giovedì 19 gennaio 2012

Storia. Aldo Capitini, il Gandhi italiano (domenica, 14 dicembre 2008)


domenica, 14 dicembre 2008

Storia. Aldo Capitini, il Gandhi italiano

  

Al centro Aldo Capitini, sulla destra Italo Calvino

A proposito di diritti umani…e non solo.



Nel pieno del “Sessantotto”, il 19 ottobre di quell’anno, moriva a Perugia Aldo Capitini: la sua “contestazione al sistema” , diuturna ed implacabile, datava dagli anni Trenta, non conoscendo come quella "sessantottina" "flussi e riflussi", e lui rimane uno dei più grandi e seri “rivoluzionari” che il nostro Paese abbia mai avuto. Era nato nello stesso capoluogo umbro il 23 dicembre 1899.
Filosofo, educatore, politico, antifascista, liberalsocialista, animalista, laico ed insieme “religioso-scomodo”, l’eccezionale figura di questo intellettuale schivo e dimesso, mite ma intransigente, che in pieno fascismo, andando due volte in galera, fondò il movimento nonviolento del nostro Paese, viene spesso riassunta, dagli “addetti ai lavori”  nella definizione di “Gandhi italiano”.
A tutt’oggi sconosciuto ai più, il suo pensiero ed il suo esempio di vita restano il paradigma ammonitorio di come dovremmo tutti diventare per essere migliori e vivere meglio (se ciascuno di noi sapesse mettere da parte arroganza, egoismi sopraffattori e guerrafondai) e di come invece non ci riesce (o non vogliamo) essere e non siamo.
“Gandhi italiano”, era una definizione sulla quale Capitini aveva molte perplessità: forse perché in questa Italia “civile”  e carica di storia non riuscì ad avere il seguito che ebbe il Mahatma nell’”arretrata” India ed anche per questo oggi, nel nostro Paese il ricordo di Capitini resta soprattutto legato all’appuntamento biennale della “Marcia (Perugia-Assisi) per la Pace e la Fratellanza dei Popoli” che lui per la prima volta organizzò la Domenica del 24 settembre 1961.
Del resto affermò:   “Io non dico: fra poco o molto tempo avremo una società che sarà perfettamente nonviolenta... a me importa fondamentalmente l'impiego di questa mia modestissima vita, di queste ore o di questi pochi giorni; e mettere sulla bilancia intima della storia il peso della mia persuasione” (Elementi di un'esperienza religiosa - 1937).
Ed in effetti, se non altro, qualcosa del suo insegnamento improntato alrispetto assoluto della vita per tutti gli esseri viventi,  uomini ed  animalisembra farsi sempre più strada nelle coscienze di molti anche in questo periodo che il “potere”  ha voluto venisse segnato dalla “novità” di un liberismo consumista egoista (e stupido), violento e sfrenato (salvo poi preoccuparsi per i recenti disastri finanziari).  
Ad esempio il balenare in qualcuno di una certa consapevolezza del rispetto per gli animali, che in Italia, obiettivamente, non è più quella, praticamente inesistente, di trenta o quarant’anni fa.
Capitini  fu uno dei primi animalisti italiani: “Col vegetarianesimo si decide di rinunciare al cibo che comporti uccisione di animali; e con ciò stesso muta il nostro modo di avvicinarci ad essi, il nostro modo di considerarli [...]. Questa "sospensione" introdotta nella leggerezza sterminatrice e nella freddezza utilitaria si riflette in accrescimento di valore interiore. Io [...] mi decisi al vegetarianesimo nel 1932, quando, nell'opposizione al fascismo, mi convinsi che l'esitazione ad uccidere animali avrebbe fatto risaltare ancora meglio l'importanza del rispetto dell'esistenza umana.” (Il problema religioso attuale - 1948). Avere sensibilità verso gli animali se non addirittura essere vegetariani, anche se tuttavia rimane un pregio, oggi non è più una virtù di pochi, altro discorso era condividere questa scelta nel 1952, allorché Aldo Capitini fondava con un gruppetto di “alieni” l' Associazione Vegetariana Italiana: una scelta che poteva sembra allora ai superficiali e disinformati come una nostrana imitazione del modello gandhiano, ma che invece aveva radici profonde e sentite. Ma veniamo a ripercorrere brevemente la sua vita.
Figlio di una sarta e di un impiegato comunale, Capitini affronta per necessità economica gli studi tecnici e dopo esser uscito dall'istituto per ragionieri, da autodidatta si dedica dai 19 ai 21 anni alla lettura dei classici latini e greci: a volte studia anche dodici ore avviando così un percorso ininterrotto di riflessione filosofica ed interiore. Le sue letture spaziano da Kant a Kierkegaard a Ibsen,  Leopardi, Manzoni, Boine, D'Annunzo, Slataper, Jahier, Michestaedter,  Marinetti, Gobetti, si avvicina poi alla Bibbia e rimane profondamente influenzato dal Vangelo, e da grandi figure, sia religiose che laiche, come Francesco d'Assisi, Mazzini, Tolstoj e Gandhi.
Così, dopo aver vinto una borsa di studio per il curriculum di lettere e filosofia, arriva nel 1924 alla prestigiosa  Scuola Normale Superiore di Pisa, diretta dal filosofo fascista Giovanni Gentile, e l’anno dopo ne diventa segretario.
E’ un periodo in cui il duro scontro fra il regime e la Chiesa sulle funzioni dell' Azione cattolica ha molti strascichi all' interno delle università italiane e in questo ambito Capitini dimostra ben presto la sua indole “scomoda”: i Patti Lateranensi del 1929 lo vedono emergere come critico audace e coraggioso di un Concordato visto come compromesso fra Chiesa e Fascismo ("se c'è una cosa che noi dobbiamo al periodo fascista è di aver chiarito per sempre che la religione è una cosa diversa dall'istituzione").
Matura intanto la scelta del vegetarianesimo come conseguenza estrema della scelta di non uccidere, ed insieme al suo compagno di studi Claudio Baglietto organizza clandestinamente tra gli studenti riunioni serali dove diffonde e discute scritti sulla nonviolenza e la necessità di combattere la menzogna di regime con spirito di apertura verso tutti, senza distinzione di sesso, di razza, di censo.
