Storia. Economia ed associazionismo. Articolo introduttivo ad un mio libro del 2003 per il 50° della CNA pistoiese.
I cinquant’anni della CNA di Pistoia, 1953-2003
La CNA pistoiese, festeggia quest'anno il cinquantenario della sua fondazione, fra breve, su questo importante annivarsario verrà pubblicato un nostro libro che ripercorrerà i momenti salienti della storia di questa associazione, questo articolo ne è l’introduzione.
Era infatti l'aprile 1953 quando alcuni artigiani, il giorno 19, si riunirono in uno stanzino della Corale Mabellini in via della Madonna e "...raccogliendo l'appello della Confederazione Nazionale dell'Artigianato", costituirono "L'Artigianato Pistoiese" ed elessero il primo Consiglio Direttivo composto da: Bruno Valiani, falegname, Presidente; Venos Buscioni, sarto; Aldino Salvestrini, fonditore; Vittorio Mazzei, parrucchiere per signora; Renato Mori, meccanico; Nello Biagini, tornitore in legno; Gino Cappellini, tappezziere; Fabio Favelli, barbiere; Gino Susini, falegname; Santo Fioravante, verniciatore in pelle; Guglielmo Otello, sarto; Mario Innocenti, falegname; Silvano Giovannetti, meccanico; Ovidio Trinci, falegname; Enrico Chiavacci, staderaio.
Questa scelta trovava i suoi concreti presupposti in un altro atto dell'anno precedente quando, per iniziativa di un gruppo di cittadini composto da artigiani, commercianti e coltivatori diretti, si era costituita la Mutua "L'Unitaria". Fino a ad allora gli artigiani pistoiesi erano stati rappresentati unicamente dalla Confederazione Generale dell'Artigianato, oggi meglio nota come Confartigianato, la cui sede era allora in Piazza Garibaldi nello stesso edificio dell'associazione degli industriali.
L' ”Artigianato Pistoiese” aderente alla CNA, nacque dunque da una scissione “da sinistra” nel pieno dei duri anni della ricostruzione e della “guerra fredda”, anni contrassegnati anche in Italia da aspri conflitti sociali e rigide e fideistiche contrapposizioni politiche. Non a caso proprio il 1953 è ricordato, tra l'altro, come l'anno della cosiddetta “legge truffa”, in sostanza un “premio” in seggi per la coalizione governativa guidata dal democristiano De Gasperi che solo per pochi voti non poté scattare nelle elezioni del giugno. Fu dunque per semplici motivi di “obbedienza” politica ai partiti di sinistra e per meri fini elettoralistici, come sostenne allora la Confartigianato nel suo bollettino, che nacque la CNA pistoiese? Mario Innocenti, l'unico in vita del piccolo gruppo dei fondatori, ha dato recentemente questa risposta: “Noi artigiani, per ovvi motivi politici, ma non solo, non ci sentivamo rappresentati in modo adeguato dalla Confartigianato e quindi pensammo di fondare la Cna con la speranza di ottenere qualcosa in più, soprattutto dal punto di vista dei diritti.” Infatti in quel periodo in Toscana in conseguenza, delle modificazioni intervenute nel tessuto economico del Paese anche le categorie artigiane stavano subendo una trasformazione strutturale. Dalla disgregazione dell'economia contadina, stava nascendo il nuovo artigianato e quella piccola industria che hanno poi caratterizzato l'economia provinciale. Dalle fabbriche tessili di Prato venivano nel contempo espulsi a centinaia i tessitori, ampliando a dismisura quel fenomeno delle lavorazioni conto terzi presto dilagate in tanti altri settori, nell'abbigliamento anzitutto, ma anche nella meccanica, nel mobile, nel calzaturiero. Per i fondatori del CNA, in questo universo che cambiava, la linea dominante dell'allora Confederazione Generale dell'Artigianato, non forniva una risposta esauriente alle aspettative delle categorie artigiane perché inserita in una strategia che optava per una lotta corporativa separata da una lotta sindacale veramente democratica capace di vedere i problemi di tutti, di capire la società nel suo complesso e quindi di far crescere l'artigianato insieme a tutto il Paese. Veniva inoltre rimproverata alla Confartigianato una politica di alleanza con la Confindustria e con i partiti governativi segnata da un paternalismo che fino ad allora non aveva risolto i problemi degli artigiani: in primo luogo l'istituzione dell'albo che finalmente avrebbe riconosciuto i doveri, ma anche i diritti, le peculiarità e le esigenze di questa categoria, poi la necessità impellente di una tutela sanitaria e pensionistica ed infine, ma soprattutto, la volontà di non esser tagliati fuori dai processi economici e sociali di ricostruzione del Paese.
