giovedì 19 gennaio 2012

Storia. Duecentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi 1807-2007 (giovedì, 08 febbraio 2007)


giovedì, 08 febbraio 2007

Storia. Duecentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi 1807-2007

  






O Roma o morte! Garibaldi e le giornate “pistoiesi” del 1867

Il legame tra Garibaldi e la  Toscana è stato recentemente riproposto e ben documentato dal libro di Francesco Asso, Itinerari garibaldini in Toscana e dintorni 1848-1867 edito dalla Regione nella collana "Toscana Beni Culturali”. Dal primo incontro con la Toscana a Livorno il 25 ottobre 1848 dove, reduce dalla Prima Guerra d'Indipendenza, sbarca con Anita e ad altri settantadue seguaci, alla vicende successive alla caduta della Repubblica Romana, dalla Spedizione dei Mille ai tentativi della liberazione di Roma, c'è sempre un passaggio dell'Eroe  in questa terra.
Il libro citando ben 117 luoghi ripercorre la storia di questo rapporto in otto itinerari punteggiati da 253 epigrafi che rappresentano un patrimonio di memoria che, sostenuto da una narrazione intensa,  intende valorizzare, mettendo in rilievo non solo la partecipazione alle vicende risorgimentali delle città, ma anche dei piccoli paesi.
Anche a Pistoia una lapide posta  all’altezza del n. 40 nella centralissima via della Madonna ci rammenta che il: “XIV Luglio MDCCCLXVII Giuseppe Garibaldi qui fu ospitato, di qui parlò al popolo plaudente fatidiche ed amorose parole mallevando prossima la liberazione di Roma. Sciogliendo il voto del popolo pistoiese, a perfetta memoria del fatto, la famiglia dell’avv. Giuseppe Gargini  QLP II Luglio MDCCCLXXXII”.
Tuttavia i rapporti fra Pistoia (città che già aveva dato il suo tributo di volontari alla Prima ed alla Seconda Guerra d’Indipendenza) e Garibaldi risalivano a ben prima: ad esempio si annovera fra i Mille un pistoiese, il quarantatreenne Pietro Beccarelli da Saturnana, località collinare appartenente all’allora municipio di Porta al Borgo che oggi è un rione del Comune di Pistoia.
Com’è noto le navi garibaldine “Piemonte” e “Lombardo” nel viaggio verso Marsala fecero sosta per rifornimenti presso il forte di  Talamone e  Beccarelli, uno dei tanti pistoiesi che in quei tempi, secondo una consuetudine protrattasi anche nel Novecento fin quasi alle soglie delboom economico dei primi anni Sessanta, si recavano in Maremma a far carbone, ebbe l’occasione di unirsi alle Camicie Rosse. Il pistoiese infatti figura al n. 77 della lista ufficiale dei “Mille” (1089), fornita dal Ministero della Guerra e pubblicata nel 1864 dal “Giornale militare”, come: “Beccarelli Pietro di Emanuele, nato a Porta al Borgo nel 1822, morto il 14 agosto 1871”. Il noto garibaldino toscano Giuseppe Bandi, di  Gavorrano, fondatore de “Il Telegrafo” di Livorno, nella sua storia de I Mille, giudicato da Benedetto Croce il libro più riuscito nella folta memorialistica sulle Camicie Rosse, descrisse il modo curioso col quale si arruolò Beccarelli: “…mentre aspettavo una barca che mi portasse a bordo, ecco accostarmisi un pover'uomo, tutto cenci e smunto come il Battista nel deserto, che mi dice: - Sor uffiziale mi dia qualcosa per su' carità. - Come! Chiedi la carità a me che ho già fatto testamento e mi son fatto ungere ... ?  - Che vuole? Le febbri m'hanno strutto e non si trova da lavorare. Creda in Dio che ho fame, e non ho un picciolo in tasca. Son venuto da Orbetello stamani, e non ho trovato da sdigiunarmi… - Hai moglie, hai figlioli ? - Né figlioli, né moglie. - Allora, caro mio, morire per morire, l'è meglio morir da bravo con noi, che crepar di fame. Almeno ti metteranno in musica. Hai tu paura delle palle? Il Maremmano fe' cenno che no. - Allora - soggiunsi - monta meco su questa barca, e da ora in poi sarai soldato di Garibaldi. - Viva Garibaldi sempre ! - esclamò il disgraziato, non più disgraziato e mi seguì.  Si chiamava Becarelli, da Saturnana nel pistoiese, ed era bracciante”. (1)
Carlo Paiotti,  un compianto cultore di storie pistoiesi che citò questo brano del tenente Bandi in una vecchia pubblicazione per il  Centenario dell’Unità d’Italia,  scrisse anche, ammettendo però di non saperne molto di più, delle presenza di un altro pistoiese fra i Mille, che al n. 722 della lista del suddetto “Giornale militare” viene così rammentato: “Palmieri Palmiro di Fortunato, nato a Montalcino il 2 marzo 1841, morto in Orbetello il 3 aprile 1871”. Su questo garibaldino, presunto pistoiese, anche noi di più non sappiamo.
