giovedì 19 gennaio 2012

Storia di un comandante partigiano (lunedì, 27 novembre 2006)


lunedì, 27 novembre 2006

Storia di un comandante partigiano

  

 Quando gli Stati Uniti erano...sicuramente...dalla parte "giusta"


Vita e morte del Comandante “Pippo”: Manrico Ducceschi, il partigiano “apolitico” che piaceva agli Americani

Per la coscienza di molti giovani l'armistizio dell' 8 settembre 1943 e l'occupazione tedesca, comportando scelte drammatiche, furono come una cartina di tornasole: molti si nascosero o si defilarono; alcuni, per paura, fede o malinteso senso dell’onore, scelsero di aderire alla “repubblichina” fascista; non pochi seppero invece reagire e scegliere con maturità e sicurezza, in modi e tempi diversi, la strada della Resistenza. In alcuni emersero attitudini e qualità che altrimenti sarebbero forse rimaste per sempre sopite: ci sembra questo il percorso del pistoiese Manrico Ducceschi, ricordato solo fino a pochi anni prima negli ambienti dell'élite un po' conformista e provinciale del cittadino liceo "Forteguerri", come studente, indubbiamente intelligente, ma dispersivo e non certo brillante.  Ducceschi nacque a Capua l’11 settembre 1920, da Fernando, pistoiese, agronomo, e da Matilde Bonaccio, casalinga; avrà poi una sorella, Leila. Compiuti gli studi medi e superiori a Pistoia si iscrisse e frequentò, in questo caso con profitto, la Facoltà di Lettere di Firenze prendendo anche contatto con "Giustizia e Libertà", ma nemmeno in quell'ambiente sembrò particolarmente distinguersi ed emergere. L'armistizio trova Ducceschi a Tarquinia, allievo ufficiale del V Rgt. Alpini. Manrico riesce a sottrarsi alla cattura tedesca ed a rientrare a Pistoia, dove abitava in via Bellini 3, dirigendosi subito dopo a Firenze dove riprende i contatti col Partito d'Azione. Inviato sulla Montagna pistoiese con pochi compagni, assume inizialmente il nome di battaglia di “Pontito” e mostra ben presto insospettate doti di organizzatore. Già a metà settembre, costituisce la prima brigata "Rosselli" ed in questo primo periodo, che va dal settembre 1943 al gennaio 1944, gli sforzi sono indirizzati all'organizzazione: prende contatti col Cln di Lucca, recupera armi, costituisce una rete di supporto, inserimento e preparazione di nuovi combattenti e, creando in tutta la zona nuclei di informatori e simpatizzanti sulla base di solide relazioni con parroci, pastori e con qualche comandante di stazione dei carabinieri; assorbe poi alcune formazioni minori del Pesciatino e della Lucchesia con i cui uomini intraprende le prime azioni di sabotaggio: crea insomma quell’atmosfera di entusiasmo e collaborazione che sarà la base essenziale per i successi del 1944 e del 1945. Assunto il nome di battaglia di “Pippo”, riferendosi ad uno pseudonimo usato da Giuseppe Mazzini (come ci ha recentemente confermato Carlo Gabrielli Rosi, suo seguace di quel tempo), stabilisce poi il quartier generale alle Tre Potenze e organizza i suoi uomini in settori, gruppi e distaccamenti, giungendo via via a coprire un vasto e nevralgico settore nella zona della Linea Gotica: dalla Val di Lima, all'Abetone, da parte dell'Appennino modenese, alla Garfagnana ed alle valli del Pescia e della Nievole; rientra, tra l'altro, nel suo campo d'azione, la Statale 12 dell'Abetone e del Brennero, fondamentale per gli spostamenti delle truppe nazifasciste. Il 16 marzo 1944 la formazione assumerà "dietro parere concorde di tutti i componenti" la denominazione ufficiale di "Esercito di Liberazione Nazionale-XI Zona Militare Patriotti" prendendo l'impegno, sempre gelosamente difeso dal suo comandante, di darsi “un carattere essenzialmente apolitico e ... fini esclusivamente militari e patriottici". “Pippo” infatti, pur accogliendo fra le sue, file antifascisti di appartenenza o di estrazione politica eterogenea (giellisti, monarchici, anarchici, comunisti, senza