giovedì 19 gennaio 2012

Storia. 30 novembre 2006: Festa della Toscana (giovedì, 30 novembre 2006)


giovedì, 30 novembre 2006

Storia. 30 novembre 2006: Festa della Toscana

  


               
 













Dall' anno 2000 il Consiglio Regionale della Toscana ha approvato una legge per celebrare, il 30 novembre, la `Festa della Regione Toscana', una festa che vuole essere un omaggio a tutti coloro i quali si riconoscono nei valori della pace, della giustizia e della libertà, la cui voce echeggiava alle cinque della sera del 30 novembre del 2000, giorno della prima celebrazione della festività, quando le campane hanno suonato a festa in tutta la Toscana per un laico rito della memoria.
La Regione, con in testa il suo capoluogo, infatti, ha istituito la festa commemorativa del 30 novembre, per ricordare il giorno in cui ricorre l'anniversario della Riforma Penale promulgata, a quella data nel 1786, da Pietro Leopoldo di Lorena, Granduca di Toscana dal 1765 al 1790.
Con tale Riforma, che del Granduca fu " monumento e gloria", secondo uno storico del primo Novecento, la Toscana divenne il primo Stato al mondo in cui si abolì la pena di morte, uno degli atti più incivili perpetuati fino ad allora da tutti i governi, "conveniente -secondo Pietro Leopoldo- solo ai popoli barbari".
Il 30 novembre, pertanto, non è una data fondamentale solo per l'antico Granducato di Toscana o interessante per coloro che si occupano di storia, è il primo giorno di una storia nuova per tutti gli uomini dal XVIII secolo ai nostri tempi. Fu il principio di una rinnovata vita per l'intera umanità, una vita che nacque lungo le sponde dell'Arno.
"Abbiamo veduto -leggiamo al LI articolo della Riforma- con orrore con quanta facilità nella passata Legislazione era decretata la pena di Morte per Delitti asco non gravi, ed avendo considerato che l'oggetto della Pena deve essere la sodisfazione al privato, ed al pubblico danno, la correzione del Reo figlio anche esso della Società e dello Stato, della di cui emenda non può mai disperarsi, la sicurezza nei Rei dei più gravi ed atroci Delitti che non restino in libertà di commetterne altri, e finalmente il Pubblico esempio; che il Governo nella punizione dei Delitti, e nel servire agli oggetti ai quali questa unicamente è diretta, è tenuto sempre a valersi dei mezzi più efficaci col minor male possibile al Reo ...avendo altresì considerato, che una ben diversa Legislazione potesse più convenire alla maggior dolcezza, e docilità di costumi del presente secolo, e specialmente nel popolo Toscano, Siamo venuti nella determinazione di abolire come Abbiamo abolito con la presente Legge per sempre la Pena di Morte contro qualunque Reo..." . Con l'abolizione della pena di morte aveva anche termine l'uso della tortura e della mutilazione delle membra. La fine dell'orrore era sancita e non poteva che esserlo "per sempre", come legifera il Granduca, figlio di un secolo che tanta luce portò agli uomini. Questa legge, in parte ispirata al Codice giuseppino, trovava la sua fonte principale nelle concezioni filosofiche dell'Illuminismo e soprattutto nell'opera più famosa dell'Illuminismo italiano, `Dei delitti e delle pene', che Cesare Beccarla ebbe in Toscana la possibilità di pubblicare per la prima volta, a Livorno, nel 1764. "La legge del 30 novem. 1786, scrisse l'esimio F. Forti, ha ottenuto una celebrità europea. Opera più generosa non ebbe mai la sanzione di un monarca. Le idee filosofiche allora predominanti sono accolte con fede e con onore nella legge criminale di Leopoldo" (Antonio Zobi). A suggello di quanto stabilito con la Riforma leopoldina, comandando il Granduca < la demolizione delle Forche ovunque si trovino" (art. LIV), con perfetto contrappasso finirono al rogo le forche e gli strumenti di tortura, segno tangibile, volutamente spettacolare, della nascita di una nuova epoca, della "morte della pena di morte" che in Firenze ebbe teatro nelle Prigioni del Bargello come ricorderà più tardi, nel XIX secolo, il pittore Giovan Battista Silvestri, dipingendo in acquerello i falò dei patiboli fra le severe bugne del Palazzo del Podestà. Ai nostri giorni, nel cortile della Dogana di Palazzo Vecchio, il Comune di Firenze ha voluto collocare una lapide dove riprodurre un testo redatto subito dopo la promulgazione della legge, nel dicembre del 1786, proprio per una targa marmorea commemorativa. L'epigrafe settecentesca, composta dal georgofilo Giuseppe Pelli Bencivenni su richiesta di Francesco Seratti, il quale aveva curato la stesura finale della Riforma, così recita: "Per memoria della Toscana felicità quando Pietro Leopoldo con legge de' 30 novembre 1786 la pena di morte, l'infamia, la tortura, ogni delitto di lesa maestà colla confiscazione delle sostanze cancellò per primo in Europa dalla vecchia legislazione"; motivazioni che rendono Firenze orgogliosa del suo passato. Se a chiusura del Settecento era stato auspicato di porre la lapide nel punto esatto dove fino alla metà di quel secolo, a quanto ancora testimoniano un dipinto e una nota stampa di Giuseppe Zocchi, si eseguiva il "supplizio della fune", ovvero all'esterno del Bargello, per ricordare, con altrettanta pubblicità, la fine dell'antico e duro sistema penale, oggi. una più serena visione storica e politica, che il passare del tempo ha permesso, ha suggerito all’Amministrazione Comunale di allocare la targa in un "posto d’onore", nel palazzo da sempre sede del governo cittadino. La cessazione delle antiche barbarie e la volontà che abbiano termine quelle che, in tutto il mondo, non si sono ancora placate è stata ribadita dal rogo del patibolo e degli strumenti di tortura che si è consumato in piazza della Signoria in occasione della prima ‘Festa della ‘Ihscana’ per volere dell’Amministrazione della città di Firenze che desidera riproporre, di anno in anno, nel giorno dedicato alla festa, delle iniziative, di vario genere, che coinvolgano, insieme agli studiosi, agli storici, ai politici della Toscana tutta e non solo, i cittadini di Firenze. Con l’istituzione della ‘Festa della Regione Toscana’ si vuole ricordare la grandiosità dell’atto di civiltà legislativa messo a punto da Pietro Leopoldo, per non cancellare dalla memoria di tutti l’origine del cammino lungo e tortuoso per la salvaguardia dei diritti dell’uomo che ha visto la Toscana e i suoi governanti del passato svolgere un ruolo da protagonisti e non da comprimari o, più semplicemente, da spettatori; un cammino che continua incessantemente come ‘La Carta dei diritti dell’Unione Europea’ del 2000 ha sottolineato sentendo la necessità di ribadire, ancora oggi, il diritto di ogni uomo a non essere condannato a morte da altri uomini. Una festa, quindi, istituita per riproporre un momento saliente della storia moderna e per aggregare i toscani attorno ad una data di grande significato civile, ricordandoli che per primi al mondo i loro antenati hanno visto abolita la pena di morte. "Quello di Pietro Leopoldo è uno degli atti fondanti di questa terra e dello Stato cui appartiene" (Mario Luzi).
 Da:
www.comune.firenze.it/mese/festivita/regionetoscana.htm