La Cna pistoiese nasce quindi dalla consapevolezza che gli artigiani non potevano aspettarsi tutto questo, se rimanevano nel chiuso della loro "bottega" e nelle condizioni di marginalità in cui era nato ed era inizialmente cresciuto il fenomeno "artigianato" nel dopoguerra. Subire una politica fatta di concessioni paternalistiche inoltre avrebbe comportato nel medio e nel lungo periodo la paralisi dell'artigianato stesso e dell'economia delle zone ormai caratterizzate dalla determinante presenza artigiana come Agliana e Montale (tessile), Quarrata (mobile e tessile), Monsummano (calzature), Larciano (scope), Pistoia (abbigliamento, meccanica ecc.), la Montagna (meccanica). La CNA intraprende quindi la linea di un diretto e deciso intervento sui problemi della categoria ed è dagli anni in cui il Paese si avvia verso il cosiddetto “boom economico”, che l'Associazione, comincia a riscuotere sempre maggiori adesioni che le permettono da un lato di estendere il gruppo dirigente artigiano e dall'altro di stabilizzare ed allargare lo staff dei funzionari. Non vi erano più zone che noti venissero "toccate" dal CNA che in questo periodo apre uffici o recapiti a Montecatini, Pescia, Larciano, Lamporecchio Agliana, Quarrata, Ponte Buggianese, intanto, mentre a livello territoriale si formavano i comitati comunali, cominciavano anche a costituirsi le organizzazioni “verticali” di mestiere.
Sergio Cipriani, segretario del Cna dal 1958 al 1975, così descrive quel periodo “i nostri rappresentanti andavano bottega per bottega …fu soprattutto con le grandi iniziative di alcune categorie che conquistammo una larga maggioranza fra gli artigiani..I tessitori ad esempio fermarono i telai per oltre venti giorni…Altre grandi iniziative, quali quella degli autotrasportatori, degli acconciatori, degli idraulici e di altri ampliarono la nostra associazione”. Lotte combattute e vinte, incomprese inizialmente dai dirigenti di altre organizzazioni, che hanno segnato, come quelle dei tessili, il destino dell' economia di intere zone “perché – come ricordava Rossana Paccagnini - dare al tessitori una tariffa più giusta ha voluto dire lavoro, respiro e sviluppo per l'edilizia, per il commercio, per altre attività produttive, per le professioni, per le finanze comunali di gran parte della provincia.”
Intanto, altro segno del consolidamento del CNA pistoiese, nel 1963 l'associazione si era spostata, da via Del Duca, nei locali, acquistati, di via della Madonna n. 33, per lungo tempo sede “storica” dell' “Artigianato Pistoiese”. Molti ricordano le cronache della stampa locale di quegli anni contrassegnate da un'aspra polemica fra le associazioni artigiane di “via della Madonna” (CNA) e Piazza Garibaldi (Confartigianato), soprattutto in occasione di manifestazioni sindacali o delle elezioni per l'Albo (CPA) e la Cassa Mutua, una contrapposizione che, malgrado gli appelli della CNA a trovare l'unità degli artigiani sui problemi concreti, comincerà faticosamente a ricomporsi solo a partire dal 1971 con la prima lotta unitaria nella provincia, per arrivare nel corso degli anni a sempre maggiori intese come, ma solo per citarne una, quella attuale sul credito alle imprese (Artigiancredito).
