giovedì 19 gennaio 2012

Storia. Un garibaldino pistoiese: Giuseppe Civinini (venerdì, 06 aprile 2007)


venerdì, 06 aprile 2007

Storia. Un garibaldino pistoiese: Giuseppe Civinini

  







Il garibaldino Giuseppe Civinini. La storia del deputato pistoiese che divenne direttore de "La Nazione"
 




Il garibaldino Giuseppe Guerzoni così ricorda la battaglia di Bezzecca, unica vittoria italiana nella malcondotta guerra del 1866: "…la strada di Triarno è tempestata dai proiettili nemici, e Garibaldi è il più …cercato bersaglio ... suoi aiutanti Cairoli, Albanese, Damiani, Miceli, Cariolato, Civinini, gli fanno scudo dei loro corpi…". Allora Giuseppe Civinini aveva trentun anni, era da pochi mesi deputato pistoiese al Parlamento nazionale, e pur essendosi opposto ad una guerra che "…dà intero il paese in mano a la Marmora ed ai suoi compari " [che] "daranno all'Italia una seconda Novara" aveva sentito il dovere di arruolarsi, al contrario, ad esempio, del Carducci, in quel tempo professore a Bologna, che aveva scritto: "Guerra a' tedeschi, immensa eterna guerra", ma che non si era sognato, né nel 1859, né allora, di partire. Anche questo spiega l'uomo Giuseppe Civinini che ebbe vita breve, ma coraggiosa ed intensa che lo vide rivestire vari ruoli: cospiratore mazziniano, ufficiale garibaldino, massone, giornalista noto, abile e polemico, politico e deputato appassionato e discusso, uomo di Sinistra e poi di Destra e, forse, affarista. Una personalità complessa, non esente da contraddizioni, che tuttavia, elevandosi dall'ambito pistoiese ad una dimensione nazionale, attraversa gli anni della formazione dello stato unitario, se non da protagonista, non certo da anonima comparsa.
Nasce a Pisa l'11 aprile 1835, nel 1844 muore il padre Filippo, noto medico e professore e la madre Gioconda Marini torna Pistoia con i figli Giuseppe e Giulia. A soli quindici anni aderente alla "Giovine Italia" è già ricercato dalla polizia granducale, si rifugia a Liverpool, poi a Genova, estradato in Toscana viene incarcerato, tiene testa agli interrogatori e gli inquirenti sono costretti a rilasciarlo. Seguono sette anni di intensa attività cospirativa che lo vedono alternarsi fra Toscana e Piemonte, ospite frequente sia delle carceri granducali che di quelle del Regno Sardo. Incontra in questo periodo vari personaggi: a Genova è protetto dal mazziniano pistoiese Francesco Franchini, a Firenze, dove conosce i fratelli Bianchi della tipografia Bianchi-Barbèra, è sospettato di appartenere alla rete del pratese Piero Cironi ed è aiutato dalla marchesa Lucrezia Firidolfi-Ricasoli. Con Maurizio Quadrio prepara poi, senza successo, una insurrezione a Livorno nel 1857, ma due amicizie avranno un ruolo fondamentale nelle sue successive scelte politiche e di vita: quella con il repubblicano lucchese Antonio Mordini e quella col livornese, amico di Mazzini, Adriano Lemmi, poi definito "banchiere" del Risorgimento. Segue quest'ultimo per due anni, prima in Svizzera e poi a Costantinopoli, come istitutore dei suoi figli. Intanto nel 1859, anno della guerra austro-franco-piemontese, una sollevazione popolare caccia il 27 aprile il granduca Leopoldo II e il Plebiscito del marzo 1860 sancisce l'annessione della Toscana al Regno sabaudo. Nel 1860 Civinini, superata ormai l'intransigenza mazziniana, inizia la sua fase "garibaldina": lascia il Bosforo e raggiunge nel giugno il Generale che gli affida incarichi nell'intendenza dell'esercito dove si distingue per competenza e correttezza. Stretto collaboratore di Garibaldi anche nel 1862 ad Aspromonte, ne condivide la prigionia al Varignano e l'esilio a Caprera e, come abbiamo visto, nel 1866 è di nuovo con lui a Bezzecca. E' ormai una "firma" nota del giornalismo politico in cui, già da mazziniano, aveva esordito a Genova collaborando a L' Italia del popolo e a Cuneo a La Sentinella delle Alpi, ma è a Torino nel 1861 che Civinini diviene redattore e poi direttore della voce del "partito garibaldino" ll Diritto, di proprietà dell'amico Lemmi e si affilia alla Loggia massonica "Dante Alighieri", dove trova, tra gli altri, Depretis, Saffi e Mordini. Dopo Aspromonte Civinini si avvicina