partito), vedeva tuttavia nel dibattito politico e nelle divisioni partitiche un serio ostacolo ad un rapida vittoria contro il nazifascismo . Vale la pena, a questo proposito, citare un brano scritto nel 1957 da Maria Luigia Guaita, inviata nel giugno del 1944 presso di lui dal CTLN per ottenerne una relazione: «Pippo ... era uno dei comandanti più autorevoli e stimati di tutta la Toscana ... Già a giugno aveva sotto di sé più di mille uomini, ormai equipaggiati e armati, la formazione più forte di tutto il pistoiese e dintorni... Era il migliore dei nostri comandanti. Lo ricordavo appena dieci mesi prima studente di lettere timido, serio, il più giovane fra gli amici... ora lo guardavo... comandante partigiano. Ancora più magro più calvo, ma abbronzato e sicuro di sé incuteva soggezione e affetto ... gli dissi quello che volevano conoscere al comando militare ... Tornò ... con ... le indicazioni richieste ... Allora ... gli mostrai varie copie dei punti programmatici dei Partito d'Azione e altri opuscoli di propaganda. Per i politici era importante quanto il combattere che i partigiani ... maturassero nelle idee ... Pippo sorrideva ..."Non li butterai mica via? ... Ci costano tanto di ansie e di soldi!". “E chissà quante discussioni” disse Pippo e rideva, .... ma mi accorsi che nel fondo era triste e deluso ... E scoteva la testa» . Questa maturata e crescente attenzione agli aspetti militari dell'azione partigiana, piuttosto che a quelli di scelta e di equilibrio politico, porterà Ducceschi a sottrarsi sempre più all'autorità dei CLN ed privilegiare rapporti diretti soprattutto con gli Alleati, ma anche, in rari casi, con emissari "badogliani" del governo del Sud, per questo verrà poi da più parti ingiustamente qualificato, lui sostenitore della forma repubblicana, come "monarchico". Malgrado i dissidi, tutto ciò non impedirà, tuttavia, in alcune occasioni, sia la collaborazione dell'XI Zona con i CLN locali, sia, spesso pur fra divergenti opzioni operative, con altre formazioni politicamente caratterizzate come la pistoiese "Bozzi", organizzata dal PCI, e le formazioni emiliane comandate da "Armando" . Compiuta una scelta prettamente "militare", "Pippo" dimostra appieno le sue capacità: i suoi distaccamenti attaccano i presidi nazifascisti, resistono con efficacia ai rastrellamenti ed ingaggiano vere e proprie battaglie, sovente vittoriose, contro ingenti convogli nemici nelle quali a volte usufruiscono dell'appoggio aereo alleato. “Pippo” è infatti collegato, tramite il pistoiese Giovanni La Loggia, amico di Silvano Fedi ed agente dell' Oss paracadutato ed aggregato al suo gruppo, conl'intelligence americana, impegnata nel pesciatino con le missioni "Berta" e "Carnation", e grazie a ciò verrà rifornito con aviolanci ed allaccerà poi, "sul campo", ottimi rapporti con le truppe brasiliane e statunitensi. Il grande credito riscosso via via da "Pippo" presso gli Alleati è anche conseguenza di una clamorosa azione condotta l'8 giugno 1944 da alcuni suoi uomini nei pressi dell'Abetone in seguito alla quale rimane ucciso l'ammiraglio Mitsunobu, addetto militare giapponese presso la RSI e vengono rinvenuti e poi consegnati agli americani importantissimi documenti , alcuni dei quali, come ci ha recentemente assicurato Tiziano Palandri, vice-comandante della formazione, risultano tutt’ora secretati. Dopo la liberazione di Bagni di Lucca (28.9.45), e di Barga (9.10.45), raggiunti dalla V Armata, i partigiani di Ducceschi, dall'ottobre 1944 prestano servizio "come truppa di linea inquadrata in forma di reparto regolare ed organico" , poi denominata "Battaglione Autonomo Patrioti Italiani Pippo" e, con divise ed equipaggiamento americano, contribuiscono a "tenere" ben 40 km del fronte, dalla Garfagnana all'Appennino pistoiese opponendosi alle forze tedesche ed ad alcuni contingenti delle divisioni "Italia", "San