Quel che è certo invece è che dopo Beccarelli, a più riprese, altri 250 pistoiesi avrebbero raggiunto Garibaldi nella Campagna Meridionale. Fra questi Giuseppe Civinini (1835-1871), giornalista, poi direttore de “La Nazione” di Firenze e politico noto a livello nazionale, che si distinse per competenza e correttezza nell'intendenza delle Camicie Rosse tanto che da allora divenne e fu per lungo tempo segretario del Generale. Infatti il giovane pistoiese seguì poi l’Eroe nel 1862 sull'Aspromonte, ne condivise la prigionia al Varignano,  l'esilio a Caprera e fu di nuovo vicino a lui, nel pieno della mischia, a Bezzecca nel 1866 (2). Oltre ai due citati, altri pistoiesi tra i quali Giuseppe e Raffaello Becherucci, Olimpio Banci, Torello Orlandini, Luigi, Gianni, Ettore Regoli, Giuseppe Tesi, Aristide Turi, Pilade Fabroni, si distingueranno nel corso degli anni durante le diverse fasi dell’ epopea garibaldina. (3)   Infine un famoso ufficiale dell’Eroe, il colonnello Stefano Dunyov (1816-1889), ungherese di origine bulgara, diverrà cittadino pistoiese d'adozione dal 1872 ed alcune  epigrafi  poste all'altezza della sua abitazione in  via Verdi n. 19 dalla municipalità e dai due Stati, ne commemorano le gesta.
Ma torniamo a quel 1867 che resterà per lungo tempo vivo nel ricordo dei pistoiesi. In seguito alle elezioni del marzo di quell’anno, a Firenze (capitale dal settembre 1864) era stato rieletto il parlamento ed il capo del nuovo governo, Rattazzi, subentrato a Ricasoli, confidando nell'intenzione già manifestata da Napoleone III di non intervenire nella questione romana, qualora nella città fosse scoppiata una rivoluzione, sembrava obiettivamente incoraggiare Garibaldi ad una spedizione per la presa di Roma, meta agognata dei patrioti e dei democratici dopo che anche il Veneto si era unito all’Italia in seguito alla guerra del 1866.
A Pistoia nel 1867 la vita politico-amministrativa, complice anche un  suffragio elettorale ancora appannaggio di pochi istruiti ed abbienti, sembrava ormai egemonizzata dai moderati tanto che lo stesso Civinini, faticosamente eletto al parlamento nel 1865 per  la sinistra,  era stato ora clamorosamente rieletto nelle file della destra ricasoliana.
I democratici pistoiesi (garibaldini, mazziniani e qualcuno definito “anarchico”, tutti strettamente sorvegliati da sottoprefetto e polizia) vedevano nell’ambita visita del Generale alla città anche un'occasione per serrare le file e per una rivalsa, sia nei confronti dei “paolotti” filopapalini, sia verso i liberalmoderati, i cosiddetti “malvoni” (dagli effetti emollienti della pianta), patriottici ed anticlericali, ma sempre e comunque filogovernativi. (4)
L’occasione sembrò presentarsi quando  Garibaldi giunse a fine giugno alla Grotta Giusti di Monsummano, ufficialmente per curare la sua vecchia artrite, ma molto probabilmente, data la vicinanza della capitale ed essendo la Toscana un  punto strategico per la progettata spedizione romana, anche per una serie di contatti politico-organizzativi, che possiamo intuire, data l’ovvia segretezza della questione, attivati soprattutto da suoi emissari e rivolti in più direzioni ed a vari livelli.  Rattazzi infatti, pur fra molte ambiguità, dava sempre più l'impressione di esser pronto ad utilizzare le manovre della Sinistra tendenti a suscitare un'insurrezione a Roma; successivamente, appena i garibaldini fossero entrati nello Stato Pontificio, con la scusa di riportare l'ordine, avrebbe mosso le truppe regolari per occupare il Lazio. Rimaneva tuttavia sempre l'incognita dell'atteggiamento dell’imperatore francese Napoleone III: avrebbe veramente mantenuto la vecchia promessa di non intervenire in caso di rivoluzione romana, stretto com'era fra le pressioni di un'opinione pubblica clericaleggiante e gli impegni personali contratti con Pio IX? Pertanto il controllo del governo Rattazzi sui democratici, teso ad impedire incontrollate “fughe in avanti” era in quei giorni strettissimo. Infatti di lì a poco non dovette sfuggire alle autorità governative la visita di 150 garibaldini pistoiesi guidati da Francesco Franchini e Giuseppe Gargini, che con banda musicale al seguito, si erano mossi verso Monsummano per rendere omaggio al Generale che, da parte sua,  promise senz’altro una sua imminente visita alla città. Terminate le cure, il 1 luglio Garibaldi venne ospitato in quel di Vinci dai suoi vecchi amici fratelli Martelli e dal borgo leonardiano avvertì l'avvocato Gargini che, avendo anche l’intenzione di rendere omaggio alla tomba di Francesco Ferrucci a Gavinana, sarebbe stato suo ospite a Pistoia il 14 e il 15 luglio.
L’8 luglio il Generale fu a Pescia e così parlò alla folla: “Sono molto commosso della cara dimostrazione che la gentile e simpatica gente toscana mi fa. Voi, popolo toscano, avete fatto molto per l'Italia, più di quanto alcuni del popolo credono. Avete il Pantheon di Santa Croce, ove si rinchiude la maggior parte degli uomini più prodi che abbia avuto l'Italia; le vostre sublimi memorie e il vostro gentile idioma hanno molto contribuito alle altre province italiane. E' stato fatto molto, ma l'Italia non è ancora completa ; ciò vuol dire che le manca qualche cosa, e questo qualche cosa è Roma”. Un grido “O Roma o morte” interruppe Garibaldi, che continuò : “Sento una voce, uscita dai ranghi del popolo, che ha fatto palpitare l'animo mio. Sì, Roma è stata sempre il mio pensiero. Andiamo là e presto. Assicuratevi pure che senza Roma non vi sarà quiete, né prosperità, né sicurezza, in Italia possibile ! Addio !” .  (5 )