Riesce per un po’ di tempo a farla franca, ma il caso scoppia quando Gentile propone una decorazione per i suoi collaboratori, fra i quali il segretario Capitini,  e quest’ultimo con un lunga lettera espone le ragioni per cui non avrebbe potuto accogliere una onorificenza fascista:  “Ho preso in esame…dal punto di vista religioso il problema della violenza e l' insegnamento ad avere fiducia in essa, e mi è sembrato che quell' insegnamento sia un errore e riveli mancanza di profonda fede nello spirito perché l' amore è veramente spirituale solo quando è infinita possibilità di amare - e perciò la religione è educazione all' amore - mentre l' amore deliberatamente limitato è idolatria o superstite egoismo”. Ciò si aggiunge alla clamorosa presa di posizione di Baglietto, amico di  Capitini, che inviato da Gentile con una borsa di studio in una Germania non ancora nazista per seguire i corsi di Martin Heidegger, rifiuta di tornare in Italiain quanto pacifista ed obiettore di coscienza al servizio militare.
Si impongono misure drastiche: Gentile convoca Capitini e dopo un breve colloquio lo licenzia, «Ma non appena il giovane pacifista uscì dalla sala -come scrive Sergio Romano (Corriere della Sera, luglio 2006) -  il filosofo si voltò verso Francesco Arnaldi, vice direttore della Scuola, … e disse “Abbiamo fatto bene a mandarlo via perché, oltre tutto, è un galantuomo”».
Capitini  è da allora costretto a tornare nella casa paterna di Perugia, vivendo di lezioni private e tra il  1933-34 intesse una fitta rete di contatti con numerosi amici antifascisti compiendo vari viaggi a Firenze, Roma, Torino e Milano mentre nel 1936, a Firenze, conosce in casa di Luigi Russo, Benedetto Croce, cui affida suoi scritti che il filosofo apprezza e fa pubblicare nel gennaio dell'anno seguente presso l'editore Laterza di Bari con il titolo Elementi di un'esperienza religiosa
Il  libro, nel quale si riflettono le sue idee di libertà individuale e di uguaglianza sociale, riesce ad avere larga diffusione e ben presto diviene uno fra i maggiori riferimenti letterari dei giovani antifascisti, in quest’ambito Capitini promuove assieme a Guido Calogero un progetto politico liberalsocialista che nel 1937  (anno segnato da una forte ondata di violenza repressiva contro l'opposizione antifascista, dall'assassinio dei Fratelli Rosselli e dalla morte di Antonio Gramsci) sfocierà nel "il manifesto del liberalsocialismo".
Nel febbraio 1942 Capitini cade insieme al gruppo dirigente liberalsocialista  in una retata della polizia fascista e viene trasferito nel carcere fiorentino delle Murate dal quale verrà rilasciato quattro mesi dopo in virtù della sua fama di “religioso” il che, tempo dopo, lo porterà a commentare: “Quale tremenda accusa contro la religione, se il potere ha più paura dei rivoluzionari che dei religiosi”.
Verrà nuovamente arrestato nel maggio dell’anno successivo e tradotto nel carcere di Perugia, e questa volta per la liberazione dovrà attendere la caduta del fascismo del 25 luglio.
Intanto nell’agosto 1943 dal Movimento Liberalsocialista e da “Giustizia e Libertà” nasce il Partito d’Azione: Capitini, coerente col suo rifiuto di collocarsi all'interno delle logiche dei partiti, non vi aderisce e per questo, malgrado il suo notevole contributo all’antifascismo repubblicano rimarrà escluso sia dal CLN che dalla Costituente.
Nel 1944 Capitini fonda a Perugia il primo Centro di Orientamento Sociale (COS), un primo esperimento di democrazia diretta e di decentralizzazione del potere, un ambiente progettuale e uno spazio politico "non violento, ragionante, non menzognero",  aperto alla libera partecipazione degli amministratori locali e dei cittadini.
I COS, che riescono  a dar vita con discreto successo ad esperimenti di autogoverno e di decentralizzazione del potere, riusciranno a diffondersi su scala nazionale, ma il successivo, fatale,  scontro con l'indifferenza della sinistra e con l'aperta ostilità della Democrazia Cristiana praticamente ne decreterà la fine.
Capitini nel frattempo diviene rettore dell’Università per  Stranieri di Perugia,  incarico che sarà costretto a lasciare  a causa delle fortissime pressioni contrarie esercitate della Chiesa cattolica locale, trasferendosi poi all'Università degli Studi di Pisa, come docente incaricato di filosofia morale.
Parallelamente all'attività didattica, pedagogica e politica Capitini prosegue la sua attività di ricerca spirituale e religiosa, promovendo insieme Ferdinando Tartaglia, una interessante e dimenticata figura di intelletuale ed ex-prete cattolico di Firenze, il “Movimento di Religione” che  dopo una serie di convegni tenutisi negli anni 1946-1948 il organizzerà a Roma (13/15 ottobre 1948) il "Primo congresso per la riforma religiosa".
Nel 1950 Capitini, dopo l’arresto nel 1948 di Pietro Pinna, primo obiettore di coscienza italiano e suo seguace, convocherà a Roma il primo convegno italiano sull’Obiezione di Coscienza.
In occasione del quarto anniversario dell'uccisione di Gandhi, Capitini promuove nel 1952 un convegno internazionale e fonda il primo Centro per la Nonviolenza e sempre in quell’anno  affianca ai Centri di Orientamento Sociale  il Centro di Orientamento Religioso (COR) con lo scopo di favorire la conoscenza anche di religioni diverse dalla cattolica, e di stimolare i cattolici stessi ad un approccio più critico e impegnato alle questioni religiose.
Ovviamente le alte gerarchie ecclesiali vietano ai fedeli la frequentazione dei COR e quando nel 1955 Capitini pubblica il libro Religione aperta lo inseriscono nell’ Indice dei libri proibiti, nonostante ciò Capitini riesce a stabilire fattivi rapporti di collaborazione con figure prestigiose di cattolici “scomodi” come Don Primo Mazzolari e Don Lorenzo Milani, tuttaviaanche dopo il Concilio Vaticano II con la pubblicazione del libro Severità religiosa per il Concilio continuerà la polemica tra Capitini e la Chiesa Cattolica.
Nel settembre del 1952 Capitini organizza un convegno su "La nonviolenza riguardo al mondo animale e vegetale" e fonda, come abbiamo già ricordato,  la Società Vegetariana Italiana, poi Associazione Vegetariana Italiana.