Marco" e "Monterosa" della RSI. In particolare nel momento della forte offensiva scatenata in Garfagnana nei giorni del Natale 1944 (in contemporanea con quella più ampia sviluppata nelle Ardenne) dalle truppe nazifasciste, essi al prezzo di numerosi caduti e dispersi, ressero efficacemente nella zona di Sommocolonia e sulla parte destra del Serchio, e pur dovendo necessariamente ripiegare, diedero tuttavia il tempo necessario alle truppe alleate per potersi riorganizzare e condurre con successo la controffensiva. La formazione di "Pippo" fu quindi la sola unità partigiana toscana (una delle poche in Italia) mantenuta in linea dagli Alleati "in piena efficienza e con tutti gli uomini accanto alle loro truppe" ; inoltre a quanto ci risulta, con la 28° Brigata garibaldina “M. Gordini” di “Bulow” Boldrini e la Brigata “Maiella” di Ettore Troilo, che operarono nella parte adriatica del fronte, essa fu una delle sole tre formazioni partigiane a cui fu concesso, per riconosciuta capacità militare, di avanzare insieme a loro nell’offensiva finale: anche per questo è stata poi giustamente (ma forse meno delle altre due) ricordata come "una delle più importanti ... che abbiano operato ... nella Resistenza italiana" .Gli uomini di “Pippo”, spesso precedendo le truppe alleate, partecipano così alla liberazione di Modena, Reggio Emilia, Parma, Piacenza (dove tra l'altro si svolse un aspro combattimento con molti feriti ed un caduto) ed entrano successivamente in Milano e questa nuova prova di valore valse l'ammirazione profonda e la definitiva stima degli Alleati tanto che fu loro ulteriormente accordato "l'onore di tenere le armi e di combattere fino ai territori tedeschi, onore che non avemmo il tempo di godere   ricordò Lindano Zanchi, nel dopoguerra attivista del PCI pistoiese - perché quando stavamo per partire la Germania capitolò; cosicché l'onore delle armi ci fu consentito per il rientro alla nostra sede. Infatti, noi rientrammo all'Abetone con tutti gli automezzi ... e con le armi. Lì all'Abetone le depositammo per consegnarle". “Pippo”, decorato con la "Bronze Star" americana, nel dopoguerra si trasferisce a Lucca dove risiede in Piazza San Michele. Non è un buon momento per il Comandante: prevalgono ora fra i partiti della Resistenza quelle diatribe politiche che tanto lo avevano disgustato durante la lotta armata e che non aveva mai saputo o voluto comprendere e che ora vede di ostacolo all’urgenza di una patria nuova da ricostruire; subisce anche molti processi per le azioni e le condanne da lui decretate nei confronti di fascisti colpevoli, dai quali peraltro esce sempre assolto come uomo dalle indiscutibili qualità morali . Fra il '47 ed il '48, nel clima della guerra fredda, riprendono i contatti fra “Pippo” e gli americani, in quanto il Comandante sembra disponibile a tornare in montagna con un gruppo selezionato di suoi collaboratori, nell’eventualità, allora molto temuta in ambito moderato, di una invasione sovietica del Paese; rifiuta comunque l'ipotesi di qualsiasi possibile contatto con ex-repubblichini. Nelle prime ore del pomeriggio di giovedì 26 agosto 1948, Ducceschi viene trovato impiccato nella camera della sua abitazione: suicidio, diranno le indagini, ma sulle circostanze della sua morte, che risale a due giorni prima, molti dei suoi collaboratori nutriranno sempre dubbi, avanzando ipotesi di responsabilità e scenari e fra loro molto diversi ed anche contrastanti. Le successive inchieste giudiziarie, più volte riaperte, anche in tempi recenti, pur non fugando i dubbi, hanno tuttavia finora ufficialmente confermato il verdetto iniziale. I funerali del Comandante furono celebrati a Lucca "in forma particolarmente solenne" il 28 agosto ed un picchetto della Divisione "Friuli" gli rese gli onori militari.
                                                                         Carlo Onofrio Gori