Ma torniamo alla Pistoia degli anni Settanta che sono quelli in cui , anche in coincidenza con il mutamento in senso democratico del Paese (ad es. vengono varate le Regioni), si creano i presupposti dell'artigianato e dell'associazione odierna. E' nel giugno del 1970 che intanto verrà finalmente modificata la legge per la CPA: il Presidente della Commissione dovrà comunque essere un artigiano eletto dalla categoria e cesserà così, anche sotto questo profilo, la abnorme situazione in atto da diversi anni a Pistoia che vedeva alla massima carica rappresentativa dell'Artigianato una persona nominata dal Prefetto. In questo organismo, come nella Cassa Mutua, la CNA pistoiese conquisterà poi, a partire dalle elezioni artigiane di quegli anni, una solida maggioranza.
L'associazione poi, il 16 luglio 1971, da vita al patronato Epasa, mentre sul piano dei servizi di consulenza tributaria, gestionale ed amministrativa, qualche anno dopo, costituisce il Centro Servizi per l'Artigianato dove, tra l'altro iniziano “a farsi le ossa” molti funzionari dell'attuale quadro dirigente. Nascono anche i consorzi tra imprese (la SPAR, per gli autotrasportatori, il CLAP per le lavanderie, il CAIAP per gli idraulici, ecc.) per facilitare gli acquisti di materie prime e per acquisire i lavori più grandi; quel sistema esiste ancora oggi ed è un valido punto di riferimento per tutta l'economia. Lo sviluppo industriale impone in questo periodo anche alle imprese artigiane nuovi ed adeguati spazi per lavorare e per produrre così a Pistoia viene creata la zona industriale di S. Agostino dove, in via Fermi, la CNA costruirà la sua nuova nella quale,dal 5 giugno 1978, trasferirà gli uffici; sempre in questo anno verrà istituito, con le caratteristiche che in parte oggi conosciamo, il Servizio Sanitario Nazionale ed in esso confluirà la Cassa Mutua degli artigiani che si era distinta per un alto livello di organizzazione, servizi e strutture.
Soffermarsi sulla storia dell'associazione e dell'artigianato a Pistoia negli ultimi vent'anni ci porterebbe a seguire un lungo percorso che si snoda nella cronaca più recente.
A grandi linee rileviamo che gli anni Ottanta costituiscono il periodo della qualificazione per lo sviluppo delle imprese, si investe in formazione imprenditoriale, in iniziative collettive di promozione e valorizzazione commerciale dell'artigianato e l'associazione si adegua alle nuove esigenze delle imprese artigiane che crescono e necessitano di servizi e consulenze adeguate. Gli anni Novanta, segnati dall'informatica, vedono il diffondersi di una nuova cultura imprenditoriale, il sistema dell'artigianato e delle piccole imprese entra sempre più sui mercati esteri, l'associazione affronta anche i temi internazionali promovendo anche la nascita di consorzi per l'esportazione.
In sostanza tutto un mondo che appare oggi cambiato rispetto a quel 19 aprile 1953, ma "Oggi, come allora - come ha recentemente affermato il Presidente Rinaldo Incerpi - la Cna è fatta di di donne e uomini che con la loro passione e la loro intelligenza, ogni giorno, si confrontano con problemi e prospettive nuove avendo nel cuore e nella testa la cultura del lavoro quale valore essenziale per la costruzione di una società più giusta".
Cinquanta anni ben portati per la CNA pistoiese!
Carlo Onofrio Gori
Tratto dall'articolo: C.O. Gori, I cinquant’anni della CNA di Pistoia. La lunga marcia di un’associazione di categoria forgiata nello spirito della Ricostruzione, in "Microstoria, n. 31 (set.-ott. 2003).
Attenzione: il post di questo blog e questi articoli sono riproducibili parzialmente o totalmente solo previo consenso o citazione esplicita dell'autore e del sito web e/o rivista.