Dal 1956 Capitini insegna all’Università di Cagliari come docente ordinario di Pedagogia e nel 1956 ottiene il trasferimento definitivo a Perugia. Nel 1959 è tra i fondatori dell’Associazione di Difesa e Sviluppo della Scuola Pubblica in Italia.
E’ poi del 1961, come abbiamo già detto, organizza la Marcia per la pace Perugia-Assisi: “Aver mostrato che il pacifismo, che la nonviolenza, non sono inerte e passiva accettazione dei mali esistenti - affermerà -  ma sono attivi e in lotta, con un proprio metodo che non lascia un momento di sosta nelle solidarietà che suscita e nelle noncollaborazioni, nelle proteste, nelle denunce aperte, è un grande risultato della Marcia”(Opposizione e liberazione).
L'impegno di Capitini per la pace internazionale e contro gli armamenti atomici lo coinvolgerà sempre più in una collaborazione col filosofo Norberto Bobbio, che raccoglierà in frutto di tali riflessioni nel libro  Il problema della guerra e le vie della pace.
Negli ultimi anni della sua vita Capitini fonda e dirige un periodico intitolato “Il potere di tutti”, sviluppando i principi della gestione diffusa e decentrata del potere che lui chiamava "omnicrazia" e che contrapponeva al centralismo dei partiti e dà vita al Movimento Nonviolento per la Pace ed al mensile "Azione nonviolenta”.
Il 19 ottobre 1968, in seguito ad un intervento chirurgico, muore circondato da amici e allievi.

