli italiani tra il 1943 e il 1945 in una versione aggiornata al 1948, prestando maggiore attenzione alla vicenda umana degli uomini e donne coinvolti nel conflitto. Quando uscì, nel 1995, il libro, grazie ai documenti dei National Archives di Washington e di testimonianze dirette, sollevò il velo di silenzio che gravava su una pagina della Resistenza poco conosciuta. La ricerca di Petracchi (professore ordinario di Storia delle relazioni internazionali all’Università degli Studi di Udine) permise di ricomporre la rete degli agenti infiltrati dell'OSS (il servizio segreto americano) nell'Italia centrale e di documentare l'esistenza, fra essi, di una catena di agenti comunisti, sia americani che italiani e raccontare la storia dei partigiani dell'XI Zona, ai comandi del leggendario “Pippo”, che cercarono di opporsi alla politicizzazione integrale della Resistenza.A presentare il volume, dopo gli interventi introduttivi del presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Arturo Lattanzi, e del presidente della Provincia, Stefano Baccelli, interverrà il professor Umberto Sereni (docente di Storia contemporanea all’Università di Udine) che metterà in luce l'importanza del volume di Petracchi, anche per aver "riscoperto" una figura importante come quella di Manrico Ducceschi e dei suoi uomini dell'XI Zona, unica formazione, ad esser aggregata dagli Alleati nelle loro operazioni successive, prendendo parte, così, alla liberazione di tutte le città del Nord fino a Milano. Caso molto raro anche perchè gli Alleati preferivano smilitalizzare i gruppi partigiani ma, nel caso degli uomini di Pippo, fu diverso sopratutto per il "carattere essenzialmente apolitico e a fini militari e patriottici" della formazione che, comunque, accoglieva fra le sue file antifascisti di appartenenza o di estrazione politica eterogenea (dai giellisti ai monarchici, dagli anarchici ai  comunisti e, ovviaamente, i senza partito). “Nella nostra formazione- diceva Pippo- non deve entrare mai la politica. Noi dobbiamo liberare l’Italia dalla tirannia”. Questa sua linea di pensiero (e di azione) lo porterà a sottrarsi sempre più all'autorità dei CLN e a privilegiare rapporti diretti con emissari "badogliani" del governo del Sud ma, soprattutto, con gli Alleati; era infatti collegato, tramite il pistoiese Giovanni La Loggia (amico di Silvano Fedi ed agente dell' Oss paracadutato ed aggregato al suo gruppo), con l'intelligence americana, impegnata nel pesciatino (con le missioni "Berta" e "Carnation"), e grazie a ciò verrà rifornito con aviolanci ed allaccerà poi, "sul campo", ottimi rapporti con le truppe brasiliane e statunitensi; da questi ultimi sarà insignito, alla fine della guerra, della  Bronze Star Medal. Il pomeriggio di giovedì 26 agosto 1948, venne trovato impiccato nella camera della sua abitazione vicino alla Chiesa di San Michele, a Lucca. La versione ufficiale parlò di suicidio, ma sulle circostanze della sua morte (che risaliva a due giorni prima), molti dei suoi collaboratori nutrirono sempre dubbi, avanzando ipotesi di responsabilità e scenari fra loro molto diversi ed anche contrastanti.Nei mesi precedenti il presunto suicidio Ducceschi era stato ricontattato, in piena guerra fredda, dagli americani, in quanto sembra disponibile a tornare in montagna con un gruppo selezionato di suoi collaboratori, nell’eventualità (allora molto temuta in ambito moderato), di una invasione sovietica del Paese.Ma chi era questo Manrico Ducceschi, capace in pochi mesi di assurgere a comandante di una delle più importanti formazioni partigiane operanti nel centro Italia e in grado di guadagnarsi stima e fiducia da parte degli Alleati?
Nato casualmente a Capua l'11 settembre 1920, figlio di Fernando e Matilde Bonaccio (nativi di Pistoia), trascorse l'infanzia e l'adolescenza nella città toscana, dove conseguì la maturità classica al Liceo "Forteguerri". In seguito, si iscrisse alla facoltà di Lettere e Filosofia a Firenze, senza però terminare gli studi a causa della chiamata alle armi. L'8 settembre 1943, lo trovò a Tarquinia, allievo ufficiale del V Reggimento Alpini.
“Per la coscienza di molti giovani- 