alle posizioni legalitarie di quella parte dei democratici (Crispi, Bargoni, Mordini, Lazzaro, ecc.) che di lì a poco vengono sconfessati da Garibaldi e afferma: "…la guerra che noi vogliamo ora, in Parlamento e fuori non può vincersi a schioppettate e finirà soltanto quel giorno in cui il Re d'Italia salirà sul Campidoglio". Con la Convenzione di Settembre ed il trasferimento della capitale a Firenze, cui insieme al Crispi si oppone entrando in attrito con l'amico Mordini, Civinini sposta la sede del giornale in Toscana. Conosciuto ormai in tutto il paese, candidato in più collegi per l'IX Legislatura, Civinini viene eletto nel ballottaggio delle elezioni suppletive del collegio di Pistoia 2 con 337 voti contro i 317 del moderato Giovanni Camici, appoggiato da La Nazione, giornale della "Consorteria" di Ricasoli e Minghetti. Le cifre confermano come il suffragio e la politica parlamentare fossero allora appannaggio di pochi istruiti ed abbienti, tuttavia Civinini, al contrario del suo avversario presenta un programma elettorale e viene appoggiato anche da un manifesto di non aventi diritto al voto. Nel 1866 Civinini si oppone fieramente alla guerra perché gestita dal governo di Destra e rimprovera i suoi compagni di sacrificare la Libertà all'Unità rompendo clamorosamente col Crispi relatore di un disegno di legge per la tutela della sicurezza interna della Stato. E' costretto così a lasciare la direzione de Il  Diritto e fonda Il Nuovo diritto in un clima di generale rimescolamento politico che favorisce intese fra Destra liberale e Sinistra moderata e che prelude al "trasformismo" degli anni successivi.  Tutto ciò ed anche la vecchia amicizia col Ricasoli, spiega forse la sua svolta politica del 1867: si candida con la Destra ricasoliana e a Pistoia viene riletto al Parlamento. Quel Parlamento nell'agosto 1868 approvò, su proposta del ministro Cambray-Digny, la concessione della privativa della fabbricazione dei tabacchi ad una regìa cointeressata costituita da una società di capitalisti privati italiani ed esteri. Votarono a favore la Destra governativa e la Sinistra "possibilista" del  "Terzo partito" di Mordini, si opposero il gruppo del Rattazzi, la "Permanente" (Destra piemontese), il Lanza e il Sella, la Sinistra del Crispi e la Sinistra radicale di Bertani. Mentre si faceva oppressiva la pressione fiscale dello Stato sulle masse popolari, la convenzione rafforzò i legami fra entourage governativo e capitalismo bancario. Civinini, violentemente accusato sia dal Crispi sia dal Gazzettino rosa di Milano di aver favorito il voto sulla concessione per interessi personali nell'operazione, è trascinato con altri nel primo vero grosso scandalo politico dell'Italia post-unitaria. Gli accusatori non riescono a produrre prove e Civinini esce assolto dall'inchiesta parlamentare e vincitore dai successivi strascichi giudiziari, ma fra gli storici permane il sospetto che tramite un suo protetto, Salvatore Tringali, abbia ottenuto delle partecipazioni nella regìa, anche se a convenzione approvata. Tuttavia è vero anche che la morte non lo trovò poi in condizioni economiche floride. Intanto nel 1870 Napoleone III cade in seguito alla sconfitta nella guerra franco-prussiana, a Parigi si instaura laComune e il 20 settembre le truppe italiane occupano Roma. Civinini, divenuto direttore de La Nazione nel 1869, teorizza ora, non senza contrasti interni al quotidiano, quella politica estera filogermanica attuata anni dopo dal Crispi. Significativo, ad esempio, un suo saggio apparso sullaNuova Antologia dove, tra l'altro, afferma: "…occorre tenere per quanto più si può bassa la Francia ... avere amiche le potenze ... anti-papali ... fondarci sopra una solida base conservativa ed ... anche liberale. Le nostre diffidenze verso la Germania ... ci esporranno veramente a quei pericoli di cui tanto temiamo ... fra i clericali di Versailles e i comunisti di Parigi.". Erano le ultime battute della sue vicenda umana e politica, da circa un anno rieletto al Parlamento, il 19 dicembre 1871 moriva a soli 36 anni per un tumore, probabilmente alimentato dallo stress e dai dispiaceri  dell'affaire della regìa tabacchi.