    I temi delle edizioni della Festa della  Toscana

    2006:  Dedicata al volontariato.
   
    2005:  Europa Europae.

2004: "Pace e guerra vista con gli occhi dei bambini"


2003:  " Tutti diversi" per i diritti dei diversamente abili.

2002:  Sui diritti delle donne.

 2001:  Sulla libertà delle idee.
 2000:  Contro la pena di morte.

postato da: gorca49 alle ore 16:23 | link | commenti (6)
categorie: toscanagori

Commenti:
 
#1 01 Dicembre 2006 - 10:47
 
Caro professore, ho letto i suoi recenti articoli sia qui che sulle riviste per cui scrive e mi sono piaciuti molto, tuttavia le ricordo che già le avevo scritto un commento al post su Leda Rafanelli, il 4 agosto scorso, chiedendole un parare su un recente libro di A.Ciampi su di lei e sul pittore Carrà, libro che non mi è piaciuto per niente. Le avevo chiesto un parere, ma in quell'occasione non mi ha risposto. Insomma, mi permetta di insistere, che ne pensa di quel libro?
Mario Breschi
La mia homepage: http://M.Breschiutente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#2 01 Dicembre 2006 - 12:23
 
Carlo Carlo, come al solito di invio questo mio scritto anche per i tuoi lettori. Dimmi però ogni tanto che ne pensi.
Ciao Giuliano

Sabato 2 dicembre i seguaci del "Re degli imbroglioni" andranno a Roma "per la libertà......", cioè per protestare contro le "cose buone" che ci sono nella Legge Finanziaria 2007 e per la libertà di evadere il fisco e di arricchirsi senza nessuna preoccupazione per una crescente sofferenza sociale (e saranno molti, perchè in Italia sono molti i ricchi, gli evasori fiscali..... e anche i "creduloni").