scrive Carlo Onofrio Gori- l'Armistizio dell' 8 settembre 1943 e l'occupazione tedesca, comportando scelte drammatiche, furono come una cartina di tornasole: molti si nascosero o si defilarono; alcuni, per paura, fede o malinteso senso dell’onore, scelsero di aderire alla “repubblichina” fascista; non pochi seppero invece reagire e scegliere con maturità e sicurezza, in modi e tempi diversi, la strada della Resistenza. In alcuni emersero attitudini e qualità che altrimenti sarebbero forse rimaste per sempre sopite: ci sembra questo il percorso del pistoiese Manrico Ducceschi” che, dopo aver fatto ritorno nella sua città, entrò in relazione con ex compagni di studi, militanti dei gruppi Giustizia e Libertà di Firenze, vicini al Partito d'Azione, dandosi successivamente alla macchia per partecipare alla Resistenza italiana con il nome di battaglia di "Pontito", formando (già a metà settembre) la prima "Brigata Rosselli"e mostrando, ben presto, insospettate doti di organizzatore.In seguito, dopo avere assunto il nome di battaglia di Pippo, (riferendosi ad uno pseudonimo usato da Giuseppe Mazzini) assorbe alcune formazioni minori del Pistoiese e della Lucchesia e, il 16 marzo 1944, da vita alla formazione denominata "Esercito di Liberazione Nazionale - XI Zona Patrioti"; organizza i suoi uomini in settori, gruppi e distaccamenti, giungendo via via a coprire un vasto e nevralgico settore nella zona della Linea Gotica: dalla Val di Lima, all'Abetone, da parte dell'Appennino modenese, alla Garfagnana ed alle valli del Pescia e della Nievole; rientra, tra l'altro, nel suo campo d'azione, la Statale 12 dell'Abetone e del Brennero, fondamentale per gli spostamenti delle truppe nazifasciste.Sarà proprio qui che, l'8 giugno 1944, i suoi uomini compiranno una clamorosa azione in cui rimarrà ucciso l'ammiraglio Toyo Mitsunobu, addetto militare giapponese presso la RSI e saranno rinvenuti e poi consegnati agli americani importantissimi documenti , alcuni dei quali furono classificati come “Highly classified papers” (“carte altamente riservate”).Questa azione, come molte altre, convinse gli Alleati a unire a se i Patrioti facenti capo a Pippo, con la promessa, comericorderà Lindano Zanchi, nel dopoguerra attivista del PCI pistoiese di tenere "l'onore delle armi e di combattere fino ai territori tedeschi, onore che non avemmo il tempo di godere perché quando stavamo per partire la Germania capitolò; cosicché l'onore delle armi ci fu consentito per il rientro alla nostra sede. Infatti, noi rientrammo all'Abetone con tutti gli automezzi ... e con le armi. Lì all'Abetone le depositammo per consegnarle". In quel giorno di giugno, davanti al Cimone Pippo, come racconterà in un bel pezzo Bruno Sereni, "calvo, con i peli neri della foltissima barba contrastavano con il colore pallido del viso" parlò ai suoi uomini, mentre il "piccolo tricolore partigiano" sventolava mestamente "negli ultimi battiti". "La guerra è finita!- disse- Il nostro compito è terminato. Ora urge lavorare. Solo con il lavoro costruttivo potremo essere ancora utili al nostro paese". E mentre diceva questo "gli occhi gli luccicavano".Finiva lì una pagina e ne iniziava un'altra.La vita riprese come prima, fino a quel maledetto giorno d'agosto. Il 28 agosto furono celebrati a Lucca "in forma particolarmente solenne" i funerali, un picchetto della Divisione "Friuli" gli rese gli onori militari.Forte fu lo smarrimento tra i compagni di lotta, come rivela la commosso orazione tenuta dall’Avvocato Luigi Velani, già Aiutante Maggiore del Comando XIa Zona Militare Patrioti."Pippo sono tutti qua i tuoi ragazzi Ecco : son tutti qui i Tuoi fratelli che non vogliono, che non possono credere, con in cuore la disperazione, ma anche una netta decisione : quella che aspetti da loro: Noi ricordiamo, Pippo! Non dimenticheremo! (..)oggi ci sentiamo soli e disperati. Vedi, Manrico, son tutti intorno a Te i Tuoi ragazzi, ancora increduli, ancora incapaci di affermare e contenere tutta la loro tristezza. E questo pianto incontenibile ci fa quasi disperare di poter scorgere ancora la via senza di te, nostra guida, fratello buono, compagno forte”. Ma poi, il ricordo di quei giorni di lotta, di quegli insegnamenti rinvigoriva l'Idea e la via, che sembrava aver dato spazio a un bosco di rovi, appariva nuovamente chiara davanti a loro; era la via che gli aveva insegnato Pippo, quella “dell’Onore, della Giustizia, della Libertà”.







