giovedì 19 gennaio 2012

Politica. Viva il gippone! (sabato, 02 dicembre 2006)


sabato, 02 dicembre 2006

Politica. Viva il gippone!

  
                    
Nel “commento” (piuttosto un “commento-manifesto” a beneficio dei lettori, per altro da me ben accettato, sulla dimostrazione di oggi della “Casa delle libertà” e sulla finanziaria Prodi) al mio ultimo post, quello sulla Toscana, che mi mandava l’amico Giuliano ci sono molte cose su cui concordo. Partendo dalle cose “alte” però devo dire che non vedo niente di “alto” nei propositi e nelle azioni di questo governo di centrosinistra: si cerca di prendere soldi (e saldi) qua e là per soddisfare questa Europa dei banchieri, ma non c’è un piano per far uscire questo Paese in avanti dalla crisi economica, (ma anche “intellettuale” nel senso più ampio del termine) che ormai da anni l’attanaglia. Niente per intenderci di paragonabile a quanto è stato fatto negli ultimi dieci-quindici anni da paesi come la Spagna, la Gran Bretagna, l’Irlanda ecc. che, pur con le diversità  fra loro evidenti e misure anche opinabili, stanno pur tuttavia affermandosi come paesi dinamici e nei quali un giovane può avere delle prospettive. Un esempio: poco più di un anno fa due giovani ingegneri che conosco sono stati assunti come progettisti uno a Torino, alla Fiat e l’altro alla Nuovo Pignone di Firenze. Sapete quali erano i loro rispettivi stipendi? 790 e 750 euro al mese! Cosa hanno fatto allora dopo qualche tempo?  Uno è andato in Spagna e l’altro in Inghilterra dove appena assunti hanno percepito stipendi mensili fra duemila e i duemiladuecento euro al mese!
Insomma, si vola basso, non c’è nemmeno una parvenza di intenzione paragonabile ad un progetto grandioso che risollevò a suo tempo gli Stati Uniti da una profonda crisi come  il New Deal roosveltiano. Riguardo alla sinistra che si definisce “comunista” devo dire che se non ci sono idee e propositi “alti” non serve a niente mandare qualche travestito o qualche no-global dei centri sociali in parlamento per fare azione sociale, modernità vera o perlomeno equa e sostenibile, progresso certo, ecc.
Fatto questo “sfogo” pubblico qui sotto una “lettera-aperta” su due cose (“piccole-piccole”) indirizzata all’amico Giuliano.

Caro Giuliano,
sono d'accordo con te, ma oltre a quello che affermi, ti vorrei far riflettere su due misure inizialmente previste nella finanziaria, e poi, a quanto ne so, "inevitabilmente (?) saltate". Cose "minori" e di "peso" relativo, ripetto a quelle che giustamente hai rappresentato tu, che però, secondo me, davano visibilmente a tutti, forse più di altre e ben più consistenti e necessarie, il senso, l'idea di giustizia.
La prima era la supertassa sui "gipponi", (che costano se non erro dai 60 mila euro in su) cioè su un "oggetto" che è generalmente assurto in questi ultimi anni a vero status symbol dell'evasore fiscale, alla faccia di tutti i poveri cristi che "vivono" (si fa per dire) di stipendio fisso e che se lo sono visto dimezzare come valore d'acquisto dai mancati controlli berlusconiani sull'introduzione dell'euro. Tra l'altro quasi tutti gli spavaldi possessori del suddetto mezzo (inquinante ed ingombrante particolarmente nelle strade delle nostre belle città medievali) hanno, se non erro, aggirato ulteriormente il fisco intestando il proprio "carrarmato" alla rispettiva azienda. Niente tassa dunque sui gipponi (quanti onorevoli e loro stretti parenti, amici e benefattori lo possiedono ?) quando, se non erro, molti stati europei (ed anche gli Usa che com'è noto hanno strade molto larghe) già da tempo tassano in modo particolare questi mezzi!
La seconda, e la fo breve, era il prelievo fiscale sulle "pensioni d'oro" che a quanti dicono i giornali stamani è anch'esso "invitabilmente" (?) saltato. Che bisogni ed esigenze abbia un anziano ritirato dal lavoro di vivere oggi con più di 5000 euro al mese non riusciro mai, nè a capirlo, nè a giustificarlo: deve forse mantenere il gippone del figlio o del genero? Ti risparmio una riflessione sulle pensioni godute dai parlamentari perché non vorrei esser tacciato di qualunquismo, ma quando si soprassiede su queste cose un pensierino vien fatto di farcelo...
Insomma due cose "minori", ma come si suol popolarmente dire qui in Toscana: "dal piccolo si vede il grande"! Per queste e per ben più altre gravi cose, contenute o omesse nella finanziaria Prodi, paradossalmente verrebbe voglia d'andare anche noi oggi a Roma a manifestare per ragioni opposte a quelle dei "marciatori" berlusconiani.
Ciao e stammi bene.
Carlo O. Gori