Le "cose buone", contenute nella Legge Finanziaria 2007, non sono molte, ma ci sono (e, di seguito, ne cito alcune):
- previsione e impegno di colpire in modo significativo l'evasione fiscale e contributiva;
- rimodulazione delle aliquote irpef: riducendo (sia pure di poche decine di euro l'anno e qualcosa in più per chi ha figli e coniuge a carico) le tasse per i redditi medio bassi e aumentandole per i redditi alti e altissimi e per la rendita finanziaria;
- attuazione dell'impegno di ridurre il cuneo fiscale... destinando gli sgravi fiscali solo a quelle imprese che investono nel lavoro a tempo indeterminato;
- incentivi all'installazione di pannelli solari e fotovoltaici;
- raddoppio del Fondo Politiche Sociali;
- maggiori risorse per la cooperazione allo sviluppo (anche se lontanissime dall'impegno dello 0,7% in rapporto al Pil).

Nelle Legge Finanziaria 2007, presentata dal Governo Prodi, siamo lontani dalla piena attuazione del "cambiamento" scritto nel suo Programma di Governo... e ci sono anche scelte "non buone": tra queste, quella che mi sembra la più ignobile è il consistente aumento delle spese militari, ma - appunto - le scelte "non buone" e quella ignobile, non vengono contestate dalla manifestazione dei seguaci del "Re degli imbroglioni", perchè a loro vanno benissimo e manifestano a Roma contro quelle buone.

Per cambiare le scelte "non buone" e quella ignobile, diversi Parlamentari della sinistra critica (PRC, PdCI, VERDI, SINISTRA DS) si stano impegnando in Parlamento.... hanno presentato vari emendamenti....: temo che ne saranno approvati pochi e non solo perchè al Senato la maggioranza dell'Unione è sempre "in bilico", ma anche perchè la scelta ignobile è stata voluta con convinzione proprio dalla maggioranza DS (se ricordate, fecero addirittura un convegno nazionale in ottobre 2005, con i vertici delle Forze Armate, che si concluse impegnandosi ad aumentare le spese militari: chi non ricorda, mi scriva e gli mando tutta la documentazione, compresa la Relazione di Minniti a quel Convegno) e della Margherita.

Nel Programma di Governo dell'Unione(quello di 281 pagine), sulle spese militari non c'era un impegno per ridurle, ma neanche per aumentarle: c'era una frase di impegno generico a livello europeo "L'Unione si impegna, nell'ambito della cooperazione europea, a sostenere una politica che consenta la riduzione delle spese per armamenti"..... ma, ripeto, è una scelta ignobile (mentre si tagliano le risorse finanziare agli enti locali, alla sanità, alla scuola, alla ricerca, ecc.) quella di aumentare in modo consistente la spesa militare.

Insomma, sabato 2 dicembre, quelli per "la libertà di difendere solo i propri privilegi", andranno a Roma e saranno molti, ma dobbiamo riconoscere che, per i sostenitori del cambiamento..... anche tramite Leggi Finanziarie che indirizzino "la spesa pubblica per i diritti, la pace e l'ambiente" (come propongono le 46 Associazioni promotrici della Campagna Sbilanciamoci! - vedi su www.sbilanciamoci.org ), sarebbe difficile partecipare ad una manifestazione a sostegno della Legge Finanziaria presentata dal Governo Prodi.

Nel Governo Prodi e nel Parlamento, abbiamo diversi amici.... sostenitori del cambiamento, ma sono di più quelli dell'area moderata e centrista che subiscono le pressioni dei poteri forti, come la Confindustria, la Commissione europea iper-liberista, le lobby dei ceti sociali privilegiati, degli armamenti e delle Forze Armate.... fino al potere di condizionamento della superpotenza imperiale, gli Usa.