Sulla sua tomba venne scritta l’epigrafe “Libero religioso e rivoluzionario nonviolento”.
Il sociologo Danilo Dolci, suo compagno di tante battaglie,  così efficacemente ed umanamente riuscì in poesia (Poema umano, 1974) a sintetizzarne la figura: “Era impacciato a camminare / ma enormemente libero e attivo, / concentrato ma aperto alla vita di tutti, / non ammazzava una mosca / ma era veramente un rivoluzionario, / miope ma profeta.”
E a quarant’anni dalla morte, guardando ai fatti d’oggi e riflettendo sulla sua opera e sul suo esempio, pur non considerandoci nonviolenti "integrali" ed "assertivi" come era lui,  anche noi possiamo fare a meno di sentire ancora viva e valida la necessità della sua “compresenza”.


                                                                               Carlo O. Gori





P.S.

Colgo l’occasione di questo post su Aldo Capitini, uomo “controcorrente”, grande figura di intellettuale ed anche grande animalista, per ricordare Coccolina, una pappagallina nostra amica che ci ha accompagnato per un breve tratto della nostra vita dandoci tantissimo in allegria ed affetto e che proprio oggi è purtroppo morta. Non la dimenticheremo.
Ciao Coccolina 

Ricordo qui ora, insieme a Coccolina, con lo stesso affetto, un altro pappagallino di mio figlio morto ieri 12.01.2010, il nostro sfortunato Peppino, grande amico di Figaro, a cui volevamo molto bene  e che ci aveva dato molta compagnia e che era di un azzurro bellissimo.

Ciao Peppino

Mercoledì 5 ottobre 2011 è morto improvvisamente anche Luca, un pappagallino di colore molto simile a Peppino. E' stato in casa di mio figlio solo due mesi e mezzo. Era giovane e arzillo, dopo un volo insieme ai suoi compagni Figaro, Cremina e Quagliara è rientrato da solo nella gabbia e dopo poco è stato male. Anche lui ci ha fatto molta allegra compagnia.

Ciao Luca
Amici che se ne vanno. Morgan
Purtroppo Morgan mi è improvvisamente morto ieri 29 maggio 2010. E' stato con me e con le gatte Mina e Bina per circa tre anni.  A differenza delle mie carissime gatte, essendo un coniglietto (qui nella foto è quando era piccolo), purtoppo non emetteva suoni comprensibili, ma si faceva capire benissimo lo stesso, ed era sempre pronto a darmi il suo grande affetto e così mi ha aiutato tantissimo, anche e soprattutto in momenti per me molto difficili. Per questo era il mio migliore amico. Indimenticabile!

Ciao Morgan

                                                                                                 



Commenti:
 

#1 15 Dicembre 2008 - 12:57
bello davvero, e commovente, questo suo post, complimenti.
Mara Poli
utente anonimo  (IP: 9aaf6b289af71e0)