In una calda domenica di pochi giorni dopo, il 14 di luglio, ricorrenza significativa per tutti i progressisti, Garibaldi mantenne la promessa fatta ai pistoiesi e fu calorosamente salutato al suo arrivo alle 11,30 alla stazione, da una moltitudine entusiasta che, fra le vie della città imbandierata a festa, lo accompagnò alla casa del Gargini. Affacciandosi ad una finestra rivolse poi un breve, ma appassionato indirizzo di saluto alla folla sottostante che successivamente sarà così riportato dalla stampa locale: “Cittadini! Queste manifestazioni so che voi non le dirigete all’individuo, ma al principio; esse mi fanno conoscere che la causa del nostro Paese va avanti. - Di prepotenze l’Italiani non ne vogliono; e voi me lo avete manifestato con la vostra dimostrazione di oggi. - Se il patriottismo di Pistoia avrà seguito come spero anche nelle altra Città d’Italia, compiremo l’Unità della Patria. - Con uomini come voi, ogni impresa diventa facile - L’Italia la vogliamo, e la vogliamo a dispetto dei nemici interni, e di qualunque despota straniero - L’impeto di una Popolazione trionfa di tutto (Una voce grida Roma o morte) Si, a Marsala io lo ho detto per primo: o Roma o morte, ora dobbiamo dire Roma e vita, si dobbiamo dire Roma e vita, perché l’Italiani devono andare a Roma come a casa loro (Una chiesa in vicinanza suona le campane, e delle voci della folla gridano che sono i Paolotti che fanno suonare.) Di campane ne va lasciata una per segnare le ore, e del resto ne faremo tanti soldi, e se occorrerà tanti cannoni (Una voce della folla grida Viva il Martire d’Aspromonte) Io non sono Martire, il poco che ho fatto e sofferto non lo cambierei con qualunque Impero - però la palla che mi colpì al piede, non mi poteva uccidere, perché quella che mi ucciderà dovrà colpirmi a cuore. - Sebbene vecchio, spero che sarò con voi a Roma - Addio”. (6) 
La giornata si chiuse con un affollatissimo meeting all’Arena Matteini dove Garibaldi con accanto il Gargini con la consorte Marietta, il Franchini e padre Gavazzi, assistette ad una rappresentazione teatrale,  mentre negli intervalli l'attore Lollio declamò alcuni versi, composti in onore del Generale dalla signora Giulia Civinini Arrighi, sorella del suo ex-segretario on. Civinini, ormai definitivamente approdato ad altra sponda politica come confermò  la sua significativa assenza.
Alle nove, allora erano quelli i ritmi della vita, tutto finì ed una banda musicale scortò l’Eroe fino a casa Gargini che nella notte sarebbe stata sorvegliata da una guardia d’onore di venti garibaldini. Prima di addormentarsi il Generale ricevette l’omaggio floreale di alcune signore che contraccambiò col dono di una foto con dedica.
Alle cinque del mattino successivo Garibaldi in compagnia del Gargini, di padre Gavazzi, di Lucio Roda, Sandro Gherardini, Beppe Becherucci e qualche altro salì verso Gavinana  ed in ogni paese incontrato lungo il viaggio ricevetti doni e calorosi festeggiamenti. Al termine del patriottico pellegrinaggio a Gavinana il Generale si fece promotore di una sottoscrizione perché ivi venisse eretto un monumento a Ferrucci. La bella e significativa giornata fu però inopinatamente rovinata perché qualcuno durante il ritorno rubò il poncho al quale Garibaldi, fin dalle sue imprese americane, teneva così  tanto che, “quasi ne pianse”. (7 )
Alle 5,30 del mattino successivo, Garibaldi accompagnato a Porta Lucchese, ripartì per Vinci salutato da una banda musicale e dai fedelissimi inneggianti alla presa di Roma. Il Generale non poteva immaginare che, suo malgrado, appena due mesi dopo, il 24 settembre,  avrebbe di nuovo fatto sosta a Pistoia nella stazione ferroviaria, allora punto nevralgico nel movimento fra Nord e Sud Italia, dopo che il governo, impaurito dall’ atteggiamento di Napoleone III, lo aveva “scaricato” e fatto arrestare a Sinalunga nei pressi del confine pontificio. In quel frangente i garibaldini ed i democratici pistoiesi tentavano inutilmente di liberare il Generale, destinato ad esser tradotto al famigerato carcere di Alessandria, dando poi vita a tumulti protrattisi in città fino al giorno 26. Ma di queste tre vibranti giornate, del ruolo svolto da Pistoia nel diffondere nel Paese la notizia dell’arresto, come dei sessantasei pistoiesi  che di lì a poco, il 20 ottobre, sarebbero stati di nuovo vicini a Garibaldi nella sfortunata impresa di Mentana, speriamo di avere l’opportunità di parlarne più diffusamente in un prossimo articolo. (8)