Gori ripercorre mezzo secolo di Cna
PISTOIA. Cinquant’anni sono tanti, anzi no: sono semplicemente d’oro, da raccontare in un libro, come ha fatto la Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato) di Pistoia per festeggiare mezzo secolo di vita. «La Cna e gli imprenditori artigiani - Documenti e appunti per una storia pistoiese» è il titolo del volume in questione, a cura di Carlo Onofrio Gori. È stato presentato al teatro Manzoni nel corso del quarto concerto annuale che la medesima associazione dedica a se stessa, questa volta con il blues di Nick Becattini.
Gori ha riordinato le carte decennio per decennio, dai congressi alle rivendicazioni sindacali, dai volantini ai giornali d’epoca, l’autore ha raccolto quanto possibile per raccontare tutto di prima mano.
Il 19 aprile 1953 fu il giorno fatidico, il distacco dalla Confederazione generale dell’artigianato e dell’industria che, seguendo l’ottocentesco metodo del paternalismo, non assicurava più la giusta luce alle nuove esigenze imposte dai tempi nuovi: l’istituzione di un albo con diritti e doveri, la tutela sanitaria e pensionistica, la partecipazione da protagonisti riconosciuti alla ricostruzione economico sociale del Paese.
Il falegname Bruno Valiani fu il presidente del primo consiglio direttivo, in cui figuravano anche altri tre falegnami, due sarti, un paio di meccanicim un fonditore, un parrucchiere, un tornitore in legno, un tappezziere, un barbiere, un verniciatore in pelle, uno staderaio. Si riunivano, i magnifici 15, in uno stanzino della corale Mabellini in via della Madonna. Riunioni e proselitismo bottega per bottega, qualche cambiale per pagare gli stipendi: è stata dura affermarsi, scioperare e andare in piazza non sembrava neanche normale. Il successo venne negli anni Settanta e fu tale da consigliare una sede nuova, a Sant’Agostino, coronamento di altre affermazioni in provincia.
Paolo Gestri
Gori ha riordinato le carte decennio per decennio, dai congressi alle rivendicazioni sindacali, dai volantini ai giornali d’epoca, l’autore ha raccolto quanto possibile per raccontare tutto di prima mano.
Il 19 aprile 1953 fu il giorno fatidico, il distacco dalla Confederazione generale dell’artigianato e dell’industria che, seguendo l’ottocentesco metodo del paternalismo, non assicurava più la giusta luce alle nuove esigenze imposte dai tempi nuovi: l’istituzione di un albo con diritti e doveri, la tutela sanitaria e pensionistica, la partecipazione da protagonisti riconosciuti alla ricostruzione economico sociale del Paese.
Il falegname Bruno Valiani fu il presidente del primo consiglio direttivo, in cui figuravano anche altri tre falegnami, due sarti, un paio di meccanicim un fonditore, un parrucchiere, un tornitore in legno, un tappezziere, un barbiere, un verniciatore in pelle, uno staderaio. Si riunivano, i magnifici 15, in uno stanzino della corale Mabellini in via della Madonna. Riunioni e proselitismo bottega per bottega, qualche cambiale per pagare gli stipendi: è stata dura affermarsi, scioperare e andare in piazza non sembrava neanche normale. Il successo venne negli anni Settanta e fu tale da consigliare una sede nuova, a Sant’Agostino, coronamento di altre affermazioni in provincia.
Paolo Gestri
postato da: gorca49 alle ore 07:55 | link | commenti (9)
categorie: sinistra, artigiani, sindacati, pistoia, la nazione, il tirreno, pistoiesi, carlo o gori, carlo onofrio gori,gori, cna, gori carlo onofrio, gori carlo o, carlo gori, economia, cipriani alberto, artigianato pistoiese,confederazione nazionale dellart, bullettino storico pistoiese, gestri paolo, confederazione nazionale artigia
categorie: sinistra, artigiani, sindacati, pistoia, la nazione, il tirreno, pistoiesi, carlo o gori, carlo onofrio gori,gori, cna, gori carlo onofrio, gori carlo o, carlo gori, economia, cipriani alberto, artigianato pistoiese,confederazione nazionale dellart, bullettino storico pistoiese, gestri paolo, confederazione nazionale artigia
Commenti:
Template by splinder.com