#2 16 Dicembre 2008 - 11:09
Sabato notte c'è stata una premeditata aggressione neofascista presso lo Spazio Liberato Ex Breda Est di Pistoia, dove era in corso una serata antifascista con l'esposizione di mostre, un dibattito ed un concerto a seguire. Un gruppo di neofascisti si è presentato di fronte allo Spazio Liberato, riuscendo tramite alcune provocazioni e far uscire alcune persone. Nascosti dietro un angolo gli altri davano il via all'aggressione, utilizzando anche armi come catene ecc... Un ragazzo ha riportato ferite al volto ed è dovuto ricorrere alle cure ospedaliere. Gli aggressori sono stati riconosciuti e fotografati, 4 di loro, fra cui tre minorenni, portati in Questura. Alcune persone che avevano assistito ai fatti si sono recate nottetempo presso la caserma dei carabinieri per rilasciare la propria testimonianza. Altre testimonianze e denunce seguiranno nei prossimi giorni.
Da più di un anno ormai il quotidiano tran tran un po' sornione di Pistoia e periodicamente scosso da fatti del genere. Per certi aspetti sembra che questo sia l'unico ambito in cui la sprovincializzazione stia facendo progressi, rendendo sempre più simili le cronache cittadine a quelle di Roma, dove l'insorgenza neofascista negli ultimi mesi ha conosciuto il salto di qualità che tutti conoscete. Molti fatti sono di entità più lieve e non raggiungono le cronache dei giornali. Non va però dimenticato che lo stesso accadeva all'inizio degli anni '20 durante la fase dirompente dello squadrismo, quando le minacce, le angherie, gli assalti e le aggressioni quotidiane solo nei casi più gravi raggiungevano gli onori della stampa. Gli eventi di sabato sono sicuramente i più gravi finora accaduti, anche perché dimostrano la chiara volontà di colpire la presenza antifascista sul territorio in tutte le sue forme. Già ad agosto era stato lanciato un allarme su Pistoia per questo autunno, dopo che sul blog nazionale di Forza Nuova erano state rinvenute minacce, fortunatamente poi non concretizzatesi, crediamo per mancanza di tempo operativo, nei confronti della prima cittadina del film "Nazirock" e dell'esposizione di alcune mostre informative. L'allarme è purtroppo passato in silenzio, forse a causa di una sottovalutazione della situazione. Si sta di fatto creando un clima di paura, con aggressioni settimanali nei pub, nei bar, nei luoghi di ritrovo giovanile ecc... che tende verso una negazione degli spazi, a partire da quelli di socialità per arrivare fino a quelli politici e culturali, ricreando, anche se su una misura di scala diversa, la stessa inquietudine dei primi anni '20. A ciò si aggiunge che l'altra faccia della medaglia è un proliferare di iniziative che puntano a legarsi alle situazioni di emergenza sociale, importando il metodo Le Pen. Non sfugge a nessuno il pericolo insito in una politica del genere in un momento pesantemente segnato dalla crisi economica.
Gli atti di violenza sono senza dubbio legati all'apertura, avvenuta nel corso del 2008, di due sedi di organizzazioni neofasciste, Casa Pound e Forza Nuova, nel popolare quartiere di San Marco nel centro cittadino.Gli eventi di Pistoia stanno confermando la tesi che vede nel radicamento delle organizzazioni politiche neofasciste, con l'avvio di iniziative e aperture di sedi, il fattore propulsivo dell'incremento della violenza, in un rapporto di causa effetto. Per questo riteniamo che vada messa in campo un azione energica per giungere alla chiusura delle basi locali di tali organizzazioni.
Questo pomeriggio (lunedi 15 ore 15:00) alcuni consiglieri comunali, ed il Presidente stesso del consiglio comunale, si sono resi disponibili ad aprire una discussione sull'accaduto nella periodica riunione del consiglio, alla presenza di alcuni cittadini che intendono sensibilizzare la classe politica locale sul problema e denunciare pubblicamente l'accaduto. Mercoledì 17 alle 21:00 presso lo Spazio Liberato invece è previsto lo svolgimento di un assemblea cittadina a cui invitiamo tutti a partecipare per discutere in merito ad una manifestazione contro la violenza e la presenza fascista da svolgersi sabato 20. Fra le proposte c'è quella di sfilare, pacificamente ed a suon di musica, nelle strade del quartiere in cui sono state aperte le sedi, e dove un gruppo di volenterosi cittadini a dato vita nell'ultimo mese ad un comitato. Sempre nella giornata di sabato verranno depositate presso le forze dell'ordine le denunce degli aggrediti e dei testimoni.
Crediamo che questo sia un momento in cui divisioni e polemiche vanno messe da parte, per lavorare nel miglior modo possibile ad una soluzione di un problema reale, grave ed a rischio di una recrudescenza se ancora sottovalutato e messo da parte. Per questo ribadiamo il nostro invito a tutti/e a partecipare all'assemblea di mercoledì ed alla manifestazione di sabato. In allegato inviamo anche il volantino ed il comunicato stampa firmato dalle prime sigle che sono riuscite nella giornata di domenica a mettersi in contatto fra loro. Crediamo che sia di importanza capitale riuscire a dar vita ad una risposta partecipata ed allargata al massimo capace di coinvolgere la società civile pistoiese e la cittadinanza tutta nel rifiuto del neofascismo.
A presto