                                                                                  
                                                            Carlo Onofrio Gori

                                  

1) Cit. in C. Paiotti, Due garibaldini pistoiesi fra i Mille, in “Guidanuova” , pp. 96-98. 
2) Cfr. C.O. Gori: Giuseppe Civinini. Profilo di un garibaldino pistoiese, in“Camicia rossa”, a. 22, n. 2 (mag./lug. 2002), pp.15-16
3) Cfr. Garibaldi a Pistoia. Mito, fortuna, realtà, Pistoia, Comune di Pistoia, 1982.
4) Cfr. G. Petracchi, Mito e realtà di Garibaldi in una città di Provincia. Pistoia 1859-1904, in Garibaldi a Pistoia...cit., pp. 12-53.
5) Cit. in E. Bartolini, Giuseppe Garibaldi e la sua visita a Pescia, in “Guidanuova” ,  pp. 105-109
6) Garibaldi a Pistoia. 14 luglio 1867,  in “Il Progresso”, a. 1, (11 giu. 1882).
7) Garibaldi e Pistoia, n.u., Pistoia (17 lug. 1904), p. 7.
8) Altri pistoiesi sarebbero poi  stati ancora col Generale con l'armata dei Vosgi a Digione nel 1871. Sulle vicende del monumento pistoiese a Garibaldi cfr.: C.O. Gori,  Pistoia e Garibaldi: storia di un “tormentato” monumento equestre, in “Camicia rossa”, a. 22, n. 4 (nov. 2002/gen. 2003), pp.28-29. Su un noto pistoiese ammiratore di Garibaldi, cfr.: C.O. Gori, Policarpo Petrocchi ammiratore di Garibaldi. Profilo di un letterato pistoiese autore del Novo dizionario universale della lingua italiana, in “Camicia rossa”, a. 23, n.2/3 (mag./ott. 2003), pp. 29-30

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Sintesi degli articoli pubblicati su:

Carlo Onofrio GORI, ...e a Pistoia Garibaldi perse il poncho, in "Microstoria", n. 34 (2004);
Carlo Onofrio GORI, O Roma o morte! Garibaldi e le giornate “pistoiesi” del 1867, in "Camicia rossa", n. 1 (2004);
Carlo Onofrio GORI, ...e l'Eroe perse il poncho
, in "Vibanca informa", (gen.-mar. 2011)  


http://www.vibanca.it/pdf/viinforma_01_2011.pdf

 



Carlo Onofrio Gori  cog@interfree.it






Commenti:
 
#1 12 Febbraio 2007 - 12:49
 
Carlo Carlo,

"giro" a te ed ai tuoi lettori questo comunicato:

Vicenza, 18 febbraio 2007
Sala dei Chiostri di Santa Corona - (Contrà Santa Corona, 4)

PER IL RITIRO DEI SOLDATI ITALIANI DALL’AFGHANISTAN E NON SOLO...
dai Promotori dell’Appello

Un invito a Vicenza per il 18 febbraio.
Il 17 febbraio saremo in tanti a Vicenza. L'opposizione dei Vicentini alla costruzione della nuova base militare USA ha ridato slancio alla lotta contro la guerra e il militarismo, ha reso voce al movimento che pareva essere diventato fioco proprio mentre la guerra globale sta diventando più grave e pericolosa promettendo nuovi devastanti scenari di morte. Una delle tante vittime della guerra è anche la democrazia rappresentativa. Lo si vede anche nel nostro paese dove, ad una opposizione netta ed unitaria dei cittadini, non corrisponde affatto un'adeguata risposta delle istituzioni e nemmeno dei parlamentari eletti che si dicono e si professano per la pace.
Invitiamo quindi tutti quelli che, rispondendo al nostro Appello hanno condiviso con noi il desiderio di vedere l’Italia ritirarsi da ogni scenario di guerra, a trovarci insieme Domenica 18 Febbraio a Vicenza.