                                                                                                 Carlo O.Gori


 cog@interfree.it
Sintesi e rielaborazione degli articoli:
C.O. Gori,   Giuseppe Civinini. Profilo di un garibaldino pistoiese, in “Camicia rossa” n. 2 (mag.-lug. 2002);
C.O. Gori, Un garibaldino che divenne direttore de La Nazione. La storia del deputato pistoiese Giuseppe Civinini, in “Microstoria”  n. 10 (apr. 2000)

di Carlo O. Gori  vd. anche:

I trasgressori saranno apertamente indicati da questo blog.

Segnalazione di avvenuta violazione (...insomma...per intendersi copiano pari pari a man bassa senza citare la fonte...) L'estensore del pur benemerito blog della altrettanto benemerita 

Associazione Sindacale, Culturale e Sportiva "Giuseppe Garibaldi" 

http://barcellonapggiuseppegaribaldi.blogspot.com
 
(che seppur da me privatamente ed amichevolmente contattato non ha finora provveduto a "riparare" citando la fonte) ha  purtoppo VIOLATO la regola suddetta che per me non vuol essere un legal-burocratico richiamo al copyright, ma semplicemente il sollecitare all'osservanza di una elementare norma civile ed al rispetto, sia per la persona che fatica ricercando e pubblicando articoli, sia per le riviste e per il blog sulle quali li pubblica: si può riprodurre, ma basta semplicemente citare la fonte! Come potete vedere sotto, pur sbagliando il cognome del biografato (ed anche di questo era stato sollecitato a correggere) ha praticamente copiato  "pari-pari" questo post (giudicate voi...e scusate se è poco):      

DOMENICA 20 DICEMBRE 2009

Giuseppe Vicinini

 
Giuseppe Guerzoni, garibaldino, così ricorda, tra gli altri, Giuseppe Civinini nella battaglia di Bezzecca, unica vittoria italiana nella malcondotta guerra del 1866: "la strada di Triarno è tempestata dai proiettili nemici, e Garibaldi è il più cercato bersaglio ... suoi aiutanti Cairoli, Albanese, Damiani, Miceli, Cariolato, Civinini, gli fanno scudo dei loro corpi". Allora Giuseppe Civinini ha trentuno anni ed è da pochi ... [ecc.]
 


Commenti:
 
#1 11 Aprile 2007 - 14:25
 



Genova, 11.01.’07

Caro Professore,


il caso di Rahmatullah Hanefi, il mediatore di «Emergency» da giorni nelle mani dei servizi afgani, è fonte di vergogna e disonore per il nostro paese, per il governo, per le forze politiche che lo appoggiano, e infine e in particolar modo per le due personalità politiche maggiormente responsabili di questa situazione: Romano Prodi e Massimo D’Alema.

Questo senso di vergogna e disonore non fa riferimento a dissensi politici sulle iniziative interne ed internazionali del governo Prodi. Ora non si tratta di questo. Si tratta del fatto che nella vicenda della quale parliamo vengono violate alcune norme umane elementari.

