Politica. Berlusconi vince e la sinistra perde. Alcune domande interessanti e le risposte di Augias e Serra
Politica. Berlusconi vince e la sinistra perde. (3) Alcune domande interessanti e le risposte di Augias e Serra
Continuo sulla falsariga degli argomenti dei due post precedenti e, nettamente tralasciando il nuovo “caso” Berlusconi-D’Addario, riporto qui quattro interessanti domande poste su “Repubblica” e su “Il Venerdì di Repubblica” del 19 giugno 2009 da alcuni elettori del centrosinistra a Corrado Augias (la prima) ed a Michele Serra (le altre tre) con le risposte dei due noti giornalisti.
Da notare che in questo caso mi pare (scusatemi se sbaglio) si tratti di domande poste da elettori di sinistra diciamo così, “benestanti”, e non da operai cassaintegrati e disoccupati o da giovani disoccupati o da pensionati che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese. A mio avviso le risposte di Augias e Serra sono interessanti ed in larga parte condivisibili, ma mi pare omettano il fatto che la spiegazione del perché la sinistra (o meglio il centrosinistra) perda, mi pare (e non voglio fare il populista!) stia soprattutto nel fatto che essa, quando è stata al governo, non ha saputo dare risposte adeguate alle esigenze dei ceti più disagiati.
Cog
Egr. Dr Augias, ho un problema esistenziale, forse potrà aiutarmi. Sono un imprenditore di Varese di 43 anni, quindi non ho fatto il famoso '68. Anni fa ho avuto dei guai fiscali e grazie alle leggi berlusconiane in pratica non mi è successo niente; infine vivo nella zona più leghista d'Italia. Insomma dovrei essere un tipico elettore della Lega oppure un berlusconiano «interessato». Invece sto male perché non riesco a capire come nel XXI secolo, in una democrazia solida, si possano votare persone con una cultura e una statura politica di livello così mediocre. Se mi sforzo riesco a trovare una motivazione in quel mix tra folclore e ignoranza nelle valli lombardo venete, oppure l' opportunismo di alcuni e la paura del diverso di altri. Ma nemmeno questo spiega i milioni di voti a Berlusconi. Milioni, capisce? Come li giustifica? Ignoranza? Opportunismo? Paura? Scarse informazioni sul passato del nostro tycoon? Ho il curriculum del perfetto berlusconiano, perché non riesco a votarlo mentre milioni di miei concittadini lo fanno? Franco Frattini bulgaria@alias-trade.com
Caro Serra, nel mio Comune in provincia di Roma ci sono state le elezioni. La lista di sinistra in cui era candidato ha perso per 60 voti dopo quindici anni di amministrazione. Capisco l'ondata di destra che sta avvolgendo l'Europa, ma non riesco a digerire quelli che sono andati in giro per il Paese a festeggiare con le bandiere con la croce celtica. In Consiglio starà all'opposizione, ma non so proprio da dove cominciare.
P.S. Per lei e normale che in maggioranza sette persone su otto abbiano la terza media e noi quattro dell'opposizione siamo laureati? Arialdo De Petris e-mail
Che rimanga fra noi, ma il mitico «radicamento sui territorio» mi sembra la fantozziana «cagata pazzesca». E’ troppo facile, in una fase storica dominata dalle incertezze della globalizzazione e dall'immigrazione di massa, essere «vicino alla gente» sostenendo che è meglio avere un vicino italiano piuttosto che magrebino, se non ci fossero loro ci sarebbe più sicurezza e più lavoro ... Aldo Fagioli Bologna
Leggendo i risultati delle Europee, mi chiedevo come mai conti dell'attuale crisi mondiale provocata dagli eccessi del capitalismo li debbano pagare comunque i partiti di sinistra, che da sempre avvertivano che poteva finire così. Forse ho capito. I bambini sono per loro natura anarchici, impulsivi e ingordi, e, se lasciati senza regole, finiscono col fare casino e danni. In quel caso noi ci rivaliamo sugli insegnanti che non hanno vigilato e sui genitori che non hanno educato, non certo sui bambini stessi. Il concetto è lo stesso: il capitalismo (anarchico, impulsivo e ingordo) ha finito per fare casino e danni, e l'elettorato con chi se la prende? Non con il capitalismo fanciullo, ma con i partiti-educatori che non lo hanno educato a dovere. Leonardo e-mail
In realtà alla domanda del signor Frattini si è tentato più volte di rispondere. Si sono provati nell'esercizio sociologi, psicologi di massa , interpreti dei flussi d' opinione, scrittori. Posso provare a riassumere i vari argomenti scalettandoli secondo la mia opinione.