Osservatorio sulle Nuove Destre Pistoia

[R-esistiamo]Gruppo "DEPORTAZIONEMAIPIU"
utente anonimo  (IP: ba34555c8bb477d)

#3 16 Dicembre 2008 - 11:14
ISTITUTO PER LA STORIA DELLA RESISTENZA E DELLA SOCIETA' CONTEMPORANEA IN PROVINCIA DI ASTI

mandiamo una prima informativa sulle iniziative che l’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Asti sta organizzando in occasione della Giornata della memoria 2009. In particolare Vi segnaliamo il convegno del 22 gennaio 2009, sul tema delle leggi razziali ed antisemite del fascismo. Il convegno si terrà presso il Centro Culturale S. Secondo, via Carducci n. 22.



PROGRAMMA DELLE INIZIATIVE

10 dicembre 2008-24 gennaio 2009, Asti - Archivio di Stato

Mostra fotografica In viaggio nel vento - La comunità Rom di Asti. Iniziativa promossa dal VI^ Circolo Didattico di Asti, a cura di Maria Rosa Amich e Silvana Francese con fotografie di Franco Rabino e Michela Pautasso. Orari: lunedì-mercoledì-venerdì e sabato dalle ore 8,10 alle ore 13,50 / martedì e giovedì dalle ore 8,10 alle ore 16,50

22 gennaio 2009-15 febbraio 2009, Asti – Centro Culturale S. Secondo

Inaugurazione della mostra documentaria La persecuzione degli ebrei in Italia (1938-1945): documenti per una storia, a cura del Centro Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano. La mostra illustra la negazione dei diritti agli ebrei italiani a partire dalle leggi del 1938 fino al 25 luglio del 1943 e le varie fasi della persecuzione delle vite dopo l’8 settembre 1943.

22 gennaio 2009, Asti – Centro Culturale S. Secondo (ore 10.30-13,00)

Convegno di Studi: L’invenzione della razza - le leggi razziali in Italia (1936-1945)

Ore 9,30-13,00

Relazioni di:

F. Scalfari (Università di Asti), Il concetto di razza tra antropologia e scienza

M. Dominioni (Università di Torino), Il razzismo fascista nelle colonie d’Africa

G. Schwarz (Università di Pisa), L’antisemitismo in Italia tra storia ed attualità

Michele Sarfatti (Centro Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano): Le leggi antiebraiche

F. Cassata (Università di Torino), “La difesa della razza” – Politica, ideologia, immagine del razzismo fascista

Ore 15,30-19,00

Relazioni di:

G. Schwarz, L’ebraismo italiano oggi tra identità e politiche della memoria

Interventi dei ricercatori degli Istituti della Resistenza e della società contemporanea del Piemonte che analizzeranno l’applicazione delle leggi razziali e le dinamiche della deportazione razziale nelle singole province piemontesi.

22 gennaio 2009 (ore 21,00) Asti – Sala Pastrone del Teatro Alfieri

Spettacolo teatrale La madre di Marina Bassani (Teatro Selig). Il tema dello sterminio degli ebrei nell’Europa dell’Est visti con gli occhi di Vassilij Grossman, autore di Vita e destino. Una donna medico ebrea, prima di essere uccisa durante una delle tante fucilazioni di massa degli ebrei dell’Europa dell’Est, manda un’ultima, struggente lettera al figlio.

26 gennaio 2009, Asti (ore 21,00) – Biblioteca Consorziale Astense

Presentazione del volume Una voce inascoltata: Lino Jona tra sionismo e leggi razziali di Rosaria Odone Ceragioli, Milano, Franco Angeli, 2008. Con l’autrice interverranno: prof. Paolo De Benedetti, prof.ssa Maria Luisa Giribaldi Sardi, prof.ssa Tullia Jona.

17 gennaio 2009, ore 21,00 – Vinchio, Chiesa della Confraternita
23 gennaio 2009, ore 21,00 – Villanova, Cinema-Teatro Comunale
27 gennaio 2009, ore 10,00 – Canelli, Scuola media “C. Gancia”
27 gennaio 2009, ore 21,00 - Asti – Centro Giraudi del Comune di Asti

Spettacolo teatrale Fino a quando cadrà la neve di Luciano Nattino. Lo spettacolo è tratto dal libro di Natalino Pia, Storia di Natale, Novi Ligure, Joker Edizioni, 2004. Lo spettacolo ripercorre l’esperienza umana unica di Pia: sopravvissuto alla ritirata di Russia, dopo la battaglia di Nikolajewka, viene catturato durante il rastrellamento del 2 dicembre 1944, deportato nel lager di Mauthausen e poi in quello di Gusen da cui riesce a tornare per raccontare con estrema pacatezza e riservatezza il dramma della deportazione.