Commenti:
 


#2 04 Settembre 2011 - 20:53
  Carlo Onofrio Gori http://www.osssociety.org/pdfs/oss_winter_06.pdfFoto bacheca   Mi piace ·  ·  · 3 ore fa
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#3 05 Settembre 2011 - 12:34
  Carlo Onofrio Gori Una, nota, "storica" foto di classe del V Ginnasio del "Forteguerri", anno scolastico 1934-35, sempre della serie "SARANNO FAMOSI": Silvano Fedi, Pier Luigi Bellini delle Stelle, Antonino Caponnetto, Natale Rauty, oltremodo storicamente noti e, accanto al Preside Quinto Santoli, Iacopo Barbi, caduto in Russia sul Don, mentre seduto ultimo a destra nella prima fila, accanto a Bellini, Mario Caterini, ufficiale di Marina caduto al largo di Punta Teulada nell'affondamento da parte di aerei tedeschi della Corazzata "Roma" dopo l'8 settembre 1943.  Mi piace ·  · Annulla aggiornamenti · 14 ore fa
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#4 05 Settembre 2011 - 12:38
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#5 07 Settembre 2011 - 14:47
  Carlo Onofrio Gori Una, nota, "storica" foto di classe del V Ginnasio del "Forteguerri", anno scolastico 1934-35, sempre della serie "SARANNO FAMOSI": Silvano Fedi, Pier Luigi Bellini delle Stelle, Antonino Caponnetto, Natale Rauty, oltremodo storicamente noti e, accanto al Preside Quinto Santoli, Iacopo Barbi, caduto in Russia sul Don, mentre seduto ultimo a destra nella prima fila, accanto a Bellini, Mario Caterini, ufficiale di Marina caduto al largo di Punta Teulada nell'affondamento da parte di aerei tedeschi della Corazzata "Roma" dopo l'8 settembre 1943.  Mi piace ·  · Annulla aggiornamenti · domenica alle 23.50
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#6 07 Settembre 2011 - 14:50
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#7 07 Settembre 2011 - 14:52
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#8 07 Settembre 2011 - 14:53

  • Giovanna Spagnesi oddio!! Certo la nostra classe, caro Iacopo Bojola, al confronto non regge... Meno male io quel giorno della foto non c'ero!! lunedì alle 17.13 · Mi piace
  • Iacopo Bojola Giovanna Spagnesi....aspetta dai al tempo...;-) lunedì alle 19.47 · Mi piace
  • Marco Giomi Mah direi che manca Licio. lunedì alle 20.29 · Mi piace
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#9 07 Settembre 2011 - 14:54

  • Maria Paola Vannucchi Certo una bella classe. Anche la mia al confronto non regge! Altri tempi. lunedì alle 22.04 · Non mi piace più ·  1 persona
  • Iacopo Bojola Lido e Ron Moss...sono assenti? No loro frequentavano solo le Frattocchie....ehehehehe lunedì alle 23.21 · Mi piace ·  2 persone
  • Fabio Pacini Una generazione che ha lottato ed ha pagato di persona. Onore ! a partire dal grande uomo,storico e preside Santoli 20 ore fa · Non mi piace più ·  1 persona
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#10 08 Settembre 2011 - 09:10

  • Dora Donarelli carissimo è bellissima io sono amica della sig Caponnetto credo le farebbe piacere avere una fotocopia della foto sarò possibile ? 2 ore fa · Non mi piace più ·  1 persona
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#11 09 Settembre 2011 - 13:51
Carlo Onofrio Gori ‎@dora: non ho l'originale, ma ho varie versioni (con o senza mie diidascalie) della riproduzione di questa storica foto. Penso che anche la sig.ra Baldi, moglie del giudice Caponnetto, ne abbia. Comunque senti pure, io tra l'altro, dopo che ho scritto,con sulla base di preziose informazioni fornitemi dallo storico ing. Rauty su alcuni dei presenti in quella foto (Fedi e Bellini) vorrei scrivere anche su Antonino Caponetto, soprattutto sulla sua mai rinnegata "pistoiesità". Devo rifar mente locale e ritrovare gli appunti. Il Giudice, tra l'altro è sepolto a Pistoia. Originario della Sicilia, dopo il liceo in guerra combatté in Libia, ma fu rimpatriato e congedato per una gravissima malattia là contratta. Nel dopoguerra, di fronte al S. Giovanni Fuorcivitas, prima di dedicarsi alla carriera forense aprì anche una libreria...sul suo straordinario impegno civile nella lotta al crimine mafiosoa non mi soffermo, su questo lo possiamoe lo dobbiamo senz'altro considerare un'eroe nazionale... Ieri alle ore 11.24 · Mi piace ·  2 personesone a cui piace
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#12 30 Ottobre 2011 - 18:36
XI Zona Patrioti - Wikipedia   https://it.wikipedia.org/wiki/XI_Zona_Patrioti25/26 ottobre 2005; Carlo Gabrielli Rosi, Ricordi di Guerra e di Pace, Tipografia Tommasi, Lucca 2006; Carlo Onofrio Gori, Il comandante “Pippo” e la sua storia ...
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