Al primo posto metterei le insufficienti informazioni. I nostri connazionali che conoscono, hanno cioé letto o udito, le cose cui il signor Frattini accenna, sono pochissimi. Pochi i giornali che le hanno scritte, pochissimi o nessuno i telegiornali che ne hanno parlato. Intere categorie di italiani (anziani, istruzione medio-bassa, residenti in provincia) non hanno mai sentito parlare della Banca Rasini né sanno, per venire all’oggi, su quali prove l'avvocato inglese Mills e stato condannato. Secondo: da molto tempo il paese e sottoposto ad un lavaggio del cervello televisivo, ore al giorno per anni e anni, le cui conseguenze non sono state ancora pienamente valutate. Questo fattore, sommato al precedente e alle scarse letture, dà già buona parte del risultato totale.
Terzo: l'indiscutibile abilità dell'uomo, la sua furbizia istintiva che gli consente di intercettare i flussi profondi del sentimento nazionale. Non a caso qualcuno lo ha definito l' “Arcitaliano”.
Quarto: la sua capacità di far risaltare le promesse nascondendo la povertà dei risultati, rinviando sempre ad un imprecisato futuro la vera soluzione dei problemi.
Morale: se il paese avesse un'informazione più libera, il gioco sarebbe molto più difficile. Corrado Augias
Sono tre delle tante, tantissime lettere post-elettorali. Partiamo dal post scriptum del lettore De Petris: sinistra con la laurea, destra con la licenza media (e qualche croce celtica). Se fosse statisticamente indicativo, condannerebbe la sinistra alla sconfitta eterna: i laureati sono una netta minoranza anche nei Paesi più avanzati. E confermerebbe la fondamentale accusa che la destra, sentendosi sempre più popolare, rivolge alla sinistra: siete diventati una minoranza con la puzza sotto i1naso. Il lettore Fagioli sostiene che e molto facile essere «vicini alla gente» assecondandone le paure e l'egoismo, e per questo la destra vince. Il lettore Leonardo aggiunge che la sinistra e impopolare perché impopolari sono le regole. Sono concetti che condivido in buona parte. Ma se aiutano a capire le difficoltà e lo spaesamento della sinistra, rischiano di essere consolatori e, aggiungo, conservatori. Perché tendono ad attribuire alla leggerezza e alla distrazione «del popolo» un fallimento che e in buona parte delle classi dirigenti (non solo di sinistra).
Avere solo la terza media non è un torto. E’ una condizione di debolezza. Essere razzisti non è una posizione di forza. E’ una posizione di debolezza. Una sinistra coraggiosa e generosa dovrebbe essere capace di dirlo e di ridirlo, anche sfidando l'impopolarità, proprio a quel popolo che si e via via convinto che la cultura faccia schifo e i diritti umani siano uno sfizio da professori fighetti. Molte delle parole d'ordine di Obama erano considerate, fino a un paio d'anni fa, tipiche di una minoranza perdente. Le élite intellettuali urbane incapaci di sintonizzarsi con la pancia del Paese. Oggi quella cultura, quelle idee «impopolari», hanno vinto le elezioni e sono al governo del primo Paese del mondo. Anche esse laureati non è un torto ... Michele Serra
Avere solo la terza media non è un torto. E’ una condizione di debolezza. Essere razzisti non è una posizione di forza. E’ una posizione di debolezza. Una sinistra coraggiosa e generosa dovrebbe essere capace di dirlo e di ridirlo, anche sfidando l'impopolarità, proprio a quel popolo che si e via via convinto che la cultura faccia schifo e i diritti umani siano uno sfizio da professori fighetti. Molte delle parole d'ordine di Obama erano considerate, fino a un paio d'anni fa, tipiche di una minoranza perdente. Le élite intellettuali urbane incapaci di sintonizzarsi con la pancia del Paese. Oggi quella cultura, quelle idee «impopolari», hanno vinto le elezioni e sono al governo del primo Paese del mondo. Anche esse laureati non è un torto ... Michele Serra
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Si inaugura la mostra "Via col Valzer": un'esposizione sull'abito da ballo nella seconda metà dell'800. Iniziativa realizzata con la Biblioteca Marucelliana
Lunedì, 22 Giugno alle ore 17, nel Salone Monumentale della Biblioteca Marucelliana, Mina Gregori inaugura la mostra: "Via col Valzer: L'abito da ballo nei figurini del Fondo Gamba 1850-1870", curata da Isabella Bigazzi, ricercatrice del Dipartimento di Storia delle arti e dello spettacolo, e da Rossella Todros.