Ricordiamo gli aspetti salienti: il governo italiano si trovava in difficoltà nella vicenda del rapimento Mastrogiacomo; ha quindi chiesto aiuto a «Emergency» che, nella persona di Hanefi, si è incaricata dei contatti con i taliban. La mediazione ha avuto esito positivo, Mastrogiacomo è stato salvato, ma l’uomo che ci ha aiutato è finito in una prigione afgana. Ora, se tu chiedi aiuto a una persona, questa te lo dà, e per darti aiuto finisce nei guai, il più elementare senso del dovere, del rispetto, dell’onore esige che tu faccia quanto è in tuo potere, e anche di più, per tirarlo fuori dai guai. Se sei un uomo, lo fai. Ma non è, evidentemente, quanto sta facendo il governo italiano, come denuncia con sacrosanta durezza Gino Strada. Ciò significa che il nostro governo, le forze politiche che lo appoggiano, e in particolare Romano Prodi e Massimo D'Alema, non conoscono cosa siano dovere, rispetto, senso dell’onore, personale e del proprio paese. Non sono uomini, sono figurine. Panini.

Cordiali saluti.

Marino Badiale 
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#2 12 Aprile 2007 - 12:47
 
INFORMAZIONE URGENTE E DI ESTREMA GRAVITA'

Pochi minuti fa (11,30 di giovedì 12 aprile) ho parlato al telefono col dott. Ghassan, responsabile del Medical Relief a Nablus. Mi ha informato che ieri i soldati israeliani hanno distrutto un edificio nelle vicinanze del campo rifugiati di Balata ed hanno ferito sei civili.

Ricordo che lo scorso mercoledì 4 aprile, ai microfoni di Radio Rai Programmi dell’Accesso, abbiamo registrato la trasmissione che andrà in onda alle 14,50 di lunedì 16 aprile prossimo sulla stazione regionale della RAI.

In essa denunciamo che l’esercito israeliano a Nablus si fa scudo dei bambini palestinesi.

Abbiamo valutato attentamente le testimonianze, abbiamo calibrato con molta cura le nostre espressioni di denuncia.

Ripetiamo a Nablus i soldati di Tel Aviv prendono bambini palestinesi come scudi umani!

Come abbiamo detto in trasmissione, alcuni non crederanno alle proprie orecchie, altri semplicemente non crederanno, altri ancora diranno che stiamo mentendo.

Invece è tutto vero e documentato, persino pubblicata da un coraggioso giornalista israeliano sul quotidiano Haretz in un articolo del 16 marzo scorso.

Invito chi legge questo messaggio a diffonderlo perché sino ad ora queste notizie sono state consapevolmente o inconsapevolmente censurate.

Giorgio Stern

Salaam Ragazzi dell’Olivo – Comitato di Trieste

utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#3 12 Aprile 2007 - 12:54
 
CARO CARLO.
informo te e tutti i lettori del tuo bel blog:
mi scrive infatti Michelangiolo: «pare, che per la lista di Pistoia non se ne faccia nulla a causa della mancanza dei 30 candidati … Comunque facciamo uscire il programma alternativo, come valore esemplare e strumento operativo».
Be’, se le cose stanno cosí, ciò attesta semplicemente quello che si era detto: nonostante tutta la buona volontà di tutti i partecipanti, si è partiti troppo tardi. Punto e basta. E occorre impiantare un altro lavoro, a partire dalla definizione del programma – e della pubblica dichiarazione di sfiducia per le liste partitiche e di coalizioni partitiche.
Vi propongo di riunire tutti gli interessati lunedì prossimo (se non c’è la tombola o qualcos’altro, ore 21, al solito Circolo «Garibaldi»), e facciamo “il punto” definitivo sul presente e sulle prospettive.



