Storia. Fernando José Salgueiro Maia “eroe scomodo” della Rivoluzione dei Garofani
Ricordo dell’ “eroe scomodo” del 25 Aprile 1974 portoghese: il capitano Fernando José Salgueiro Maia.
In Portogallo il 25 aprile di trentacinque anni fa una sollevazione di militari democratici del clandestino Movimento das Forças Armadas (MFA) abbatteva in modo incruento e in poco più di diciassette ore l'Estado Novo salazariano, la oltre quarantennale dittatura fascista e colonialista portoghese.
Con la “Rivoluzione dei Garofani”, detta così dai fiori messi dalla popolazione esultante nelle canne dei fucili dei soldati, fu costretto alla fuga il presidente Marcelo Caetano, ultimo epigono del salazarismo, furono sciolte le organizzazioni fasciste e la famigerata polizia segreta PIDE, furono liberati i detenuti politici, i partiti uscirono dalla clandestinità.
A seguito della Rivoluzione dei Garofani ci sarà periodo transitorio, conclusosi nel novembre 1975, con il passaggio dei poteri dai militari dell’ MFA ai rappresentanti politici democraticamente eletti, nel corso del quale saranno intraprese importanti riforme, tra cui la nazionalizzazione delle principali industrie e la liberazione di tutte le colonie africane.
Il 25 aprile portoghese sarà quindi un giorno decisivo, non solo per il ritorno della democrazia in Portogallo, ma anche, in seguito al definitivo abbandono di una secolare, sanguinosa ed aggressiva politica coloniale, per l’acquisizione dell’indipendenza di importanti paesi africani come l’Angola , il Mozambico, la Guinea Bissau…ecc.
Fra i tanti che si distinsero nella preparazione e nell’esecuzione della rivolta, il protagonista in assoluto di quella indimenticabile giornata fu indubbiamente Fernando José Salgueiro Maia, un giovane capitano di appena ventinove anni che, segnato come tanti suoi colleghi dalle atrocità delle guerre coloniali, aveva maturato una coscienza democratica e sociale.
E’ appena passata la mezzanotte del 24 aprile del 1974 quando la cattolica Radio Renascença inizia a trasmettere “Grândola, vila morena.”, una canzone del poeta Josè Afonso, proibita dal regime, che parla di fraternità, di pace e di uguaglianza: è il segnale di inizio stabilito dal MFA per dare il via alla rivoluzione.
Maia raduna gli uomini dell’ Escola Prática de Cavalaria (EPC) di Santarém, li convince con un appassionato discorso della necessità di salire sulle autoblindo e di muoversi su Lisbona per abbattere la dittatura.
Si mette poi alla testa di quella colonna, mal equipaggiata e mal armata, che entra in Lisbona e senza sparare un colpo procede all’occupazione del Terriero do Paço, la piazza dei ministeri dove si erano rifugiati i membri del governo. Maia successivamente è informato che Marcelo Caetano si era rifugiato nella Caserma della Guardia Nacional Républicana, sita nel Largo do Carmo, in una delle alture della zona storica di Lisbona, vi si dirige con le sue autoblindo.
Per strada, in Via dell’Arsenale, trovò la strada sbarrata da carri armati di unità militari leali al Regime. Il suo subordinato tenente Assunçao cercò di evitare, parlamentando, ogni spargimento di sangue, e così fece poi Maia, i due ufficiali pazientamente e coraggiosamente non caddero nelle provocazioni e fu solo grazie alla forza del loro coraggioso esempio che i soldati avversari disobbedirono all’ordine di sparare, dato dal loro comandante, e passarono agli ordini di Maia.
Fu in quel momento che le cose presero una svolta decisiva favorevole alla rivoluzione.
Infatti, mentre altre forze dell'MFA occupano centri di importanza strategica, quali l'aeroporto di Lisbona e la prigione politica di Peniche ed arrestano i gli ufficiali fedeli al regime, gli uomini di Maia, superato lo scoglio di Via dell’Arsenale, prendono posizione circondando il Quartier Generale del Carmo.
