Grazie Welby!
Piergiorgio Welby eroe civile
Welby poteva risolvere la sua dolorosa vicenda rapidamente, "alla zitta", come oggi molti riescono a fare trovando qualche medico responsabile e comprensivo, “umano”, che interrompa un accanimento terapeutico assurdo, ma ha scelto diversamente.
Ho sempre pensato che la medicina debba sostenere la natura, alleviandone le pene, e non viceversa. In tal senso la vicenda di Welby, mi sembra emblematica - ed è questo che lui ha voluto facendone un “caso” e prolungando così la sua sofferenza - di tutti gli accanimenti terapeutici, le terapie del dolore negate, il mancato rispetto delle volontà dei malati, le assurde sperimentazioni, ecc. in cui invece prevale, per pregiudizi religiosi, medici, ecc., il “viceversa”.
Già…“religiosi”. La legge di un paese civile e cioè “laico” nel senso più profondo del termine – tollerante – dovrebbe innanzitutto non uniformarsi ai dettami della religione prevalente, della sua interpretazione codificata, oppure della medicina “ufficiale”, ma tener conto della libertà che ciascun individuo deve avere di sceglierle o non sceglierle e sia che le sceglie che chi non le sceglie debbono avere gli stessi diritti. Non sempre questo accade in Italia. Occorre ora, per il bene di tutti, porvi rimedio.
Tra l’altro, come hanno rilevato numerosi credenti, c’era ben poco di “carità cristiana” nell’atteggiamento tenuto dalle gerarchie ecclesiastiche durante e dopo il “caso-Welby”.
“Yo sé de un pesar profundo entre las penas sin nombres: ¡la esclavidud de los hombres es la gran pena del mundo!” (“Io so di un dolore profondo tra le pene senza nome: la schiavitù degli uomini è il più grande dolore del mondo!”).
J. Martì
J. Martì
postato da: gorca49 alle ore 10:20 | link | commenti (10)
categorie: medicina, attualità, libertà, welby piergiorgio
categorie: medicina, attualità, libertà, welby piergiorgio
Commenti:
Template by splinder.com