Ciao, e fatemi sapere,



Mario



PS: sto lavorando alle indicazioni specifiche sul piano economico che mi ha dato Luigi Biagioni, e Michelangiolo dovrebbe stendere qualche riga sulla “questione animalista” (come si era detto); per il complesso del programma andrà fatto un editino e poi io farei dichiarazioni pubbliche e conferenza stampa. Ri-ciao, MARIO
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#4 13 Aprile 2007 - 14:27
 
Chiedo, a tutte le persone che condividono questa e-mail, di inoltrare ai propri indirizzi:

Acqua pubblica, ci metto la firma
www.acquabenecomune.org
Continua, anche a Pistoia, la raccolta delle firme a sostegno della Legge d'iniziativa popolare "Acqua pubblica, ci metto la firma":
negli orari d'ufficio(mattino e pomeriggio) di Pistoia Informa, in Piazza Duomo
e il sabato mattina, presso il banchetto al mercato di Pistoia(Via Roma o Piazza Duomo).
Negli altri Comuni pistoiesi, è possibile firmare presso gli Uffici Comunali URP o dell'Anagrafe.
Limpida, incolore, necessaria, essenziale, vitale,
e che ciascuna persona si curi dell'altra come di se stessa.
L’acqua è fonte di vita. Senza acqua non c’è vita.
L’acqua costituisce pertanto un bene comune dell’umanità, un bene irrinunciabile che appartiene a tutti. Il diritto all’acqua è un diritto inalienabile: dunque l’acqua non può essere proprietà di nessuno, bensì bene condiviso equamente da tutti.
Oggi sulla Terra più di un miliardo e trecento milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile. Si prevede che nel giro di pochi anni tale numero raggiunga i tre miliardi.
Il principale responsabile di tutto ciò è il modello neoliberista che ha prodotto una enorme disuguaglianza nell’accesso all’acqua, generando oltretutto una sempre maggior scarsità di quest’ultima, a causa di modi di produzione distruttivi dell’ecosistema.
Per questo affermiamo che arrestare i processi di privatizzazione dell’acqua assume, nel XXI secolo, sempre più le caratteristiche di un problema di civiltà, che chiama in causa politici e cittadini, che chiede a ciascuno di valutare i propri atti, assumendosene la responsabilità rispetto alle generazioni viventi e future.
NEL MONDO DELL'ACQUA

La mano visibile
dell'amore
scompagina
quella invisibile
del mercato
e dei mercanti.

La mano visibile
dell'amore
scompiglia nei gangli
i poteri
spiazza i servi
del banchetto.

La mano visibile
dell'amore
accarezza le voci
fuori dal coro
accompagna i corpi
pulsanti.

La mano visibile
dell'amore
regala strategie
mancanti o
imprevedibili
a chi soffre troppo
per sè
e per gli altri.

La mano visibile
dell'amore
infinitesimale
piccola e minuta
nelle pieghe della storia
nelle intercapedini
di senso.

La mano visibile
dell'amore
infinitamente grande
al centro delle fluidità
nel cuore di ogni movimento
errante.

La mano visibile
dell'amore
aiuta i semplici
a concentrare le forze
aiuta la rivoluzione
a disperdere il potere.

Renato (Di Nicola)
Bruxelles/Pescara marzo 2007
..................................................
"Comitato unitario pistoiese: Acli, Arci, Associazione Ambiente e Lavoro, Associazione Aprile per la sinistra, Associazione Rossoverde, Casa della solidarietà-Rete Radié Resch Quarrata, Cobas, Fgci, Forum Provinciale del III Settore, Forum Sociale di Sambuca P.se, Flmu-Cub, Funzione Pubblica-Cgil, Giovani Comunisti, Gruppo di Riflessione Politica della Diocesi, Italia dei Valori, Lavoro & Società-Cgil, Legambiente, Nodo pistoiese della Rete Lilliput, Nodo pistoiese della Rete Nazionale Rifiuti Zero, Officina Politica, Pdci, Prc, Verdi, Wwf.
(Per informazioni, scrivere a: gciampolini@katamail.com ).
.................................................
"Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro, perchè il male
ed il potere hanno un aspetto così tetro? Dovrei anche rinunciare ad un
po' di dignità, farmi umile ed accettare che sia questa la realtà?"
("Don Chisciotte")

saluti a tutti

Giuliano
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#5 16 Aprile 2007 - 06:42
 