Per le scuole, sulle tematiche riguardanti la Giornata della Memoria, l’Istituto propone, gratuitamente, i seguenti percorsi didattici:

IL SISTEMA CONCENTRAZIONARIO NAZISTA

- Dal progetto nazista di costruzione di una nuova società allo sterminio: storia, vittime, responsabili

IL “RAZZISMO SCIENTIFICO”: DALL’EUGENETICA AL PROGETTO DI STATO RAZZIALE NAZISTA

- Dalla nascita del “razzismo scientifico allo sterminio dei “diversi”

L’ANTISEMITISMO NELLA STORIA

- Dall’antigiudaismo religioso all’antisemitismo moderno

RAPPRESENTARE “L’INDICIBILE”: LA SHOAH E IL CINEMA

- La rappresentazione della deportazione tra linguaggi cinematografici, storia e memoria

[R-esistiamo]
Giornata della Memoria 2009

Gruppo "DEPORTAZIONEMAIPIU"
utente anonimo  (IP: ba34555c8bb477d)

#4 17 Dicembre 2008 - 06:13
Mi piace questo tuo ricordo di Capitini, sulla stampa dovrebbe apparire più spesso il richiamo a quesi valori. A propositi vorrei sapere come la pensi sul gesto del gionalista irakeno che qualche giorno fa ha gettato le scarpe in faccia a Bush (schivate dal politico usa). Secondo me è un gesto di alto valore simbolico non-violento, considerando quello che è successo in Irak. Te che ne pensi?
Alex
utente anonimo  (IP: ae299f094cb05ab)

#5 17 Dicembre 2008 - 18:06
Caro Alex, sono d'accordo con te: mi sembra una grande, emblematico, episodio di disobbedienza civile nonviolenta, viswto proprio quello che, come hai detto, di solito succede in Irak.
Ciao COG

P.S.
Ringrazio sentitamente la signora Mara Poli per le belle parole e la solidarietà.
Grazie davvero.
COG
La mia homepage: http://historiablogori.splinder.com Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. Blocca questo utentegorca49

#6 18 Dicembre 2008 - 17:29
L'Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea di Pistoia esprime tutta la sua preoccupazione ed il suo allarme per gli episodi che ormai, con cadenza quasi settimanale, avvengono in città e provincia. È stato creato ad arte un clima di intimidazione e paura da parte di gruppi noti e ben conosciuti che usano una manovalanza giovane, a volte giovanissima. Un clima che si concretizza in una serie di aggressioni, intimidazioni, minacce, oltraggi ai monumenti che simboleggiano la memoria storica e democratica della città, come in Piazza San Lorenzo.
In questo contesto l'aggressione avvenuta nella notte di Sabato 13 rappresenta solo l'ultimo atto di una lunga lista, certamente il più grave accaduto fino ad oggi che sta davanti ai nostri occhi come la punta di un iceberg. Crediamo che questo grave fatto vada da tutti condannato per quello che è: un 'aggressione di puro stampo fascista, rifiutando le lusinghe che vedono nel manifestarsi di opposti estremismi le cause dell'attuale situazione.

Una considerazione semplice e immediata ci sembra smentire questo tentativo di legittimare una menzogna spudorata. Come è noto, nessun fatto di violenza politica si era mai verificato in città da decenni, casualmente questi sono cominciati ad apparire solo da quando in città si sono radicate organizzazioni dichiaratamente neofasciste come Forza Nuova e Casa Pound, il cui metodo operativo è noto, basti ricordare cosa è accaduto di recente alla sede Rai di "Chi l'ha visto" a Roma, o i pestaggi a Bologna. La dissociazione dai fatti di violenza accompagnata dalla "solidarietà ai camerati aggrediti" mostra chiaramente le due facce della stessa medaglia.
L'Istituto continuerà la sua opera di difesa e valorizzazione dei valori dell'antifascismo e della Resistenza, gli unici capaci di assicurare una convivenza pacifica, democratica, tollerante ed aliena dalla violenza in Italia, operando sempre nella direzione dell'accertamento della verità contro alle menzogne di certa propaganda. Per quel che riguarda il passato, ma anche l'oggi, convinto che la valorizzazione della memoria vada di pari passo con una costante ed attenta vigilanza su un presente i cui pericoli sono evidenti.