Ciao Mario.
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#2 12 Febbraio 2007 - 12:50
 
...e anche questo da parte di Massimo De Santi, Comitato anti-Rigassificatore Offshore, Livorno

. . . Il Bersani a Livorno: facciamoci sentire!

Il 12 febbraio 2007, alle ore 21 circa, il ministro Bersani sarà a Livorno per esporre (tra l’altro) i supposti “benefici” del Rigassificatore Offshore. Un anno fa, a Ballarò, ebbe a dire al suo interlocutore: «Vedrete, dove comandiamo noi, i rigassificatori li faremo . . .».

Che le popolazioni non siano state informate, interpellate, e che decidano consapevolmente (per obbligo di legge o per morale pubblica), questo a Bersani evidentemente non importa.

E allora il nostro invito è quello di dimostrare al ministro che i livornesi ancora dotati di autonoma intelligenza non ci stanno!

Lunedí 12 febbraio, alle ore 20,30, concentramento in piazza civica (Comune nuovo - anagrafe) per organizzare un presidio fuori del CCIAA.

Siete pregati di venire muniti di fischietti, trombette, etc. Chi ha lo spillo del Comitato anti-Rigassificatore Offshore lo indossi. 
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#3 12 Febbraio 2007 - 17:28
 
gentilmente vorrei sapere da lei cosa ne pensa del socialismo di Garibaldi. Grazie
Luigi Fabbri
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#4 20 Febbraio 2007 - 07:39
 
Caro Carlo,
ti invio questo comunicato.
Ciao
Mario

Sabato 10 marzo
Prato - Palazzo comunale
Convegno
La città per chi? La città per cosa?
Urbanistica - Politica – Economia
a partire dal “caso Prato”
Introduce e coordina:
Mauro Vannoni
Presidente del Gruppo consiliare «La Sinistra per Prato viva»
Intervengono:
Mario Monforte Cittadini o moderni sudditi?
Redazione della rivista «Il Ponte» - Area Sinistra Toscana
Donald Moerdijk Città, potere, civiltà
Docente all’École normale supérieure de Saint-Cloud a Parigi
Ubaldo Ceccoli L’insostenibile pesantezza del cemento
Ricercatore Cnr - Area Sinistra Toscana
Paolo Paoletti Scenari metropolitani e città virtuosa
Gruppo 38-1

Sono invitati e chiamati a prendere la parola:
le forze politiche e sindacali,
le associazioni culturali e del volontariato,
i Comitati cittadini dell’Area Metropolitana FI-PO-PT
e del resto della Toscana.
Organizzazione del convegno
Relazioni e interventi: ore 10-13,30.
Buffet: ore 13,30-14,30.
Ripresa: ore 14,30. conclusione: ore 17,30
Per ulteriori informazioni telefonare ai numeri 0574 616348 - 335 6678023
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#5 20 Febbraio 2007 - 09:39
 
COMITATO
PER
LA CITTA’ ETRUSCA
SUL BISENZIO
A tutti i cittadini dell’area metropolitana di Firenze Prato e Pistoia.

Sabato 24 Febbario 2007 ore10,30
Grande Concentramento in piazza Duomo a Prato
per tutti coloro che vogliono impedire la copertura con il cemento di una delle più grandi scoperte archeologiche degli ultimi anni:
la città etrusca di Gonfienti
Ci sposteremo in tre piazze
Ore 10,30 in piazza Duomo
Ore 11,30 in piazza del Comune
Ore 12 al Castello dell’Imperatore

PERCHE’ NON SIANO OCCULTATE LE SCOPERTE ARCHEOLOGICHE PER FAVORIRE INTERESSI ECONOMICI DI POCHI
PER LA VALORIZZAZIONE DEI BENI CULTURALI, ANCHE COME RISORSA ECONOMICA E SOCIALE
PERCHE SI FERMI L’ALLARGAMENTO DELL’INTERPORTO E IL DISSESTO URBANISTICO CHE HA PROVOCATO
Per la cultura e l’ambiente. Contro la cementificazione di Gonfienti, difendiamo il nostro passato.
Stampato in proprio resp. Riccardo Buonaiuti 
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#6 21 Febbraio 2007 - 11:59
 