Lunedi 16 aprile ore 21:00, Circolo Garibaldi riunione pro lista-
civica.
Necessaria la presenza di chi interessato.
Saluti.
Nadia &
Biancangela
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#6 20 Aprile 2007 - 12:34
 
Emergency
COMUNICATO STAMPA

Il gruppo Emergency di Firenze ha organizzato un presidio per il giorno di VENERDI’ 20 aprile - dalle ore 17 alle ore 20 - in Via Cavour a FIRENZE (davanti alla Prefettura di Stato):

* per chiedere l’immediata liberazione del nostro collaboratore Rahmatullah Hanefi. incarcerato nelle prigioni afgane dallo scorso 20 marzo
* per continuare a denunciale le vergognose dichiarazioni del governo Karzai che ha accusato la nostra associazione (e i suoi collaboratori tutti) di fiancheggiamento con i terroristi e persino degli uomini di Al Qaeda
* per chiedere al governo italiano di utilizzare tutti i mezzi disponibili affinché siano raggiunti tali obiettivi e l’associazione possa riprendere, normalmente, il proprio lavoro in territorio afgano reintegrando anche il personale internazionale che da mercoledì 11 aprile è stato trasferito negli altri ospedali

Il gruppo Emergency di Firenze fa appello a tutti gli amici, i sostenitori, le associazioni, le istituzioni che ci sono stati vicini in questi anni e che hanno espresso il loro sostegno in queste settimane così difficili affinché questo sostegno si protragga per tutto il tempo che sarà necessario.

VI ASPETTIAMO TUTTI VENERDI’ 20 APRILE

Grazie per essere con noi
Gruppo Emergency Firenze 
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#7 24 Aprile 2007 - 09:29
 
Biella, 24 aprile - 20 maggio 2007, Museo del Territorio
Mostra Negli occhi la libertà. Partigiani e popolazione nelle immagini di "Lucien", realizzata dall'Istituto e dall'Archivio fotografico Luciano Giachetti - Fotocronisti Baita in collaborazione con il Comitato della Regione Piemonte per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana.
La mostra è esposta in collaborazione con la Città di Biella.
Inaugurazione: martedì 24 aprile, ore 19.
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#8 30 Aprile 2007 - 08:11
 
Caro professore,
sono, come sa, un appassionato di storia che apprezza i suoi scritti e vengo allo specifico del suo articolo su Civinini: secondo Lei, in tutta sincerità, era colpevole o no nell'affare della regia tabacchi? Oppure era tutta una montaura da parte di Crispi? Che ne pensa delle manifestazioni in programma per il duecentenario garibaldino?
Tanti cordiali saluti verrò presto a trovarla nella nuova grande biblioteca che mi hanno descritto in termini altamente elogiativi. Mi saluti il prof. Risaliti e il prof. Petracchi.
Luigi Francesconi
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#9 02 Maggio 2007 - 09:49
 
Caro Francesconi, la ringrazio per l'attenzione. Che ne dica Levi Sandri, io francamente penso che Civinini, sebbene non abbia poi economicamente ottenuto molto, qualche contropartita l'abbia senz'altro avuta. Si sa come vanno queste cose. Vero anche che Crispi si sentì tradito e fece carte false per distruggere politicamente (e non solo) il pistoiese. In quanto al duecentenario apparirà prossimamente un mio articolo sulla
rivista "Camicia rossa" circa un memoriale inedito garibaldino.
Cordiali saluti.
Carlo O. Gori
La mia homepage: http://historiablogori.splinder.com Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. Blocca questo utentegorca49
#10 20 Agosto 2008 - 17:25
 
buono anche questo...seppur in ritardo...un bacio...Anna C.
utente anonimo  (IP: bb4bcd669dfab02)
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