Nella Saletta delle esposizioni della Biblioteca, i figurini, facenti parte della collezione di più di 15.000 fogli donati dal Conte Carlo Gamba, saranno disposti nelle vetrine ad illustrare, con la grazia tipica di questo genere di incisioni acquerellate, le variazioni della moda dell'abito da ballo femminile dal 1850 al 1870, un lasso di tempo che comprende il periodo di Firenze capitale.
Durante l'inaugurazione saranno proiettati in sala una selezione di scene di balletto a cura di Silvia Castelli e Gabriella Gori e brani di film a cura di Cristina Jandelli. La mostra resterà aperta fino all'11 luglio 2009 secondo gli orari della Biblioteca.
L'esposizione si avvale del contributo dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze; vi hanno collaborato, oltre all'Università e la Biblioteca, altre due importanti realtà culturali fiorentine: l'Istituto d'Arte di Porta Romana e la Galleria del Costume.
L'abito da ballo era quello nel quale si concentrava la maggiore importanza rappresentativa, come la mostra ben evidenzia, presentando fogge più semplici per le giovani signorine e di grande sfarzo per le signore. Le forme vanno dalle romantiche crinoline, alla fastosità degli abiti del 1860-65, fino alla moda della "tournure" che ne modifica la struttura, spostandone l'ampiezza sul dietro arricchito da drappeggi, fiocchi e strascico. Ma l'origine di questa "mise" da "ballo di sala"e dell'acconciatura dei capelli sembra però essere dettata ed influenzata da quella del costume teatrale, ossia dal tutù, bianco costume simbolo del balletto romantico, creato dal litografo ed incisore francese Eugène Lami ed apparso per la prima volta sulle scene dell' Opéra nel marzo 1832 ne "La Sylphide", consacrato dieci anni più tardi dal balletto "Giselle".
In mostra, un tutù per "Giselle" realizzato su bozzetto di Anna Anni dalla Sartoria Teatrale Cerratelli, prestato eccezionalmente per l'inaugurazione dalla Fondazione omonima di San Giuliano Terme, e un altro tutù, prestato dal Teatro del Maggio Musicale fiorentino de "La Sylphide", che saranno messi a confronto con due riproduzioni di abiti storici, realizzati rispettivamente dagli studenti della classe IV A della sezione di costume dell'Istituto d'arte di Firenze Porta Romana, e da Simona Gori, laureata in Cultura e Stilismo della moda. Saranno esposti anche un ventaglio da ballo, scarpette, libri e riviste attinenti al tema e due riproduzioni in miniatura realizzate in carta e con materiale "povero".
Il catalogo a cura di Isabella Bigazzi e Rossella Todros, è edito da Aida di Firenze, e contiene scritti di Maria Falciani Prunai, Direttrice della Biblioteca, di Rossella Todros con inediti sul conte Carlo Gamba, donatore della collezione di figurini, di Isabella Bigazzi sulla moda e la seduzione dell'abito da ballo nel complesso sistema della ritualità sociale ottocentesca, di Silvia Castelli e Gabriella Gori sulla nascita del tutù, di Simona Gori sull'abito da ballo ottocentesco. Seguono le schede sui figurini della stessa Simona Gori, accompagnate da illustrazioni a colori, e le schede sui due abiti che alla Galleria del Costume saranno esposti per tutta la durata della mostra.
postato da: gorca49 alle ore 09:40 | link | commenti (12)
categorie: politica, firenze, sinistra, berlusconi silvio, ottocento, carlo o gori, carlo onofrio gori, storia del risorgimento, gori, destra italiana, storia della moda, gori carlo onofrio, gori carlo o, carlo gori, unifi, moda femminile, gori simona, via col valzer, biblioteca marucelliana
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