L'invasione arcobaleno:
A Vicenza si è svolta una manifestazione bellissima, che rimarrà nella storia
non solo di quella città, ma anche delle manifestazioni pacifiste contro le basi Usa:
hanno partecipato circa 200.000 persone, con modalità nonviolente, festose, colorate,
ma anche in modo determinato per dire
"NO alla base Usa, il futuro è nelle nostre mani": perchè l'Italia(l'art.11 della Costituzione, la stragrande maggioranza del popolo italiano) "ripudia la guerra..."....... perchè Vicenza è suolo italiano e non accetta di essere ceduto a chicchessia né per promesse da mercanti, né per antichi patti "secretati".
Nel corteo erano presenti anche centinaia di statunitensi pacifisti che vivono in Italia e che, intervistati da giornali e Tv, rispondevano che quella manifestazione non era "antiamericana", ma contro le basi di guerra volute dal Governo Bush, cioè da un governo che ormai è contestato anche dalla maggioranza dei loro concittadini.
Hanno partecipato in modo massiccio tutte le realtà locali impegnate contro le guerre: è impossibile fare l'elenco di tutti, ma sicuramente tutti hanno visto una grande presenza dei cittadini della Val di Susa, dell'Arci, della Cgil, dei giovani dei centri sociali, dei giovani comunisti, ma anche di tante realtà locali di area cattolica... (Beati i Costruttori di pace, Agesci, Comunità Cristiane di Base, ecc.) e una delle bandiere più belle è stata quella (diffusa da Rifondazione) con al centro le sagome colorate di tante persone e con i cartelli "NO Dal Molin", sopra la scritta "ASCOLTARE LA BASE" e sotto la scritta "NON COSTRUIRLA".
La radicalità e la nonviolenza ha caratterizzato la partecipazione di tutti ed ha deluso quei giornalisti e quei politici servili alla politica del governo Usa.... che speravano disperatamente episodi di violenza e di idiozia, per cercare di oscurare le ragioni di una partecipazione popolare gigantesca. La critica più decisa è stata nei confronti dei politici, di destra e di sinistra, «che sono abbioccati sull'idea che bisogna servire il più forte».
Romano Prodi, purtroppo, continua stupidamente ad ignorare che il popolo presente alla manifestazione di Vicenza rappresenta la maggioranza del popolo italiano che gli ha consentito di vincere le elezioni ed ha dichiarato "... sulla base Usa di Vicenza non si torna indietro" e Fassino continua a fare dichiarazioni assurde ("C'è uno spazio di discussione, che non è BASE SI, BASE NO, ma su COME costruirla)", lontano mille miglia dal sentire comune di quella manifestazione: se insistono così questo governo non ha futuro e alla maggioranza dei pacifisti dispiace, perchè quello che chiedono non è tornare indietro.... ma andare avanti verso una politica di pace, partendo dalla piena attuazione del "Programma di Governo" che l'UNIONE ha presentato in campagna elettorale.
Dalla Provincia di Pistoia abbiamo partecipato con tre pulman(due partiti dalla Valdinievole e promossi da giovani): può essere l'inizio, anche nella nostra realtà locale, di una ripresa di un forte movimento per la pace, attraverso un rinnovato impegno unitario delle associazioni e delle organizzazioni pacifiste, ricostruendo una rete di relazioni e di collaborazione reciproca.


Sarebbe di grandissima importanza che i 120 Circoli Arci (che esistono in provincia di Pistoia) contribuissero alla costruzione di questa rete, individuando in ogni Circolo gruppi di persone che vogliono partecipare ed impegnarsi: il sito internet www.losnodo.net può essere uno strumento importante non solo come "Crocevia di esperienze per una libera circolazione di idee".... ma anche per contribuire alla ricostruzione di una rete tra i Circoli Arci e di una rete pacifista(chi vuole collaborare, può scrivere al mio indirizzo gciampolini@katamail.com ).

Giuliano 
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#7 23 Febbraio 2007 - 14:50
 

Ai tuoi lettori:

Il popolo della pace, quello che ha dato un contributo determinante alla vittoria elettorale dell'Unione, quello che ha "invaso" Vicenza con le bandiere arcobaleno, non voleva certo la caduta del Governo Prodi: chiedeva e chiede una politica di pace, a partire dall'attuazione piena di quella scritta nel Programma di Governo che l'Unione ha presentato agli elettori.
E' vero che siamo idealisti, che vogliamo una società ed un mondo diverso, giusto, democratico, nonviolento, sostenibile..... ma non siamo stupidi: sappiamo che il berlusconismo è il contrario di tutti i nostri ideali e quindi ogni nostra critica al governo Prodi è per incoraggiarlo ad attuare una politica di pace, non certo per farlo cadere e per far tornare il Re degli imbroglioni.
Insomma, anche tra di noi ci può essere chi vorrebbe tutto e subito, chi non accetta mediazioni, chi vorrebbe "la luna"...., ma la stragrande maggioranza sa che le nostre proposte sono affidate al dialogo (anche polemico e duro) e alla partecipazione democratica e nonviolenta, per farle andare avanti.... non per farci del male e per tornare indietro.

