Politica
Vittoria del NO ed appello di un cittadino al Centrosinistra
L'ex premier Silvio Berlusconi aveva detto a chiare lettere che la vittoria dei Sì al referendum avrebbe rappresentato una spallata al governo Prodi, ma la bislacca riforma costituzionale proposta dal centro-destra è stata so-no-ra-men-te (e senza ambasce di voti di italiani all’estero) RIGETTATA dalla stragrande maggioranza del popolo italiano che ha voluto partecipare a questa importante consultazione.
Viva la nostra Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza!
Giustamente ha scritto Ezio Mauro su “la Repubblica” di oggi nell’articolo “La sconfitta del progetto populista”: “Il referendum dunque ci racconta finalmente un Paese diverso da quello narrato da Berlusconi e manda in frantumi anche la sua stessa rappresentazione della sconfitta, dopo le elezioni politiche. Una rappresentazione di comodo, - come la stanza imbandierata in cui il Cavaliere si fa riprendere dalle sue televisioni, senza accorgersi ormai che sembra la scena di un re in esilio - quasi una partnership di governo, con un Paese spaccato, la forza politica divisa in due, la sinistra nel Palazzo vuoto, e la destra nell'Italia produttiva e moderna. Tutto questo non c'è più. Una coalizione con il 49,7 per cento dei voti alle politiche ha mobilitato nel referendum appena il 38,7 per cento dei cittadini, mentre la sinistra ha portato alle urne il 61,3 degli elettori. La destra parla a vuoto, con il suo leader indeciso se insultare gli avversari (come puntualmente ha fatto) o ritirarsi nel silenzio per paura della sconfitta e soprattutto per il timore, mostrandosi, di mobilitare l'elettorato avversario, con un talento rovesciato. Come la Lega di Bossi, ormai forza locale non del Nord ma del Lombardoveneto, che ieri ha registrato il fallimento della sua avventura politica di governo. Quando più di 15 milioni di elettori votano contro un tema programmatico della destra, fondativo, addirittura identitario, e solo 9 milioni lo sostengono, il giudizio è senza appello, ed è il giudizio di un Paese tutt'altro che diviso: un Paese deciso”.
Ieri quindi ha vinto il No ed ha anche vinto, uno a zero, la nostra Nazionale nel confronto con l’Australia: che dire di questo? Va bene che non esistono quasi più le vecchie “squadre materasso”, ma… solo un rigore al novantesimo…. Ma su questo aspetto tecnico-calcistico è meglio glissare e sperare per il futuro ancora nel c….o, quello tondo, e nella resurrezione di Toni e C.
Torniamo al Referendum costituzionale. Non per niente, in vista di questo appuntamento, i giorni scorsi avevo messo sul blog un post su Policarpo Petrocchi. Chi lo conosce? Molte via di città importanti, da Roma, a Milano, a Firenze ecc., portano il nome di questo grande toscano ed italiano sorto dal nostro Risorgimento. Era un pistoiese per certi versi “atipico”: gran lavoratore, per niente maldicente “alle spalle”, ma sincero, “vivo” e “scomodo”. Petrocchi ebbe decisiva funzione per l’unità della lingua (e della Patria!) italiana. Non a caso avevo risposto nel commento al post precedente, a Simona Barni, figlia di un mio carissimo e “intrigante” (in senso buono!) vecchio amico, che avrei, ed avevo già, votato No al referendum costituzionale. E Petrocchi, come al solito, ha portato bene!
Policarpo (che nome desueto e ottocentesco!) Petrocchi (che non era, e non poteva essere nella accezione berlusconiana un comunista, poiché il PCI ai suoi tempi ….non esisteva ancora) sarebbe oggi davvero contento. Aveva certamente le sue idee, che anche allora molti non condividevano, ma era una persona onesta, laboriosa, coerente: un convinto pacifista, un buon progressista, un buon patriota, un buon italiano.
Ma al di là di vari richiami ad esempi ottocenteschi, al di là delle varie interpretazioni e proposizioni ideologizzanti, c’è ancora, e soprattutto oggi, tutta una realtà di cui, soprattutto dopo quest’ultimo appuntamento elettorale, tenere conto ed a cui in qualche modo venire, hic et nunc, incontro. Innanzitutto la Costituzione del 1946, una legge fondamentale attenta più all’uomo “valore intrinseco” più che all’ uomo “merce” (segno che il passato non è tutto da buttare e che l’ “oggi” per molti versi ha molto da prendere dall’”ieri”) va applicata nella sua interezza. Poi, ma con calma, senza gettare alcuna ciambella di salvataggio a chi populisticamente ha portato il Paese a questo punto con la chimera di una falsa e comoda (per lui) “modernità” e che oggi giustamente sta politicamente “affogando”, possono esser riviste alcune cose. Si, è vero, ci sono alcuni aggiornamenti da apportare a quella buona Costituzione del 1946 e tutto ciò va fatto in modo condiviso, ma ci sono anche altre urgenze ed altre priorità a cui il governo Prodi dovrà dedicarsi: un’economia da rilanciare tenendo però conto ad es. della realtà dei giovani precari che non ne possono più di lavorare (quando e a chi capita), a testa bassa, saltuariamente, e con poche certezze. La realtà degli anziani, sia di quelli che ancora sono al posto di lavoro (e chissà ancora per quanto!), sia dei pensionati, gente che tuttavia vuol ancora capire, ancora istruirsi, emanciparsi esser utile, malgrado sia stata ormai intossicata da un quasi trentennale e collettivo rincoglionimento televisivo-sociale (o meglio “asociale”!).