cog@interfree.it

Sul Comandante “Pippo” vedi:
G. Petracchi, Al tempo che Berta filava. Alleati e patrioti sulla linea gotica (1943 1945), Milano, Mursia, 1996;
Carlo O. Gori, “Pippo” partigiano senza parte, in “Microstoria”, n. 40 (mar./apr. 2005);
C.O. Gori, Manrico Ducceschi: vita e morte di un partigiano, in “Patria indipendente”, n. 5 (21 mag. 2006),
patria





I suddetti articoli sono consultabili con note anche sul bel sito di Laura Poggiani (nipote del Comandante): :

http://www.manricoducceschi.it/
 vd. anche:

























Attenzione: il post di questo blog e questi articoli sono riproducibili parzialmente o totalmente solo previo consenso o citazione esplicita dell'autore e del sito web e/o rivista.


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Commenti:
 
#1 01 Dicembre 2006 - 09:19
....ripeto qui l'invio perchè mi sembra non sia venuto bene nel precedente. Data l'età ho qualche problema con questi strumenti.

P.F.

Caro Professor Gori,

come ricorderà ero presente alla Cerimonia rappresentata nella foto e mi ricordo sempre del suo ottimo intervento. Ricordo anche che ho scambiato qualche impressione con lei e con i professori Renato Risaliti e Roberto Sinigaglia che la accompagnavano. Purtroppo da allora non ci siamo più sentiti. Leggo sempre di lei, anche sul suo bel blog. Le invio copia di una articolo di Albert Materazzi su di lei a quella cerimonia apparso sulla rivista americana storica dell’Oss. Forse l’avrà già letto, comunque per sicurezza glielo mando qui.
Risentiamoci.
Cordiali saluti ed auguri.
Paolo Francesconi