Maia intima inutilmente la resa al dittatore fascista Caetano: aspetta ben tre ore poi fa quindi sparare qualche colpo sulla sede del comando della GNR.: Si avvia così una trattativa alla quale partecipa anche il gen. de Spinola, e finalmente il capo del governo viene convinto ad arrendersi. Caetano viene infine scortato dallo stesso Maia all’aereo con il quale sarà costretto al lasciare il Portogallo, mentre una folla immensa festante e commossa si può finalmente riversare per le strade di Lisbona ed abbracciare quei soldati con i garofani sulle canne dei fucili che in poche ore e senza spargimento di sangue hanno saputo restituire la libertà al Paese: i soli morti del 25 aprile risulteranno infatti essere tre dimostranti proditoriamente uccisi dalla polizia segreta militare di Caetano
Ma vediamo meglio chi era Maia le cui gesta di quel giorno sono ben ricordate nel film Capitães de Abril della regista Maria de Madeiros, con protagonista Stefano Accorsi.
Figlio di Francisco da Luz Maia, ferroviere, e di Francisca Silvéria Salgueiro, Fernando José Salgueiro Maia nasce l'1 luglio 1944 a Castelo de Vide. Frequenta la scuola primaria a San Torcato, Coruche, e poi il Liceu Nacional di Leiria, laureandosi infine presso la Facoltà di Scienze Politiche e Sociali in etnologia e antropologia.
Nel mese di ottobre 1964 entra all’Accademia Militare di Lisbona e due anni dopo è alla Scuola Pratica di Cavalleria a Santarém. Nel 1968 è assegnato alla 9ª Compagnia di Commandos e parte per il nord del Mozambico, mentre dal luglio 1970 è in Guinea Bissau. La partecipazione alle vicende belliche coloniali gli vale la promozione a capitano, ma quando nel 1973 ritorna all’EPC di Santarem ha ormai maturato una profonda coscienza politica democratica antifascista e anticolonialista.
E’ in questo periodo che iniziano le riunioni clandestine del Movimento delle Forze Armate, e Salgueiro Maia è nel Comitato di coordinamento del Movimento come Delegato della Cavalleria. Dopo il 16 marzo 1974 e la fallita sollevazione di Caldas è, come abbiamo già visto, il protagonista fra i protagonisti del 25 aprile portoghese ("il migliore tra i migliori” venne definito).
Dopo la rivoluzione è membro attivo dell'assemblea del MFA e malgrado lo stesso MFA e molti partiti e organizzazioni politiche, riconoscendone la sua sensibilità alle tematiche sociali, il merito, l’intelligenza superiore ed un insolito coraggio e fedeltà, gli chiedano di rivestire importanti incarichi pubblici o politici (come ad es. far parte Conselho da Revolução, oppure fare il governatore civile di Santarem o l’addetto militare in una ambasciata di sua scelta), Maia, schivo di onori e riservato, riluttante a gettarsi nelle diatribe partitiche, non accetta nessuna offerta preferendo rimanere a svolgere semplicemente il suo compito di militare.
Solo il 25 novembre 1975 accetterà di venir posto al comando di un gruppo di carri alla diretta dipendenza del Presidente della Repubblica Francisco da Costa Gomes.
E’ poi trasferito alle Azzorre dalle quali torna nel 1979 per assumere il comando del Presidio militare di Santa Margherita.
Nel 1981 è promosso a maggiore e nel 1983 riceve la Grãn-Cruz da Ordem da Liberdade
Non sempre, fra l’alternarsi dei governi a maggioranza moderata e quelli a maggioranza socialista, rimane univoco e positivo il giudizio storico e politico sul 25 aprile portoghese e sui suoi protagonisti, Salguero Maia lo scopre amaramente a sue spese quando, malato di cancro, nel 1990 chiede inutilmente (al contrario due ex torturatori della PIDE che invece lo avevano ricevuto!) sostegno medico allo Stato, in quel momento governato dal moderato Aníbal António Cavaco Silva.
Muore a Santarém il 4 aprile 1992. Nello stesso anno riceve atitolo postumo il grado di Grande Oficial da Ordem da Torre e Espada ed infine nel 2007 la medaglia d'oro di Santarém.
La sua memoria rimane oggi viva nel ricordo di tutti i democratici portoghesi fedeli al ricordo ed ai valori del 25 Aprile.
Articolo comparso su "Patria indipendente", n. 5, 31 maggio 2009
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Carlo Onofrio Gori cog@interfree.it
postato da: gorca49 alle ore 16:51 | link | commenti (28)
categorie: portogallo, novecento, portugal, carlo o gori, carlo onofrio gori, anpi, gori, gori carlo onofrio,gori carlo o, carlo gori, rivoluzione dei garofani, salguieiro maia fernando josè, movimento das forças armadas
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