Comunque il nostro Istituto, da sempre sensibile alla domanda di trasparenza, legittimità e rispetto delle regole di uno stato democratico, regole che trovano la loro legittimazione morale e politica nella Costituzione della Repubblica Italiana, chiede con forza che siano messe in atto le disposizioni di legge esistenti che dichiarano penalmente perseguibile chiunque faccia apologia del fascismo con immagini, discorsi, atteggiamenti e azioni che spesso sconfinano nella violenza e nella sopraffazione.
Invece di sedi di estrazione chiaramente eversiva, torniamo a chiedere alle autorità cittadine la individuazione e l'organizzazione della "Casa della Memoria" nei cui locali ospitare sia le associazioni che fanno riferimento alla Resistenza e all'Antifascismo, in particolare l'A.N.P.I., sia la conservazione divulgazione di quella documentazione storica che rappresenta un sostegno ineludibile per costruire un futuro di pace e di giustizia sociale.

IL Consiglio Direttivo
dell'Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea di Pistoia

Gruppo "DEPORTAZIONEMAIPIU"
utente anonimo  (IP: d8966e80bba388a)

#7 21 Dicembre 2008 - 18:18
L’ACQUA, RISORSA VITALE, BENE COMUNE,UN DIRITTO UNIVERSALE


Al Presidente della Provincia di Pistoia
Al Sindaco di Pistoia
Alla Redazione di Pistoia del giornale IL TIRRENO

L'articolo pubblicato su Il Tirreno, sugli acquedotti pistoiesi che perdono il 35% di acqua(come in tante altre parti d'Italia), propone una riflessione individuale(delle famiglie e delle aziende) e collettiva(dei partiti e delle Istituzioni), su un tema di fondamentale importanza: l'acqua non è una risorsa qualsiasi, è indispensabile per la vita "senza acqua non può esserci vita".
Il pianeta terra è costituito in gran parte da acqua, ma per il 97% è acqua salata e per un altro 2% è acqua ghiacciata o incorporata nelle rocce e nelle cavità abissali: l'acqua dolce utilizzabile è appena l'1% e la stiamo progressivamente sprecando e inquinando.
Se dal "globale" passiamo al "locale", alle perdite degli acquedotti c'è da aggiungere gli spechi delle famiglie e (assai di più) quelli delle attività produttive ed in particolare del vivaismo pistoiese, che assorbe grandi quantità di acqua (più di 12 milioni di metri cubi l'anno).
Dobbiamo continuare ad assistere passivamente all'innaffiamento a pioggia... che è la tecnica che produce più spreco ?
Oppure devono essere fatte delibere(della Provincia) e leggi(della Regione e del Parlamento) che indirizzino le famiglie e le imprese produttive e ad adottare le tecnologie più moderne per ridurre drasticamente lo spreco di acqua ?
Infine, aver affidato i servizi idrici ad aziende gestite con la logica del mercato, alimenta o no lo spreco ?
Qualcuno ricorda che, quando i cittadini si comportano in modo virtuoso(riducendo i consumi di acqua), Publiacqua Spa aumenta le tariffe, perchè il socio privato non può tollerare di ridurre il 7% garantito di "remunerazione del suo capitale" ?
L’acqua è un bene comune fondamentale: per questo il servizio idrico va sottratto alle logiche del mercato e gestito da aziende pubbliche, in modo efficiente e partecipato(dai cittadini e dai lavoratori) e va finanziato tramite la fiscalità generale... con adeguati investimenti delle Regioni e dei Comuni. Questo è il tema di fondo perchè continui ad esserci l'acqua, per noi e i nostri figli, imparando a consumare solo quella effettivamente necessaria.

Giuliano Ciampolini
utente anonimo  (IP: ba34555c8bb477d)

#8 24 Agosto 2011 - 12:57
  Carlo Onofrio Gori La mia opposizione al fascismo - Aldo Capitini - (STUPENDO !!! DA CONDIVIDERE !!!) La mia opposizione al fascismo - Aldo Capitini - estratto da "IL PONTE", anno XVI, N.1, Gennaio 1960 Non è facile elevarsi su quel patriottismo scolastico che ci coglie proprio nel momento, dai dieci ai quindici anni, in cui cerchiamo un impiego esaltante delle nostre energie, una tensione attiva e appoggiata... Di: Italia Libera Civile E Laica = Italia Antifascista19 agosto alle ore 8.58 · Mi piace ·  · 
La mia homepage: http://historiablogori.splinder.com Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. Blocca questo utentegorca49
Commenti:
 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.