Monument Dedicated to
Pippo’s Brigades

By Albert R. Materazzi

On July 31, 2005 a ceremony dedicating a monument was held at Pian Novello honoring Partisans of the
Eleventh Zone Partisans Brigades (whose commander was the late Manfredo Duccceschi aka Pippo) and Fifth Army
Soldiers who made the “ultimate sacrifice” in the war to liberate Italy from the cruel Nazi/Fascists. Sponsoring it
were veterans of the Brigades led by OSSer Tiziano Palandri, wartime vice commander of the Brigades, and
the commune of Cutigliano near where it was erected. This event is unique; nowhere in Italy has the USA OSS assis-
tance been so recognized. The principle orator was historian Prof. Carlo O. Gori of the University of Pistoia. His speech was written with the assistance of Tiziano. He paid tribute to the help and courage of the Americans, and noted the numerous documents from NARA we furnished that enrich the town’s historical archives.
After Rome was liberated, seven of its best divisions were transferred to the Seventh Army for the invasion of
southern France. As the result, the Fifth Army was unable to breach the German Gothic line. The war in Italy became
the “forgotten war” during one of the worst winters in Italy’s history in what turned out to be a stalemate. The Allied troops were spread thin. The inexperienced and poorly trained 92nd division anchored the western edge of the Allied line.
During the advance the army came into contact with the Pippo Brigades in the Serchio valley that parallels the
coast. It was based in Barga, located in the no-man’s land of the opposing armies. It was obvious that the partisans
could be a great asset. The OSS Fifth Army Detachment was responsible for furnishing tactical intelligence and nur-
turing the partisan effort. Lacking sufficient personnel, five officers and twenty enlisted men from the Italian OGs were
placed on detached service to assist them. The area was in the II Corps sector, for which the late Maj. Stephen Rossetti
was the OSS liaison officer. He placed OG. Capt. Gerald Sabatino with the Pippo Brigades who noted his courage
and ability. Using mules, supplies were sent to them over the mountains. On Christmas Day 1944, the Fascist Monte Rosa Division, reconstituted and including German officers and specialists, attacked the 92nd Division positions in the
Serchio Valley. The inexperienced soldiers panicked and retreated, placing the port of Leghorn in jeopardy. The next
day the Pippo brigade struck the flanks of the invaders at Sommocolonnia. Fearing a trap the Monte Rosa retreated.
The Pippo Brigades continued fighting alongside the allies until they reached Milan. 
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#2 06 Dicembre 2006 - 16:09
Una figura molto interessante. Ma si sa qualcosa di nuovo sulle circostanze della sua morte?
Marco Guiducci
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#3 09 Dicembre 2006 - 12:36
Lei non sarà d'accordo, però per me "Pippo" oltre ad essere sfacciatamente filoamericano era anche un monarchico e un reazionario. Perchè piuttosto non scrive della gloriosa brigata comunista "Bozzi"?.
Matteo Pieri, Firenze
La mia homepage: http://PIERIutente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#4 13 Dicembre 2006 - 09:26
Caro Francesconi,

mi ricordo benissimo di Lei. Susi il ritardo con cui Le rispondo, purtroppo gli imegni sono tantissimi e l'età non è più verde...
L'articolo l'avevo già letto comunque La ringrazio sentitamente per la cortesia. Su "Pippo" se non ne fosse al corrente può consultare anche il sito www.manricoducceschi.it
Cordiali saluti ed auguri.
Carlo O. Gori
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#5 13 Dicembre 2006 - 09:37
sig. Pieri,

sono d'accordo, come potrà leggere da questo post e dai miei articoli apparsi su "Microstoria" e "Patria indipendente" che "Pippo" per molte ragioni, soprattutto di riconoscenza, fosse filoamericano, ma non credo propio "sfacciatamente" dato che era un uomo di grande intelligenza e spirito critico. Non credo proprio per varie ragioni che fosse un "monarchico", o un "reazionario", anzi proprio per la sua indipendenza ed il suo carattere nel dopoguerra fu praticamente abbandonato da tutte le forze politiche (dai repubblicani ai monarchici) ed, isolato com'era, probabilmente si o fu "suicidato".
In quanto alla "Bozzi" ho già scritto un articolo su "Microstoria" e ne ho ampiamente parlato in un capitolo del mio libro "Guida ai monumenti della memoria"
Saluti ed auguri.
C.O.Gori 
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#6 30 Dicembre 2006 - 09:55
Purtroppo leggo solo adesso, (il tempo da dedicare ai blog è sempre molto poco!) questo suo articolo sul comandante "Pippo": molto bello e interessante. Una figura della Resistenza purtroppo poco conosciuta fuori dalla Toscana, ma certamente di dimensione nazionale, come ho visto anche dal sito che ha segnalato. Le prometto che appena mi sarà possibile farò ricerche sugli uomini di Pippo durante le giornate della Liberazione qui a Milano. Tanti auguri di Buon Anno e di buon proseguimento.
Simona Radaelli
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#7 30 Dicembre 2006 - 11:14
Un grazie di cuore a Simona Radaelli.
Auguri anche a Lei.
Gorca49
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#8 01 Maggio 2007 - 20:22
Salve.
Mi accorgo solo adesso di questo bel Blog e ringrazio il prof. Gori per aver ancora una volta dedicato tempo e ricerca alla stesura di questo bel intervento relativo alla figura di mio zio.
Leggendo gli altri commenti, altrettanto interessanti, mi permetto di consigliare al sig. Pieri una visita al mio sito www.manricoducceschi.it dove certamente potrà meglio approfondire le idee che sembra avere un po' generiche sulla figura di Manrico. Sarei invece molto interessata all'iniziativa della sig.ra Radaelli e la invito a contattarmi qualora giungesse a un qualche risultato in merito.
Ricordo inoltre che il sito è a disposizione per un eventuale pubblicazione di articoli e ricordi relativi, oltre che alla figura di mio zio, ai componenti dell'XI Zona.
Un cordiale saluto a tutti.
Laura Poggiani
utente anonimo  (IP: a99c80f8765c248)
#9 20 Agosto 2008 - 17:29
buono anche questo...seppur in ritardo...un bacio...Anna C.
utente anonimo  (IP: bb4bcd669dfab02)
#10 11 Ottobre 2008 - 13:56
Dott. Gori,
come già anticipato telefonicamente, torno ad esprimerLe qui tutta la mia profonda stima e gratitudine per quanto Lei ha fatto, con degli articoli bellissimi, per onorare la memoria del grande Pippo con la speranza di poterla avere presto come mio graditissimo ospite a Lucca.