Recentemente Romano Prodi ha dichiarato: "Qui siamo in un paese impazzito che non pensa più al domani.... ci vuole più responsabilità di tutti perché dobbiamo vivere in un paese saggio, non in un paese impazzito".
Ha ragione, perché: viviamo in un paese con una gigantesca evasione fiscale e contributiva; abbiamo quasi un terzo dell'economia e dei lavoratori al nero; nei confronti di tanti immigrati vengono attuate forme bestiali di sfruttamento "schiavistico"; negli ultimi anni è enormemente cresciuto il lavoro precario finalizzato solo a ridurre salari e diritti dei lavoratori; l'amministrazione di parti fondamentali dello Stato e della Giustizia sono in una situazione di inefficienza disastrosa e chiunque prova a mettere in discussione gli interessi personali che traggono vantaggio da questa situazione "impazzita", reagisce con livore pensando solo ai propri interessi, senza nessun senso del "bene comune".

Negli ultimi 25 anni è dilagata una concezione della vita che mette al centro di tutto il proprio egoismo, anche a costo di provocare un disastro nella coesione sociale e nei valori condivisi che tengono insieme un paese e lo fanno progredire: la valorizzazione craxiana del "rampantismo individuale" è sfociata in un "berlusconismo" dilagante che da valore solo ai soldi ed al consumismo e questo è il "modello di vita" prevalente e da raggiungere a qualsiasi costo.

Ma la "saggezza" delle dichiarazioni di Prodi, viene frantumata da alcune scelte politiche del proprio governo: che credibilità ha lamentarsi della "ferocia impressionante contro i tagli che abbiamo fatto" (che comprendono anche quelli ai Comuni, alla sanità, alla scuola, alla ricerca), nascondendo l'aumento della spesa destinata agli armamenti e alle Forze Armate, cioè della parte più inutile e dannosa della spesa pubblica ?
Prodi vuole convincerci che acquistare caccia bombardieri e altri armamenti (utilizzabili solo per partecipare alle guerre) è una scelta finalizzata a vivere "in un paese saggio", oppure è parte di quell'impazzimento che non pensa al domani ?

Giuliano.
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#3 04 Dicembre 2006 - 14:43
 
Caro Breschi,
osservato innanzitutto che qui nessuno o quasi, (ma questo a volte può anche farmi piacere xchè il blog è comunque molto letto) si attiene al commento relativo all'argomento "postato"
La ringrazio comunque per l'attenzione e la considerazione.
Riguardo al libro di Ciampi sulla Rafanelli, mi ricordo che, se non erro, Lei mi diceva di aver tratto il Suo parere negativo semplicemente sfogliandolo in libreria. La consiglierei, senza alcuna presunzione, innanzitutto di leggerlo. Purtroppo anche a livelli alti in questo Paese si fanno apprezzamenti o stroncature su basi pregiudiziali (simpatie, cordate, appartenenze politiche, ecc.) senza nemmeno aver letto o visto l'oggetto del commento. Se Lei il libro di Ciampi non lo vuol comprare si rechi nella biblioteca a Lei più vicina e lo legga lì. Se non lo avessero lo richieda col prestitito interbibliotecario che a livello toscano è gratuito. Dopo che lo ha opportunamente letto ne parliamo con più calma e cognizione di causa.
La saluto e La ringrazio nuovamente per l'attenzione e la considerazione.
Carlo O. Gori 
La mia homepage: http://historiablogori.splinder.com Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. Blocca questo utentegorca49
#4 05 Dicembre 2006 - 15:11
 
penso che la toscana sia la pià bella regione d'italia (come lo è la provenza per la francia) e che voi toscani rispetto ad altre regioni abbiate molti pregi (cultura, creatività, senso del bello, arte, intraprendenza, laboriosità ecc. ecc.), ma anche tanti difetti: individualismo, litigiosità, municipalismo, scarsa organizzazione, ecc. ecc.).
che ne pensi?
fabrizio
utente anonimo  (IP: 3589f931ef53935)
#5 20 Agosto 2008 - 17:28
 
buono anche questo...seppur in ritardo...un bacio...Anna C.
utente anonimo  (IP: bb4bcd669dfab02)
#6 06 Settembre 2008 - 17:23
 
Ormai non più giovanissima, sono da tempo appassionata di storia, specialmente di storia della mia città, Firenze, e di storia toscana ed anch'io ho scoperto ora il suo blog che un amico mi ha consigliato di visitare. E' veramente il suo un lavoro molto utile, documentato e spesso avvincente. Vedo che non riceve molti commenti da altri bloggers, ma questo penso sia una conferma della validità dei suoi scritti perchè la gran parte dei blogs che ci sono in giro propongono contenuti inutili, intimistici e autoreferenziali.
Bravo Gori, continui così.

Mara Poli

P.S.

Le segnalo nei commenti gli articoli che mi sono piaciuti di più.
utente anonimo  (IP: b95b5c27950963d)
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