Giuliano
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#8 23 Febbraio 2007 - 14:58
 
Caro Carlo,

ti invio questo per te ed i tuoi lettori.
Ma dimmi, anche tu, ogni tanto come la pensi.
Ciao
Mario

Ecco i punti di Prodi:

1. Politica estera. «Rispetto degli impegni internazionali e di pace. Sostegno costante alle iniziative di politica estera e di difesa stabilite in ambito Onu e ai nostri impegni internazionali, derivanti dall’appartenenza all’Unione europea e all’Alleanza atlantica, con riferimento anche al nostro attuale impegno nella missione in Afghanistan. Un’incisiva azione per il sostegno e la valorizzazione del patrimonio rappresentato dalle comunità italiane all’estero».
2. Scuola e cultura. «Impegno forte per la cultura, scuola, università, ricerca e innovazione».
3. Infrastrutture e Tav. «Rapida attuazione del piano infrastrutturale e in particolare ai corridoi europei (compresa la Torino-Lione). Impegno sulla mobilità sostenibile».
4. Fonti energetiche. «Programma per l’efficienza e la diversificazione delle fonti energetiche: fonti rinnovabili e localizzazione e realizzazione rigassificatori».
5. Liberalizzazioni. «Prosecuzione dell’azione di liberalizzazioni e di tutela del cittadino consumatore nell’ambito dei servizi e delle professioni».
6. Mezzogiorno. «Attenzione permanente e impegno concreto a favore del Mezzogiorno, a partire dalla sicurezza».
7. Riduzione della spesa pubblica. «Azione concreta e immediata di riduzione significativa della spesa pubblica e della spesa legata alle attività politiche e istituzionali (costi della politica)».
8. Pensioni. «Riordino del sistema previdenziale con grande attenzione alle compatibilità finanziarie e privilegiando le pensioni basse e i giovani. Con l’impegno a reperire una quota delle risorse necessarie attraverso una razionalizzazione della spesa che passa attraverso anche l’unificazione degli enti previdenziali».
9. Politiche della famiglia. «Rilancio delle politiche a sostegno della famiglia attraverso l’estensione universale di assegni familiari piú corposi e un piano concreto di aumento significativo degli asili nido».
10. Incompatibilità. «Rapida soluzione della incompatibilità tra incarichi, di governo e parlamentari, secondo le modalità già concordate».
11. Portavoce. «Il portavoce del presidente, al fine di dare maggiore coerenza alla comunicazione, assume il ruolo di portavoce dell’esecutivo».
12. Autorità del premier. «In coerenza con tale principio, per assicurare piena efficacia all’azione di governo, al presidente del Consiglio è riconosciuta l’autorità di esprimere in maniera unitaria la posizione del governo stesso in caso di contrasto».

Ecco i «12 punti» del Prodi-bis. Anche il tanto rifritto «programma dell’Unione» (già quantomeno discutibile) a me pare che sia andato definitivamente a … farsi friggere. E vorrei chiedere - ma non come richiesta retorica, al contrario come domanda reale: in che cosa questi «punti» si differenziano da quelli di un governo di destra? E in che cosa il premierato assoluto imposto nell’ultimo punto è diverso da ciò a cui puntavano Berlusconi & Co.? Se qualcuno è in grado di dirmelo, lo prego di farlo, perché io non ci riesco - avrò limiti di comprensione, ridotte capacità intellettuali, incapacità di leggere oltre le righe, ma non ci riesco. Non mi si venga a dire, però, che “sí, i «punti» sono quello che sono, ma la presenza della sinistra si imponeva e poi, essendo noi presenti …”, perché mi infurio se vengo preso apertamente in giro e trattato come un imbecille (e, riguardo a chi ci crederà, voglio fare denuncia per «circonvenzione di incapaci»).
E dunque, traggo altre conclusioni: lo slogan “Prodi non deve cadere se no torna Berlusconi” si è rivelato nella sua realtà di “c’è già Berlusconi anche senza Berlusconi”; in altri termini, a un governo di destra succede un … altro governo di destra; e la linea della «sinistra dell’Unione» è sboccata nel supportare un … governo di destra!
Magnifico! Ma ripeto ancora, se ne traggano le conclusioni e ci si muova di conseguenza. E potenziamo quanto già abbiamo “in ballo” e sviluppiamo tutte le iniziative che possiamo.

Mario Monforte 
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#9 07 Marzo 2007 - 07:29
 
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utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#10 13 Marzo 2007 - 14:23
 