Dott. Mario Giannini 
utente anonimo  (IP: ba34555c8bb477d)
#11 10 Giugno 2009 - 20:00
Egr. Dott. Gori, le chiederei il permesso per poter creare un link a questo articolo, molto interessante e ben scritto, sul mio blog.
Saluti.
Renzo Becherelli
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#12 30 Ottobre 2011 - 19:08
Ringrazio Gianni e Becherelli: il permesso è ovviamente accordato.
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#13 30 Ottobre 2011 - 19:08
Pippo, il mitico Comandante dimenticato della Resistenza libera ...   www.loschermo.it/articoli/view/33998 20 apr 2011 – “Per la coscienza di molti giovani- scrive Carlo Onofrio Gori- l'Armistizio dell' 8 settembre 1943 e l'occupazione tedesca, comportando scelte ...
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#14 31 Ottobre 2011 - 13:24
XI ZONA PIPPO | becquerelzeviri   becquerelzeviri.splinder.com/post/20739353/xi-zona-pippo 11 giu 2009 – ... ovviamente il permesso che cortesemente mi chiedeva è senz'altro, e con gioia, accordato. Buon lavoro e tante buone cose. Carlo O. Gori ...
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 Da:  "massimo" <massimo6710@alice.it>   [Aggiungi alla rubrica]
 A:  <cog@interfree.it>
 Data:  8 Giu 2009 - 08:13
 Oggetto: SALUTI
BUONGIORNO MIO PADRE GIUNTINI FERRUCCIO MI HA PARLATO MOLTO DI QUESTA FORMAZIONE CHE LEI DESCRIVE ,OPERAVA NELLA ZONA DI PIAN DI NOVELLO MI RICORDO CHE DA PICCOLO MI PORTO' IN QUELLA ZONA DOVE CI FURONO VARI COMBATTIMENTI  LUI ARRIVO' FINO A MILANO E MI RACCONTAVA CHE PRESERO UN'UFFICIALE CON DEI PIANI MOLTO IMPORTANTI NON SO' SE ERA QUESTO CHE LEI DESCRIVE PERO' MI RICORDO CHE MOLTI SOLDATI PERSERO LA VITA , QUESTO ME L'HA RACCONTATO MIO PADRE PER SALVARE UN ALTO UFFICIALE GRAVEMENTE FERITO, FORSE PERCHE' ERO PICCOLO NON MI PARLAVA MAI DEI MORTI, MI RICORDO CHE MI PARLAVA SEMPRE DELLA BRUTEZZA E DELLE ATROCITA DELLA GUERRA. LA SALUTO E LE AUGURO BUON LAVORO   GIUNTINI MASSIMO PESCIA  PT  TEL 0572 477451 n




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