postato da: gorca49 alle ore 17:13 | link | commenti (4)
categorie: politica

Commenti:
 
#1 04 Dicembre 2006 - 13:01
 
Caro Carlo, penso anch'io che, insieme alla scelta "ignobile", ce ne sono diverse altre, anche piccole ma significative che evidenziano negativamente "il senso di giustizia" di questo governo..... a partire dalle due che citi (che hanno colpito negativamente anche me): hai ragione a dire che dovremmo andare anche noi a Roma..... (il 4 novembre - per dire NO alla precarietà... - l'abbiamo fatto), ma purtroppo siamo nella difficile situazione di non avere un grande partito di sinistra capace di dare una prospettiva realistica e di cambiamento vero della società italiana.

Grazie della risposta e ciao.
Giuliano
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#2 04 Dicembre 2006 - 17:56
 
sono pienamente d'accordo.
Simona Innocenti
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#3 11 Dicembre 2006 - 07:45
 
Caro Carlo,

invio, per i tuoi lettori, questo comunicato.



Nell’incontro di martedí 5 dicembre, presso la Casa del popolo di Pontelungo, Pistoia - presenti: io, il Mollitti e il Bolognigni, i compagni pistoiesi dell'Area, e il Leoni (segreteria regionale Rc ed esponente dell’Ernesto) -, da un lato, si sono riscontrate le difficoltà a “mettere insieme” gli spezzoni della sinistra pistoiese nonostante le prossime elezioni comunali (che riguarderanno inoltre Quarrata, S. Marcello e Serravalle), ma, dall’altro, si è rilevato anche come il “malumore” e il disenso nei confronti di sindaco, giunta e maggioranza in Comune, siano diffusi e in estensione, e come esistano comitati attivi e capaci di incisività, che intendono procedere anche sul terreno delle elezioni amministrative.
È stato messo in luce il “groviglio” politico di fondo, che non è relativo soltanto alla frantumazione della sinistra, ma anche alla stessa linea sostanziale che la pur franta sinistra sta seguendo, ossia la presenza nel governo e nella maggioranza dell’«Unione» a livello nazionale, linea che si traduce nel voler “fare l’Unione” e por fine all’“anomalia toscana” anche a livello regionale - come è noto, si tratta della presenza già in atto della sinistra nella maggioranza in Regione e del prossimo ingresso anche di Rc in tale maggioranza -, lasciando la collocazione di opposizione in alcune province e alcuni comuni come fatto “residuale”, e non politicamente centrale. Intanto, questa sinistra insiste a cercare di mettere in piedi una fantasiosa «sinistra dell’Unione» - il che ha la sola funzione di lasciare la frantumazione e l’inconsistenza politica della sinistra stessa cosí come sono, cercando nel contempo di “pararsi” in qualche modo rispetto a militanti, elementi attivi, bacini elettorali. E il “groviglio” di fondo sta nel fatto che tale linea ostruisce la ricomposizione della sinistra stessa, impedisce la presenza di una “sponda” di opposizione sul piano istituzionale, e ostacola la costruzione di sbocchi sul piano politico, nonché elettorale, per l’opposizione esistente a livello sociale e per la sinistra “diffusa”. È una linea erronea, subalterna al centro, e tanto piú lo è qui in Toscana - mentre lascia spazio al recupero strumentale e demagogico della destra. È una linea opportunistica per chi la conduce coscientemente ed è un inganno studiato per chi la segue in buona fede.