Sillabario
"A chi appartiene l'acqua ?
E' una proprietà privata o un bene pubblico ?
Quali diritti hanno, o dovrebbero avere le persone ?
Quali sono i diritti dello Stato ?
Quali quelli delle imprese e degli interessi commerciali ?
Nel corso della storia tutte le società si sono poste questi interrogativi fondamentali. Oggi ci troviamo di fronte a una crisi planetaria dell'acqua. L'economia globalizzata sta cambiando la definizione di acqua da bene pubblico a proprietà privata, una merce che si può estrarre e commerciare liberamente. L'ordine economico globale chiede la rimozione di tutti i vincoli e le normative sull'uso l'acqua e l'istituzione di un mercato di questo bene. I sostenitori del libero commercio dell'acqua vedono i diritti della proprietà privata come unica alternativa alla proprietà statale e i liberi mercati come il solo sostituto della regolamentazione burocratica delle risorse idriche. Più di qualsiasi altra risorsa l'acqua deve rimanere un bene pubblico e necessita di una gestione comune. In effetti, in gran parte delle società, ne è esclusa la proprietà privata".
Tratto da Le guerre dell'acqua(Feltrinelli),
di Vandana Shiva
........................................................
Carissimi/e, al banchetto in Via Roma(di fronte alle Poste) a Pistoia, nei primi tre sabati mattina(ore 9/12), abbiamo raccolto 705 firme a sostegno della proposta di legge d'iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dei servizi idrici
A Pistoia è possibile firmare anche presso l'Ufficio di PISTOIA INFORMA in Piazza Duomo e negli altri Comuni presso l'Ufficio Relazioni con il Pubblico(URP), oppure presso l'Ufficio Anagrafe.

Nei giorni scorsi, sulle pagine locali dei giornali quotidiani, sono apparsi diversi articoli sulla questione dell'aumento delle tariffe sull'acqua: di seguito troverete una risposta che ho inviato alle redazioni locali de LA NAZIONE e IL TIRRENO (fino ad oggi, non è stata pubblicata).

Quando si parla di acqua, molti concentrano la propria attenzione sull'aumento delle tariffe....., ma bisognerebbe riflettere anche su un altro aspetto altrettanto preoccupante: il pericolo scarsità di acqua, provocato da tanti sprechi(nelle abitazioni e nei settori produttivi) e anche dall'effetto serra e conseguenti cambiamenti climatici.

Anche per questo bisogna impedire che prosegua la scelta dissennata della privatizzazione dei servizi idrici e della mercificazione di un bene fondamentale come l'acqua: perchè la logica della mercificazione è "+ consumo = + guadagno", mentre per garantire a tutti questo bene fondamentale, OGGI, DOMANI e anche in FUTURO, bisogna far prevalere la logica del bene comune, cioè "TARIFFE POPOLARI per i CONSUMI NECESSARI, mentre i consumi eccessivi e gli sprechi vanno penalizzati e scoraggiati con tariffe a crescere sempre più pesanti", (solo così è possibile garantire l'acqua a tutti anche in futuro).

Giuliano
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#11 14 Marzo 2007 - 16:32
 
caro professore,

vedo che ha diradato molto i suoi interventi. Come sa, mi interessa sempre molto leggere qualcosa di lei.
Si faccia vivo!

mariabetti
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#12 16 Marzo 2007 - 17:55
 
caro fabbri, purtoppo sono in questo momento un po' indaffarato, ho finito adesso tre dei quattro articoli per varie riviste che devo scrivere in questo periodo: abbia un po' di pazienza e ne saprà di più leggendo qualcuno dei prossimi miei post dedicati a garibaldi.
un saluto carissimo a mariabetti
COG
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#13 17 Marzo 2007 - 12:19
 
Caro Carlo

un comunicato x te e i tuoi lettori

Poiché l'Associazione Sinistra Critica Toscana (la corrente del Prc a cui fa capo Turigliatto) ha indetto l’
I
NCONTRO PUBBLICO «INCOMPATIBILI CON LA GUERRA»
LUNEDì 19 MARZO 2007, ORE 21
ALLA SALETTA DEL CIRCOLO ARCI XXV APRILE
VIA BRONZINO 117 FIRENZE
con il sen. Franco Turigliatto

e poiché ci hanno chiesto di intervenire nel dibattito, e non c’era alcuna ragione di rifiutare (peraltro, sarebbe parso altrimenti un nostro allineamento a chi ha falsamente attribuito ai «no» di Turigliatto e Rossi la “crisi”, peraltro subito risolta, del governo Prodi), ebbene all’incontro interverrà per l’Area Sinistra Toscana Ubaldo Ceccoli - interverranno inoltre: Angelo Baracca, docente di Fisica, un esponente del Presidio permanente «No dal Molin», rappresentanti delle organizzazioni sostenitrici della manifestazione nazionale contro la guerra, che si terrà a Roma sabato 17 marzo.
Cari saluti,
Mario
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#14 30 Marzo 2007 - 17:10
 
BELLO ANCHE QUESTO ARTICOLO.
MAURO
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#15 20 Agosto 2008 - 17:26
 
buono anche questo...seppur in ritardo...un bacio...Anna C.
utente anonimo  (IP: bb4bcd669dfab02)
#16 13 Novembre 2008 - 19:03
 
Vedo che di qui il revisionismo storico non è ancora arrivato.
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#17 30 Ottobre 2011 - 19:01
 
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Federica Azzini. LA PIEVE DI SAN MICHELE. IN GROPPOLI. » 2. L'Unità d'Italia. Carlo Onofrio Gori ... E L'EROE PERSE IL PONCHO. » 5. Itinerari. Gianluca Iori ...
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