E’ la realtà di chi, come me, e di tanti altri, si è rotto ormai (e strarotto) i “santissimi”!
Ed è anche (perché no?), la realtà di chi, in questo marasma collettivo e fatalmente condiviso, sinceramente ricerca un ruolo autentico, vivo, e nel contempo solidale, di vere autonomie, per rispetto alla cultura ed ai sentimenti delle varie componenti regionali del nostro Paese, ecc., ecc.
Fantozzianamente noi, poveri cristi, soffriamo quotidianamente, ed ormai da anni, di tanti affanni e di molteplici raffinate schifezze mascherate da modernità e da adeguamento agli standard europei (“europei”, ma solo quando a certuni fa comodo!). In questi ultimi, pessimi e scriteriati anni, a parte i vari “furbetti del quartierino” alimentati da complicità governative (ma anche di opposizione: i “polli di Renzo” che si beccano quando il Paese crolla), c’è anche un’Italia che onestamente lavora e vuol lavorare e che è sinceramente disposta a non farsi corrompere, a non evadere le tasse ed a contribuire alla rinascita ed allo sviluppo proprio e di un Paese che tenga conto e riconosca i diritti/doveri e la dignità di ciascuno.
Un’Italia che è uscita con un potere d’acquisto dimezzato dall’introduzione dell’euro e dai mancati controlli berlusconiani sugli speculatori. Un’Italia vessata da un’inflazione crescente e non riconosciuta. Un’Italia di vecchi genitori che debbono oggi lavorare per tre (non essendosi da tempo attivato il turn-over sul posto di lavoro) per mantenere figli che ormai non sono più giovani e che tuttavia vedono un lavoro (un lavoro “vero” non quello dei “Call Center”), come un miraggio.
Ora, caro Centrosinistra, politicamente, non hai più alibi, ci sono quasi tutte le condizioni per far rinascere questo Paese. “Tutto” questo Paese, non solo la metà disposta a “mettersi in corsa” o ad ingoiare bocconi amari solo perché ha vinto il centrosinistra. Cioè tutta questa nostra cara e vecchia Patria, anche se c’è un po’ di pudore a dire “Patria” per il cattivo uso fatto di questo termine da molti del regime nel ventennio, ma anche orgoglio pensando alle figure più nobili della Resistenza artefici della nostra Costituzione repubblicana.
Spetta quindi ora al CentroSinistra dare sbocco concreto a queste aspettative. Non ci commuovano né ci convincono al sacrificio gli alti lai di Padoa-Schioppa sulle casse vuote e svuotate se poi non
sapete esser capaci di esprimere una sintesi politica che sia in grado di individuare soluzioni eque ed intelligenti. Basta con “le tasse sul macinato”!
Alla fine a pagare non debbono esser sempre i soliti, mentre chi non ha pagato nulla in questi ultimi cinque e passa anni continua a strabattersene al mare con la pancia al sole sulle barche d’altura o
in città col culo ben saldo sugli alti sedili di inutili, mastodontici ed ingombranti fuoristrada!
A nessuno fiducia incondizionata! Non ci sfuggiranno, cara maggioranza, le vostre prossime mosse…Noi, poveri cristi, che non possiamo (né vogliamo) intercettare telefonicamente nessuno, tuttavia vi monitoreremo (che terminaccio!), ma lo ripeto, legittimamente, politicamente, vi mo-ni-to-re-remo, con ormai acquisita e temprata laicità, senza problemi di sudditanza dovuti a vecchie appartenenze, e cioè molto at-te-nta-men-te.
Crediamo e lottiamo per la democrazia e la giustizia sociale: vogliamo farlo con voi, ma come abbiamo cercato di farvi eleggere, sgombrando il campo dai saltimbanchi imbonitori, cercheremo democraticamente liberarci dagli incompetenti e dai “furbetti del circolino/partitino” dando fiducia solo e soltanto a chi se lo merita e a chi agisce coerentemente col programma da voi stessi stabilito e da noi votato!
Gorca49
Commenti:
Template by splinder.com