Pur rilevando l’estrema problematicità a costruire “qualcos’altro”, nel contesto attuale, si è constatato che non si possono nemmeno lasciare “a sé” opposizione sociale e sinistra “diffusa” - perché ciò sarebbe solo un adeguamento, benché “sofferto”, all’erroneità della linea politica e all’opportunismo della sinistra “ufficiale”. Ragion per cui si è deciso, partendo dall’urgenza di “muoversi” a Pistoia, di puntare sull’opposizione sociale e sinistra “diffusa”, ossia sui comitati esistenti, per procedere all’impatto sulla situazione esistente, ivi compresa quella della sinistra.
Quindi si è stabilito che:
1. andiamo a dare tutto il contributo possibile - dicendo chiaro e forte, perché non vi sia nessun equivoco: senza alcuna velleità egemonica o comunque di “mettere il cappello” sulla realtà in fieri pistoiese - alla definizione del progetto politico e del programma di una lista alternativa di sinistra a Pistoia (e possibilmente in provincia di PT), facendo leva precisamente su ciò in cui si sono già tradotti opposizione sociale e sinistra “diffusa”; su e per questo ci vedremo quanto prima, in modo di cominciare i “lavori”.
2. In tale quadro, chiamiamo anche i compagni di Prato a dare tutto l’apporto che possono, anche se non ci sono adesso le elezioni comunali a Prato, perché abbiamo ben visto che i “nodi” del pistoiese sono gli stessi di quelli del pratese, e che progetto e programma si devono muovere nel quadro complessivo della conurbazione (aggirando in tal modo, e accerchiando, detto en passant, la situazione fiorentina, complessificata e resa ostica in primo luogo dal fatto di essere il capoluogo e dunque il centro delle forze politiche “ufficiali”).
3. Assumendo la garanzia, che abbiamo avuto ieri sera, che la Federazione pistoiese di Rc sarà comunque aperta e disposta a entrare in merito a tale progetto e programma, e a sostenere iniziative che investano tutta la città e la provincia, puntiamo alla convocazione di un convegno - o forum o centrale di lavoro, o come lo si vorrà denominare - che investa sia il maggior numero possibile di cittadini, sia il complesso piú ampio possibile delle forze politiche e organizzazioni della sinistra, al fine di vedere quante forze si possono raccogliere e/o, a ogni modo, di costringere le restanti a prendere apertamente posizione, e assumersene pubblicamente la responsabilità, di fronte a tale mutamento delle possibilità e realtà poste “nel piatto”.
4. Infine, benché consapevoli della “vischiosità” delle espressioni di voto (per cui non sempre, né tantomeno di necessità il “malumore”, la critica, il dissenso si traducono coerentemente a livello elettorale), adottiamo la posizione sostanziale di tendere alla presentazione della lista (per cui si sta anche già pensando alla possibile candidatura a sindaco), di tendervi comunque - se almeno si mantengono le condizioni già presenti e a maggior ragione se si ampliano -, e in maniera relativamente indipendente dalla consistenza degli esiti, perché ciò farà fare una salto di qualità e di aggregazione all’opposizione sociale e alla sinistra “diffusa” esistenti, sarà un forte “segnale” e cambierà le “carte in tavola”, e non solo a Pistoia.
Cari saluti,
Per l’Area della sinistra toscana,
Mario Monforte 
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#4 20 Agosto 2008 - 17:27
 
buono anche questo...seppur in ritardo...un bacio...Anna C.
utente anonimo  (IP: bb4bcd669dfab02)
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